I Grandi Antichi e tutti gli “Antichi” in Lovecraft spiegati
Storytelling LovecraftBen ritrovati, a un nuovo articolo sui Miti di Cthulhu.
Questa volta esporrò la distinzione tra i vari generi di creature della mitologia cthulhiana che in italiano vengono resi come “Antichi”, prendendo in considerazione soltanto le informazioni canoniche fornite da Lovecraft stesso.
Nella cultura popolare, il termine Grandi Antichi viene utilizzato per indicare un pò’ tutte le creature di stampo lovecraftiano, e non vi è in genere una vera e propria distinzione tra Antichi, Dei Esterni e Dei Antichi.
A onor del vero, questa separazione in classi non è presente nemmeno in Lovecraft, che preferiva riferirsi alle creature ancestrali e aliene sempre in termini vaghi e talvolta conflittuali nelle varie opere.
Unendo le informazioni presenti nei suoi scritti, possiamo comunque estrarre delle distinzioni abbastanza ragionevoli per fare luce sui diversi tipi di Antichi presenti nelle opere del Solitario.
I Grandi Antichi (“Great Old Ones”, “Il Richiamo di Cthulhu”)
I Great Old Ones (letteralmente, I Grandi Vecchi), sono un genere di creature giunte al seguito del Grande Cthulhu sulla Terra milioni di anni or sono, presentati per la prima volta nel racconto “Il richiamo di Cthulhu” del 1928.
Essi non sono propriamente divinità, e lo stesso Lovecraft non usò la terminologia “gods” rivolgendosi a loro: sembra trattarsi più che altro di esseri alieni di forma e potenza straordinaria provenienti da remote stelle o da altre dimensioni e pertanto totalmente dissimili da ciò che ha visto la luce sul nostro pianeta.
il termine Grandi Antichi nel suo senso più stretto può applicarsi solo alle creature che hanno seguito Cthulhu sulla terra da altri sistemi, galassie o dimensioni, mentre poi è stato utilizzato per classificare entità indipendenti dallo stesso Cthulhu come Rhan-Tegoth, Ghathanotoa o, per includere anche altri autori, Tsathoggua o Gla’aki.
Questo perché Lovecraft ha usato il termine in modo un po’ generico, senza chiarire se esso comprendesse la progenie di Cthulhu o altre entità da lui generate o addirittura entità del tutto indipendenti.
La più potente e nota dei Grandi Antichi è il loro gran sacerdote, Cthulhu, un essere alto svariati chilometri dall’aspetto che è la tragica somma di tratti di un drago, una piovra e una figura umanoide, dall’odore terrificante e dagli sconfinati poteri magici.
Cthulhu e la sua progenie stellare, come spiegato ne “Le montagne della follia”, si scontrarono eoni addietro con la razza degli Elder Things, gli Antichi, in una guerra che lacerò il pianeta e si concluse temporaneamente con una tregua, che vide gli Antichi ritirarsi nell’entroterra e cedere i territori sottomarini agli avversari.
Egli ha al suo servizio una miriade di esseri simili a lui, di proporzioni ridotte definiti Progenie Stellare di Cthulhu, ma non è chiaro se siano davvero suoi figli oppure un élite di invasione che ha avuto l’onore di rispecchiare le sue fattezze.
L’ordinamento dei Grandi Antichi giunto sulla Terra pare essere su base teocratica, siccome Cthulhu viene definito il loro gran sacerdote e anche colui che veglia sui resti dei suoi simili sepolti assieme alla città cadavere di R’lyeh, una megalopoli in un’isola del Pacifico da loro costruita.
Tecnicamente non viene detto che Cthulhu sia un Grande Antico bensì che sia il loro sacerdote; questa sottile differenza viene comunque dimenticata in tutti i media derivati che lo considerano a tutti gli effetti un Grande Antico vero e proprio.
Questi esseri – o almeno Cthulhu – sembrano composti di qualcosa simile ma diverso dalla materia, come viene confermato dal fatto che il grande Cthulhu in una occasione venga speronato da un piroscafo per poi ricomporsi subito dopo da una sorta di gas. Non sappiamo però se tutti i Grandi Antichi somigliano al Grande Cthulhu e se hanno la sua stessa stazza.
Sappiamo che posseggono poteri telepatici con i quali si tengono aggiornati sulle vicende del mondo, e comunicano attraverso i sogni con coloro che reputano utili ai propri scopi. Tuttavia non sono poteri infiniti, siccome l’enorme massa di acqua limitano la forza di Cthulhu che può comunicare con gli umani soltanto in sogno influenzandoli parzialmente.
Il loro spostamento nello spazio, così come la loro permanenza attiva sulla Terra, sembra ancorata a particolari disposizioni astrali, in assenza delle quali non possono muoversi liberamente sul nostro mondo. Questo aspetto evidenzia ancora di più la loro natura difforme da quella dei terrestri.
Nel racconto “Il richiamo di Cthulhu”, apprendiamo che un tempo queste potenti creature dominavano la Terra, e sembra di capire che essi dimorassero sulla ciclopica di città di R’lyeh, collocata in un’isola del Pacifico, poi sprofondata per cause apparentemente naturali.
In seguito, il summenzionato sprofondamento dell’isola di R’lyeh spinse Cthulhu a lanciare un incantesimo che avrebbe preservato lui e i suoi simili in un sonno simile alla morte nelle profondità oceaniche, fino a quando le stelle non avrebbero acquisito una posizione favorevole al loro ritorno.
Tali tempi propizi alla loro seconda venuta, stando ai cultisti, saranno riconoscibili dai comportamenti umani che si avvicineranno sempre più agli insegnamenti bestiali e sanguinari dei loro maestri.
Il risveglio di Cthulhu, tra l’altro, richiede un qualche genere di intervento esterno siccome gli incantesimi che tengono queste creature in stasi impediscono loro di fare la prima mossa.
Sempre nel racconto, un gruppo di marinai giunti su una porzione di R’lyeh risalita in superficie incautamente apre il portale del sarcofago di Cthulhu provocando un suo momentaneo risveglio. In seguito a una tempesta viene detto che l’isola è di nuovo affondata, evidentemente le stelle non erano ancora tali da permettere a Cthulhu di muoversi sulla superficie.
I fedeli dei Grandi Antichi hanno fatto erigere nei luoghi più impervi della Terra enormi città di basalto, ciclopici monoliti, altari di pietra decorati con effigi grottesche, statuette spiacevoli alla vista che richiamano l’idea di entità, con le quali la nostra mente non vuole fare i conti.
Apprendiamo quindi che possiedono una forma fisica anche se non sono fatti di materia come noi la intendiamo, giacché si sono portati dai loro luoghi natii le loro effigi in materiali sconosciuti che i loro adepti adorano.
I santoni che li venerano risiedono nelle montagne invalicabili nella Cina, nelle giungle più profonde, nelle inospitali paludi della Lousiana, ovunque la civiltà non abbia lasciato impronte considerevoli.
In più, le dimore di questi esseri sembrano abbondare di pazzesche geometrie non euclidee, distorte e incomprensibili, che mettono a dura prova la sanità mentale degli umani che le attraversano.
Nel racconto “L’abbraccio di Medusa” la sacerdotessa menziona in termini generici Yuggoth e gli Antichi, e siccome nel racconto si cita R’ylieh dovrebbe riferirsi a questo genere di Grandi Antichi.
In “Il tumulo” si menziona il fatto che Yig e gli esseri umanoidi noti anche loro come Antichi fossero giunti al seguito di Cthulhu sulla Terra.
August Derleth, nei propri racconti che proseguono il Ciclo di Cthulhu, introduce una distinzione del tutto arbitraria dei Grandi Antichi attorno alle classi elementali aria, acqua, fuoco e terra, assegnando ad esempio ad Hastur la classe aria (in quanto signore degli spazi interstellari), a Cthulhu l’acqua (data la sua dimora sottomarina), a Nyarlathotep la terra (vedasi l’interpretazione de I ratti nei muri), a Cthugha il fuoco e via dicendo.
Risulta molto, molto difficile pensare che Cthulhu possa essere un elementale dell’acqua dato che l’enorme massa idrica è proprio ciò che ostacola i suoi poteri, per cui questa distinzione ha poco credito fra gli appassionati.
In maniera ancora più discorde da Lovecraft, afferma che i Grandi Antichi sono malvagi e hanno loro contraltari buoni negli Dei Antichi, forse basandosi sul fatto che Nodens, in “La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath”, aiuta Randolph Carter contro Nyarlathotep.
Gli Dei Antichi sarebbero anche i responsabili del confinamento di tali mostri nelle profondità della Terra.
Questo è comunque incompatibile con la visione lovecraftiana notoriamente amorale del cosmo e con i Grandi Antichi intesi come esseri dalla mentalità inconoscibile, perciò anche questo “allineamento etico” è largamente scartato dagli appassionati.
I Grandi (“Great Ones”, “La ricerca onirica dello Sconosciuto Kadath”)
I Grandi, (“Great Ones”), detti anche “dei della terra”, appaiono nel racconto “Gli Altri Dei” del 1921 e nel romanzo “La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath” del 1927.
Gli dei della terra sono delle creature mitologiche che si spostano in cielo su velieri fatti di nuvole, e che compaiono nelle storie ambientate nelle Dreamland e appartenenti al Ciclo dei sogni. Per quanto siano forti, non sono nulla in confronto ai ben più terribili Dei Esterni, e non sono nemmeno particolarmente intelligenti secondo i canoni umani.
In “Gli altri Dei” il saggio Barzai si mette in testa di vedere con i propri occhi le divinità della Terra che dimorano sul monte Kadath e di cui da tempo immemore non si hanno che blande tracce della loro esistenza. Un tempo infatti essi vivevano su cime basse e poi mano a mano si sono allontanati dall’umanità spingendosi verso le montagne più impervie.
Al termine della scalata Barzai scopre che oltre a essi esistono anche dei terrificanti “dei degli inferi esterni” al cui confronto i già importanti dei della Terra non sono nulla.
In “La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath” il viaggiatore Randolph Carter decide di raggiungere il monte Kadath dove dimorano I Grandi: al termine dell’avventuroso viaggio scopre che essi hanno abbandonato il Kadath per recarsi verso “la città del tramonto”.
Gli Antichi (“Le Montagne della follia”)
Gli Antichi, noti anche come Quelli-di-prima oppure come Cose Primordiali (a partire dai nomi originali, Elder Things oppure Elder Ones) sono una razza extraterrestre filtrata dalle stelle quando la Terra era giovane, e che colonizzò il nostro pianeta in un periodo compreso tra uno e quattro miliardi di anni or sono.
Nel romanzo “Le montagne della follia” del 1936 vengono definiti “Old Ones” o “Elder Things” e per evitare confusione vengono tradotti spesso come “Antichi”, “Cose Antiche”, “Primordiali” o “Cose Primordiali”.
Gli Antichi hanno la forma di barili simmetrici grigiastri alti circa due metri e mezzo con appendici dalla forma di stelle marine in alto e in basso. Sul lato superiore sono presenti cinque occhi in grado di vedere al buio e attraverso i corpi solidi, e cinque aperture con tentacoli che fungono da bocche.
Sul lato inferiore sono poste cinque appendici preposte al movimento. Si tratta di esseri crinoidi con caratteri anfibi adattatisi alla respirazione in ambienti privi di ossigeno, sebbene la presenza di cinque ali membranose sul torso suggerisca la provenienza da un luogo provvisto di aria. Tuttavia tali ali retrattili sono in grado di farli volare, nuotare e muoversi nello spazio, benché in seguito siano divenute inutili.
Gli Antichi provengono da mondi lontanissimi, forse da Urano o Nettuno, ove hanno dato origine a una civiltà enormemente più progredita della nostra dal punto di vista scientifico. Essi colonizzarono sulla Terra sia le distese oceaniche – habitat che preferivano – che la terraferma.
La loro creazione più famosa sono comunque gli Shoggoth, vischiose masse protoplasmatiche nere ricolme di occhi in grado di assumere qualsiasi forma adatta al compito da svolgere: essi vennero utilizzati per costruire le città degli Antichi e come mezzi di trasporti, tenuti sotto controllo mediante ipnosi. Nel corso dei millenni, tuttavia, gli Shoggoth iniziarono a ottenere una qualche forma di intelligenza, e lentamente maturarono ostilità nei confronti dei loro creatori e schiavisti.
Come scoperto dalla spedizione scientifica organizzata nel 1931 dalla Miskatonic University giunta nei pressi di una delle loro città in Antartide, gli Antichi entrarono in guerra con popoli di altri mondi e dimensioni che erano giunti sulla Terra, in primis i Mi-Go e la Grande Razza di Yith.
I loro più grandi nemici furono i membri della Progenie Stellare di Cthulhu, che mise in seria difficoltà il loro dominio e li costrinse a ritirarsi verso l’entroterra.
In seguito all’ultima grande glaciazione, si dice che gli Elder Things finirono per abbandonare il nostro piano dimensionale, che si ritirarono sott’acqua oppure che si ibernarono per sopravvivere alle temperature inospitali.
Questa terza ipotesi sembra vera per almeno una parte di loro, poiché gli scienziati rinvenirono degli esemplari di Antichi apparentemente morti, ma in realtà ibernati, che si svegliarono e uccisero i membri della spedizione per comprendere la biologia umana a loro ignota.
Il tracollo finale della loro civiltà si ebbe con la rivolta degli Shoggoth circa 150 milioni di anni fa, ormai del tutto insofferenti a una esistenza di schiavitù: essi vennero contenuti ma non uccisi in quanto Quelli-di-prima dipendevano da loro per il lavoro.
Gli Antichi (“Old Ones”, “L’orrore di Dunwich”)
Nel racconto “L’orrore di Dunwich” del 1928 il dottor Armitage, bibliotecario della Miskatonic University, legge i rituali del Necronomicon che interessano Wilbur Whateley e scopre che essi sono propizi al ritorno sulla Terra degli “Antichi”.
Viene detto che costoro regnavano dove l’uomo ora regna, che vivono tra gli spazi a noi noti e che torneranno a dominare il nostro mondo: Yog-Sothoth è la porta e la chiave per il loro ritorno, egli è a conoscenza dei punti dai quali irruppero nel nostro mondo e da dove torneranno a farlo.
I loro tratti distintivi sono appunto il fatto di non essere visibili dai mortali, di essere riconoscibili da un odore pestifero, e di avere generato dei figli con gli esseri umani, alcuni più simili a loro, altri più simili a noi.
Dal modo in cui se ne parla sembra di capire che non si tratti dei Grandi Antichi siccome viene detto nel Necronomicon che il Grande Cthulhu, sacerdote dei Grandi Antichi, può vedere questi esseri “solo indistintamente” e che è “loro cugino”.
Nel corso della storia infatti l’orrore di Dunwich, fratellastro di Wilbur Whateley e figlio anch’esso di Yog-Sothoth, è normalmente invisibile agli occhi umani ma emana un fetore insopportabile.
Si capisce che a differenza dei Grandi Antichi costoro non si trovano sigillati sulla Terra ma sono confinati fuori dalla nostra dimensione, non sono visibili a occhio nudo (mentre Cthulhu lo è), ma hanno una massa fisica e un odore insopportabile.
Il loro ritorno può essere reso possibile da certi riti in determinate circostanze, per questa ragione cercano di incrociarsi con umani per generare figli che possano moltiplicarsi e accrescere le preghiere a loro vantaggio.
Gli Antichi (“K’n-yan o “Il Tumulo”)
Gli Antichi sono un genere di creature con alcune assonanze umane giunte dalle stelle al seguito del Grande Cthulhu, presentate nel racconto K’n-yan del 1930 di Lovecraft e Zealia Bishop.
K’n-yan è un regno sotterraneo in Oklahoma abitato dai discendenti di una razza apparentemente umana giunta sulla Terra assieme al Grande Cthulhu e Yig, che si auto-esiliò nel sottosuolo ai tempi della scomparsa dei Grandi Antichi.
In “Il Tumulo“un etnologo giunge in Oklahoma per indagare sulle leggende di apparizioni spettrali attorno ai tumuli della regione di Binger.
Le leggende narrano di battaglie di indiani fantasma, ma i pellerossa stessi ritengono questi esseri una razza del sottosuolo diversa da loro. Il tumulo inoltre è sorvegliato dai fantasmi di un vecchio e di una squaw senza testa.
Questi esseri hanno dei crani oblunghi, la pelle rugosa, le fattezze che richiamano quelle dei comuni pellerossa. Vengono definiti come più antichi della Terra e provenienti da altri mondi, con doti di telepatia, controllo mentale, immortali e con una scienza avanzatissima in grado di modificare la materia e di rianimare i morti come schiavi.
Presunti progenitori della razza umana, sono giunti dalle stelle al seguito di Cthulhu da un luogo compatibile con la Terra. Sul nostro pianeta fondarono varie società come quella al Polo Sud attorno al monte Kadath.
Dopo l’inabissamento di R’lyeh si esiliarono nel sottosuolo abbandonando le loro frequentazioni di superficie, poiché come i Grandi Antichi non riuscivano a sopravvivere sul mondo esterno.
Non invecchiano essendo a metà tra la carne e lo spirito, non possono riprodursi ma comunque devono respirare e mangiare come gli esseri viventi.
Preferiscono, come le loro bestie, la carne umana, e si servono di cadaveri rianimati guidati telepaticamente per i lavori fisici. Non usano la voce per parlare se non in occasione di cerimonie religiose, e non contemplano il concetto di famiglia, sostituito da una sorta di circolo affettivo.
In genere si esprimono con la mente e officiano sacrifici umani in onore di Yig e Cthulhu.
La loro civiltà fa uso di morti rianimati mossi dall’energia atomica o dalla forza del pensiero, spesso dal corpo manipolato in maniera orrenda per fornire divertimento nelle arene.
La loro terra è un ampio regno sfavillante ricco di oro e argento con tanto di pianure, fiumi, torri, fattorie. Nelle profondità del regno vi sono bestie come unicorni semiumani, case e città d’oro.
Il loro regno è tanto vasto da espandersi su più livelli verticali che comprendono le regioni note come N’Kai, il mondo Rosso di Yoth, e Tsath (nome derivante da Tsathoggua).
La popolazione di questo antico regno adora Tulu (ovvero il Grande Cthulhu) e Yig, conserva resti di uno strano metallo lucido provvisto di proprietà magnetiche e cela gelosamente la propria presenza, presidiando gli accessi che ancora oggi uniscono i due mondi.
Gli abitanti di K’n-yan (grazie anche agli scambi con gli Uomini Serpente dei livelli inferiori) padroneggiano una scienza immensamente avanzata rispetto agli standard umani della superficie, che offre loro potenzialità praticamente illimitate in fatto di manipolazione della materia: essi possono smaterializzarsi a piacimento, comunicare con la mente, resuscitare i morti, vivere in eterno e modificare il corpo di altri soggetti in qualsiasi modo. Questa popolazione costituisce una civiltà avanzata e decadente dove i valori umani si sono ormai deteriorati e i pochi divertimenti che ancora li mantengono in vita – come i combattimenti nelle arene – sono macabri e offensivi per la cultura umana.
Altre divinità da essi adorate comprendono Shub-Niggurath, Nug, Yeb e Ghatanothoa, oltre a Tsathoggua (che venne però poi rifiutato) e costituiscono riti raccapriccianti per i nostri standard.
Gli Dei Esterni (“Outer Gods”, “Gli Altri Dei”)
Una distinzione non canonica delle creature lovecraftiane adottata dai giochi di ruolo, a partire dalle suggestioni dello scrittore, è costituita dalla categoria degli Dei Esterni.
Questi esseri vengono definiti “dei degli inferi esterni” o “Altri Dei” nel racconto “Gli Altri Dei”.
Viene sancito che essi sono molto più forti dei patetici Dei della Terra che già per gli standard umani sono quasi inarrivabili.
Assumendo che gli Antichi presentati in “L’orrore di Dunwich” siano Dei Esterni, sappiamo che sono invisibili normalmente e molto lontani, seppure legati, a un essere potentissimo come Cthulhu.
A differenza dei Grandi Antichi possono essere considerati delle vere e proprie divinità secondo i nostri standard, se non incarnazioni di vere e proprie leggi fisiche: molte razze dei Miti appunto di adorano come dei.
Facciamo notare che la distinzione delle creature in “dei esterni” non esiste in Lovecraft e probabilmente non è nemmeno del tutto attinente alle caratteristiche – spesso contrastanti – adottate nelle sue opere. Essa è stata introdotta a partire dal gioco di ruolo “Il richiamo di Cthulhu” e poi è stata applicata in innumerevoli media successivi.
A questa categoria vengono ricondotti esseri come Azathoth, Nyarlathotep, Shub-Niggurath, Yog-Sothoth, il Magnum Innominandum, tutte quelle creature più simili a vere e proprie leggi fisiche o fenomeni interstellari che a esseri viventi seppur enormi.
Possiamo quindi notare subito la differenza fondamentale che li distingue dai Grandi Antichi: mentre questi ultimi hanno avuto origine o appartengono al cosmo materiale nel quale noi viviamo (e sono più simili a orrendi alieni che a creature soprannaturali vere e proprie), gli Outer Gods trascendono dalla realtà materiale e provengono probabilmente da mondi o universi differenti dal nostro.
Per quanto i Grandi Antichi siano estremamente forti e dotati di poteri magici, sono comunque inferiori agli Dei Esterni, la cui soglia di potere si intuisce essere di proporzioni inarrivabili e inconcepibili.
Gli Dei Esterni possono esistere in ogni luogo e tempo, anche contemporaneamente e sotto diverse forme. Essi si manifestano anche nelle Dreamland, una sfera di realtà alla quale possono accedere soltanto mistici e potenti sognatori.
Gli stessi dei esterni adorano il principale di essi, Azathoth, il ribollente caos nucleare privo di intelletto che si dimena al centro dell’universo, e si ritiene che molti di essi si trovino appunto alla sua corte. Azathoth è circondato da una serie di flautisti che hanno il compito di mantenerlo dormiente siccome, secondo certe teorie, se si svegliasse potrebbe portare alla fine il nostro universo che altro non sarebbe che un suo sogno.
Quando gli Dei Esterni provano un malessere o una necessità vengono serviti da Nyarlathotep, loro anima e messaggero, che agisce per risolvere i loro bisogni assumendo la forma volta per volta più indicata.
Gli Dei Antichi (“Elder Gods”)
Gli Antichi Dei (“Elder Gods”) sono una categoria di creature alla quale appartengono alcuni esseri nati dalla penna di Lovecraft (Nodesn, Hypnos e la dea Bast), ma che come distinzione vera e propria si devono all’interesse di August Derleth, fondatore della Arkham House e corrispondente dello scrittore di Providence.
Scrittore a propria volta, Derleth cercò di ricondurre a classificazioni omogenee le disparate creazioni del Solitario, e stabilì che gli Antichi Dei (incarnazioni del bene) sono mortali nemici degli Dei Esterni (incarnazioni del male) e dei Grandi Antichi, che possono tenere a bada attraverso Il Segno degli Antichi.
In effetti il più famoso degli Antichi Dei, Nodens, divinità della mitologia celtica che appare in “La ricerca dello sconosciuto Kadath” si diverte a ostacolare i piani del malvagio Nyarlathotep, perciò per associazione di idee viene ritenuto dal pubblico un’entità benevola, anche se Lovecraft avrebbe avuto sicuramente qualcosa da dire a riguardo.
Gli Dei Antichi sono immortali prevalentemente di forma umana e come tali venivano adorati dagli antichi umani in Grecia, Mesopotamia e in tante altre aree.
Per concludere questa disamina, posso aggiungere anche che in certi casi il termine “Antichi” viene utilizzato in maniera impropria per rivolgersi a creature aliene come i Mi-Go che da tempi immemorabili visitano sulla Terra.
E con questo è tutto. Spero di averti offerto una panoramica interessante sulle memorabili creazioni del Solitario. Lasciami un commento. Noi ci vediamo al prossimo blasfemo video!