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Come ho aumentato dell’800% i visitatori del mio sito – Intervista a Dario Scarano

Caso studio posizionamento seo Search Console

Ovvero come Dario Scarano (autore del blog Seo e Posizionamento.it) ha migliorato sensibilmente il ranking su Google di un sito, lavorando esclusivamente sui contenuti senza attuare una strategia di link building

L’obiettivo primario di ogni webmaster è senza dubbio, quello di convogliare un numero sempre maggiore di visitatori sulle proprie pagine. Ad oggi esistono (fortunatamente) molte strategie per ottenere questo risultato.

Io ho voluto percorre quella dell’ottimizzazione per i motori di ricerca, in un settore notoriamente abbastanza difficile (sicuramente non il più difficile), non tanto per la competizione presente nelle serp, ma più che altro per via degli elevati standard qualitativi richiesti da Google.

Ovviamente sto’ parlando del settore medico/salute, i cosiddetti “Your Money, Your Life”.

Che cosa ho ottenuto?

Screen-shot di Analytics

Caso studio posizionamento seo Google Analytics

Screen-shot della Search Console

Caso studio posizionamento seo Search Console

Le immagini qui sopra parlano abbastanza chiaro: c’è stato un evidente aumento dell’800% del numero di visitatori al mio sito. Questo è avvenuto perché molte parole chiave, sono schizzate nella Top 3 delle query a cui fanno riferimento, e cio’ ha portato ad un considerevole boost di traffico.

Ovviamente lo scopo di questo post è quello di condividere ciò’ che ho fatto in modo concreto, e che ritengo possa avermi portato a questo importante risultato.

Come ho ottenuto questo aumento di traffico?

Ti dico subito che non ti svelerò’ nessun trucchetto SEO, niente trick, niente roba black o nessun fattore on-page “miracoloso”. Quello che ti illustrerò’ sarà una strategia, o meglio, una mentalità con la quale ho voluto agire negli ultimi sei mesi..

Si, hai letto bene, quello che ho fatto e che ritengo mi abbia permesso di ottenere questo boost di Trust su Google, è durato circa sei mesi.
Il lavoro è stato fatto completamente sui contenuti, che ancora oggi sono il cuore pulsante del successo di un sito web.

Ho voluto fare un lavoro maniacale basato totalmente sulla qualità dei testi e sull’esperienza degli utenti su questo sito, mettendo il più delle volte da parte le keyword, i volumi di ricerca e tutte le pseudo-strategie, che si trovano sul web per scrivere l’articolo perfetto per Google.

Andiamo sullo specifico
Possiamo riassumere la mia attività su due strade principali:

  • Conferire maggiore competenza e credibilità al mio sito
  • Sistemare gli articoli in base al comportamento dei lettori

Facciamo pertanto, una analisi alla volta.

Conferire maggiore competenza e credibilità al mio sito

Per centrare questo obiettivo ho pensato subito allo staff che c’è dietro a un progetto, e in particolare, a chi effettivamente scrive e gestisce i testi.
Pertanto ho assoldato un articolista che oltre a saper scrivere bene, fosse anche molto competente in materia medica. Ma non mi sono accontentato, perché tali competenze dovevano anche essere reali, dimostrabili e certificate.

Quindi ho preso come collaboratore un vero e proprio medico, (ossia una persona che di professione fa proprio il dottore) e che sapesse anche scrivere in italiano corretto.
Ho quindi creato la pagina del “Chi siamo” con una sua piccola biografia professionale, linkando e citando tutti i riferimenti che dimostrassero le sue reali competenze e professionalità.

Da precisare che questa persona non ha nessuna conoscenza SEO, non sa nulla dei motori di ricerca, della link building, delle parole chiave. Insomma nulla di nulla. E questo per me è stato solo un bene, perché gli ha permesso di scrivere in maniera molto più naturale, fluida e corretta.

L’unica cosa che gli ho detto è stata: “Scrivi come se tu lo stessi facendo su un pezzo di carta, immaginando di avere due lettori: uno che ha appena scoperto di avere una malattia e vuole informarsi, l’altro invece è uno studente che si sta specializzando su tale patologia”.

Questo passaggio è molto importante, perché deriva dallo studio delle “personas” che si possono rivolgere al mio sito, o piu’ in generale ai siti di medicina, e ci consente di capire e impostare al meglio lo stile editoriale.

In questo modo abbiamo “accontentato” i principali utenti con cui avremo a che fare:

  • quelli che hanno dei sintomi, o hanno ricevuto una diagnosi, e hanno delle conoscenze mediche che rientrano “nella media” e vogliono reperire maggiori informazioni.
  • coloro che hanno delle nozioni tecniche approfondite, come appunto possono essere degli studenti di medicina, che magari devono preparare un esame o una tesi.

Tutto questo ha permesso al mio collaboratore di scrivere in modo molto spontaneo, senza le solite forzature dei SEO, usando un linguaggio semplice ma al tempo stesso molto tecnico, spiegando sempre accuratamente i tecnicismi, senza pero’ scendere mai nel troppo complicato.

Sistemare gli articoli in base al comportamento dei lettori

La prima cosa che ho fatto è analizzare come le persone interpretano un preciso argomento.

Molto spesso quando si sviluppa un post, siamo noi a decidere a priori cosa scriverci, senza soffermarci su cosa invece interessa davvero agli utenti.

Questo secondo me è un grosso errore.

Ho deciso di utilizzare il Keyword Magic Tool di SemRush per analizzare e sviscerare ogni topic che volevo sviluppare, per individuare le domande, le necessità e i micro-argomenti che le persone associano ad ogni specifico argomento.

Fatto questo ho esportato i dati in un file Excel. Ho ripulito tutto l’elenco dai dati tecnici, quali: Keyword Difficulty, CPC, Trend, numero di risultati, e anche il Volume delle ricerche. Ebbene si. Non ho tenuto minimamente conto dei volumi di ricerche.

In pratica ho girato al mio collaboratore solo l’elenco delle keyword, poi gli ho semplicemente detto “Le persone interessate all’argomento X, fanno su Google anche queste ricerche, che quindi sono correlate tra loro. Pertanto hai davanti a te le linee guida del taglio che dovrai dare all’articolo, tenendo conto di sviluppare in maniera esauriente anche questi argomenti”

Ovviamente non gli ho mai detto “Queste parole chiave infilale nell’H1” oppure “Metti queste paroline in grassetto, e ripetile piu’ volte!” ma nemmeno “Cerca su Google queste parole, poi scorri i risultati in basso dove ci sono le Ricerche Correlate…e infila quelle frasi nell’articolo”.

Nulla di tutto questo, nella maniera più assoluta. Scrivere “normalmente” cercando di sviluppare l’argomento sia per chi non è esperto, ma anche per chi lo è.

Analisi dei testi e del comportamento degli utenti

Una volta completato il testo del post ho analizzato il gradimento e il comportamento dei lettori.

Per prima cosa ho verificato un parametro molto importante: il CTR in Serp; che dipende essenzialmente dallo snippet (quindi titolo e descrizione) oltre che dal brand. Considera che è un fattore on-serp a cui Google da molta importanza. Pertanto sono intervenuto laddove le performances erano veramente scarse, cercando di creare maggiore coerenza e interesse con la query in oggetto.

Fatto questo ho voluto verificare se ciò che c’era scritto in ogni articolo era davvero interessante, per questo ho utilizzato le mappe di calore di Hotjar. Questo tool mi ha permesso di ottenere informazioni davvero molto importanti, soprattutto ho potuto individuare quali articoli erano davvero utili e interessanti per i lettori (ossia lo leggevano almeno per l’80%) e quali invece diventavano dispersivi e poco interessanti.

Quando mi sono accorto che diversi articoli venivano letti per meno della metà, ho voluto provare a spezzarli in piu’ articoli, più brevi e maggiormente focalizzati sull’argomento.

Questo mi ha portato due grossi vantaggi:

I titoli e le descrizioni erano maggiormente rilevanti, più specifiche e molto più in tema, portando quelle pagine ad avere dei CTR in serp molto alti.
Essendo testi più’ specifici e focalizzati, veniva soddisfatto molto meglio l’intento di ricerca, e la lettura in alcuni casi sfiorava il 90% del testo (dato di Hotjar).

Quindi ho potuto rispondere (nel mio caso specifico) all’annosa domanda dei SEO: “Meglio un articolone che sviluppa un argomento nella sua totalità, o suddividere il topic in più articoli specifici?”

Come spesso succede, non c’è una risposta univoca che va bene per tutti i siti e gli argomenti, è necessario fare un’analisi accurata del traffico (proprio come ho fatto io), studiandone bene i comportamenti e agendo di conseguenza, poichè anche Google lo fa e adegua il ranking in base al gradimento che hanno gli utenti per i vostri contenuti.

Link Interni: un carro armato spesso sottovalutato

L’ultimo processo che ho attuato per aumentare il traffico al mio sito, riguarda la link building interna. Molto spesso viene sottovalutata da molti, in quanto ritenuta poco “potente” ai fini del ranking su Google.

Quello che ho fatto io è stato di rendere i link interni un vero approfondimento dell’argomento principale dell’articolo che linkava. E fin qui nulla di eclatante. Ma mi sono spinto oltre, e ho voluto usare i link interni tutti con anchor-text a chiave esatta.

Una pratica che nella link building esterna può risultare davvero molto rischiosa e pericolosa, ma nell’ambito on-site si è rivelata molto apprezzata dai motori di ricerca. In realtà l’avevo già testata su altri siti, ma con un utilizzo più moderato, e ha sempre portato dei bei frutti.

In questo portale medico l’ho usata massicciamente e a distanza di 180 giorni non c’è stato nessun segnale negativo. Per cui ritengo che nell’ambito on-site ci si possa prendere qualche libertà in più su questo ambito.

Conclusioni

Ebbene ti ho voluto spiegare per filo e per segno tutto ciò’ che ho fatto e che ritengo mi abbia dato un bel boost di traffico. Ovviamente non è detto che se anche tu farai le stesse cose, otterrai gli stessi identici risultati negli stessi tempi: potresti ottenere benefici maggiori o minori, in tempi più lunghi o più brevi. Purtroppo non è dato saperlo a priori.

Quello che è certo è che la qualità dei contenuti sono alla base di un sito di successo, e che sui progetti a medio-lungo termine, fanno sicuramente la differenza.

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