Ben ritrovati su questi lidi!
In questo blog mi occupo principalmente di SEO copywriting ma anche di tutto ciò che concerne la comunicazione aziendale sul web.
I podcast sono dei contenuti audio molto interessanti e facilmente fruibili ovunque, anche mentre si è impegnati in altre attività, e possono costituire degli ottimi materiali promozionali per aziende e freelance. Questo, certo, a patto di realizzarli come si deve!
Ho il piacere di intervistare per il mio blog Rossella Pivanti, audio producer ed esperta nell’uso dei podcast per la promozione dei brand aziendali.

Ciao Rossella, grazie per avermi concesso questa intervista. Per coloro che non ti conoscono, vuoi raccontarci chi sei e di cosa ti occupi?
Ciao Ilario e ciao a tutti i lettori!
Come hai anticipato perfettamente tu io sono una podcast producer specializzata in branded podcast, che è quella persona che si occupa della produzione di contenuti audio per i brand.
La differenza con i podcast “normali” è che i branded podcast veicolano un contenuto commerciale.
Si lavora infatti col brand in base alla sua esigenza, dalla pianificazione fino alla realizzazione completa dei podcast da distribuire sulle varie piattaforme come Spotify, iTunes, Google Podcast ecc…
Come definiresti un podcast professionale?
Nel momento in cui andiamo a finire tutti assieme sulle stesse piattaforme l’unico modo per differenziarsi è quello di creare un contenuto che sia pensato davvero sulle necessità dell’utente.
Quindi personalmente un podcast professionale è quello che è stato strutturato fin dall’inizio per incontrare i gusti degli ascoltatori.
Va ad intercettare un bisogno (intrattenimento, informazione, approfondimento…) e lo soddisfa nella maniera migliore sia dal punto di vista del contenuto ma anche della qualità audio.
In tanti pensano che ci sia la possibilità, pagando, di scalare le classifiche di Spotify o iTunes. In realtà non c’è altro modo se non con dei contenuti realmente di qualità; in questo credo stia l’essenza di un podcast professionale.
Quali sono i vantaggi di un podcast per aziende e freelance?
Quanto tempo abbiamo? Ah ah scherzo!
Ho una passione per gli elenchi numerati… quindi permettimi di farne uno!
1) Le piattaforme
I podcast ti permettono una distribuzione capillare su innumerevoli piattaforme mobile, su computer e su smartspeaker.
Abbiamo già citato Spotify, iTunes e Google Podcast, ma ne potremmo citare un’altra ottantina (!!) su cui il podcast sarà distribuito automaticamente.
Normalmente non era possibile approdare su quelle piattaforme, ora si: prova ad immaginare quanto si amplia il pubblico potenziale!
2) Il tempo
Una classica pubblicità audio (quindi la radio) costa parecchio, dura 20/30 secondi ed è sempre identica. E puó essere distribuita solo in alcune regioni d’Italia (in base alla radio che scegliamo)
Un podcast ha 7, 8, 30, 100 puntate, della durata che preferiamo e in proporzione costa una frazione del prezzo. Ed è immediatamente fruibile alla massima qualità in tutta Italia!
3) I dati
Tornando al paragone con la radio (o la tv) come possiamo utilizzare i dati che raccogliamo? Semplice… in nessun modo!
Purtroppo i numeri che raccogliamo dai sistemi di Audit (Auditel e Audiradio) ci riportando dati assolutamente inattendibili e basati su medie e statistiche.
I dati ricavati dai podcast sono reali e verificabili: numero di ascolti, demografica, sistema operativo, tempo di ascolto e tanto altro.
Da qui possiamo realmente basare una campagna.
4) Il rapporto con l’ascoltatore
Il paradigma si stravolge: é l’ascoltatore che sceglie, non piú noi che interrompiamo una sua attivitá! Inoltre sceglie di ascoltarci nel momento e nello stato mentale a lui preferito.
Se siamo in grado di progettare dei contenuti adatti a lui, saremo sempre in grado di rinnovare la fiducia che lui ci ha concesso.
5) OPN – Other People Network
Siamo agli inizi e vogliamo farci conoscere in uno specifico ambito? Nessun ospite si tira indietro ad una bella intervista in formato audio! Possiamo davvero ampliare la nostra rete di connessioni e posizionarci grazie ad esso.
In che modo i podcast possono aumentare la visibilità dei brand?
Direi che in parte possiamo rifarci alla risposta precedente, ma aggiungerei che piazzarsi su cosí tante piattaforme non solo aumenta di molto la visibilità e il pubblico, ma ci permette anche di avere una percezione migliore di noi.
Immaginiamo che i nostri potenziali clienti siano fan di trap, hip hop e rap. Noi ci troviamo esattamente sulla stessa piattaforma su cui loro sono già e proprio accanto ai loro idoli musicali.
E’ un’associazione che a volte diamo per scontato ma è molto potente! Il fatto che Spotify e iTunes godano di ottima reputazione e di un pubblico appassionato, sposta parte di quella reputazione anche su di noi.
Chiaro che dobbiamo però essere all’altezza dei contenuti che si aspettano perchè Spotify ci ha abituato ad un’esperienza utente ottima.
Registrare la lettura di un articolo corrisponde a creare un podcast?
Mi piacerebbe risponderti di sí…ma purtroppo non è la stessa cosa.
Elenco numerato in arrivo:
- scrivere per la carta è una cosa, scrivere per il web è un’altra…scrivere per l’audio…un’altra ancora!
- appena si percepisce che lo speaker sta leggendo, l’ascoltatore si sente tagliato fuori. E’ come osservare due amici che parlano e fanno finta di non sapere che noi siamo li con loro…hey.. sono qui??
- nello scritto usiamo frasi molto più lunghe, nel parlato più brevi.
Anche il registro nel parlato è spesso più colloquiale e informale.
- nello scritto vogliamo fornire numeri e dati… nel parlato nessuno potrebbe ricordarseli…!
Consiglio:
parti dall’articolo; leggi un paragrafo a voce alta un paio di volte e prova a raccontare con le tue parole quel paragrafo.
Non giudicarti troppo! E’ normale fare errori… puoi sempre tagliare in postproduzione!
Chiunque è potenzialmente in grado di realizzare un podcast oppure servono capacità e mezzi particolari?
Nessuna capacità e nessun mezzo particolare per partire: computer, microfono (se non abbiamo nulla anche quello del cell va benissimo) e un hosting su cui caricare i nostri audio.
Una volta che abbiamo preso familiaritá col mezzo possiamo sempre migliorare: un microfono migliore, un software più professionale, imparare ad editare e montare l’audio e cosí via.
Ma si va sempre per gradi, come in ogni cosa!
E’ un media molto accessibile sia in termini di costi che in termini tecnici di curva di apprendimento. Da un lato questo è il motivo per cui ci si stanno tuffando in tanti ed è per questo che partire subito e imparare in fretta è il modo per restare su questo media.
Come deve essere progettato un podcast per intrattenere e informare allo stesso tempo?
All’inizio abbiamo sempre paura che il nostro ascoltatore si annoi e quindi tendiamo a farcire le nostre puntate di tantissimi concetti e notizie.
Quando andiamo a chiedere cosa si ricordano della puntata, scopriamo che si ricorderanno sempre e solo un unico concetto.
Quindi meglio un solo macro concetto per puntata e lavorare attorno ad esso.
L’informazione fine a se stessa ha senso se stiamo conducendo un audiogiornale.
Ma se volgiamo essere memorabili, “sbottonarsi” un po’ e rendersi umani e vulnerabili, spiegare perché abbiamo deciso di raccontare proprio quel fatto o notizia.. beh.. fanno tutta la differenza del mondo!
Quali sono le piattaforme che consigli per la condivisione dei podcast per le aziende?
Le aziende se la giocano esattamente sullo stesso piano degli indipendenti. A volte c’è la credenza che l’esclusività sia un vantaggio.
Qualcuno si fregia del fatto di essere in esclusiva solo su Spotify o solo su iTunes.
In realtá non c’è nessun vantaggio in ciò!
Dati alla mano: mediamente un terzo degli ascolti si distribuirà su una grande piattaforma e il restante è fatto da il totale di tutte le altre piattaforme fino a quelle che non avremmo mai considerato.
Comprendo che inizialmente pensare che il podcast è un contenuto duplicato e replicato all’infinito su ogni piattaforma sia controintuitivo, ma è anche la sua forza.
Ognuno puó ascoltarti nel modo che preferisce e secondo il proprio sistema operativo. E’ esattamente il contrario di Youtube o dei contenuti di un blog, che se sono duplicati e replicati è un danno!
Podcast e SEO: quali sono gli accorgimenti da seguire per ottenere i migliori risultati?
Tocchi un bel tasto!!
La SEO sui contenuti vocali sta arrivando. Con calma..!
Google sta mettendo in grande rilevanza i contenuti audio.
Allo stato attuale delle cose però la discovery dei podcast è un problema reale.
Non ci sono veri e propri motori di ricerca dedicati e il fatto di essere su cosí tante piattaforme tutte al di fuori del tuo sito o del tuo stretto controllo, non è cosa semplice da gestire.
Soprattutto se vogliamo creare puoi una strategia di marketing basata sui nostri ascoltatori. Sono dati che otteniamo sempre tramite un sito esterno e su cui non possiamo avere delle analytics o mettere un pixel di tracking.
Al momento il miglior modo di farsi trovare, per chi non ci conosce è la cara vecchia pagina del nostro sito, o landing page: creare un minisito, anche one-page dedicato al podcast rimane ad oggi il miglior modo di farsi trovare.
Su quel sito metteremo le principali piattaforme su cui ci troviamo, così lasciamo libero l’utente di scegliere e non viziamo le statistiche.
Dopo qualche mese, ci renderemo conto su quale piattaforma il pubblico si orienta di preferenza ed, inoltre, possiamo tracciare gli accessi al nostro sito e da lí riuscire a creare strategie.
Quanto può costare realizzare un podcast di alta qualità?
Analizziamo le varie fasi, cosi faccio un altro bell’elenco puntato che mi piace:
- 1) fase di pianificazione: si propongono al cliente vari format, varie proposte e vari budget
- 2) fase di scrittura: organizzazione delle informazioni e scrittura dei testi
- 3) (opzionale) fase interviste o raccolta storie: se non è un podcast mono-voce c’è bisogno di raccogliere le interviste e/o le storie dei protagonisti
- 4) fase di registrazione: si registra (di solito in studio e, se lo si desidera, con un doppiatore o speaker professionista)
- 5) fase di editing: si puliscono le voci, compongono le musiche o si scelgono da un catalogo, montaggio, mix e mastering
- 6) fase distributiva: si pianifica la distribuzione delle puntate e si monitora l’andamento
- 7) fase di raccolta dati: si raccolgono i dati e si ottiene un quadro chiaro di come sta andando e di come si potrebbe migliorare ulteriormente.
Questo di solito è come si lavora per un brand o per un cliente che vuole un prodotto altamente professionale su commissione. Di solito per fare un prodotto di alta qualitá si impiega davvero parecchio tempo…
Ma nulla vieta di fare ottimi prodotti, anche per se stessi, a costi molto molto piú ridotti!
Grazie per questa intervista, a presto!
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