Chi è Nosferatu? La Storia del Conte Orlok
Storytelling Film e TVNosferatu del 1922 di F. W. Murnau è la prima trasposizione cinematografica del romanzo Dracula di Bram Stoker mai realizzata, o per la precisione è la prima versione conservata giunta fino a noi.
Vi sono voci di una versione russa realizzata nel 1920 ma non ne è pervenuto assolutamente niente, per cui potrebbe anche non essere mai esistita. Una versione ungherese, Dracula’s Death, venne girata nel 1921 ma come trama non aveva niente a che fare con il libro e oggi la si considera quasi completamente perduta.
Per aggirare il diritto d’autore sul romanzo originale, i nomi dei personaggi sono stati cambiati, alcuni personaggi sono stati eliminati o accorpati e la storia è ambientata in Germania anziché in Inghilterra.
L’ambientazione ha un profondo significato per il pubblico dell’epoca. La Germania era appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale e l’influenza spagnola aveva fatto qualcosa come cinquanta milioni di morti, pertanto la storia di un mostro che conduceva con sé un’epidemia rappresentava un terrore che le persone del tempo avevano sperimentato sulla propria pelle.
E anche noi ne sappiamo qualcosa, mi sa.
L’escamotage non bastò e la vedova di Bram Stoker si rivolse a uno studio legale e, dopo avere compreso che non avrebbe visto un penny per i diritti d’autore siccome la casa di produzione navigava in cattive acque, richiese la distruzione di tutte le copie della pellicola.
Tuttavia qualche copia venne salvata e giunse in America, dove Dracula non era coperto da copyright, così la Stoker – che era notoriamente protettiva nei confronti dell’opera del marito – non poté più distruggerle. Ed è così che uno dei più rilevanti film del periodo muto è sopravvissuto fino a giorni nostri.
Chi è il Conte Orlok?
Il Conte Graf Orlok (“l’uccello della morte”) è l’antagonista del film “Nosferatu”. Il nome potrebbe derivare da ordok, l’ungherese per diavolo.
Sarebbe corretto e sbagliato allo stesso tempo considerarlo il Dracula di questo film, siccome ha sia caratteristiche che lo accomunano al vampiro per eccellenza, sia altre che lo distinguono.
Innanzitutto il suo aspetto è agli antipodi del look nobiliare e raffinato a cui il cinema ci ha abituati e molto più fedele al concetto di morto vivente del folklore slavo.
Orlok è un uomo magro e allampanato dalla testa glabra, le orecchie appuntite, gli incisivi da ratto, il naso adunco, le unghie lunghe. Il look è da ricondurre allo scenografo Abin Grau, il quale era appassionato di occulto e fondò la Prana-Film allo scopo di produrre film legati al soprannaturale. Infatti si può notare l’adepto di Orlok, Knock, che maneggia fogli con simboli misteriosi.
Rispetto a Dracula che è stato interpretato come un male più vigoroso, sensuale e attraente, Orlok è una ripugnante manifestazione su due gambe della peste, quasi una malattia venerea vivente, detestabile ma che al contempo incarna qualcosa di irresistibile.
All’epoca si stavano diffondendo le teorie psicanalitiche di Freud e non è difficile trovare in Nosferatu una rappresentazione del piacere sessuale, represso dalla bacchettona società vittoriana del romanzo, piacere che l’infantile Hutter non offre alla moglie e che questa quindi accoglie, anche dovrebbe essere indotta a scacciarlo dalla morale della società.
A livello di poteri, Nosferatu presenta la capacità di smaterializzarsi per attraversare corpi solidi, spostare gli oggetti con il pensiero (si vede il trasporto a cavallo allestirsi attorno al suo corpo immobile) ed esercita un richiamo sulle vittime designate come Ellen. Nella versione del ‘79 sembra avere qualche legame con i pipistrelli: non è chiaro se sappia trasformarsi in animali come Dracula.
Una caratteristica che lo distingue da Dracula è il fatto che Nosferatu è accompagnato dai topi che portano la peste: anzi, sono proprio questi il fattore di orrore principale per gli abitanti di Wisborg, al punto che il vampiro quasi passa in secondo piano.
Contrariamente a quanto si crede, nosferatu non significa non morto o vampiro. Deriva dall’antico slavo “nosufur-atu” che a sua volta deriva dal greco “nosophoros” che sta per “portatore di piaga”. Quindi Nosferatu non è il nome del personaggio ma solo un termine per descrivere quelli come lui.
Orlok è interpretato dall’attore tedesco Max Schreck (1879-1936) della cui vita non si sa molto, ma che comunque ha avuto una nutrita carriera teatrale e cinematografica sulle spalle, pur senza emergere al pari di colleghi del tempo come Lon Chaney.
Questa aura di mistero unita al fatto che Max Schreck in tedesco significa “massimo terrore” ha portato alla nascita di una leggenda che avrebbe visto il regista Murnau ingaggiare un autentico vampiro per la parte del non morto. Più realismo di così!
Tale leggenda è alla base del film “L’ombra del vampiro” che rappresenta una versione romanzata della produzione del film Nosferatu, con un eccelso WIllem Dafoe nei panni di Schreck/Nosferatu e John Malkovich come Murnau.
Nel film “Batman il ritorno” inoltre un antagonista si chiama proprio Max Schreck per omaggiare il protagonista di Nosferatu. Curiosità: la moglie di Schreck, Fanny, recita anche lei in Nosferatu nei panni di un’infermiera non accreditata.
Per fare capire l’importanza che Nosferatu ha avuto sull’iconografia del vampiro classico, tenete a mente soltanto una cosa.
Il concetto del vampiro che muore una volta esposto al sole e si riduce in cenere non proviene dal romanzo originale. Stoker specifica soltanto che i non morti non possono muoversi liberamente quando il sole non è tramontato, perciò l’idea della mortalità della luce è dovuta proprio alla fine di Nosferatu in questo film, venendo poi integrata nei media successivi.
Nosferatu quindi ha influenzato o è stato citato in moltissimi altri prodotti.
Nel film Alphaville un personaggio è chiamato Leonard Nosferatu. Nel film “…hanno cambiato faccia“ l’ingegnere Giovanni Nosferatu è un vampiro nel senso che assorbe la linfa vitale delle vittime tramite il consumismo e il lavoro. In “Dracula 3000”, purtroppo per noi, Dracula si chiama Conte Orlok. Sono presenti ad esempio personaggi ispirati a Nosferatu in Castlevania, Hellsing, Buffy l’ammazzavampiri. In Anno Dracula del 1992 di Kim Newman, Orlok viene rivestito da Dracula del ruolo di custode della Torre di Londra dove vengono rinchiusi i vampiri dissidenti
A questo punto passiamo a esaminare la storia del personaggio lungo i film, i fumetti e gli altri media nei quali è comparso. Considerando che Nosferatu nasce come una “versione alternativa” di Dracula non è sempre facile stabilire quando ci troviamo di fronte a uno e quando all’altro. In diversi film infatti il personaggio è chiamato Dracula ma ha le caratteristiche di Nosferatu, in altre si chiama Nosferatu ma le caratteristiche sono quelle di Dracula.
Nosferatu il vampiro (1922)
Nosferatu, eine Symphonie des Grauens è un film tedesco muto del 1922 diretto da F. W. Murnau. Viene considerato un capolavoro del cinema espressionista tedesco e uno dei film sui vampiri più spaventosi della Storia.
1838, Wisborg, Germania. Lì vive un uomo chiamato Hutter con la sua giovane fidanzata Ellen.
Un agente immobiliare, Knock (l’equivalente di Renfield), con un entusiasmo fuori dal comune, lo informa che il conte Graf Orlok della Transilvania vuole comprare una casa deserta nella loro città, proprio davanti alla sua abitazione, e gli propone di recarsi da lui a seguire la trattativa.
Gli costerà soltanto un po’ di sudore… e un po’ di sangue, dice.
Hutter saluta la preoccupata fidanzata e parte. Giunto in Transilvania un locandiere lo esorta a non uscire di notte siccome un lupo mannaro si aggira nei dintorni, ma l’uomo non lo prende sul serio.
Nella sua camera trova un opuscolo che parla di vampiri, stregonerie e sette peccati capitali.
Vi si dice che dal seme di Belial (una figura dell’Antico Testamento identificata a volte con Satana) arrivò il vampiro Nosferatu che beve sangue umano, e che abita in sotterranei bui e sepolcri coperti di terra maledetta dai campi della morte nera.
La carrozza lo porta verso il castello del conte, cercando a tutti i costi di arrivare prima del tramonto, e si ferma all’inizio di una “terra di fantasmi”, rifiutandosi di proseguire.
A sera inoltrata, viene raggiunto da una carrozza guidata da un individuo dal corpo celato il più possibile (Orlok stesso) che lo accompagna in prossimità del castello.
Orlok lo accoglie all’entrata del suo fatiscente castello, e lo rimprovera per il ritardo.
A cena (soltanto Hutter mangia) Orlok studia dei documenti. Hutter si taglia per errore facendo sgorgare sangue dal dito, al che Orlok cerca di berlo, spaventando il suo ospite. La mattina dopo l’uomo si sveglia e il conte è sparito.
Nei giorni successivi Hutter scrive alla moglie che si sente assediato dalle forze delle tenebre e che ha riscontrato due piccoli fori vicini sul collo. La trattativa va a buon fine e il conte manifesta apprezzamento per il collo della moglie di Hutter che vede in un ritratto.
A casa, Ellen inizia a soffrire di sonnambulismo e manifesta malessere, come se fosse legata a Hutter.
Hutter scopre nella cripta Nosferatu che riposa nella sua bara durante il giorno. Mentre l’uomo è prigioniero nel castello, Nosferatu fa allestire un trasporto delle sue bare colme di terra e topi e si allontana verso Wisborg. Hutter fugge con delle lenzuola annodate e viene recuperato tempo dopo in stato di shock.
Le bare del vampiro vengono caricate sulla nave Empusa, dove presto si scatena un’epidemia che porta alla morte di tutti i membri dell’equipaggio. Uno di essi controlla da dove spuntano fuori tutti quei topi e il vampiro emerge dalla sua bara. Il capitano si lega quindi al timone per riuscire a condurre la nave a casa.
Rinchiuso in cella, Knock ha preso a nutrirsi di mosche per assorbire vita dal sangue, e fugge per accogliere il suo maestro, ma viene in seguito catturato.
Nosferatu sbarca a Wisborg portandosi la bara colma della sua terra natia e va ad abitare nella casa che ha acquistato. Con lui giungono dei topi che iniziano a diffondere la peste in città.
Hutter torna a casa da Ellen e le proibisce di consultare il libricino contenente le informazioni sui non morti. Lei lo fa ugualmente e in esso è riportato che solo una vergine pura di cuore può indurre il non morto a soffermarsi tanto a lungo fino al sorgere del sole, donandogli il suo sangue di propria volontà.
Nosferatu esercita il suo potere su Ellen per nutrirsi del suo sangue, ma così facendo resta nella sua camera fino a quando non sorge l’alba. All’arrivo della luce solare Orlok tenta di scappare, ma muore e si riduce in polvere.
Hutter consulta il professor Bulwer (l’equivalente di Van Helsing) e torna a casa giusto in tempo per vedere Ellen morire. Con la morte del mostro anche la peste viene debellata, e l’alba porta con sé un nuovo giorno libero dall’incubo.
All’epoca non era stata inventata la tecnica per girare le scene di notte in modo che gli attori riuscissero a vedere, il che comporta che le scene – teoricamente di notte – erano in realtà girate in pieno giorno. Quindi la scena – già abbastanza buffa di suo – con Orlok che va in giro con un sarcofago sotto braccio era in realtà svolta sotto la luce del sole. Per un vampiro, deve essere stato un bell’impegno! In varie edizioni comunque tale scena è ricolorata in blu per dare l’idea dell’orario notturno.
Nosferatu – Il principe della notte (1979)
<<Il tempo è un abisso, profondo come lunghe infinite notti. I secoli vengono e vanno, non avere la capacità d’invecchiare è terribile. La morte non è il peggio, ci sono cose molto più orribili della morte, riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli…sperimentando ogni giorno le stesse futili cose.>>
“Nosferatu: Phantom der Nacht” è un remake del 1979 di Werner Herzog, che intendeva adattare il capolavoro espressionista di Murnau ai canoni del nuovo cinema tedesco.
Il regista riprende più il film di Murnau che il romanzo originale, anche se il conte Orlok qui si chiama Dracula e i personaggi hanno i nomi del romanzo (anche se qui Mina Harker si chiama Lucy).
Il film di Herzog viene comunemente ritenuto un capolavoro del genere sia per l’abilità registica di messa in scena che per le doti attoriali dei protagonisti, in primis Klaus Kinski nei panni di Nosferatu/Dracula. Da manuale la scena della piazza completamente invasa dai topi, con un canto tradizionale georgiano in sottofondo, che vede le persone pranzare tranquillamente come nulla fosse, ormai completamente arresesi all’idea della morte per peste che deve sopraggiungere.
La storia è praticamente identica a quella del film di Murnau – anche se è ambientata a Wismar – ma c’è un’importante differenza nel finale.
Dopo che Nosferatu rimane esposto alla luce del sole muore, ma rimane il cadavere che non si è ridotto in polvere. Il dottor Van Helsing nota la scena e si procura il paletto per trafiggere il mostro. Quando arrivano gli ufficiali Jonathan, che è stato in precedenza confinato dalla moglie con dell’ostia consacrata sul pavimento, afferma che è stato Van Helsing ad ammazzare il conte: gli ufficiali quindi sono costretti ad arrestarlo. Jonathan chiede a una domestica di rimuovere l’ostia sul pavimento e si toglie il crocifisso al collo, così da muoversi liberamente.
Ora il suo aspetto ricorda moltissimo quello di Nosferatu, con tanto di unghie e denti lunghi e, parlando con la sua voce, chiede di fare preparare il suo cavallo. Lo vediamo quindi cavalcare nel deserto, forse di ritorno verso il suo castello.
Questa versione di Nosferatu (“l’inestinto”) ha la caratteristica di parlare, per cui a differenza dell’originale si intrattiene con Harker parlando di sé stesso e dei suoi sentimenti. Ne risulta il ritratto di un esteta della bellezza ributtante nell’aspetto, una creatura sola e malinconica che è costretta a perdurare nei secoli contro la propria volontà senza poter morire.
Curiosità: il film è stato girato con gli stessi attori sia con linguaggio tedesco che inglese.
Esiste anche la versione romanzata del film realizzata da Paul Monette.
Nosferatu the Vampyre è il videogioco adattamento del film, realizzato nel 1986. Il gioco è diviso in tre fasi nelle quali rispettivamente si guida Jonathan che deve recuperare il contratto immobiliare nel castello e sopravvivere alle creature ostili: diversi personaggi a scelta per sopravvivere agli abitanti vampirizzati e difendere il contratto da Dracula; Lucy per attrarre Dracula e ucciderlo con la luce dell’alba.
Nosferatu a Venezia (1988)
Nosferatu a Venezia è un film horror del 1988, diretto da Augusto Caminito con alcune parti girate da Luigi Cozzi, Maurizio Lucidi, Klaus Kinski e Mario Caiano.
Il film era originariamente inteso come un sequel diretto di “Nosferatu – Il principe della notte”, però qui Kinski, che interpreta sempre il vampiro, si chiama Nosferatu e non Dracula come nel film precedente. Inoltre Kinski si rifiutò di recitare con il cranio rasato perciò non presenta l’iconico look glabro, né quasi mai i denti sporgenti.
Il film fu un’autentica pena da girare, si avvicendarono 5 registi e persino Kinski svolse alcune riprese. La sceneggiatura venne rivista più volte e vennero eseguiti diversi tagli prima di arrivare alla versione finale.
Generalmente il film ha una reputazione alquanto negativa nonostante il cast importante, e viene ricordato principalmente per le buone musiche e le suggestive riprese di Venezia.
Una nobildonna veneziana fissata con l’occulto, Helietta Canins, si serve di un esperto di vampirismo, Paris Catalano, per richiamare il principe delle tenebre. Nosferatu se ne va in giro a sedurre donne nubili e sposate per trovare una vergine che finalmente possa donargli la pace eterna. Un gruppo di uomini a lui ostili cercano di ucciderlo, ferendo mortalmente la sua donna. Il film termina con un Nosferatu che porta in braccio il suo cadavere morente per Venezia mentre l’alba si avvicina.
Questa versione è un immorale libertino che non prova più attrattive per la vita e stranamente non teme le croci. Possiede una forza superiore alla norma e la capacità di incendiare oggetti con la vista.
L’ombra del vampiro (2000)
“Come hai osato eliminare il mio operatore? Perché non la segretaria di dizione?”
“La mangerò più tardi.”
L’ombra del vampiro (Shadow of the Vampire) è un film del 2000 diretto da E. Elias Merhige. Si tratta di una narrazione romanzata dei fatti alla base della realizzazione del film Nosferatu di Murnau. Le vicende narrate quindi sono ampiamente di fantasia (molte delle morti presentate nel film non sono mai avvenute nella realtà, e Murnau a quanto pare non era affatto un individuo maniacale e dittatoriale).
1921. Wilhelm Murnau deve girare una versione non autorizzata dal Nosferatu, con località e nomi cambiati rispetto al Dracula. L’antagonista verrà interpretato da un attore misteriosissimo chiamato Max Schreck., che appare costantemente con l’aspetto di Nosferatu e si comporta in ogni momento come un vero vampiro.
Mano a mano che le riprese del film proseguono alcuni membri della troupe perdono la vita. Murnau inoltre sostiene di avere trovato l’attore proprio in un antico castello. La produzione è piena di incidenti che fanno dubitare della sanità mentale di Schreck, come quando tenta di mordere al collo von Wangenheim quando lo vede tagliarsi il dito.
Giunti sull’isola di Heligoland, Murnau confida ai colleghi che Schreck è un vero vampiro e che gli ha promesso una ragazza, Greta. Murnau, Albin e Fritz drogano con il laudano Greta in modo che Nosferatu, nutrendosi del suo sangue, cada addormentato. Tentano allora di esporlo alla luce solare ma scoprono che questi ha sabotato il meccanismo di apertura della porta
Destatosi, Schreck ammazza i due membri del cast con Murnau che continua a riprendere l’operato del vampiro. Il regista lo esorta a continuare a nutrirsi della donna per avere altro materiale del film. Quando gli altri colleghi giungono, aprono la porta e la luce solare uccide il vampiro.
Alla fine, esortato dal cast a smettere, Murnau afferma: “Credo di averlo”.
Questa versione di Nosferatu afferma di essere troppo vecchio per generare vampiri (o forse di non averlo mai fatto) e di essere diventato tale per una donna. Inoltre presenta una certa sensibilità, come quando osserva affascinato le riprese cinematografiche del sole e come quando racconta ai colleghi di trovare molto triste il fatto che nel romanzo Dracula aveva dovuto reimparare a compiere azioni mondane per accogliere il suo ospite.
Nosferatu in Love (2014)
Nosferatu in love è un cortometraggio del 2014 con Mark Strong nei panni di Nosferatu.
In un impeto di ribellione contro il suo regista che maschera i suoi stessi demoni, un tormentato attore che interpreta Nosferatu si dirige a un villaggio ceco dove la sua giovane moglie l’ha lasciato, finendo per fare squadra con un truffatore con assurde conseguenze.
Nosferatu (2022)
Nosferatu è un remake diretto da Robert Eggers le cui riprese sono previste per il 2022. Di questo talentuoso regista, trovi spiegati nel mio canale “The Lighthouse” e “The Vvitch”.
Il film vedrà Anya Taylor-Joy come protagonista, Nicole Kidman, Ralph Ineson, Ethan Hawke e Willem Dafoe.
Il regista ha confessato che girare un remake di Nosferatu è un suo vecchio sogno e che come toni sarà più simile a The Vvitch.
Fumetti e altre apparizioni
La DC ha realizzato una trilogia di storie a fumetti Elseworlds ispirate al cinema espressionista tedesco. In “Batman: Nosferatu” Bruss Wayne-Son riveste il ruolo di Nosferatu; Joker è L’Uomo che ride del 1928, Superman è di Metropolis del 1927 e Wonder Woman è ispirata a L’Angelo Blu del 1930 e al Dottor Mabuse del 1922.
“Nosferatu” del 2010 è un fumetto edito Viper Comics di Christopher Howard Wolf e Justin Wayne. In questa versione modernizzata Thommy Hutter è una fotografa statunitense che si reca in un antico castello in Germania. Il Conte Orlock si invaghisce della fidanzata di Tommy, Ellie, e parte per impadronirsene.
Nicola Pesce Editore ha pubblicato nel 2019 un adattamento a fumetti del film del 1922, realizzato da Paolo D’Onofrio. Caliber Comics ha pubblicato un suo adattamento del film nel 2017 realizzato da Rafael Nieves e Ken Holewczynski.
Nosferatu: Plague of Terror è un prequel e sequel a fumetti del film originale realizzato da Mark Ellis e Melissa Martin nel 1991.
Di ritorno dalle crociate nell’undicesimo secolo, il cavaliere Sir William Longsword si ferma al castello del Conte Orlok. Il vampiro lo morde al collo ma anziché renderlo come lui lo trasforma i un immortale. Nei secoli successivi Longsword insegue Nosferatu, che continua a seminare caos e pestilenze, fino alla Brooklyn contemporanea. Entrambi i personaggi finiscono uccisi nello scontro finale, ma la maledizione dell’immortalità passa a un altro innocente.
Il fumetto si ricorda anche perché presentava un tipo di vampiro attinente al folklore slavo anziché al modello raffinato alla Anne Rice che andava di moda al tempo.
E non possiamo dimenticare ill cameo più famoso di tutti ovvero… quello in Spongebob!