Tag e Categorie WordPress: come ottimizzarli al meglio

Tag e Categorie WordPress: come ottimizzarli al meglio

Tag e categorie sono strumenti fantastici e strumentali al copywriting strategico a fini SEO in quanto permettono di trasmettere la focalizzazione di un progetto web attorno a un determinato argomento e diagevolare la navigazione per merito di una suddivisione dei contenuti più chiara e a una evidenziazione più funzionale dei temi in rilievo.

Tag e categorie tuttavia devono essere scelti a monte, in occasione della progettazione del piano editoriale, non al momento stesso di scrittura degli articoli, perché si può finire con anemiche categorie deserte e tag associati con leggerezza con la stessa facilità con cui una lavatrice produce calzini spaiati.

Categorie e tag: cosa sono

Le categorie sono raggruppamenti di articoli e nascono per raccogliere in senso verticale contenuti appartenenti a una medesima area tematica; servono pertanto a distinguere i contenuti attinenti a un determinato tema da quelli che non lo sono.

Esse fanno parte della struttura architetturale stessa di un portale e possono essere ordinate secondo un criterio gerarchico (per esempio, dalla categoria “siti web” possono discendere le sotto categorie “siti in WordPress” e “siti in Joomla”).

I tag sono entità indipendenti dalla struttura del portale che vengono inseriti per incrementare l’usabilità di un sito, segnalando in maniera intuitiva al visitatore articoli accomunati da uno o più argomenti in comune.

I tag sono dei richiami di articoli che appartengono a categorie differenti ma che sono associati da uno o più temi in comune: essi rappresentano un’ulteriore sotto-distinzione che non appartiene alla struttura stessa del sito – come avviene per le categorie – pertanto non hanno un’incidenza gerarchica che li contraddistingue.

Tag e categorie sono entrambi delle tassonomie (classificazioni) che vengono impiegate per assegnare un significato ai contenuti di un sito e per generare struttura e rilevanza per un portale, e in pratica sono anch’esse delle pagine web che possono posizionarsi proprio al pari degli articoli che racchiudono.

Da un punto di vista di costruzione lato codice, quindi, essi sono fatti della stessa “materia”, mentre divergono per le rispettive finalità

Mentre le categorie sono parte dell’architettura di un portale e raccolgono i contenuti in senso verticale, i tag sono elementi aggiuntivi che non fanno parte della struttura e rappresentano catalogazioni verticali di elementi appartenenti a diverse categorie.

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Categorie o tag: quali scegliere?

Le categorie sono delle raccolte di contenuti in senso verticale, mentre i tag sono segmentazioni di contenuti in senso orizzontale che li attraversano richiamando quelli affini tra di loro.

I tag devono aiutare i lettori a raggiungere più facilmente i contenuti, perciò conviene individuarli sulla base di argomenti che suscitino un interesse consistente presso il tuo pubblico.

I tag sono in pratica delle pagine web che raccolgono altre pagine web: una buona strategia su come impiegarli può consistere nel contraddistinguere lato backend ogni tag con del testo descrittivo che ne illustri il contenuto e il significato, e lasciare il tutto indicizzato per fornire una ulteriore specificazione ai motori di ricerca.

Esiste un limite massimo alle categorie e ai tag che posso utilizzare?

In linea di principio no. Il valore massimo ragionevole di tag e di categorie dipende dagli argomenti trattati e dalla complessità del portale in questione e dalla profondità di organizzazione che si vuole raggiungere per favorire la navigazione degli utenti.

Diciamo che solitamente, da 1 a 3-4 tag per articolo sono un valore sensato, ma come direbbe un SEO: DIPENDE!

Tag e Categorie possono essere uguali?

Tag e categorie nascono per finalità differenti, ma sono accomunati dallo scopo di offrire ai motori di ricerca segnali aggiuntivi sulla struttura di un sito e sul significato degli argomenti al suo interno.

Utilizzare categorie e tag identiche provoca confusione e vanifica i loro rispettivi scopi.

Come utilizzare categorie e tag?

Tag e categorie devono essere sempre differenti al fine di fornire classificazioni logiche specifiche ai propri utenti. Le categorie servono a raccogliere articoli – quindi sono dei contenitori – mentre i tag li classificano – perciò sono delle segmentazioni – secondo un ambito tematico di comunanza.

Le categorie possono ospitare a cascata delle sotto categorie, sotto livelli di classificazione, se opportuno ai fini del lettore per rendere più agevole riscontrare un buon numero di contenuti affini a un determinato argomento specifico.

I tag si utilizzano in senso verticale (trasversale), ovvero vengono assegnati a contenuti che appartengono ad argomenti diversi ma che sono accomunati da determinati tratti in comune.

Ad esempio, potrei assegnare un’intervista a un SEO freelance alla categoria “SEO” e un’intervista a un social media manager nella categoria “social media marketing”, ma entrambe sono interviste a professionisti e posso assegnare per esempio il tag “interviste esperti”.

Ogni categoria è un archivio di contenuti deputato a un solo argomento, che pertanto deve essere individuato in maniera chiara e significativa per il lettore.

Un buon criterio può consistere nel definire i nomi delle categorie – essendo per loro natura in maggiore rilievo – come le parole chiave per le quali ambisci a posizionarti, mentre assegnare a tag le keyword per cui difficilmente otterresti buoni risultati di ranking, ma che possono risultare rilevanti per il lettore (come le parole chiave di coda lunga).

A quante categorie può appartenere un articolo?

Un articolo deve essere associato – salvo particolari eccezioni – solamente a una categoria, quando questa scelta migliora la navigazione.

Sostanzialmente, se vedi che tendi in maniera ricorrente ad assegnare un articolo a diverse categorie può essere un sintomo della necessità di riscrivere la struttura stessa dell’organizzazione dei contenuti per trasformare certe di esse in tag.

Se proprio non puoi farne a meno, allora puoi procedere a decindicizzare le categorie (mettendole in noindex, follow) mediante Yoast, ma svolgi questo passo come scelta ultima e di certo non la più indicata a tuo disposizione.

Quanti tag può possedere un articolo?

Il numero di tag che è appropriato associare a un articolo dipende essenzialmente dalla complessità e dalla struttura del progetto. Pertanto, quando ipotizzi un nuovo tag, devi cercare di prevedere anche in quanti altri casi provvederai a utilizzarlo, per non rischiare di tenerlo utilizzato.

Solitamente si consiglia qualcosa come 3 o 4 tag per articolo, ma il numero appropriato varia sensibilmente a partire dalla complessità e dall’organizzazione del portale.

Il rischio principale che si corre è di associare ogni termine che ci viene in mente a un articolo, per poi ritrovarci con vagonate di archiviazioni che non contengono alcunché.

Un articolo può non possedere nessun tag?

I tag sono un’introduzione utile ma non imprescindibile – per sottoporre al visitatore raccolte di articoli pertinenti, ma la loro assenza non comporta alcun genere di mancanza.

Ad esempio, un contenuto del tutto scollegato dagli altri preesistenti potrebbe non avere alcun tag non essendo affine a nessun altro per gli argomenti trattati.

I tag devono essere messi in noindex?

Se la struttura e il tipo di tag sono concepiti dall’inizio con attenzione in relazione al genere di contenuti da produrre, allora conviene che siano indicizzati in quanto offrono un’utile archiviazione ai motori di ricerca e possono aiutare i visitatori a richiamare velocemente temi di interesse.

E se ciò non succede?

È una pratica molto comune mettere le tassonomie in WordPress – per esempio attraverso il plugin Yoast – in noindex affinché Google non interpreti gli stessi articoli associati a tag diversi come contenuti duplicati.  Ogni volta che aggiungi un nuovo tag, infatti, generi un nuovo insieme di contenuti che viene sottoposto alla scansione dei motori di ricerca.

Tuttavia non è né una regola né una pratica consigliata ufficialmente mettere i tag o le categorie con attributo noindex. Non occorre che i tag siano deindicizzati a priori, o meglio, ciò non è necessario se i tag sono studiati e introdotti con ragione motivata.

Se tuttavia ti trovi alle prese con una montagna di tag non richiesti, una soluzione passabile può essere, se non portano visite dai motori di ricerca, metterli in “noindex, follow” per assicurarti non la loro scansione ma quella dei contenuti che collegano.

Devo necessariamente ricorrere alle sottocategorie?

Le categorie figlie, come le genitrici, sono concepite in rapporto agli obiettivi di visibilità e di autorevolezza che si può voler raggiungere a livello del portale.

Le sottocategorie permettono di introdurre delle distinzioni più serrate  degli argomenti e questo permette agli utenti di trovare più facilmente i contenuti di cui hanno bisogno.

Le sotto categorie, in ogni caso, sono evidenti anche a livello visivo, per merito dei breadcumb degli indirizzi URL (se abilitati) che le distinguono gerarchicamente.

Facciamo un esempio. Se l’argomento principale di cui tratti è il blog marketing anziché il social media marketing, non creerai le sottocategorie “facebook”, “LinkedIn”, “Twitter” ecc. perché esse non sono strumentali all’architettura del sito, ma utilizzerai tali terminologie come tag, ad esempio tutte le volte che parlerai delle condivisioni sui social network degli articoli del blog.

E’ possibile subire una penalizzazione per eccesso di tag?

In casi molto rari, può avvenire una penalizzazione da “tag excess”. In questi casi spesso si finisce per deincizzare alla radice i tag per non incorrere in tali rischi.

In ogni caso, se possibile, meglio eliminare direttamente i tag in eccesso – anziché bloccarli non direttiva Noindex da file Robots.txt – per evitare che si generino link “succhiatori” di link juice.

Come convertire le categorie in tag e viceversa?

Se ti rendi conto di avere prodotto un gran numero di articoli attorno a uno stesso argomento e vuoi trasferirli in massa a una nuova categoria, puoi andare nella sezione Strumenti di WordPress e in Strumenti disponibili, cliccando infine su Convertitore di Categorie e Tag.

Ciò permette di installare un apposito plugin per convertire i tag in categorie e viceversa. Una volta installato e lanciato, potrai scegliere in maniera selettiva le conversioni da effettuare, portandoti dietro ovviamente anche tutte le relative descrizioni.

Conviene utilizzare la tag cloud nella Homepage?

La tag cloud è un agglomerato di tag cliccando su ognuno di quali si accede a una lista di contenuti richiamati da ciascuna dicitura

Meglio eliminarla, potrebbe essere considerata una lista di link/keyword stuffing (se particolarmente lunga), così come alterare la distribuzione di link juice attraverso i collegamenti veri e propri del portale.

C’è la possibilità che questa raccolta alteri il normale scorrimento di Pagerank di Google tra i vari contenuti presenti, perciò non conviene utilizzarla. Molto meglio invece creare una raccolta di articoli interessanti, delle liste in cui ogni contenuto è preannunciato da un trafiletto che ne rende la comprensione più immediata per lettore e bot.

Per stavolta è tutto. Spero di averti fornito degli spunti utili a migliorare la tua attività di blogging.

4 thoughts on “Tag e Categorie WordPress: come ottimizzarli al meglio

  1. Ottimo articolo che spiega in modo chiaro un problema ancora molto ricorrente in numerosi siti, in cui i tag vengono utilizzati sugli articoli come una volta si usava il meta tag keywords

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