[Case Study] Come risolvere i problemi comuni che affossano il posizionamento del sito
SEO Guide SEOBen ritrovati su questi lidi!
Nello svolgimento di attività SEO ci troviamo di fronte una moltitudine di casi che mettono a serio rischio il successo dei nostri progetti web: spesso si tratta di situazioni che interessano numerosi casi, e l’esperienza concreta di chi se ne occupa può aiutare altri nelle stesse condizioni a migliorare sensibilmente il proprio lavoro.
Ho deciso di raccogliere in questa pagina (che aggiornerò man mano che mi verranno in mente altri casi) le considerazioni che ho sviluppato per rimediare a cali di posizionamento e per sfruttare appieno il potenziale sottostimato dei siti web per migliorare il ranking.
Tutti questi fenomeni li ho riscontrati personalmente in una serie siti che ho avuto modo di seguire e perciò posso immaginare che possano verificarsi anche in altri portali che potresti seguire tu.
Sito non scansionabile
Ebbene sì, valutando un sito di prodotti di bellezza che faticava a posizionarsi per ricerche anche di brand, mi sono imbattuto nel più classico dei classici, la regola del robots.txt:
User agent: *
Disallow:/
che non consente di scansionare il sito.
Se ti segnalano che un sito non si posiziona proprio per nessuna ricerca, non mancare di eseguire il comando site:www.tuosito per verificare se effettivamente i contenuti sono indicizzati.
Se così non è hai probabilmente un ostacolo alla normale indicizzazione.
Come risolvere:
Per fortuna si tratta di un problema facilmente risolvibile!
Con tutta probabilità, se lavori in WordPress, troverai nelle impostazioni di WordPress a spunta “scoraggia i motori di ricerca ad indicizzare questo sito”. Ti basta togliere questa spunta e potrai correggere la problemaica.
Title e Description assenti o duplicati
Nel caso di una conversione di un sito edile dall’italiano all’inglese sono venuto a sapere che si erano generate innumerevoli pagine con gli stessi campi Title e Description replicati da quelli originali, consistenti quindi in testi italiani per pagine inglese.
Ovviamente si tratta di informazioni errate fornite agli utenti anglofoni e che vengono percepite dai motori di ricerca come scarsamente interessanti.
Come risolvere:
Attraverso tool come Screaming Frog o Visual Studio SEO puoi individuare le pagine che presentano Title e Description duplicati, troppo corti o troppo lunghi, e correggere i campi con contenuti più attinenti alle pagine in questione.
Se ti trovi di fronte a tante pagine simili tra loro, puoi differenziare il tag Title sempre attribuendo la keyword principale in bella vista ma declinandone il senso verso diversi tipi di ricerche per non auto cannibalizzarti.
Ad esempio, se devi descrivere due tipi di scarpre da vita quotidiana puoi scrivere qualcosa del genere
<<Scarpe per camminare morbide ed eleganti>>
<<Scarpe per passeggiare nella natura, eleganti e comode>>
in modo da esprimere gli stessi concetti ma con parole differenti.
Se vuoi differenziare la Description per due pagine prodotti simili devi pensare agli incentivi in grado di stimolare il lettore del tipo
<<Scarpe per camminare morbide ed eleganti, ideali per la città e per immergersi nella natura. Scopri perché sono i modelli di calzature adatte a mille circostanze.>>
<<Le scarpe per passeggiare nella natura, eleganti e comodo, che hai sempre sognato. Scopri perché sono le calzature in pelle delle quali hai bisogno.>>
Eccesso di anchor text non naturali
Una buona link building dall’apparenza naturale dovrebbe prevedere un variegato portafoglio di combinazioni di keyword, diverse fra loro quanto diversi possono essere i modi con i quali le persone possono menzionare un brand o un servizio.
Statisticamente, è poco probabile che un gran numero di persone si esprimano con gli stessi termini per indicare un genere di servizi, a meno che non si parli del nome del brand o dell’indirizzo del dominio.
Personalmente ti consiglio di optare per combinazioni quanto più possibile differenti inerenti l’argomento per il quale vuoi posizionarti.
Ad esempio, se tu fossi un algoritmo di Google preposto a valutare i backlink, ti insospettiresti più di fronte a:
· 100 backlink su 100 con testo ancora “prodotti per dimagrire”
· una combinazione di long tail keyword del genere
◦ 40 backlink su 100 con testo ancora “nome brand”
◦ 30 backlink su 100 con testo ancora “pillole per dimagrire”
◦ 20 backlink su 100 con testo ancora “prodotti per perdere peso”
◦ 20 backlink su 100 con testo ancora URL del dominio
Come risolvere:
Per evitare attenzioni moleste, ti consiglio di partire fin dall’inizio con una proporzione di anchor text apparentemente non vantaggiose, ma sicuramente valide e naturali e perciò al sicuro delle ricorrenti penalizzazioni che si manifestano nel nostro settore.
Link building apertamente poco naturale
Se il calo del posizionamento avviene poco dopo la comparsa di link da portali non decisamente apprezzabili (in primis, siti di article marketing, siti di comunicati stampa, siti con eccessi di link in uscita), in particolare con link dal testo ancora iper-ottimizzato per chiavi commerciali, allora potresti avere suscitato qualche attenzione poco gradita in merito della tua reputazione.
Oggi i vantaggi di questi portali sono decisamente esegui, proprio perché è alla portata di tutti ottenere collegamenti da essi con facilità.
Come risolvere:
In casi del genere ho suggerito di incentivare l’acquisizione di link in relazione con l’incremento di visibilità del brand, in modo da simulare una crescita plausibile dei collegamenti come conseguenza della crescita della notorietà. Soprattutto è molto più conveniente acquisire meno backlink, ma molto più in tema con il proprio target, quindi considero di realizzare guest post, editoriali, interviste per siti dalla popolarità proporzionale alla propria visibilità.
Contenuti troppo esigui (thin content)
Ho avuto modo di parlare con un cliente specializzato in impalcature metalliche: siccome, ragionava, l’argomento era molto tedioso e poco attraente, aveva puntato sul realizzare dei contenuti specialmente emozionali trascurando principalmente gli aspetti tecnici dei prodotti.
Il risultato erano però delle pagine dei prodotti molto scarne che non offrivano particolari sulle caratteristiche dei beni.
I contenuti molto lunghi sono importanti:
· per dimostrare competenza sull’argomento in questione
· per intercettare query specifiche legati ad argomenti connessi a quello per il quale si vuole posizionarsi
· utilizzare varianti dei termini per intercettare più forme di ricerca
Con questo non voglio dire che testi molto lunghi siano sempre in grado di posizionarsi meglio di altri. Bisogna però ragionare sull’intento di ricerca dei visitatori che si intende raggiungere, e ragionare sulla quantità di informazioni necessaria a soddisfare le loro necessità meglio di quanto non facciano i concorrenti.
Come risolvere:
Ho suggerito al cliente di rapportarsi alla qualità media e alla lunghezza dei contenuti dei competitor (decisamente più lunghi di quelli messi a punto) per realizzare testi più tecnici per rispondere alle esigenze comuni dei visitatori e intercettare ulteriori ricerche a tema da potenziali clienti interessati.
I testi lunghi permettono anche di impiegare varianti dei termini di interesse per i nostri lettori, senza ridursi a ripetere forsennatamente le stesse combinazioni di keyword
Nel caso del testo sull’igiene orale puoi impiegare tante varianti come:
-pulizia denti
-sbiancamento denti
-far tornare i denti bianchi
-rimuovere tartaro
che rendono la pagina naturale e correlata agli argomenti di interesse.
Ovviamente puoi – e devi – utilizzare queste long tail keyword anche nei tag <H> delle pagine in modo da segnalare con maggiore chiarezza il contenuto ai motori di ricerca.
Prezzo più alto della concorrenza
In alcuni casi i problemi nella mancata conversione dei clienti può essere rinvenuta in fattori on page. Nel caso di un sito di piante online stavo cercando di scoprire come mai, nonostante fosse posizionato in prima pagina per vari argomenti, non vendesse quanto avrebbe potuto dato il volume di visite.
Verificando altri siti posizionati ho notato come prodotti simili dei concorrenti avessero dei prezzi inferiori di oltre la metà di quelli del sito in questione.
Poiché non riscontravo problemi particolari a livello di navigabilità ho dedotto che il problema fosse appunto questo fattore non propriamente SEO ma inerente comunque il sito web del cliente.
Come risolvere:
Ho suggerito di individuare un gruppo di prodotti da testare e di abbassare per un certo periodo il prezzo a un livello sulla falsariga di quelli dei concorrenti, per verificare se effettivamente il problema può essere ricondotto a questa causa.
Foto non ottimizzate lato SEO
Se prendi in mano un progetto già avviato ma mai seguito lato SEO, con tutta probabilità scoprirai che le immagini sono state caricate senza particolare riguardo per la dimensione, il peso e soprattutto i tag essenziali (Nome file, Descrizione, tag ALT, Titolo).
Questa mancanza non conduce a penalizzazioni quanto a perdere preziosi margini di vantaggio che altri competitor meglio preparati possono facilmente superare.
Come risolvere:
Se, come credo, ti trovi di fronte a un gran numero di immagini già caricati in forme pesanti puoi utilizzare un software come Screaming Frog per scoprire quali contenuti indicizzabili non presentano i tag SEO compilati. Un plugin come Bulk Optimization Images ti permette di ridurre il complesso del peso delle immagini per alleggerire lo sforzo del browser.
Elevato numero di categorie e sotto-categorie
Più un contenuto è vicino alla homepage, più è percepito come rilevante e facilmente indicizzabile. Capita però, quando non si mette a punto una struttura minuziosamente concepita fin dall’inizio, che gli articoli nati in un secondo momento finiscano per essere attribuiti a sotto livelli via via sempre più lontani dalla cartella indice, con conseguente difficoltà di rinvenimento per chi non conosce bene la struttura del sito (e per i crawler, ovviamente).
Creare categorie senza un piano preciso a monte rischia di rivelarsi controproducente, e di finire per produrre categorizzazioni troppo scarne e altre troppo vaghe.
Come risolvere:
In questo caso ho consigliato di ripensare la distribuzione dei contenuti nelle diverse categorie in modo da ridurre i sotto livelli tematici e rendere tutti gli articoli più vicini alla homepage.
Auto-cannibalizzazione su siti differenti
Un sito di un professionista nel campo della cura medica non si posizionava negli ambiti del proprio settore, sebbene fosse competente e autorevole.
Non mi risultava che avesse un problema di cannibalizzazione interna, siccome gli argomenti venivano trattati senza ridondanza (anche si sarebbero potuti espandere per apparire più autorevoli dato il settore YMYL).
Tuttavia vi era un altro portale professionale legato all’ordine professionale nel quale venivano pubblicati post su argomenti molto simili a quello del sito personale, che di fatto generava una auto-concorrenza.
Come risolvere:
Ho consigliato di differenziare l’ambito tematico della produzione di contenuti in maniera tale da orientare ciascun portale su query informative sì attinenti al settore del professionista. ma separati in maniera tale di non ostacolarsi a vicenda sulle serp.
Se tu fossi uno psicologo, ad esempio, potresti pubblicare sul tuo sito articoli sul trattamento degli adulti e guest post per siti professionali sull’assistenza psicologica ai bambini, in modo da non farti concorrenza su query simili.
Testi mancanti e sole immagini
Per un sito di moda che voleva aumentare il proprio traffico organico, ho notato che i concorrenti si limitavano a caricare sul proprio sito una grande quantità di immagini, appoggiandosi alla convenzione – sicuramente lecita – che i clienti fossero alla ricerca di materiale visivo per orientarsi su quale prodotto acquistare.
Tuttavia niente offre segnali convincenti sul significato di una pagina meglio di un buon testo. In questi casi, per superare concorrenti affermati ma carenti lato contenuti, può essere sufficiente redigere testi esaustivi e convincenti in merito ai prodotti che si vuole promuovere meglio di quanto non facciano i competitor.
Come risolvere:
È bastato realizzare testi non molto lunghi ma altamente emozionali, con adeguate call to action e in linea con le esigenze del target per migliorare decisamente il posizionamento.
Ora il sito è posizionato per i nomi dei brand più prestigiosi e per query informative legate alle griffe autorevoli.
Testi duplicati
Mi rendo conto che non è né facile né avvincente redigere schede originali dei prodotti del fornitore quando sembra che non ci sia proprio nulla da dire.
Se carichi sul tuo sito semplici riproposizioni delle schede prodotto dei fornitori non c’è ragione per cui tu debba posizionarti prima di un sito più attendibile per altre ragioni.
Come risolvere:
Se i contenuti duplicati non portano traffico puoi eliminarli direttamente e lasciarli in 404.
In caso contrario puoi eventualmente prendere le parti non ridondanti e aggiungerle alle pagine che intendi lasciare (in modo da espanderne il contenuto) impostando un redirect 301 dalle pagine che cancellerai.
Altrimenti puoi incaricare il tuo copywriter SEO di realizzare contenuti illustrativi delle qualità e delle specifiche dei prodotti per differenziarli a livello testuale dalla concorrenza.
Un tool come Seozoom o AnswerThePublic ti aiutano a scoprire ricerche informative attorno a dati prodotti che possono fornirti utili spunti su come sviluppare testi di presentazione dei prodotti originali e utili per i lettori.
Contenuti inutili scansionati
Può accadere che dei contenuti web molto sostanziosi, ad esempio PDF, si posizionino prima delle pagine poco trafficate, drenando visite potenzialmente utili verso obiettivi poco utili a convertire. Si tratta di risorse che i crawler si occupano di scansionare riducendo il crawl budget da riservare ad altre pagine più importanti per i tuoi fini.
Come risolvere:
Puoi deindicizzare quei contenuti che attraggono traffico inutile oppure che lo sviano dai tuoi legittimi obiettivi di posizionamento.
Quali sono altri problemi SEO che sei riuscito a identificare e a risolvere? Raccontameli qua sotto!