Nosferatu del 1922 di F. W. Murnau è la prima trasposizione cinematografica del romanzo Dracula di Bram Stoker mai realizzata, o per la precisione è la prima versione conservata giunta fino a noi.
Vi sono voci di una versione russa realizzata nel 1920 ma non ne è pervenuto assolutamente niente, per cui potrebbe anche non essere mai esistita. Una versione ungherese, Dracula’s Death, venne girata nel 1921 ma come trama non aveva niente a che fare con il libro e oggi la si considera quasi completamente perduta.
Per aggirare il diritto d’autore sul romanzo originale, i nomi dei personaggi sono stati cambiati, alcuni personaggi sono stati eliminati o accorpati e la storia è ambientata in Germania anziché in Inghilterra.
L’ambientazione ha un profondo significato per il pubblico dell’epoca. La Germania era appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale e l’influenza spagnola aveva fatto qualcosa come cinquanta milioni di morti, pertanto la storia di un mostro che conduceva con sé un’epidemia rappresentava un terrore che le persone del tempo avevano sperimentato sulla propria pelle.
L’escamotage non bastò e la vedova di Bram Stoker si rivolse a uno studio legale e, dopo avere compreso che non avrebbe visto un penny per i diritti d’autore siccome la casa di produzione navigava in cattive acque, richiese la distruzione di tutte le copie della pellicola.
Tuttavia qualche copia venne salvata e giunse in America, dove Dracula non era coperto da copyright, così la Stoker – che era notoriamente protettiva nei confronti dell’opera del marito – non poté più distruggerle. Ed è così che uno dei più rilevanti film del periodo muto è sopravvissuto fino a giorni nostri.
Orlok è interpretato dall’attore tedesco Max Schreck (1879-1936) della cui vita non si sa molto, ma che comunque ha avuto una nutrita carriera teatrale e cinematografica sulle spalle, pur senza emergere al pari di colleghi del tempo come Lon Chaney. Questa aura di mistero unita al fatto che Max Schreck in tedesco significa “massimo terrore” ha portato alla nascita di una leggenda che avrebbe visto il regista Murnau ingaggiare un autentico vampiro per la parte del non morto. Più realismo di così!
Tale leggenda è alla base del film “L’ombra del vampiro” che rappresenta una versione romanzata della produzione del film Nosferatu, con un eccelso Willem Dafoe nei panni di Schreck/Nosferatu e John Malkovich come Murnau.
Contrariamente a quanto si crede, nosferatu non significa non morto o vampiro. Deriva dall’antico slavo “nosufur-atu” che a sua volta deriva dal greco “nosophoros” che sta per “portatore di piaga”. Quindi Nosferatu non è il nome del personaggio ma solo un termine per descrivere quelli come lui.
Nel film “Batman il ritorno” inoltre un antagonista si chiama proprio Max Schreck per omaggiare il protagonista di Nosferatu. Curiosità: la moglie di Schreck, Fanny, recita anche lei in Nosferatu nei panni di un’infermiera non accreditata.
Chi è il Conte Orlok?

Il Conte Orlok (“l’uccello della morte”) è l’antagonista del film “Nosferatu”. Il nome potrebbe derivare da ordok, l’ungherese per diavolo.
Sarebbe corretto e sbagliato allo stesso tempo considerarlo il Dracula di questo film, siccome ha sia caratteristiche che lo accomunano al vampiro per eccellenza, sia altre che lo distinguono.
Innanzitutto il suo aspetto è agli antipodi del look nobiliare e raffinato a cui il cinema ci ha abituati e molto più fedele al concetto di morto vivente del folklore slavo.
L’aspetto di Orlok è lontano dall’eleganza tipica del conte Dracula. Con le sue orecchie appuntite, i denti prominenti simili a zanne di roditore e un corpo scheletrico, egli rappresenta l’orrore puro. L’aspetto visivo del personaggio si lega all’estetica dell’espressionismo tedesco, in cui ogni elemento scenico e stilistico contribuisce a evocare emozioni di disagio e terrore. Il look è da ricondurre allo scenografo Abin Grau, il quale era appassionato di occulto e fondò la Prana-Film allo scopo di produrre film legati al soprannaturale. Infatti si può notare l’adepto di Orlok, Knock, che maneggia fogli con simboli misteriosi.
Rispetto a Dracula che è stato interpretato come un male più vigoroso, sensuale e attraente, Orlok è una ripugnante manifestazione su due gambe della peste, quasi una malattia venerea vivente, detestabile ma che al contempo incarna qualcosa di irresistibile.
All’epoca si stavano diffondendo le teorie psicanalitiche di Freud e non è difficile trovare in Nosferatu una rappresentazione del piacere sessuale, represso dalla bacchettona società vittoriana del romanzo, piacere che l’infantile Hutter non offre alla moglie e che questa quindi accoglie, anche dovrebbe essere indotta a scacciarlo dalla morale della società.
I poteri del Conte Orlok
Poteri
Il Conte Orlok di Nosferatu non è solo un vampiro iconico: è una creatura dalle capacità terrificanti e misteriose. I suoi poteri soprannaturali lo distinguono dalle tradizionali rappresentazioni di vampiri, aggiungendo strati alla sua minacciosa presenza.
Forza sovrumana
Una delle dimostrazioni di forza più evidenti di Orlok è la sua capacità di trasportare una bara da solo in una piccola città. Questa impresa, compiuta con agghiacciante facilità, sottolinea la sua forza ultraterrena e lo rende una forza inarrestabile.
Morso
Orlok si nutre nel modo tradizionale dei vampiri, mordendo le vittime sul collo per prosciugarne il sangue. Tuttavia, a differenza delle rappresentazioni successive dei vampiri, il suo morso non lascia quasi alcun segno evidente. Infatti, una vittima li descrive con disprezzo come semplici punture di zanzara, un dettaglio sottile ma inquietante che sottolinea la sua capacità di fondere la predazione con la furtività.
Telecinesi
La padronanza dei poteri telecinetici di Orlok aggiunge una dimensione inquietante al suo personaggio. Viene mostrato mentre apre e chiude le porte senza toccarle, mentre solleva e mette il coperchio della sua bara con la mente e persino mentre comanda ai cavalli di partire. In un momento particolarmente inquietante, fluttua fuori dalla bara e rimuove telecineticamente il coperchio del portello di una barca, dimostrando il suo controllo spettrale sull’ambiente circostante.
Controllo della mente
L’influenza di Orlok va oltre il regno fisico e si estende a quello psicologico. In qualche modo trasforma un uomo in un suo devoto e squilibrato servitore. Questo seguace, completamente consumato dalla sua lealtà, è disposto a strangolare agenti di polizia pur di riunirsi al suo padrone. Sembra condividere un legame psichico con Orlok, sapendo esattamente quando il Conte arriva e quando muore, cementando ulteriormente il dominio del vampiro sulla sua mente.
Invisibilità e intangibilità
La capacità di Orlok di diventare invisibile – o forse di far percepire agli altri la sua assenza – è accennata durante il racconto di un marinaio, dove il Conte scompare misteriosamente. Inoltre, sembra diventare intangibile, attraversando una porta mentre trasporta una bara, mescolando i suoi poteri fisici con una presenza quasi spettrale.
Manipolazione della nave
In un’altra dimostrazione di controllo soprannaturale, Orlok fa in modo che la nave su cui viaggia navighi a velocità impossibili. Questa impresa dimostra non solo il suo immenso potere, ma anche la sua capacità di influenzare le forze naturali in modi che sfidano la spiegazione.
Nella versione del ‘79 sembra avere qualche legame con i pipistrelli: non è chiaro se sappia trasformarsi in animali come Dracula.
Una caratteristica che lo distingue da Dracula è il fatto che Nosferatu è accompagnato dai topi che portano la peste: anzi, sono proprio questi il fattore di orrore principale per gli abitanti di Wisborg, al punto che il vampiro quasi passa in secondo piano.
Le origini del Conte Orlok
Il Conte Orlok di Nosferatu non solo ha infestato il grande schermo, ma ha anche ispirato adattamenti e reinterpretazioni in diversi media, tra cui fumetti e graphic novel. Tra questi, una serie di fumetti in quattro parti della Millennium Comics intitolata Nosferatu: Plague of Terror, pubblicata originariamente tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992. Successivamente ribattezzata Nosferatu: Sovereign of Terror, questa serie offre un’audace e fantasiosa storia delle origini di Orlok. In un momento eclatante, Orlok afferma di essere nientemeno che Caino, il famigerato uccisore di Abele. Secondo questa interpretazione, il suo vampirismo è una punizione divina per aver commesso il primo omicidio della storia umana.
Tuttavia, ciò si scontra in modo intrigante con la tradizione presentata nel film muto, dove le origini di Orlok sono legate a Belial nel 1443. Queste incongruenze interpretative aggiungono strati di mistero al personaggio, consentendo ai fan di esplorare diverse possibilità.
Un’altra interpretazione degna di nota delle origini di Orlok è presentata nella graphic novel Nosferatu: The Untold Origin, disponibile su Amazon. In questa versione, la storia di Orlok inizia nel 1400, dove presta servizio come Inquisitore. La sua vita prende una piega oscura quando condanna una strega al rogo. Mentre affronta la sua fine ardente, la strega maledice Orlok, trasformandolo in Nosferatu, una creatura della notte destinata al tormento eterno.
L’influenza di Nosferatu sulla mitologia del vampiro
Per fare capire l’importanza che Nosferatu ha avuto sull’iconografia del vampiro classico, tenete a mente soltanto una cosa. Il concetto del vampiro che muore una volta esposto al sole e si riduce in cenere non proviene dal romanzo originale. Stoker specifica soltanto che i non morti non possono muoversi liberamente quando il sole non è tramontato, perciò l’idea della mortalità della luce è dovuta proprio alla fine di Nosferatu in questo film, venendo poi integrata nei media successivi.
Nosferatu quindi ha influenzato o è stato citato in moltissimi altri prodotti.
Nel film Alphaville un personaggio è chiamato Leonard Nosferatu. Nel film “…hanno cambiato faccia“ l’ingegnere Giovanni Nosferatu è un vampiro nel senso che assorbe la linfa vitale delle vittime tramite il consumismo e il lavoro. In “Dracula 3000”, purtroppo per noi, Dracula si chiama Conte Orlok. Sono presenti ad esempio personaggi ispirati a Nosferatu in Castlevania, Hellsing, Buffy l’ammazzavampiri. In Anno Dracula del 1992 di Kim Newman, Orlok viene rivestito da Dracula del ruolo di custode della Torre di Londra dove vengono rinchiusi i vampiri dissidenti
A questo punto passiamo a esaminare la storia del personaggio lungo i film, i fumetti e gli altri media nei quali è comparso. Considerando che Nosferatu nasce come una “versione alternativa” di Dracula non è sempre facile stabilire quando ci troviamo di fronte a uno e quando all’altro. In diversi film infatti il personaggio è chiamato Dracula ma ha le caratteristiche di Nosferatu, in altri si chiama Nosferatu ma le caratteristiche sono quelle di Dracula.

Nosferatu il vampiro (1922)
Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, è un film tedesco muto del 1922 diretto da F. W. Murnau. Viene considerato un capolavoro del cinema espressionista tedesco e uno dei film sui vampiri più spaventosi della Storia.
1838, Wisborg, Germania. Lì vive un uomo chiamato Hutter con la sua giovane fidanzata Ellen.
Un agente immobiliare, Knock (l’equivalente di Renfield), con un entusiasmo fuori dal comune, lo informa che il conte Graf Orlok della Transilvania vuole comprare una casa deserta nella loro città, proprio davanti alla sua abitazione, e gli propone di recarsi da lui a seguire la trattativa.
Gli costerà soltanto un po’ di sudore… e un po’ di sangue, dice.
Hutter saluta la preoccupata fidanzata e parte. Giunto in Transilvania un locandiere lo esorta a non uscire di notte siccome un lupo mannaro si aggira nei dintorni, ma l’uomo non lo prende sul serio.
Nella sua camera trova un opuscolo che parla di vampiri, stregonerie e sette peccati capitali.
Vi si dice che dal seme di Belial (una figura dell’Antico Testamento identificata a volte con Satana) arrivò il vampiro Nosferatu che beve sangue umano, e che abita in sotterranei bui e sepolcri coperti di terra maledetta dai campi della morte nera.
La carrozza lo porta verso il castello del conte, cercando a tutti i costi di arrivare prima del tramonto, e si ferma all’inizio di una “terra di fantasmi”, rifiutandosi di proseguire.
A sera inoltrata, viene raggiunto da una carrozza guidata da un individuo dal corpo celato il più possibile (Orlok stesso) che lo accompagna in prossimità del castello.
Orlok lo accoglie all’entrata del suo fatiscente castello, e lo rimprovera per il ritardo.
A cena (soltanto Hutter mangia) Orlok studia dei documenti. Hutter si taglia per errore facendo sgorgare sangue dal dito, al che Orlok cerca di berlo, spaventando il suo ospite. La mattina dopo l’uomo si sveglia e il conte è sparito.
Nei giorni successivi Hutter scrive alla moglie che si sente assediato dalle forze delle tenebre e che ha riscontrato due piccoli fori vicini sul collo. La trattativa va a buon fine e il conte manifesta apprezzamento per il collo della moglie di Hutter che vede in un ritratto.
A casa, Ellen inizia a soffrire di sonnambulismo e manifesta malessere, come se fosse legata a Hutter.
Hutter scopre nella cripta Nosferatu che riposa nella sua bara durante il giorno. Mentre l’uomo è prigioniero nel castello, Nosferatu fa allestire un trasporto delle sue bare colme di terra e topi e si allontana verso Wisborg. Hutter fugge con delle lenzuola annodate e viene recuperato tempo dopo in stato di shock.
Le bare del vampiro vengono caricate sulla nave Empusa, dove presto si scatena un’epidemia che porta alla morte di tutti i membri dell’equipaggio. Uno di essi controlla da dove spuntano fuori tutti quei topi e il vampiro emerge dalla sua bara. Il capitano si lega quindi al timone per riuscire a condurre la nave a casa.
Rinchiuso in cella, Knock ha preso a nutrirsi di mosche per assorbire vita dal sangue, e fugge per accogliere il suo maestro, ma viene in seguito catturato.
Nosferatu sbarca a Wisborg portandosi la bara colma della sua terra natia e va ad abitare nella casa che ha acquistato. Con lui giungono dei topi che iniziano a diffondere la peste in città.
Hutter torna a casa da Ellen e le proibisce di consultare il libricino contenente le informazioni sui non morti. Lei lo fa ugualmente e in esso è riportato che solo una vergine pura di cuore può indurre il non morto a soffermarsi tanto a lungo fino al sorgere del sole, donandogli il suo sangue di propria volontà.
Nosferatu esercita il suo potere su Ellen per nutrirsi del suo sangue, ma così facendo resta nella sua camera fino a quando non sorge l’alba. All’arrivo della luce solare Orlok tenta di scappare, ma muore e si riduce in polvere.

Hutter consulta il professor Bulwer (l’equivalente di Van Helsing) e torna a casa giusto in tempo per vedere Ellen morire. Con la morte del mostro anche la peste viene debellata, e l’alba porta con sé un nuovo giorno libero dall’incubo.
All’epoca non era stata inventata la tecnica per girare le scene di notte in modo che gli attori riuscissero a vedere, il che comporta che le scene – teoricamente di notte – erano in realtà girate in pieno giorno. Quindi la scena – già abbastanza buffa di suo – con Orlok che va in giro con un sarcofago sotto braccio era in realtà svolta sotto la luce del sole. Per un vampiro, deve essere stato un bell’impegno! In varie edizioni comunque tale scena è ricolorata in blu per dare l’idea dell’orario notturno.
Nosferatu – Il principe della notte (1979)
<<Il tempo è un abisso, profondo come lunghe infinite notti. I secoli vengono e vanno, non avere la capacità d’invecchiare è terribile. La morte non è il peggio, ci sono cose molto più orribili della morte, riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli…sperimentando ogni giorno le stesse futili cose.>>
“Nosferatu: Phantom der Nacht” è un remake del 1979 di Werner Herzog, che intendeva adattare il capolavoro espressionista di Murnau ai canoni del nuovo cinema tedesco.
Il regista riprende più il film di Murnau che il romanzo originale, anche se il conte Orlok qui si chiama Dracula e i personaggi hanno i nomi del romanzo (anche se qui Mina Harker si chiama Lucy).
Il film di Herzog viene comunemente ritenuto un capolavoro del genere sia per l’abilità registica di messa in scena che per le doti attoriali dei protagonisti, in primis Klaus Kinski nei panni di Nosferatu/Dracula. Da manuale la scena della piazza completamente invasa dai topi, con un canto tradizionale georgiano in sottofondo, che vede le persone pranzare tranquillamente come nulla fosse, ormai completamente arresesi all’idea della morte per peste che deve sopraggiungere.
La storia è praticamente identica a quella del film di Murnau – anche se è ambientata a Wismar – ma c’è un’importante differenza nel finale.
Dopo che Nosferatu rimane esposto alla luce del sole muore, ma rimane il cadavere che non si è ridotto in polvere. Il dottor Van Helsing nota la scena e si procura il paletto per trafiggere il mostro. Quando arrivano gli ufficiali Jonathan, che è stato in precedenza confinato dalla moglie con dell’ostia consacrata sul pavimento, afferma che è stato Van Helsing ad ammazzare il conte: gli ufficiali quindi sono costretti ad arrestarlo. Jonathan chiede a una domestica di rimuovere l’ostia sul pavimento e si toglie il crocifisso al collo, così da muoversi liberamente.
Ora il suo aspetto ricorda moltissimo quello di Nosferatu, con tanto di unghie e denti lunghi e, parlando con la sua voce, chiede di fare preparare il suo cavallo. Lo vediamo quindi cavalcare nel deserto, forse di ritorno verso il suo castello.
Questa versione di Nosferatu (“l’inestinto”) ha la caratteristica di parlare, per cui a differenza dell’originale si intrattiene con Harker parlando di sé stesso e dei suoi sentimenti. Ne risulta il ritratto di un esteta della bellezza ributtante nell’aspetto, una creatura sola e malinconica che è costretta a perdurare nei secoli contro la propria volontà senza poter morire.
Curiosità: il film è stato girato con gli stessi attori sia con linguaggio tedesco che inglese.
Esiste anche la versione romanzata del film realizzata da Paul Monette.
Nosferatu the Vampyre è il videogioco adattamento del film, realizzato nel 1986. Il gioco è diviso in tre fasi nelle quali rispettivamente si guida Jonathan che deve recuperare il contratto immobiliare nel castello e sopravvivere alle creature ostili: diversi personaggi a scelta per sopravvivere agli abitanti vampirizzati e difendere il contratto da Dracula; Lucy per attrarre Dracula e ucciderlo con la luce dell’alba.
Nosferatu a Venezia (1988)
Nosferatu a Venezia è un film horror del 1988, diretto da Augusto Caminito con alcune parti girate da Luigi Cozzi, Maurizio Lucidi, Klaus Kinski e Mario Caiano.
Il film era originariamente inteso come un sequel diretto di “Nosferatu – Il principe della notte”, però qui Kinski, che interpreta sempre il vampiro, si chiama Nosferatu e non Dracula come nel film precedente. Inoltre Kinski si rifiutò di recitare con il cranio rasato perciò non presenta l’iconico look glabro, né quasi mai i denti sporgenti.
Il film fu un’autentica pena da girare, si avvicendarono 5 registi e persino Kinski svolse alcune riprese. La sceneggiatura venne rivista più volte e vennero eseguiti diversi tagli prima di arrivare alla versione finale.
Generalmente il film ha una reputazione alquanto negativa nonostante il cast importante, e viene ricordato principalmente per le buone musiche e le suggestive riprese di Venezia.
Una nobildonna veneziana fissata con l’occulto, Helietta Canins, si serve di un esperto di vampirismo, Paris Catalano, per richiamare il principe delle tenebre. Nosferatu se ne va in giro a sedurre donne nubili e sposate per trovare una vergine che finalmente possa donargli la pace eterna. Un gruppo di uomini a lui ostili cercano di ucciderlo, ferendo mortalmente la sua donna. Il film termina con un Nosferatu che porta in braccio il suo cadavere morente per Venezia mentre l’alba si avvicina.
Questa versione è un immorale libertino che non prova più attrattive per la vita e stranamente non teme le croci. Possiede una forza superiore alla norma e la capacità di incendiare oggetti con la vista.
L’ombra del vampiro (2000)
“Come hai osato eliminare il mio operatore? Perché non la segretaria di dizione?”
“La mangerò più tardi.”
L’ombra del vampiro (Shadow of the Vampire) è un film del 2000 diretto da E. Elias Merhige. Si tratta di una narrazione romanzata dei fatti alla base della realizzazione del film Nosferatu di Murnau. Le vicende narrate quindi sono ampiamente di fantasia (molte delle morti presentate nel film non sono mai avvenute nella realtà, e Murnau a quanto pare non era affatto un individuo maniacale e dittatoriale).
1921. Wilhelm Murnau deve girare una versione non autorizzata dal Nosferatu, con località e nomi cambiati rispetto al Dracula. L’antagonista verrà interpretato da un attore misteriosissimo chiamato Max Schreck., che appare costantemente con l’aspetto di Nosferatu e si comporta in ogni momento come un vero vampiro.
Mano a mano che le riprese del film proseguono alcuni membri della troupe perdono la vita. Murnau inoltre sostiene di avere trovato l’attore proprio in un antico castello. La produzione è piena di incidenti che fanno dubitare della sanità mentale di Schreck, come quando tenta di mordere al collo von Wangenheim quando lo vede tagliarsi il dito.
Giunti sull’isola di Heligoland, Murnau confida ai colleghi che Schreck è un vero vampiro e che gli ha promesso una ragazza, Greta. Murnau, Albin e Fritz drogano con il laudano Greta in modo che Nosferatu, nutrendosi del suo sangue, cada addormentato. Tentano allora di esporlo alla luce solare ma scoprono che questi ha sabotato il meccanismo di apertura della porta
Destatosi, Schreck ammazza i due membri del cast con Murnau che continua a riprendere l’operato del vampiro. Il regista lo esorta a continuare a nutrirsi della donna per avere altro materiale del film. Quando gli altri colleghi giungono, aprono la porta e la luce solare uccide il vampiro.
Alla fine, esortato dal cast a smettere, Murnau afferma: “Credo di averlo”.
Questa versione di Nosferatu afferma di essere troppo vecchio per generare vampiri (o forse di non averlo mai fatto) e di essere diventato tale per una donna. Inoltre presenta una certa sensibilità, come quando osserva affascinato le riprese cinematografiche del sole e come quando racconta ai colleghi di trovare molto triste il fatto che nel romanzo Dracula aveva dovuto reimparare a compiere azioni mondane per accogliere il suo ospite.
Nosferatu in Love (2014)
Nosferatu in love è un cortometraggio del 2014 con Mark Strong nei panni di Nosferatu.
In un impeto di ribellione contro il suo regista che maschera i suoi stessi demoni, un tormentato attore che interpreta Nosferatu si dirige a un villaggio ceco dove la sua giovane moglie l’ha lasciato, finendo per fare squadra con un truffatore con assurde conseguenze.
“Nosferatu: A Symphony of Horror” (2023) di D.L. Fisher
Tra le reinterpretazioni più recenti, il remake del 2023 diretto da David Lee Fisher ha riportato in vita il conte Orlok con un’estetica che richiama l’espressionismo tedesco, pur adattandolo al gusto contemporaneo.
Nosferatu (2024)
Nel 2024, Robert Eggers ha rielaborato ulteriormente la storia con un cast stellare, tra cui Bill Skarsgård nel ruolo di Orlok e Lily-Rose Depp in quello di Ellen. Il film di Eggers si distingue per l’attenzione ai dettagli storici e per l’approfondimento psicologico dei personaggi.
Il Conte Orlok, protagonista del film “Nosferatu” di Robert Eggers del 2024, è una reinterpretazione contemporanea dell’iconico vampiro reso celebre dal film di Friedrich Wilhelm Murnau del 1922. Orlok, interpretato da Bill Skarsgård, si presenta come una figura sinistra e inquietante, immersa in un’atmosfera gotica e soprannaturale che richiama il contesto del XIX secolo.
Ambientato nel 1838, il film segue la storia di Thomas Hutter, un agente immobiliare inviato in Transilvania per concludere la vendita di una proprietà a Orlok, un conte enigmatico e solitario. Durante il suo soggiorno, Hutter scopre che Orlok è un vampiro, un essere soprannaturale ossessionato dal sangue umano e dalla moglie di Hutter, Ellen. Questa relazione tra Orlok ed Ellen assume un ruolo centrale nella trama, arricchendo il personaggio del vampiro di una complessità psicologica e narrativa.
Eggers ha trasformato Orlok in una figura tragica e patetica, intrappolata in un’ossessione per Ellen che sembra specchiare la connessione soprannaturale tra i due. Sebbene fedele al suo carattere mostruoso, il Conte Orlok di Skarsgård è anche un personaggio dotato di profondità emotiva, un elemento che distingue questa versione dal ritratto originale di Max Schreck nel 1922.
Il film esplora tematiche di spiritualità e religione, raffigurando Orlok come un’entità di male assoluto, risultato di un patto demoniaco. Il suo aspetto fisico, dai tratti quasi animaleschi, e i simboli occulti che lo circondano ne amplificano la portata mitologica. La figura del vampiro viene intrecciata con questioni umane come il trauma, il desiderio e il sacrificio, rendendo il personaggio più sfaccettato rispetto alla sua versione originale.
Nonostante il film metta in luce momenti di grande tensione e una ricostruzione storica impeccabile, alcune critiche si concentrano sull’eccessiva enfasi narrativa e visiva, che talvolta appesantiscono la fluidità emotiva della storia. Tuttavia, il Conte Orlok rimane una figura centrale e affascinante, simbolo di un terrore intramontabile che continua a evolversi nel tempo
Fumetti e altre apparizioni
La DC ha realizzato una trilogia di storie a fumetti Elseworlds ispirate al cinema espressionista tedesco. In “Batman: Nosferatu” Bruss Wayne-Son riveste il ruolo di Nosferatu; Joker è L’Uomo che ride del 1928, Superman è di Metropolis del 1927 e Wonder Woman è ispirata a L’Angelo Blu del 1930 e al Dottor Mabuse del 1922.
“Nosferatu” del 2010 è un fumetto edito Viper Comics di Christopher Howard Wolf e Justin Wayne. In questa versione modernizzata Thommy Hutter è una fotografa statunitense che si reca in un antico castello in Germania. Il Conte Orlock si invaghisce della fidanzata di Tommy, Ellie, e parte per impadronirsene.
Nicola Pesce Editore ha pubblicato nel 2019 un adattamento a fumetti del film del 1922, realizzato da Paolo D’Onofrio. Caliber Comics ha pubblicato un suo adattamento del film nel 2017 realizzato da Rafael Nieves e Ken Holewczynski.
Nosferatu: Plague of Terror è un prequel e sequel a fumetti del film originale realizzato da Mark Ellis e Melissa Martin nel 1991.
Di ritorno dalle crociate nell’undicesimo secolo, il cavaliere Sir William Longsword si ferma al castello del Conte Orlok. Il vampiro lo morde al collo ma anziché renderlo come lui lo trasforma i un immortale. Nei secoli successivi Longsword insegue Nosferatu, che continua a seminare caos e pestilenze, fino alla Brooklyn contemporanea. Entrambi i personaggi finiscono uccisi nello scontro finale, ma la maledizione dell’immortalità passa a un altro innocente.
Il fumetto si ricorda anche perché presentava un tipo di vampiro attinente al folklore slavo anziché al modello raffinato alla Anne Rice che andava di moda al tempo.
“Shin Nosferatu,” fumetto di Roberto Recchioni, rielabora la storia di Nosferatu ispirandosi al Dracula di Bram Stoker. Il termine “Shin” indica una narrazione nuova e autentica. La trama segue il Conte Orlok, un vampiro che si sposta dalla Transilvania per insidiarsi nella vita di Hutter ed Ellen.
L’opera si distingue per un approccio visivo che privilegia le immagini rispetto ai testi, emulando la struttura di un film muto con pagine di intermezzo. La fusione di uno stile pittorico d’impatto e un character design da manga rende “Shin Nosferatu” affascinante e originale, pur potendo deludere chi cerca un fumetto più tradizionale. Rappresenta una reinterpretazione coinvolgente di una storia senza tempo.
E non possiamo dimenticare ill cameo più famoso di tutti ovvero… quello in Spongebob!

Nosferatu vs Dracula: il significato del vampiro oggi
Nosferatu e Dracula incarnano due visioni profondamente differenti del mito del vampiro, offrendo una lettura sfaccettata di questa figura archetipica.
Dracula è spesso ritratto come un gentiluomo seducente e affascinante, specialmente nelle versioni moderne, in cui il vampiro diventa simbolo di mistero e desiderio. Al contrario, Nosferatu è l’incarnazione dell’orrore puro, una figura respingente che evoca disgusto e paura. Questi due approcci riflettono non solo la distanza tra fascino e repulsione, ma anche il modo in cui la figura del vampiro può essere utilizzata per esplorare diversi aspetti dell’animo umano.
Le metafore sociali dietro questi personaggi amplificano il loro impatto narrativo. Dracula è spesso visto come una minaccia esterna, un invasore che rappresenta il pericolo dell’alterità e del diverso rispetto alla società occidentale. Nosferatu, invece, attinge a paure primordiali come la peste, la morte e il decadimento, richiamando ansie collettive legate alla fragilità umana e alla vulnerabilità sociale.
Anche lo sviluppo psicologico dei due vampiri diverge profondamente. Dracula è un personaggio complesso, con motivazioni che spaziano dalla vendetta al desiderio di amore immortale, rendendolo una figura quasi umana. Nosferatu, nella sua incarnazione originale come il conte Orlok nel film di Murnau, è più una forza della natura che un individuo. Tuttavia, interpretazioni successive, come quella di Werner Herzog, hanno arricchito la figura di Nosferatu, trasformandolo in un essere tragico, intrappolato tra il desiderio umano e l’impossibilità di soddisfarlo.
Il Conte Orlok può sconfiggere Dracula?
L’aspetto inquietante e la natura primordiale del Conte Orlok sono in netto contrasto con l’immagine soave e aristocratica spesso associata al Conte Dracula. Mentre Dracula emana fascino ed eleganza gotica, Orlok incarna la decadenza e la morte, con le sue caratteristiche demoniache, simili a quelle di un ratto, che si allineano perfettamente ai temi della peste e della mortalità di Nosferatu. Questa divergenza riflette il nucleo della narrazione di Nosferatu, che rifugge dalle sfumature romantiche di Dracula a favore di un orrore crudo e implacabile.
È interessante notare che la reinterpretazione di Werner Herzog del 1979, Nosferatu il vampiro, colma il divario tra le due rappresentazioni. Herzog ha mantenuto molti dei nomi del Dracula di Bram Stoker, avvicinando la sua versione al materiale di partenza e conservando l’essenza grottesca e inquietante di Orlok.
Quando si confrontano i due personaggi in termini di potere e di influenza, Dracula è spesso in vantaggio grazie alla sua vasta tradizione e alla moltitudine di abilità che gli sono state attribuite nei vari adattamenti. Il carisma, la capacità di mutare forma e il controllo mentale di Dracula sono elementi formidabili, che lo rendono l’archetipo del vampiro. In un’ipotetica battaglia tra il Dracula della Universal e il Conte Orlok, l’astuzia e la vasta gamma di poteri di Dracula potrebbero dargli il sopravvento.
Tuttavia, Orlok non è privo di punti di forza. La sua terrificante associazione con la malattia, il suo aspetto agghiacciante e grottesco e la sua presenza inquietante lo rendono una figura unica e formidabile. A differenza di Dracula, la minaccia di Orlok è più primordiale, evocando l’antica e incontrollabile paura della pestilenza e della morte.
Nonostante le differenze, entrambi i personaggi sono diventati simboli iconici del vampirismo, rappresentando ciascuno una diversa sfaccettatura del non-morto. Dracula è l’archetipo del vampiro gotico e seducente, mentre Orlok incarna il mostruoso e l’ultraterreno. Il fascino duraturo di queste due figure è dovuto alla loro capacità di evocare aspetti diversi della paura: uno radicato nella seduzione e nella manipolazione, l’altro nel terrore crudo e implacabile.
Cosa rappresenta Nosferatu per noi oggi?
La figura di Nosferatu ha attraversato decenni, evolvendosi per riflettere le esigenze narrative e artistiche delle epoche in cui è stata reinterpretata. Nonostante queste trasformazioni, Nosferatu rimane un simbolo dell’orrore intramontabile, esplorando temi universali come la paura della morte, l’isolamento e il desiderio di connessione. Nei film di Murnau, Orlok rappresenta le paure inconsce della società moderna, evocando la malattia, la repressione sessuale e il terrore dell’ignoto. Nella versione di Herzog, il vampiro diventa un essere profondamente tragico, portatore di una sofferenza che va oltre il male puro, rendendolo una figura più complessa e sfaccettata.
Attraverso le sue molteplici incarnazioni, Nosferatu continua a essere una potente metafora delle paure più profonde dell’umanità, un simbolo che trascende il tempo per evocare il lato oscuro dell’esistenza.
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