Come Rigenerare Vecchi Contenuti con la SEO e lo Storytelling

Come Rigenerare Vecchi Contenuti con la SEO e lo Storytelling

Come riscrivere vecchi contenuti?
Immagine: Doctor Who and the Temporal Paradox: Episode 8 – Rewritten – Autore: Rooners Toy Photography – Licenza: Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0). Doctor Who è un personaggio della BBC.

Ben ritrovati su questi lidi!

Hai presente quando apri il borsellino e ti ritrovi in mano gli spiccioli di un tuo viaggio all’estero di anni prima o, addirittura, monetine del vecchio conio e ti chiedi: cosa ci faccio adesso con questi?

Bene, nella gestione di un blog succedono casi simili: a un tratto ti sovviene di un articolo vecchio di anni che non attrae più traffico, scritto in maniera non convincente oppure che si dimostra sorpassato nei contenuti, e decidi di rimetterci mano per trasformarlo in qualcosa che sia davvero utile per i tuoi lettori.

Tuttavia, ti chiedi, come capire di quale tipo di informazioni il tuo target ha bisogno, come prendere soltanto il meglio dalla tua base di partenza evitando di dare vita a un nuovo contenuto altrettanto non convincente?

Oggi ti propongo una metodologia per rigenerare vecchi contenuti seguendo opportune valutazioni SEO e impiegando un pizzico di tecniche di storytelling per catturare più facilmente l’attenzione dei lettori!

Perché riscrivere vecchi contenuti?

Essenzialmente, le ragioni per le quali ci troviamo di fronte all’esigenza di rimettere mano a testi già realizzati possono essere:

  • le informazioni riportate nell’articolo sono obsolete, errate o comunque non più di valore per il proprio target
  • i concetti esposti vanno ridefiniti in funzione dei contenuti successivamente pubblicati sul sito e delle più recenti esigenze o ricerche degli utenti
  • lo stile comunicativo non è più in linea con quello attualmente adottato nel blog, oppure si rivela inadatto a creare engagement tra i lettori

Da queste considerazioni potremmo maturare l’esigenza di riformulare alcuni dei nostri contenuti in modo tale da renderli in grado di intercettare nuove fasce di ricerche – grazie a notizie più aggiornate e a una forma più curata – e di mantenere più a lungo i lettori sul sito, poiché il tempo di permanenza è un fattore di posizionamento certamente da non trascurare.

Forse ti stai chiedendo: è meglio dedicarsi a trasformare un vecchio articolo in un testo non più lungo del minimo indispensabile oppure in un approfondimento corposo e ampiamente documentato?

Se da un lato i pillar article – gli articoli pilastri assai approfonditi – sono dei capisaldi in grado di calamitare il gradimento dei motori di ricerca, dall’altro siamo di fronte al fatto che i lettori raramente leggono gli articoli per intero.

Come fare, dunque? Personalmente, mi ripropongo questa regola:

Realizza degli articoli esaustivi ma che non esauriscano

nel senso che siano studiati per sviscerare adeguatamente un argomento a 360° ma senza diventare delle bibbie chilometriche e pesanti da leggere.

Piuttosto che investire in un unico articolo monumentale, ritengo sia meglio creare una successione di articoli più ristretti tematicamente affini e ottimizzati ciascuno per un particolare sotto-ambito collegato a quello di partenza.

Si tratta di una strategia di approfondimento trasversale di un argomento che consente di presentarsi come autorevoli in un certo campo (nel mio piccolo, ad esempio, ho parlato dei benefici SEO della gamification, dei benefici SEO del transmedia storytelling, dei tool per fare storytelling ecc.) che sono incentrati ciascuno su un sotto-ambito ma collegati tutti allo stesso tema; in questo modo si avranno più materiali da linkare tra loro, con cui si potrà mantenere gli utenti più a lungo sul proprio portale.

Come individuare le keyword più vantaggiose

Prima di tutto, procediamo a stabilire il termine che identificherà l’argomento generale di riferimento del nuovo articolo: non si tratterà della parola per la quale cercheremo di scalare le serp, ma piuttosto della pietra angolare tematica attorno alla quale graviteranno tutte le altre.

Il nostro scopo sarà quello di realizzare un articolo in grado di fornire una serie di segnali ottimizzati che vadano oltre le mere parole e link, che esplori un determinato argomento in maniera esauriente dal punto di vista del lettore.

Sarà importante andare oltre le semplici parole chiave e comprendere quale sia il senso delle stesse, il bisogno di informazioni espresso dai termini di ricerca: perciò, non dovremo inserire meccanicamente le parole come se fossero i mattoncini del Tetris, ma soddisfare un fabbisogno informativo impiegando i termini di interesse in maniera scorrevole e opportuna.

Siccome sono un nerd praticante (e anche perché ne ho già parlato sull’articolo del marketing virale per i film di fantascienza), facciamo finta di gestire un blog cinematografico o di cultura pop e che l’argomento che vogliamo riscrivere sia una presentazione ormai obsoleta del nuovo film in cantiere su Godzilla®, il lucertolone gigante radioattivo creato e di proprietà della Toho; in questo settore i rumors si rivelano dopo un po’ di tempo infondati, e possiamo avere l’esigenza di mantenere il posizionamento già ottenuto per un contenuto più aggiornato per i lettori.

Come scegliere le keyword con Google SuggestScrivendo “Godzilla” sulla barra di ricerca, Google Suggest ci suggerisce chiavi di ricerca più specifiche di quella che abbiamo pensato.

Questo esempio ci permette di capire perché può essere utile aggiornare periodicamente gli articoli per venire incontro alle esigenze degli utenti.

Con l’annuncio recente di un franchising destinato a congiungere il sequel del film della Legendary e a riproporre in veste moderna il titanico scontro tra King Kong e Godzilla del ‘62, l’attenzione del nostro bacino di utenti si sposta su queste novità, Google se ne accorge e ce lo fa sapere.

Un nostro articolo, poniamo, del 2014, potrebbe essere riscritto quindi per contenere riferimenti a queste nuove query di interesse mantenendo il posizionamento guadagnato e senza stravolgere il tema trattato.

Procediamo ad analizzare il mare magnum di combinazioni di keyword correlate al nostro topic tramite un software apposito (in questa sede mi servirò di Seozoom, una delle mie suite preferite):

Come scegliere le keyword con Seozoom
Le funzionalità di analisi keyword di Seozoom

Seozoom – come da screenshot – ci mostra sia le keyword correlate a quella proposta – da cui sceglieremo le long tail keyword per le quali ottimizzeremo l’articolo – sia le keyword con il medesimo search intent, ovvero parole che potremo utilizzare per espandere “orizzontalmente” il nostro testo.

Oltre a valutazioni legate alla competitività e al volume di traffico per ogni termine, la scelta dei termini da impiegare nell’articolo da riscrivere ovviamente sarà dettata dal senso dello stesso, dal target a cui ci si rivolge, dalla presenza di altri articoli da linkare e dall’ambito generale del proprio sito.

Come disporre le long tail keyword all’interno dell’articolo

Premessa doverosa: l’unica regola che devi sempre seguire è la naturalezza e la scorrevolezza nell’esposizione: non sacrificare mai quest’ultima in favore di rigide regole di inserimento meccanico delle parole chiave, perché i tuoi utenti non apprezzerebbero né condividerebbero quanto hai scritto.

Seguendo le nostre stime di fattibilità sulla base della concorrenza dei singoli termini e di tema generale dell’articolo, selezioniamo una long tail keyword per ogni blocchetto di testo del quale l’articolo sarà composto

Nel nostro caso, ad esempio, l’articolo potrebbe intitolarsi:

GODZILLA 2: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE

e nei successivi paragrafi sviluppare concetti a partire dalle seguenti long tail keyword:

  1. Godzilla film: introduciamo l’argomento di partenza da cui si diramano gli altri
  2. Godzilla 2014: narriamo i punti salienti del recente capitolo della saga
  3. Godzilla 1998: raccontiamo del precedente remake della saga a opera di Roland Emmerich
  4. Godzilla VS King Kong: forniamo al lettore notizie recenti sui nuovi sviluppi del progetto

Nella sezione keyword con lo stesso search intent troveremo spunti per parlare in ogni paragrafo di altri sottoelementi affini tematicamente collegati alle long tail keyword con cui arricchire ed espandere l’esperienza cognitiva dell’utente.
L’ossatura dell’articolo potrebbe essere così articolata:

  1. Godzilla film
    1. Godzilla wiki: forniamo qualche notizia sulla mitologia della saga tratta dalla wiki del lucertolone gigante
  2. Godzilla 2014
    1. Godzilla 2014 trailer: raccontiamo le prime reazioni che avvennero all’uscita del filmato promozionale, le aspettative, le teorie dei fan
    2. Godzilla 2014 DVD: parliamo ad esempio di contenuti speciali nell’edizione in DVD
  3. Godzilla 1998
    1. Godzilla nuovo film: spieghiamo le differenze tra i vari remake e qualche curiosità sui progetti
  4. Godzilla VS King Kong
    1. altezza Godzilla: partiamo dallo scontro tra i due titani per spiegare se effettivamente le taglie dei due colossi coincidono (curiosità per appassionati non note a tutti)
    2. burning Godzilla, Ghost Godzilla ecc. : raccontiamo qualche aneddoto sugli altri scontri della saga che animano la fantasia dei fan

In questo modo costruiremo un articolo sviluppato orizzontalmente sul tema “Godzilla”, senza volerci posizionare però per il termine generale (il nome del brand, che subisce troppa concorrenza) e fornendo tuttavia un approfondimento a tema prezioso per chi ama la saga cinematografica.

A livello SEO, tieni presente che:

  • Le long tail keword devono essere impiegate nei titoli H1, H2 e seguenti e, in modo naturale, all’interno del discorso
  • Le keyword correlate vanno distribuite nella maniera più naturale possibile intervallano dei paragrafi, per “condire” il tutto con segnali ai motori di ricerca che attestino l’ambito del discorso
  • Non devi fossilizzarti sulle sole parole chiave, utilizza anche varianti dei termini e le parole chiave di coda lunga.

Come impiegare lo storytelling nella riscrittura di un articolo

Lo so, ormai sono drogato di storytelling, lo cito ovunque! ^_^

La verità è che sono convinto del fatto che la narrazione può essere realmente un approccio valido per catturare l’attenzione di lettori spesso frettolosi e incostanti, pertanto un approccio informale e rivolto a generare emozioni forti e autentiche può veramente dare una mano a emergere in un settore inflazionato.

Lo storytelling ha per sua natura una componente informativa mista a un valore emozionale, il che lo rende un approccio sensato e vantaggioso per soddisfare un’esigenza di informazioni da parte del lettore.

Mi piace pensare che:

LA SEO COSTRUISCE I CONTENUTI,
LO STORYTELLING LI ESPLORA

Tornando al caso dell’articolo del blog che va riscritto per aggiornare i fan della saga di Godzilla sui nuovi sviluppi cinematografici, un approccio basato sullo storytelling può consistere nel raccontare la propria esperienza di fronte alle nuove anticipazioni della casa produttrice, rievocare le emozioni provate la prima volta – magari da piccoli – a cui si era assistito alla proiezione di un capitolo della serie.

Per fare un esempio sul genere, nella recensione di Zerocalcare su Star Wars: The Force Awakens l’autore non parte subito narrando la storia del film, ma racconta la sua esperienza – buffa, esagerata, pregna di un’emozione sconfinata che solo un fan di Star Wars può capire – vissuta durante la proiezione, rendendo tutto più personale e genuino: la storia passa quasi in secondo piano rispetto a come l’autore/protagonista vive e partecipa all’evento.

Leo Ortolani – il mitico autore di Ratman – ugualmente sceneggia e disegna recensioni che partono alla lontana, situazioni apparentemente scorrelate ma che servono a far capire l’emozione provata da chi scrive dopo il godimento del film: ne è un esempio meraviglioso la recensione di Captain America: The Winter Soldier nella quale l’artista si ritrae durante tutte le “marce forzate” che vanno dall’invito alla proiezione alla faticosissima visione.

Pertanto, ti suggerisco di utilizzare strategie di narrazione per esplorare gli intenti manifestati dalle keyword, predisporre un modello di grandi storie da applicare per fornire sia un’esperienza di lettura unica che per soddisfare il fabbisogno informativo dimostrato dalle keword di cui sopra.

E tu, cosa ne pensi?

Hai avuto anche tu necessità di riscrivere vecchi articoli? Preferisci adottare tecniche o considerazioni differenti?
Commenta questo articolo per farmi sapere la tua opinione!

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