Ben ritrovato su questi lidi!
Nelle scorse puntate abbiamo analizzato i vantaggi SEO che lo storytelling e il transmedia storytelling possono apportare a chi gestisce blog e siti: abbiamo quindi appurato che le pratiche che stimolano l’interesse e la partecipazione degli utenti sono potenzialmente in grado di migliorare il posizionamento dei siti web influendo sul fattore di “gradimento umano” degli algoritmi di ranking, nonché di elevarci a punti di riferimento per la nostra audience (se svolte in concerto con un piano di realizzazione di contenuti concepiti in base ad accostamenti semantici e tematici).
Grazie anche all’introduzione dei modelli di dati strutturati, i motori di ricerca riescono a raggruppare gli argomenti trattati nel web in entità, in modo tale da facilitare la classificazione delle informazioni e l’individuazione di connessioni tra le stesse non evidenti a prima vista; cercando Leonardo di Caprio su Google, ad esempio, a fianco dei risultati di ricerca compaiono riferimenti ai film da lui interpretati e le schede di suoi colleghi attori, il tutto per fornire agli utenti una carrellata di contenuti potenzialmente interessanti legati a un certo tipo di ricerche.
Il lato negativo della medaglia è che nel lungo periodo, a causa della standardizzazione del formato delle informazioni, queste – almeno in certi casi – potrebbero essere consultabili direttamente dalla barra di ricerca senza necessità di cliccare gli url corrispondenti (un po’ come succede oggi cercando gli orari dei cinema di una città o i voli degli aerei): un indubbio risparmio di tempo per gli utenti, ma una perdita di traffico e di possibili conversioni per i proprietari dei siti.
Una soluzione per questa limitazione può consistere nel fornire agli utenti una esperienza aggiuntiva che vada oltre la semplice consultazione delle informazioni e che consista nell’offrire un valore ludico ed emozionale che spinga le persone ad approfondire la navigazione all’interno dei siti e a condividerne i contenuti sui social network.
La gamification si rivela una strategia utile a incrementare visite e tempo di permanenza, pertanto in grado di apportare benefici SEO ai nostri siti web: andiamo a scoprire insieme il perché.
Che cos’è la gamification?
In un mercato ormai saturo di realtà produttrici di beni e servizi molto omogenee come quello attuale, l’unico fattore distintivo finisce per essere il prezzo, ma una offerta a un prezzo sempre più basso non può sostenere – senza un piano di innovazione alle spalle – una crescita qualitativa dei prodotti; la gamification invece è una strategia promozionale che punta sull’aumentare la qualità dell’esperienza d’uso per gli utenti senza andare andare a incidere sull’aspetto economico, perciò mantenendo inalterato – se non accresciuto – il fatturato dei produttori.
La gamification è un processo che consiste nell’applicare le logiche e i meccanismi propri del gioco a contesti che in se per sé non hanno affinità con il mondo ludico, per fornire agli utenti un’esperienza emozionale aggiuntiva che conduca all’acquisto in virtù di un benessere psicologico acquisito attraverso il consumo del bene o del servizio.
Il beneficio in termini di divertimento e di intrattenimento apportato dalle logiche del gioco spinge l’utente a eseguire una attività aziendale altresì noiosa – quale la compilazione di un sondaggio, il rilascio di un feedback su un prodotto, la realizzazione di un commento su un bene acquistato – aumentando quindi il tempo di permanenza all’interno del portale, riducendo il tasso di rimbalzo e accrescendo le condivisioni e le menzioni in rete, tutte azioni che migliorano il posizionamento agli occhi dei motori di ricerca con un conseguente innalzamento del traffico organico. Un processo che si auto-alimenta con effetti benefici, quindi.
Quali vantaggi SEO offre la gamification?
Per aumentare la visibilità in rete occorre lavorare sul TRAP, sigla che sta per:
- Trust
- Rilevanza
- Autorità
- Popolarità
fattori che, miscelati e incrementati, determinano un miglioramento del posizionamento.
Come sottolinea brainsins.com, la lucidizzazione consente di condurre agli stessi risultati ambiti dalle pratiche SEO e SMM, ovvero:
- promuovere la partecipazione degli utenti rendendo attraenti aspetti altresì noiosi,
- distinguersi dalla concorrenza proprio perché i competitor non fanno uso di tecniche intrattenitive
- ottenere la fidelizzazione dei visitatori mediante premi e sfide esaltanti.
La gamification, poiché incrementa l’intrattenimento, la viralità e la produzione di contenuti generati dagli utenti, deve portare benefici dal punto di vista del posizionamento (anche se è difficile quantificarli a causa della presenza di molteplici fattori che influiscono contemporaneamente sul posizionamento).
Poiché attualmente (e ancora per un bel po’ di tempo) il trust dei siti è influenzato largamente dalla presenza di backlink naturali ottenuti in maniera genuina, creare un’esperienza ludica originale nel proprio sito permette, attraverso il passaparola in rete, di guadagnare menzioni spontanee da utenti soddisfatti per il divertimento vissuto, e di accrescere così il prezioso traffico organico senza incorrere in penalizzazioni per acquisto di link.
Come realizzare una strategia di gamification?
Una strategia di gamification deve mirare a:
- farci distinguere dalla concorrenza mediante una esperienza ludica innovativa nel nostro settore
- ottenere una partecipazione degli utenti alle attività proposte sul sito (iscrizioni a newsletter, download di una demo di un prodotto, commentare i contenuti proposti ecc.)
- generare passaparola in rete e condivisioni attraverso contenuti che siano:
- originali (a cui la concorrenza non abbia già pensato)
- virali (che siano facilmente comprensibili e condivisibili dalla nostra audience)
- ludici (che svolgano una piacevole funzione di intrattenimento)
Molto dipende dalla call to action a cui si vuole spingere: se lo scopo è ottenere feedback su un prodotto, gestire i commenti come un gioco a premi virtuali ci aiuta a invogliare le persone a impegnarsi per apparire come top contributor; se si vuole convincerle a scaricare un software, si può impostare un’applicazione che abiliti il download solo al compimento di una attività ludica – come risolvere un puzzle o vincere un giochetto platform – poiché rendere una azione semplice sotto forma di sfida dona alle persone l’impressione di avere fatto uso del proprio loro talento e della loro intelligenza per trionfare sulla sfida posta, rendendo evidente a tutti la loro abilità.
Come fattore della strategia di link building, le iniziative di gamification, spiega agenciamestre.com, devono:
- prevedere degli obiettivi
- stimolare l’interattività
- spingere alla condivisione social
- premere per ottenere dei feedback
La raccolta punti, in particolare, segue lo stesso meccanismo che ha nei videogiochi: superare una serie di sfide per venire premiati con dei riconoscimenti “speciali”, la cui difficoltà di acquisizione ne giustifica il valore percepito nonché quello di notorietà sul web (tramite le apposite funzionalità di condivisione sui social network).
Usare la gamification per promuovere la propria attività
Come distinguersi da una massa di competitor grigi e spenti che, a parole, fanno esattamente ciò che facciamo noi, se non meglio? Una soluzione può essere mostrare in maniera interattiva il cuore della nostra attività, fare leva sulle emozioni positive scaturite da un gioco virtuale per conquistare il cuore del lettore e spingerlo a parlare di noi in rete.
Coworking-The Videogame rappresenta esattamente ciò che voglio dire: in questo divertente videogioco a 8 bit, il team di Oficio racconta difficoltà e sfide quotidiane del coworking, non certo tutte rose e fiori specialmente all’inizio, sotto forma di un personaggio virtuale che deve battere ostacoli burocratici e di altro genere per lavorare in santa pace. Mi ha conquistato, e a voi?
Usare la gamification per invogliare la partecipazione degli utenti
Come spingere fan troppo taciturni a battere le dita sulla tastiera per farci sapere cosa pensano dei nostri prodotti?
Builtivisible.com suggerisce di mettere a punto una classifica degli utenti più attivi sul sito, facendo uso di metriche quali Klout, e di riconoscere uno status di Top Contributors a coloro che partecipano maggiormente alle iniziative proposte.
Usare la gamification per rendere le news più avvincenti
La ludicizzazione serve soltanto a vendere prodotti e servizi? Anche a rendere più fruibili le news, a quanto pare.
Come spiega l’European Journalism Observatory, nel caso del settore delle informazioni la gamification permette di generare un ciclo di risposta accelerato, di coinvolgere l’utente attraverso regole chiare e precise, di portare a compimento in breve tempo e in maniera avvincente dei traguardi facilmente riconoscibili.
Dato che le news hanno vita breve, il gioco può essere una vantaggiosa aggiunta per rendere virali i contenuti di notizie in poco tempo, non trovi?
Usare la gamification per stimolare la diffusione dell’arte
Gioco e cultura sono un binomio vincente, come leggiamo su questo approfondimento su Linkiesta, nel quale Piero Angela sottolinea che il divertimento sia un fattore essenziale per rendere l’arte apprezzabile anche dai neofiti.
Il celebre divulgatore scientifico, invitato dalla Provincia di Roma a concepire nuove iniziative per rendere alcuni reperti archeologici più interessanti per il grande pubblico, aveva proposto con il suo team l’installazione di alcuni accorgimenti interattivi per catapultare il visitatore in un ambiente non morto come lo era di per sé (trattandosi di vestigia di civiltà scomparse), ma vivo e pulsante. Divertirsi in mezzo alla cultura, cosa c’è di meglio?
E tu? Cosa ne pensi?
Hai mai pensato alla gamification come a una pratica per migliorare il posizionamento SEO del tuo sito web? Sei d’accordo con quanto ho scritto oppure hai dubbi o osservazioni da rivolgermi?
La tua opinione è importante per me, scrivi nei commenti cosa ne pensi e parliamone insieme! ^_^
Silvia Tugnoli
Ho apprezzato molto la carrellata di vari contributi all’utilizzo della Gamification per la promozione dei siti, in particolare condivido la considerazione che la modalità più opportuna dipenda dalle specifiche call to action, come per esempio stimolare i preziosi commenti e feedback da parte degli utenti; pero’ la loro ricompensa sotto forma della consueta classifica del top contributor è abusata ed ha ormai fatto il suo tempo.
Paradossalmente comportamenti meno “attivi” come l’esplorazione di parti del sito difficilmente raggiungibili potrebbe dare più soddisfazione e migliorare veramente la customer experience facendo leva sulla sorpresa, la curiosità e la scoperta di nuovi scenari, magari con qualche (semplice) missione da compiere.
Una cosa è certa: la Gamification è fluida, in continua evoluzione ed ebollizione per cui le ricette possono venire a noia presto, proprio quello da evitare come la peste.