La casa sull’abisso di William Hope Hodgson spiegata (romanzo + fumetto)

La casa sull’abisso di William Hope Hodgson spiegata (romanzo + fumetto)

Ben ritrovati a un nuovo approfondimento sugli scrittori che hanno influenzato la produzione letteraria di Howard Phillips Lovecraft.

La casa sull’abisso” (The house on the borderland) è un romanzo dello scrittore inglese William Hope Hodgson pubblicato nel 1908. L’opera, considerata una pietra miliare della narrativa horror del Novecento, ha impressionato diversi scrittori di grande fama come Howard Phillips Lovecraft, Clark Ashton Smith e Terry Pratchett.

Il romanzo narra la storia di un vecchio abitante di una casa spettrale sull’orlo di un abisso che diventa testimone di fatti sempre più sconvolgenti e inspiegabili, che lo faranno scivolare in un clima di terrore e di delirio.

Il romanzo è pregno di un cosmicismo in balia di forze incomprensibili che anticipa la visione di Howard Phillips Lovecraft.  Il concetto della casa misteriosa si ritrova in varie opere del Sognatore di Providence, come “La casa misteriosa lassù nella nebbia”.

La casa sull’abisso: il romanzo

La premessa firmata da Hodgson stesso fa capire di essere entrato in possesso di un enigmatico manoscritto, rinvenuto nel 1877, e di avere provveduto alla sua analisi e pubblicazione nel 1907.

Il narratore Berreggnog e il suo amico Tonnison si trovano nei pressi di Kraighten, nell’Irlanda Occidentale, a 40 miglia da Ardrahan.

Un giorno, seguendo un fiume non segnato sulle mappe, giungono a un rudere di un’antica casa sul ciglio di un abisso, dove trovano un quaderno che si rivela essere un manoscritto intitolato “La casa sull’abisso”.

Il narratore del manoscritto, un individuo asociale che si definisce un vecchio, racconta di quando viveva in quella casa assieme a sua sorella Mary e al fido cane Pepper. Egli per 10 anni vi è vissuto come un eremita, da tutti ritenuto pazzo siccome quella casa circondata da torre, guglie e giardini in rovina, che ha acquistato a un prezzo irrisorio, ha una fama sciagurata. Da oltre 80 anni la dimora è disabitata e si ritiene che sia stata costruita 200 anni prima dal diavolo, e tutti ne stanno lontani.

Un giorno iniziano dei fenomeni preoccupanti: la luce delle candele diventa purpurea, l’uomo sogna di essere trasportato in volo su un’arena, circondata da statue di dei come Seth e Kali e mostri animali, che in qualche modo sembrano vivi seppur inanimati.

L’arena ha un circolo di 12 miglia ed è circondata da qualcosa che sembra nebbia ma che non lo è. Al suo interno scorge una replica della sua casa, ma in giada verde.

Li percepisce la presenza di un essere – che verrà ripresentato soltanto nel finale – e che ha l’aspetto di un essere bipede suino luminescente, il quale tenta di forzare la mente del Recluso.

Nei dintorni dell’edificio l’uomo viene aggredito da un essere che sembra essere un suino antropomorfo particolarmente aggressivo. Riesce a salvarsi ma il cane viene ferito.

Questa è solo l’anticamera dell’orrore: dall’abisso sorge un vero e proprio esercito di esseri suini animati da intenzioni bellicose. 

Si tratta di mostri dalla pelle biancastra come quella dei cadaveri, in parte maiali e in parte qualcos’altro, in grado di correre a quattro e a due zampe, con artigli e le dita connesse da delle membrane come quelle dei palmipedi.
Sono  esseri intelligenti, laidi e inumani dal linguaggio gutturale, che attaccano la casa e i suoi abitanti.

Il Recluso riesce a respingere la prima ondata e si barrica dentro con il cane e la sorella. Questa sembra essere in una sorta di trance e non mostra di capire perfettamente cosa stia succedendo né di ricordare cosa è avvenuto poco prima. Cosa ancora più preoccupante, l’uomo la blocca prima che proceda ad aprire una porta, come se fosse sotto controllo mentale delle creature, le quali hanno già mostrato di poterlo ipnotizzare.

Esaminando i sotterranei trova una botola che da su un pozzo da cui si ode un suono simile a una risata. Preoccupato, torna a coprirla. 

La casa poi trasporta l’uomo in un luogo onirico chiamato “Il mare del sonno” dove vede la sua donna amata, persa innumerevole tempo prima, che lo avverte che quel luogo è in preda al male ma che soltanto là è in grado di parlargli.

Il vecchio e il cane esplorano i pressi della casa e trovano un pozzo dal diametro di 100 metri, praticamente un abisso, e quasi rischiano di affogare nel fiume che sgorga dalla voragine, che si è gonfiato risalendo verso la superficie e formando un vero e proprio lago.

In seguito avviene una serie di eventi inspiegabili che mettono a dura prova la sanità mentale dell’uomo. Nel cielo compare un secondo sole che si affianca al primo. Il narratore si sente portato via dalla Terra in viaggio per il Sistema Solare, dove forme incomprensibili e soprannaturali gli passano davanti agli occhi. Il tempo trascorre in maniera assurda e, da uomo sulla cinquantina ancora vigoroso, una volta tornato nella casa, si riscopre essere un vecchio decrepito.
Il cane, in precedenza ridotto in cenere, è ancora vivo ma è stato infettato dagli esseri suino da una sorta di entità fungina. L’uomo è costretto a ucciderlo, e anche lui subisce lo stesso male.

Mentre si trova bloccato nel suo studio, parzialmente ricoperto dal male fungino, sente qualcosa uscire dalla botola nel sotterraneo e spingersi verso di lui. E’ l’essere dell’arena!

Egli pondera il suicidio quando sente qualcosa aprire la porta dall’esterno.

Il manoscritto cessa bruscamente con l’abbozzo di avvertimento “Qualco”.

I due protagonisti cercano qualche informazione sul contenuto del manoscritto ma non riescono a trarre dagli abitanti niente di concreto, tranne il racconto che, tantissimi anni prima, la casa sull’abisso era scomparsa improvvisamente dal giorno alla notte.

Tirando le fila sulla vicenda possiamo supporre che la casa, sebbene non venga mai spiegato espressamente, sia sostanzialmente una porta per un’altra dimensione nella quale il vecchio narratore viene trasportato dopo avere superato la “soglia” del titolo originale, presumibilmente l’abisso in questione.

Tale dimensione potrebbe essere sia fisica che mentale, siccome il vecchio ha modo di entrare in contatto attraverso il Mare del tempo con la donna amata dei suoi ricordi.

Essa è in contatto con una sua replica, l’altra casa identica ma in giada verde, presumibilmente in un altro o alla fine di questo universo.

Inoltre il maiale, nelle opere di Hodgson, ricopre spesso il ruolo di incarnazione del male. In una storia di Thomas Carnacki, l’investigatore dell’occulto, una delle Mostruosità Esterne ha l’aspetto di una testa di suino galleggiante in aria.

La casa sull’abisso: il fumetto

Passiamo ora ad analizzare la versione a fumetti del 2000  “La casa sull’abisso” a opera di Richard Corben (disegni) e Simon Revelstroke (testi), con prefazione di Alan Moore.

Questa opera deve essere analizzata separatamente siccome, pur basandosi sull’opera originale di Hodgson e ripresentando gli stessi eventi cruciali, ne costituisce uno sviluppo alternativo e per certi versi fornisce risposte a dubbi che l’autore originale aveva lasciato in sospeso.

Ravelstroke, d’altronde, si definisce “un seguace di Carnacki” e un insegnante alla Glen Carrig School of Nautical Horticulture, che sono elementi fittizi della narrativa di Hodgson.

Il fumetto è stato nominato per un International Horror Guild Award for Best Illustrated Narrative.

In questa versione ambientata nel 1952 Colin e il suo amico Edward Tonnison sono in gita in Irlanda: per sfuggire a dei violenti irlandesi che li odiano in quanto inglesi, giungono nei pressi di un rudere di un antico edificio che sorge su una rupe di fronte a un abisso, affiancata a un enorme getto d’acqua.

Qui trovano il manoscritto del protagonista, che è chiamato Byron Gault e che appare a inizio storia, nel 1816, come un giovane sulla trentina. Gault, che sembra essere un nobile asociale, vive con la sorella Mary e il cane Pepper nell’antica casa, che tutti gli altri ritengono maledetta.

Byron racconta che fa strani sogni vede dall’alto un’altra versione della casa, colma di dettagli impossibili e circondata da qualcosa che sembra nebbia ma che non lo è. Si sente minacciato da un essere misterioso ed enorme che aleggia sulla casa e che ritiene essere a caccia. La casa è antica ed evitata da tutti per la sua nomea diabolica, ed è ornata da strane decorazioni a forma di maiale.

Mentre si aggira con la sorella e il cane nei dintorni della casa viene aggredito dagli esseri suini, i quali in questa versione sono dei mostri laidi che intendono anche violentare Mary.
Byron, Mary e Pepper riescono a scacciare gli esseri suini e si barricano nella casa: l’uomo propone di abbandonarla e di fuggire, ma Mary, fuori di sé, afferma che devono restare al suo interno fino alla fine dei loro giorni.
Perplesso, Gault scende a esaminare la cantina, e al suo interno trova una botola che si affaccia su un pozzo antico e profondissimo. Nel corso delle sue esplorazioni dell’abisso rischia di affogare nel fiume sotterraneo ma il fido Pepper lo salva.

Tornato a casa, trova la sorella in uno stato alienato e innaturale, che si denuda e tenta di sedurlo. Byron quindi la segrega nella sua stanza e, mentre sta dormendo, torna a sognare l’essere nell’arena dalle parvenze suine che lo minaccia.

Nei sotterranei vede la sorella in una forma grottesca in compagnia dei suini ed è costretta ad abbatterla. Dopo un periodo di febbricitante agonia la casa crolla e Byron si ritrova indifeso in balia dei mostri. A un tratto il sole inizia a cambiare e ne scaturiscono dei raggi che si rivelano mortali per gli esseri suini.

Il tempo inizia a mutare in maniera incomprensibile. Ora Gault è un vecchio all’interno della casa e scrive il manoscritto con le sue memorie. Trova il cane ancora vivo ma contaminato da un qualche genere di morbo ed è costretto ad abbatterlo. In casa è di nuovo presente la sorella, ora vecchia come lui, che cerca di distrarlo mentre qualcosa, dalla forma di una infestazione fungina, entra dalla porta del suo studio.

Colin e il suo amico vengono aggrediti dagli irlandesi, ma questi vengono massacrati da quelli che sembrano essere i mostri suini. Tonnison viene ucciso, ma prima che Colin venga ucciso scompaiono e appare il vecchio Gault.

Poi, Colin si ritrova in quello che sembra essere un istituto di cura mentale dove è in preda al terrore e da cui tenta di scappare.

Quello che vediamo a questo punto è davvero incredibile.

Siamo all’interno di una antica casa dentro la metropoli londinese che nessuno sembra notare. Byron Gault giovane siede immobile in una stanza intento a fissare costantemente la casa sull’abisso posta su di un tavolo, come ne fosse il guardiano. Egli afferma di essere più che umano, ma meno di un immortale, e di essere tenuto a sorvegliare perennemente la casa per impedire che la sua preda fugga.

L’essere nell’arena era lui stesso, ed è destinato per sempre a opporsi all’entità che abitava nella casa. Un’incarnazione della paura che prima ha tentato di corrompere Byron e sorella, e ora tenta di farlo con Colin per poter uscire. Questi infatti tenta di fuggire, ma l’enorme Gault lo schiaccia con una mano per impedire all’essere di propagarsi nel nostro mondo.

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