Guida pratica di SEO Copywriting: Come scrivere per gli utenti e i motori di ricerca

Guida pratica di SEO Copywriting: Come scrivere per gli utenti e i motori di ricerca

Ben ritrovati su questi lidi!

Le guide di ottimizzazione SEO per articoli per siti web si sprecano, ma non molte – a mio avviso – centrano il nocciolo della questione: non basta inserire in una pagina le giuste keyword per generare un contenuto rispondente agli intenti di ricerca.

Se non si pensa effettivamente alle persone e ai loro bisogni si hanno poche chance di ottenere effettive conversioni a prescindere dal posizionamento ottenuto.

Il copywriter SEO – o, più precisamente, il copywriter strategico a fini SEO – deve impegnarsi a offrire risposte rilevanti e pertinenti all’intento di ricerca del proprio pubblico attraverso testi realizzati in maniera esaustiva e scritti con naturalezza, senza curarsi di keyword density e di altre obsolete concezioni sulla distribuzione delle keyword.

Ho deciso di mettere per iscritto il metodo che – come copywriter SEO – utilizzo per creare contenuti di valore a partire da un preciso intento di ricerca per aiutarti a ottenere buoni risultati di posizionamento.

L’obiettivo di questa guida sarà insegnarti a:

  • interpretare correttamente le esigenze che spingono gli utenti a svolgere delle ricerche
  • scegliere le keyword più appropriate in relazione a un dato contesto
  • creare il miglior contenuto possibile rispetto a una specifica esigenza informativa
  • raggiungere le migliori posizioni realisticamente possibili per merito di un contenuto completo ed esaustivo

Chi è il SEO Copywriter?

Il SEO copywriting – “copywriting strategico a fini SEO“, come preferisco definirla io, è una pratica di scrittura di testi per il web utili per le persone e facilmente comprensibili dai motori di ricerca, in grado di posizionarsi con efficacia e di raggiungere lo scopo per il quale sono stati realizzati (ottenere contatti commerciali, far iscrivere alla newsletter, far acquistare un prodotto ecc.).

Che cosa fa il SEO Copywriter?

Il SEO copywriter è una figura ibrida tra il consulente SEO vero e proprio – che abbraccia il complesso del sito web e si occupa di migliorare l’ottimizzazione del codice HTML e di aumentare la rilevanza dei segnali on page e offpage – e il copywriter classico, una figura specializzata nel realizzare testi coinvolgenti per invogliare i lettori a svolgere una azione vantaggiosa per il committente.

Il copywriting a fini SEO pertanto si concretizza nell’ottimizzazione SEO nei vari elementi che compongono la pagina web quali:

  • la Description: la descrizione della pagine per i motori di ricerca
  • il Title: il titolo della pagina interpretabile dei motori di ricerca
  • i tag H: titoli dei paragrafi anch’essi importanti per definire l’argomento trattato
  • l’URL: il percorso della pagina web
  • il testo della pagina, attraverso un uso naturale e variegato dei termini che risulti naturale ed esaustivo, senza apparire forzato

Il lavoro di un copywriter SEO si è evoluto, ed è passato dall’inserire in un testo di senso compiuto le parole chiave a sviluppare dei contenuti ottimizzati per un chiaro intento di ricerca.

Ancora oggi, molti di coloro che senti parlare di copywriting SEO lo intendono come l’inserimento delle keyword in grandi quantità, tecnica che molti anni or sono offriva risultati apprezzabili, mentre oggi è sintomo di una pratica di scrittura poco attenta alle esigenze del lettore.

Più in generale, un copywriter SEO di “ampie vedute” tenta di realizzare un contenuto comprensibile dai motori di ricerca e al contempo davvero “umano” nella forma e nella sostanza, facendo uso di una scelta dei vocaboli variegata e di uno stile di comunicazione naturale.

Maggiore è la capacità di produrre testi comprensibili dalle persone, più facilmente gli algoritmi di machine learning potranno interpretarli e giudicarli come rispondenti o meno alle esigenze degli utenti.

Il web writer SEO dovrà occuparsi non soltanto di analizzare il volume di ricerca delle parole chiave, ma anche di studiare tutte le varianti dei termini di interesse da inserire in maniera naturale all’interno dei contenuti.

Cos’è il SEO copywriting?

La scrittura per siti web è il canale principale per evidenziare l’importanza di una pagina web rispetto all’intento di ricerca.

Il copywriting strategico a fini SEO ha una duplice funzione:

  • comunicare ai motori di ricerca la rilevanza di una pagina web per un determinato intento di ricerca
  • trasmettere ai lettori un significato convincente, un beneficio indubbio, uno stimolo irresistibile all’esecuzione di un’azione, il tutto finalizzato a trasformare i visitatori di un sito web in utenti fidelizzati

Il SEO copywriter è in grado in definire l’intento effettivo alla base delle ricerche di informazioni (query) digitate, solitamente ascrivibile a una di queste tre categorie:

  • query informative, se sono rivolte a soddisfare una esigenza di informazioni oppure un intento ludico
  • query transazionali, se veicolano un intento commerciale (acquisto, download di demo, iscrizione a una newsletter ecc.)
  • query navigazionali se contengono l’indicazione di un brand e pertanto definiscono l’interesse a una specifica provenienza dei contenuti (es. “guida SEO Ilario Gobbi”)


La comprensione della esatta tipologia dell’intento di ricerca permette di realizzare dei testi in grado di soddisfare l’intento del caso e perfettamente interpretabili dai motori di ricerca.

Il termine “scarpe” ad esempio con tutta probabilità indica un qualche genere di intento commerciale anziché una ricerca di informazioni sulle sue origini: perciò, è del tutto lecito che tra i primi risultati di Google ci siano degli store commerciali anziché siti informativi, perché è tra essi che presumibilmente gli utenti troveranno soddisfazione.

A tale scopo, il copywriter SEO:

  • valuta il volume di ricerca attorno a ogni termine da impiegare nei propri testi
  • stima il grado di difficoltà da affrontare per posizionare i testi in prima pagina

per realizzare testi ottimizzati per la comprensione da parte dei motori di ricerca e invitanti ed esaustivi per le persone.

L’intento di ricerca

Un errore che molti neofiti commettono consiste nel realizzare un testo che – seppure ottimizzato lato SEO e contenente le keyword di interesse impiegate in maniera naturale – non centra esattamente l’argomento preposto oppure non è in grado di soddisfare effettivamente l’intento di ricerca.

Se la frase di interesse fosse “cambiare password WordPress”, ad esempio, credi che l’utente sia alla ricerca di un manuale tecnico che spiega i cambiamenti che avvengono lato DB quando si cambia la password del sito, oppure di una guida step by step per modificare la propria chiave di accesso?

Un contenuto di estrema qualità possiede un grande valore a livello di:

  • ottimizzazione SEO on page che rende il testo conforme ai criteri qualitativi dei motori di ricerca
  • contenuto, ovvero la qualità espositiva e informativa trasmessa da un materiale web
  • significato, ovvero la capacità di cogliere il senso – a volta anche nascosto – delle richieste delle persone per rispondere in maniera pertinente

Tieni presente che la creazione di un contenuto “definitivo” richiede un impegno considerevole in termini di tempo e di documentazione, ma che viene ripagato dalla stabilità nel posizionamento e dalle visite ottenute. Anche se comporta un notevole sforzo per la sua realizzazione, un contenuto notevole può essere alla base di rielaborazione sotto altri formati – infografiche, slide, copioni per video Youtube – e le nozioni raccolte possono aiutare nella realizzazione di contenuti successivi che andranno a linkarlo, per sostenere il trust del testo in questione.

Emanuele Vaccari racconta come sua esperienza che contenuti sviluppati in maniera granitica dal

punto di vista on page hanno risultati consistenti dopo 3 o 4 mesi per poi diventare probabilmente inattaccabili; riflette anche su cosa significhi veramente pensare ai contenuti rispetto alle query anziché alle keyword per generare contenuti effettivamente rilevanti per gli utenti in quanto utili.

Definire l’intento di ricerca è tutt’altro che semplice e scontato: lo stesso motore di ricerca stabilisce se sia appropriato che un argomento venga affrontato con immagini, piuttosto che con video, offerte commerciali, anziché approfondimenti lunghi e minuziosi.
Come spiega Marco Maltraversi, le “fustigazioni” introdotte dopo l’aggiornamento Google Fred e con l’introduzione sempre più massiccia dei meccanismi di machine learning hanno portato all’affossamento di tutti quei contenuti lunghi tanto per il gusto di esserlo, mentre può essere molto più appropriato realizzare contenuti olistici sviluppati “in profondità”, ovvero toccare tutti gli argomenti coerenti all’intento di ricerca.

I topic cluster

Un topic cluster è un contenuto molto approfondito attorno a un dato argomento. Un topic cluster sviscera un tema molto in profondità e ha lo scopo di rispondere in maniera esauriente alle domande degli utilizzatori. I topic cluster si costruiscono attorno a dei pillar, articoli del blog molto approfonditi che tendono ad aggregare traffico per keyword di volumi di ricerca rilevanti.

Si crea così una rete di contenuti a grappolo ciascuno dei quali esplora un dato argomento meno competitivo in dettaglio.

Per esempio, potremmo avere una serie di contenuti incentrati su diverse chiavi di minore importanza, che circondano quello principale:

  • “Come trovare lavoro”
  • “Come trovare lavoro all’estero”
  • “Come trovare lavoro senza esperienza”
  • “Come trovare lavoro a 50 anni”
  • “Come trovare lavoro online”

I topic cluster aiutano i siti web neonati ad aumentare autorevolezza necessaria a competere con siti già affermati. una rete di contenuti molto approfonditi con il tempo permette di ottenere traffico interessante da parole chiave altrimenti inaccessibili.

Per realizzare un topic cluster parti dalla realizzazione di un articolo pillar.

Devi realizzare un contenuto molto esaustivo per una parola chiave concorrenziale, es. “come trovare lavoro”. Questo sarà la base della rete di contenuti incentrati ognuno su un determinato sotto argomento. Ogni pilastro aggiuntivo quindi si sommerà a quelli precedenti creando una rete di contenuti a grappolo che complessivamente aumentano l’attinenza del sito per quel tema.

Topic cluster – I vantaggi

  • Permettono di ottenere traffico rilevante per molte parole chiave del settore
  • Offrono risorse consistenti agli utenti
  • Aumentano l’autorevolezza del sito web
  • Permettono di competere con parole chiave ad alta concorrenza

I topic cluster aiutano Google a comprendere la gerarchia dei contenuti del sito web e a creare dei “Nuclei di autorevolezza” attorno a determinati argomenti.

Topic cluster – Gli svantaggi

  • Richiedono molto tempo per essere messi a punto

SEO Copywriting: gli elementi della pagina web da ottimizzare

Il Title

Il Title è in assoluto il primo elemento consultato dagli spider per verificare un’eventuale attinenza tra quanto descritto nella pagina e il contenuto della query.

Buone pratiche di ottimizzazione SEO prevedono di inserire le keyword di interesse a sinistra del campo – per segnalarne l’importanza – e lasciare lo spazio restante a destra per indicare il brand; quest’ultimo comunque si può omettere se rischia di sforare la lunghezza massima del Title (50-70 lettere). Assieme al tag Description contribuisce a generare gli snippet (riquadri in evidenza) per il motore di ricerca.

Esempio:

SEO Copywriting – Guida su come scrivere per il web di Ilario Gobbi”

I tag H

I titoli dei paragrafi sono ulteriori notevoli segnali dell’argomento trattato: la loro importanza è inversamente proporzionale al numero che li contraddistingue: es., <H1> è più rilevante, di <H2>, <H2> è più rilevante di <H3>. I tag <H> possono essere in più di uno dello stesso grado (a eccezione di <H1> che è consigliato – anche se non obbligatorio – utilizzare soltanto una volta per pagina).

Ad esempio, possiamo avere:

<H1> Guida alla SEO copywriting – Tutto quello che dobbiamo sapere sulla scrittura per il web </H1>

<H2> Definizione dell’intento di ricerca </H2>

<H2> Keyword – Che cosa sono e a che cosa servono </H2>

<H3> Differenza tra chiavi di ricerca competitive e non competitive </H3>

…..

Come puoi vedere, i titoli dei paragrafi dovrebbero riunire sia un utilizzo proficuo delle keyword per segnalare in maniera efficace il loro significato ai motori di ricerca, che presentare delle accattivanti call to action per invitare subito l’utente a proseguire nel testo.

Personalmente, preferisco impiegare le combinazioni di keyword che reputo importanti per il paragrafo quanto più possibile a sinistra, per poi aggiungere una frase che riassuma brevemente l’argomento presentato.

Le meta Description

Sebbene la descrizione per i motori di ricerca del contenuto dell’articolo non abbia un diretto effetto sul posizionamento, essa si dimostra fondamentale per trasmettere in maniera immediata il beneficio che si ottiene con la lettura dell’articolo.

Una buona Description dovrebbe esprimere una call to action efficace per invitare i lettori verso l’azione che intendi far loro compiere. Assieme al tag Title la Description contribuisce a generare gli snippet per il motore di ricerca.

Ricorda di non superare i 150-160 caratteri: ciò non provoca penalizzazioni, ma ti evita di vedere le tue descrizioni troncate nell’anteprima di Google.

Description= “Vuoi scoprire come realizzare testi coinvolgenti per gli utenti e ottimizzati per i motori di ricerca? In questa guida trovi ciò che ti serve sapere!”

L’URL

L’indirizzo della pagina web (“URL”) è un altro elemento che trasmette inequivocabilmente un segnale sull’argomento trattato, se ottimizzato in ottica SEO.

Se lasciati a sé stare gli URL hanno una struttura niente affatto significativa per i motori di ricerca del tipo https://www.ilariogobbi.it/1234xy.php.

I gestionali come WordPress permettono di attivare dei plugin come Yoast SEO che senza alcuno sforzo permettono di riscrivere gli URL in maniera da trasformare le stringhe alfanumeriche in segnali facilmente comprensibili per le persone e per i crawler (software che scandagliano il web in cerca di contenuti da indicizzare per i propri archivi) dei motori di ricerca.

Anche in questo caso, preferisco inserire le keyword (1 o 2) quanto più possibile a sinistra e nello spazio restante mettere qualche termine che sia un senso compiuto al tutto, con tutte le parole separate dal trattino “-” .
Un URL efficace dovrebbe essere non molto lungo e facilmente ricordabile a memoria, nonché indicativo del contenuto della pagina. Ti sconsiglio di utilizzare le proposizioni e le congiunzioni come “e”, “di”, “con” poiché Google è perfettamente di grado di distinguere ugualmente i termini nell’URL.

URL=https://www.ilariogobbi.it/seo-copywriting-guida

Gli anchor text dei link

Le parole utilizzate per linkare altri contenuti (“ancore”, siccome ad esse si agganciano i collegamenti) hanno anch’esse una rilevanza SEO, in quanto trasmettono a Google un’indicazione dell’argomento della risorsa di destinazione.

Proprio in virtù della loro importanza, l’abuso di essi a scopi di miglioramento del ranking (es. “idraulico Roma” anziché “idraulico Rossi”) è una pratica deprecata in quanto percepita come innaturale.

Vari anni fa le keyword utilizzate come testo ancora avevano un peso di primo piano nel posizionamento delle pagine web, perciò un link con testo “web agency” era ritenuto molto indicativo. Ciò è vero anche oggi ma in misura minore siccome Google tiene in considerazione un numero enorme di fattori che concorrono congiuntamente a determinare il ranking.

Per evitare penalizzazioni da un uso forzato di anchor text a fini commerciali, deve tenere conto che le persone utilizzano formule molto diverse per indicare gli stessi concetti: il modo più comune di tutti per riferirsi a un brand, inoltre, è quello di definirlo per nome oppure per percorso del sito.

Anchor text del tipo “clicca qui” e “questo sito” sono poco significativi e tendo a evitarli, anche se è vero che utenti con molta dimestichezza con il web potrebbero effettivamente usare termini simili, perciò possono effettivamente essere naturali.

Se vuoi sviluppare un’acquisizione di link secondo un’ottica naturale, potresti realizzare dei guest post con anchor text per un 40-50% sotto forma di nome brand e per la restante parte come variante della definizione del servizio o dell’attività offerta.

Es., su 10 link, potresti distribuirli con questo rapporto:

  • 5 link: (nome brand) o (nome sito) → Ilario Gobbi o ilariogobbi.it
  • 5 link: (diverse varianti della definizione del servizio) → seo copywriting; guide SEO; copywriting per siti web; SEO

I tag ALT delle immagini

I tag ALT sono descrizioni del contenuto delle immagini che permettono a Google di “vedere” il significato delle illustrazioni e di fornire ai non vedenti informazioni per i programmi di lettura.

Puoi ottimizzare i tag ALT in maniera tale da completare la descrizione del file con frasi aggiuntive che ne precisano il significato, e accrescono la contestualizzazione della pagina che ospita le immagini.

Ad esempio, se l’articolo tratta di “ottimizzazione SEO WordPress”, puoi completare il file ALT con indicazioni del tipo “come ottimizzare la SEO del sito WordPress” per precisare di cosa tratta l’immagine.

La formattazione

Il modo con il quale i testi vengono proposti al lettore influisce sulla loro leggibilità e perciò sulla capacità di invogliare l’utente a rispondere alle call to action previste.

Il grassetto, in particolare, una volta veniva abbondantemente applicato per accrescere l’importanza delle keyword nel testo, ma oggi non credo abbia più un peso rilevante per via di tutti quegli altri innumerevoli fattori che agiscono congiuntamente sul posizionamento.

Quello che consiglio di fare, invece, è di creare una vera e propria mappa visiva con i termini di rilievo in grassetto per formare una struttura che permetta di individuare al volo le parti rilevanti del discorso.

Il lettore medio difficilmente legge un testo dall’inizio alla fine, specialmente se naviga da mobile: è molto più facile invece che “scansioni” la pagina saltando da un punto all’altro per cogliere il succo del discorso.

Possiamo creare delle frasi con elementi di senso compiuto evidenziati in grassetto del tipo:

<<Il seo copywriting è la disciplina che si occupa di realizzare testi ottimizzati per i motori di ricerca e utili per i lettori, in grado di raggiungere dei determinati obiettivi.>>

Sempre per garantire un’ottima leggibilità dei contenuti, ti conviene realizzare dei paragrafi molto corti che non affatichino la lettura e che risultino invitanti e ben comprensibili.

SEO Copywriting – Tecniche di scrittura per i siti web

Il nostro processo di produzione di contenuti (finalizzato alla fidelizzazione degli utenti) si può riassumere nei seguenti step:

  1. Definire il genere di contenuti che viene apprezzato dal pubblico a cui vogliamo rivolgerci (profilazione)
  2. Definire l’ambito semantico dell’argomento da sviscerare (argomento base + temi collegati)
  3. Produrre un contenuto attinente alla o alle query di ricerca che abbiamo puntato
  4. Diventare rilevanti per il concetto di ricerca attraverso contenuti validi e promozione

Il nostro scopo deve essere quello, attraverso la realizzazione continua di contenuti, di trasformare il nostro sito web in un punto di riferimento autorevole per coloro che sono interessati a un certo genere di argomenti.

Alla base della progettazione di contenuti per un sito web vi è una piramide composta da:

  1. Topic (Tema): è un argomento generale (es.”ricette per dolci”) che verrà sviscerato nell’intero sito attraverso contenuti dedicati a sotto-temi inerenti tale topic
  2. Argomento: il sotto-tema attorno al quale sarà incentrato ogni singolo contenuto (es.”ricette di torte alla panna”)
  3. Keyword: una serie di termini impiegati nelle query digitate dalle persone per cercare informazioni (es. “come-cucinare-torte-panna”)

La strategia che consiglio di applicare consiste nel partire da una serie di argomenti dalle ridotte ricerche ma poco sfruttato dalla concorrenza, in modo da consolidare la fama nel proprio campo e iniziare a ottenere seguito da un pubblico che non trova soddisfazione nella concorrenza più generalista.

Man mano che con il tempo si guadagna autorevolezza, si può passare a cercare di posizionarsi per argomenti dalla maggiore concorrenza, grazie ai vantaggi in termini di traffico storico, backlink e menzioni che essa comporta.

Per esempio, se il nostro obiettivo è posizionarci per “copywriting per siti web” (topic) potremmo realizzare nel corso dei mesi articoli per il blog aziendale inerenti a sfumature di questo argomento (es. “come scrivere una landing page”; “come scrivere una email efficace”; “come ottimizzare i testi del tuo sito per Google”) tutti attinenti allo stesso ambito, che con il tempo contribuiscono ad aumentare la rilevanza agli occhi di Google (e delle persone).

Il nostro scopo è quello di intercettare il pubblico dei lettori mentre sono immersi nello Zero Moment of Truth, il momento nel quale si raccolgono informazioni per decidere o meno di compiere un acquisto. Se non capiamo chi sono i nostri lettori, quali sono le loro necessità da soddisfare, non possiamo essere certi di produrre contenuti di valore.

Poniamo il caso di avere uno store virtuale di libri in vendita: se offriamo libri da cui sono tratti grandi successi cinematografici o televisivi, può essere utile pubblicare approfondimenti a tema per intercettare le visite di utenti interessati a queste opere derivate e incuriosirli al punto da ordinare i libri a cui si ispirano.

Per verificare quali contenuti sono attualmente ritenuti di valore (e pertanto posizionati tra i primi risultati) possiamo effettuare una serie di ricerche:

  • Ricerca manuale nelle serp per individuare quali contenuti (testi, video…) sono tra i più rilevanti e apprezzati e per individuare, eventualmente, possibili domini di altri blogger con cui concordare strategie di link building
  • Ricerca attraverso i social network (Facebook, LinkedIn, Youtube …) per appurare cosa scrivono le persone sui nostri argomenti, ad esempio con mezzi come Buzzsumo

Le keyword nel SEO Copywriting

Mappe visive keyword Grouper Pro

Quando digiti sulla barra di Google una o più parole che indicano le tue necessità di informazioni, queste parole altro non sono che keyword, ovvero dei termini che i motori di ricerca utilizzano per definire la rispondenza di un contenuto a un determinato intento di ricerca.

Le parole chiave (keyword) sono il trait d’union tra le esigenze delle persone e i contenuti in grado di soddisfarle.

Le keyword possono essere composte soltanto da 1 o 2 parole quando si riferiscono a concetti generali di categoria (“scarpe”, “hotel Roma” “software gestionali”), e in questo caso si dicono chiavi secche, oppure possono consistere in serie più lunghe di parole che definiscono concetti più specifici (“scarpe da ginnastica “, “hotel in pieno centro Roma”, “software per la gestione del magazzino”), dai minori volumi di ricerca ma anche dalla minore concorrenza.

Le keyword possono avere un diverso livello di concorrenza, a seconda di quanti soggetti cercano contemporaneamente di posizionarsi in prima pagina per quelle stesse parole.

Generalmente, le keyword con alti volumi di ricerca hanno anche una maggiore concorrenza, proprio perché sono molto appetibili per chi intende posizionarsi.

Piuttosto che puntare fin dall’inizio a cercare di posizionare pagine keyword per alti volumi di ricerca, che costano un ingente sforzo, conviene inizialmente provare a posizionarsi per una serie di long tail keyword (chiavi di ricerca a coda lunga).

L’importanza delle long tail keyword

Le long tail keyword sono chiavi di ricerca che presentano singolarmente minori ricerche di quelle a chiave secca, ma che sono in grado di convertire più facilmente poiché più attinenti all’intento di ricerca. Complessivamente, una serie di parole chiave a coda lunga possono generare un bel volume di traffico.

Le chiavi di ricerca a coda lunga presentano diversi benefici, tra cui:

  • un maggiore tasso di conversione, poiché esprimono bisogni meglio specificati (es. “scarpe-da-corsa-Roma”)
  • una minore concorrenza e, di conseguenza, portano maggiori visite in quanto non si deve competere con i big del settore che monopolizzano le chiavi secche
  • rappresentano meglio le intenzioni del nostro target permettendoci di soddisfarlo con maggiore facilità

Come spiega Tagliaerbe, Google è in grado di andare oltre il significato letterale delle keyword per capire il concetto veicolato dalle parole e offre risultati pertinenti alle intenzioni di ricerca, anche se non specificamente ottimizzati per i termini in questione.

I tool per scegliere le long tail keyword

Google Keyword Planner è uno degli strumenti fondamentali per scegliere le keyword più vantaggiose relative all’argomento che ci interessa: tuttavia, fossilizzarci su questi termini ci impedisce di cogliere un’ampia sfumatura di necessità e di aspettative non strettamente restituibili dalle semplici parole chiave.

I software sono in grado, fino a un certo punto, di interpretare le keyword per proporre all’utilizzatore una serie di contenuti attinenti allo stesso intento di ricerca e di altre ricerche di genere simile o complementare.

Ad esempio, quando eseguiamo una ricerca su Google, in fondo alla pagina vengono presentate delle ricerche correlate attinenti agli stessi argomenti.

Se eseguiamo una ricerca su Google e poi premiamo sul tasto di Chrome “Indietro”, Google mostra sotto il risultato cliccato un box contenente altre ricerche di genere analogo a quell’argomento.

Per espandere la dotazione di parole chiave sulle quali lavorare e ottimizzare un testo per numerose varianti dei termini “base” che ci interessano, possiamo utilizzare una serie di tool in grado di individuare le keyword correlate tra cui:

Tool per scegliere le keyword correlate

Oltre alle keyword alla base del nostro progetto, possiamo introdurre in maniera naturale nei testi delle parole chiave secondarie appartenenti allo stesso ambito semantico per le quali non ci interessa posizionarci, bensì espandere il nostro discorso toccando “orizzontalmente” esigenze collegate al tema che possono interessare i lettori dell’articolo.

Tra i più versatili tool in grado di fare emergere formule di ricerche attinenti alle parole chiave che ci interessano abbiamo:

  • Google Trends: uno strumento gratuito che ci fornisce i risultati in crescita per la parola chiave proposta. Google Trends è un tool molto utile per scoprire improvvisi picchi di interesse attorno a determinati argomenti, verso i quali possiamo orientare il nostro piano editoriale.
  • Answerthepublic: un tool in lingua inglese che, a partire da una combinazione di parole, mostra una serie di ricerche frequenti sull’argomento che vengono eseguite in rete. Molto utile per comprendere quali interessi gravitano attorno a specifici argomenti.
  • SuggestMrx: uno strumento italiano free che mostra combinazioni di parole chiave cercate frequentemente a partire da quelle indicate
  • Quora: un social network delle domande dalla funzione simile a Quora, che rende molto facile coltivare la propria visibilità di autore competente in merito a determinati argomenti

Un argomento da sviscerare in maniera estesa prevede l’utilizzo di:

  • sinonimi: parole dallo stesso significato delle keyword per cui intendiamo posizionarci
  • co-occorrenze: numero di volte in cui due o più parole sono contemporaneamente citate in un medesimo contesto
  • ontologie laterali: informazioni che permettono di definire un argomento senza nominarlo direttamente
  • argomenti correlati: temi che “toccano” quello di partenza e che servono a espandere orizzontalmente un contenuto

Grazie a software come Seozoom, possiamo individuare sia le keyword correlate a quelle digitate che quelle contraddistinte dal medesimo search intent: ciò ci permetterà di realizzare contenuti che espandano “orizzontalmente” l’argomento di base andando a toccare quei temi che interessano chi esegue un certo tipo di ricerche.

Ad esempio, una ricerca del tipo “come spostarsi a Milano” potrebbe coinvolgere ricerche correlate del genere “cosa visitare a Milano” perché possiamo supporre che chi visita la città è un turista in cerca di attrattive. In questo modo forniamo utili informazioni complementari.

 Tool per la keyword research

Ciascuno ha il proprio metodo di ricerca e di scelta delle parole chiave, a seguire ti mostro come utilizzare alcuni tool per la ricerca di parole chiave anche utilizzandoli assieme.

Google Suggest

Come scegliere le keyword con Google Suggest

Prima di tutto, cominciamo a digitare sulla barra di ricerca di Google l’argomento che ci interessa, per vedere se esso è già stato esplorato sotto forma di specifiche espressioni. Procedendo nell’esempio con “storie joker” di questa guida possiamo vedere che la nostra nicchia – i lettori di fumetti DC o chi si interessa al personaggio dopo i successi al botteghino – è interessato alle migliori storie sul personaggio e a quella riferita alle sue cicatrici: abbiamo trovato le prime parole chiave “teoriche” su cui lavorare.

L’ultima chiave tuttavia è fuorviante per i nostri scopi, poiché fa riferimento al monologo che il personaggio recita in due versioni differenti nel film The Dark Knight e non appartengono all’universo di carta stampata.

Se inserissimo i due topic insieme non riusciremmo a mantenere la coerenza tematica dell’argomento e probabilmente non riusciremmo a focalizzarci sulla query davvero di interesse. Scelgo così di scartare quest’ultima (o perlomeno di trattarla in maniera marginale, essendo off topic).

Google Keyword Planner

Per quanto Google Keyword Planner sia lo strumento per eccellenza per l’analisi delle keyword papabili, esso ha due limitazioni:

  • non mostra i valori effettivi di ricerca stimati se non impostando una campagna attiva (ma tale limite si può aggirare anche soltanto impostando come valore di CPC da 1 centesimo di euro in su)
  • è rivolto essenzialmente a un target di inserzionisti e pertanto considera termini dall’intento commerciale

Dato che – come detto – il contenuto è di tipo informativo e non transazionale, possiamo basarci sui suggerimenti ricevuti dallo strumento ma senza prenderli per oro colato.

Possiamo vedere che le chiavi riportate non esprimono un chiaro intento di ricerca e soprattutto non sembrano attinenti al nostro scopo (a parte forse “joker comic book” ma mi sembra troppo marginale).

Ubersuggest

Ubersuggest - Come scegliere keyword

Ubersuggest ti permette di prendere visione di tutte le keyword a chiave lunga esposte in ordine alfabetico a partire da una stringa suggerita.

I risultati mi sembrano molto interessanti perché – tra italiano e inglese – evidenziano sia formule di keyword varianti di quelle originali che manifestazioni di interesse a tema.

Abbiamo quindi “storia dietro il Joker”, “storia tra Joker e Harley Queen”, “storia dietro il sorriso del Joker” che sono attinenti al nostro ambito (in quanto sono i temi delle più famose storie del personaggio).

Utilizzerò queste espressioni come long tail keyword correlate per espandere orizzontalmente il mio contenuto.

Merlinox Suggest

Come scegliere le keyword con Merlinox Suggest

Altro pratico e utile tool è Merlinox Suggest: questo ci suggerisce espressioni simili a quelle di Google Suggest, ma cliccando su ogni termine suggerito esso ci permette di esplorare subito le serp per vedere quali generi di contenuti dei competitor sono posizionati ai primi posti e individuare eventuali mancanze su cui lavorare.

Answer The Public

Un tool come Answer The Public ci consente di estrarre dal web le richieste più frequenti a partire da una query digitata: benché funzioni egregiamente per la lingua inglese, si dimostra un apprezzabile alleato anche per la nostra lingua. Questo applicativo estrae domande anche marginali ma che aiutano a contestualizzare l’esposizione del nostro contenuto.

SeoZoom

Come scegliere le keyword con Seozoom

Seozoom è una suite fenomenale sotto molti punti di vista: nel mercato italiano al momento è probabilmente l’applicativo più completo per l’analisi di un sito web attorno a vari aspetti – backlink, posizionamento per parole chiave, stima di autorità ecc. – e può essere utilizzato anche per l’esame delle keyword.

Seozoom permette di cogliere una stima di competitività nonché per evidenziare le keyword delle ricerche correlate più interessanti per integrare e ampliare il nostro contenuto.

14 thoughts on “Guida pratica di SEO Copywriting: Come scrivere per gli utenti e i motori di ricerca

  1. Bravissimo Ilario. Era quello che ci voleva… Un post che affrontasse in maniera esauriente l’argomento. Non posso aggiungere o chiedere altro perché hai sviscerato il tutto in maniera egregia. Un buonissimo manuale per chi si approccia alla scrittura seo oriented e anche qualcosa in più. Ottimo.

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