VentiSEO #1 – 20 Recenti Case History, Strategie, News e Tool sulla SEO da Conoscere

VentiSEO #1 – 20 Recenti Case History, Strategie, News e Tool sulla SEO da Conoscere

Ben ritrovati su questi lidi!
Di certo avrai capito che la SEO è una disciplina in continuo divenire che richiede una continua opera di aggiornamento e di formazione per essere certi di poter svolgere un lavoro quantomeno efficiente.

Dato che so bene quanto tempo e attenzione richieda l’obiettivo di non farsi scappare nessun aggiornamento rilevante, ho pensato di offrirti questo riepilogo delle principali news SEO che ho rilevato negli ultimi mesi per offrirti in una sola pagina una serie di spunti, case history e tool SEO per permetterti di passare il tuo tempo a studiare anziché a cercare le notizie. (Clicca sui titoli dei paragrafi per aprire l’articolo corrispondente)

SEO News - Dicembre 2017

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News SEO

Google annuncia l’incremento della lunghezza del campo Description

Prima ti impazzivi nel tentativo di contenere in pochi caratteri delle description attraenti e che incoraggino il click through rate?

Ora, stando a quanto si legge, i risultati mostrati sulle sep toccheranno i 230 caratteri

E adesso? L’utente finale potrebbe avere più indizi per comprendere se una pagina fa al caso suo per rispondere a un intento di ricerca, e ragionevolmente saranno meno evidenti tutti quelli a seguire il primo. Sarà il caso di ripensare le Description?

Google Post forse influisce sul ranking

Un caso studio condiviso da Joy Hawkins teso a verificare se i Google Post (la funzione di Google My Business che consente di scrivere direttamente in serp): a quanto pare, nell’ambito dei garage si è avvertita una fluttuazione, e in serp legate a una chiesa locale persino un aumento di visite al sito web. Quindi, c’è la possibilità che si abbia effettivamente un moderato effetto sul ranking, ma probabilmente solamente nei business non competitivi.

Featured snippet anche da youtube

Stanco dei featured snippet che appaiono in rilievo su maggior parte delle serp?
Brutte notizie per te, ora Google è in grado di estrarre i contenuti per i box 0 anche per Youtube dalla descrizione del video stesso. Un’opportunità in più per generare una presenza forte, ora attraverso i video sulle serp stesse.

Google e Youtube posizionano gli stessi video in maniera diversa

Eric Enge ci dice la sua sul perché i video rankano differentemente su Youtube e sulle serp: con tutta probabilità centrano le implicite differenze degli intenti di ricerca e delle strategie di monetizzazione tra i canali. Infatti, tra le serp ci si aspetta un contenuto guidato da query transazionali, mentre su Youtube si naviga proprio per visualizzare video a scopi di intrattenimento o educativi. Inoltre, maggiore è il tempo in cui si permane nella piattaforma più si monetarizza con gli ads, perciò conta anche il modo con il quale si possono soddisfare gli utenti evitando che escano troppo presto.

Google testa un carosello di risposte sotto i risultati di ricerca

Vi piacerebbe finire invischiati in una selezione di possibili risposte ogni volta che svolgete una ricerca su Google? Sì, come in “Chi vuol essere milionario” ma senza i dindini in palio.

A quanto pare Google sta sperimentando una funzione che consente di esprimere una rosa di risposte a una domanda scritta sulla barra di ricerca, ciascuna con il proprio voto – probabilmente tratta da siti di domande e risposte – per aiutare l’utente a scegliere.

Non si fermano mai, davvero…

Mai più digitare: come le ricerche vocali impatteranno sul paesaggio SEO

Le ricerche vocali stanno vivendo un boom costante (pensiamo al recente lancio di Google Home) ma non tutti sono preparati a sfruttare le peculiarità che questa forma di ricerca mette a disposizione. Questo articolo riporta differenti strategie che sono adottabili per accaparrarsi le visite di coloro che non amano digitare: sfruttare gli errori grammaticali, nuovi modi di esporre le domande, richieste di cose da fare nei dintorni, ecc.

Perché ti occorrono metodi migliori per valutare i tuoi contenuti

Erice Enge e soci ragionano su modi più efficienti per valutare se i contenuti prodotti stanno portando frutti apprezzabili, al di là delle semplici conversioni (conversazioni online a riguardo, tempo effettivamente speso sulla pagina)

Strategie SEO

Come creare un grafo di link in base alla distribuzione del pagerank

Ti piacerebbe estrapolare la distribuzione di un pagerank di un sito sotto forma di uno schema di archi e nodi dalla comprensione visiva.

Questa guida non è tra le più facili, complice anche il fatto che occorra una padronanza almeno minima del software Gephi per partecipare alla realizzazione del grafico di link.

Lo studio evidenzia come possa essere vantaggioso scarificare la scansione di elementi poco rilevanti per dare la priorità ai link davvero preziosi per la nostra architettura.

A partire dal crawling di un sito si ottiene in forma grafica un elenco di nodi e archi che rappresenta in qualche modo la distribuzione del pagerank sotto forma di un indicatore surrogato, che si potrà impiegare per dedurre l’importanza di ciascuna risorsa.

Perché includo questo articolo del 2013 di Enrico Altavilla in questa raccolta di SEO news del 2017? Perché su searchengineland è uscito un contributo sulla metodologia di Paul Shapiro che ha delle affinità con quello poco sopra esposto, perciò mi sembrava doveroso menzionarli entrambi per completezza dell’informazione.

Long tail keywords, la strategia vincente

Perchè continuare a pensare alle keyword quando i concetti di ricerca sono molto più proficui?

Un errore che commettono molti SEO alle prime armi è quello di focalizzare ogni contenuto su una long tail keyword rischiando di cannibalizzarli tra di loro: rispondendo a uno stesso intento di ricerca – che comprende più LTK – si può diventare più rilevanti.

La strategia riportata contempla la creazione di un piano editoriale che spinga dal basso verso l’alto, partendo da argomenti che singolarmente non hanno nemmeno delle keyword interessanti ma che ugualmente calamitano visite in quanto hanno alla loro base un consistente interesse di pubblico, il tutto puntando a una qualità media sempre elevata.

Come scoprire il potenziale di una PBN

Emanuele Tolomei di EspertoSEO, ho scoperto da poco, realizza una marea di video a tema SEO e web marketing ricchi di spunti concreti per il proprio business.

Tra i tantissimi del suo canale ho selezionato questo su un metodo adottabile per intuire il potenziale di una PBN, spero possa esserti utile.

Come fare SEO con WordPress – Le lezioni dell’Aranzulla Day

I consigli di Salvatore Aranzulla in occasione del primo Aranzulla Day sono stati riassunti in questo articolo di un partecipante: si va dall’importanza dell’hosting, per erogare contenuti velocemente, passando per plugin utilizzabili per accelerare l’indicizzazione dei contenuti, all’eventualità di impostare la struttura del proprio portale “a silos”, ovvero a grappoli di categorie e sotto-categorie dove ogni articolo è raggiungibile dalla Home al massimo in 3 click.

Qualora tu abbia la necessità di frammentare un contenuto in più pagine, i rel=prev e rel=next ci vengono in aiuto:  ecco una guida del Tagliaerbe su come implementarli.

Le previsioni per la SEO nel 2018 di Rand Fishkin

In questa traduzione in italiano puoi assaporare alcune delle previsioni di Rand Fishkin sulla SEO per l’anno che ci aspetta: dall’influenza dei social network sul guadagnare traffico alla presenza di contenuti no click (che forniscono risposte senza richiedere click agli utenti), dalle ads che rispondono alle ricerche (senza richiedere quindi di spostarsi lontano dalla barra di ricerca), alla capacità di previsione dettata dalla conoscenza di ricerche simili da parte di altri utenti.

In particolare, risulta rilevante come Google “si riservi il diritto” di presentare dei risultati a partire dalle ricerche precedenti, rendendo estremamente arduo posizionarsi per altri contenuti: la sfida che si pone agli esperti SEO è pertanto quella di riuscire a catturare l’attenzione delle persone prima ancora che effettuino delle ricerche.

Case History

Recupero di un sito dai Quality Update e da altre penalty Google.

Prima di dare colpa al “malvagio” Google e ai suoi aggiornamenti per il calo di ranking del tuo sito, hai provato ad appurare se c’era seriamente qualche problema che ti ha messo in cattiva luce?

Dario Ciracì ha illustrato il caso pratico di recupero del portale Rodiola.it, ecommerce nel settore benessere: le calamite per l’attenzione degli algoritmi (Fred?) erano probabilmente i link scadenti, i contenuti parzialmente duplicati e chissà cos’altro, ma è molto bello constatare che attraverso la realizzazione di  guest post di qualità, il reindirizzamento a contenuti consultabili e il miglioramento della visualizzazione da mobile si può effettivamente tornare a scalare le serp.

Ti può interessare in particolare modo se devi gestire qualche sito – specialmente giovane – presumibilmente penalizzato per eccesso di adv: in generale, prendi spunto dalle osservazioni riportate per correggere potenziali criticità come scarsi contenuti, una struttura interna che fa acqua e link discutibili.

Google Ranking Cap e Profilo di Link Building: Il segreto di Google svelato

Questo articolo di Fabrizio Vestre ha molto colpito la comunità SEO: esso parte dal presupposto che un portale tendenzialmente tenda a non superare un certo margine medio di ranking – bilanciandosi tra kw in salita e in discesa – come se esistesse una certa classe di posizionamento alla quale ciascun sito è collocato, e che impedisce ai colossi di fagocitare l’intero web se volessero posizionarsi per ogni argomento. Esiste al contempo una sorta di regola che permette alle pagine nuove di emergere per consentire un normale ricambio di risultati.

Il case history in questione mira a mostrare come sia possibile agire sulle anomalie di ranking per sbloccare progressivamente del posizionamento, e si pone come esempio un portale che – pur con scarsi contenuti e link spazzatura – ha guadagnato posizioni che in teoria non avrebbe dovuto conquistare.

C’è da riflettere…

I social influenzano Google? Il caso del “web coprywater”

Questo articolo su “come diventare web coprywater” ha fatto il giro del web – o almeno delle community Facebook – citato da presunti esperti come clamoroso concentrato di errori grammaticali. In realtà, leggendolo approfonditamente, si coglie di come gli errori siano ragionevolmente voluti, e conoscendo gli esperimenti di Francesco Margherita che legano scrittura, studi sociali e SEO si intuisce che fossero finalizzati a dimostrare qualcosa a tema di posizionamento. In effetti, con tutta probabilità le numerosi interazioni social hanno creato una rilevante attenzione in questo ambito e adesso, tra le ricerche correlate al tema “copywriter”, troviamo anche “come diventare web coprywater”.

È possibile penalizzare con solo testo duplicato nei siti spam

Questo caso studio di Benedetto Motisi e Francesco Margherita prende spunto da un caso di penalizzazione analizzato da Marco Ronco provocato da una duplicazione di un testo all’interno di commenti in un sito spam, nella totale assenza di backlink verso il portale da affossare.

Il test, condotto con una metodologia simile, riporta in effetti qualche variazione leggera sul cambio di kw esaminate, ma i risultati sembrano ancora troppo blandi per poter trarre delle conclusioni.

Tool SEO

Visual SEO (Novembre 2017)

Visual SEO è un ottimo tool italiano che consente di individuare facilmente problemi on site automatizzando le operazioni di ricerca e cooperando con il proprio team di lavoro. Grazie a questo applicativo si può individuare facilmente problemi da risolvere, per implementare miglioramenti nelle call to action e per beccare eventuali opportunità di miglioramento link.

Ecco qua la nuova versione del tool, utilizzabile sia nella versione Free che Pro.

Serposcope (Novembre 2017)

Serposcope è un tool gratis e open source che permette di monitorare l’evoluzione del posizionamento su Google per un numero illimitato di keyword. Puoi impiegarlo quindi per monitorare le tue performance e quelle dei tuoi concorrenti. Si installa su sistemi operativi muniti di Java.

Chat di Facebook integrabile nel sito WordPress

La nuova versione di Facebook Messenger consentirà l’integrazione nei siti web della chat nativa della piattaforma per mezzo di un apposito plugin WordPress. Questo si rivelerà sicuramente uno strumento prezioso in più per coloro che mirano a mantenere il più tempo possibile i visitatori all’interno del proprio portale e a offrire uno strumento aggiuntivo per implementare un collegamento diretto – per l’assistenza e per la fornitura informazioni – ai propri follower.

Facebook Insights in Google Data Studio

Google Data Studio ha aggiunto la possibilità di implementare connettori customizzati per aggiungere i Facebook Insights nel report della suite. In questo modo, per i nostri progetti, potremo rendicontare non solamente le metriche di visite ma anche quelle inerenti la promozione della pagina Facebook, per offrire ai nostri committenti un quadro ancora più completo

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