Come scrivere una ucronia fantasy – Intervista ai Demiurghi

Come scrivere una ucronia fantasy – Intervista ai Demiurghi

La guerra di Atlantide
Immagine di pubblico dominio, fonte

Ben ritrovato su questi lidi!

Come forse già sai, ho aperto questo blog con lo scopo anche di offrire spunti e guide per scrittori a partire dall’esperienza di autori che, grazie alla propria esperienza e fantasia, sono riusciti a creare originali e avvincenti mondi fantastici.

Ho chiesto perciò ad Azia Medea Rubinia e a Elios Tigrane, due dei prolifici autori del gruppo noto come i Demiurghi, di raccontarci la loro esperienza di scrittori, per trarne alcuni insegnamenti che possono essere d’aiuto a chi intende cimentarsi nell’impresa di scrivere una ucronia fantasy.

I Demiurghi hanno dato origine all’universo della Specula, una ucronia storica ambientata ai tempi di Diocleziano e connotata da originali elementi fantasy, espansa sotto forma di romanzo, e racconti a bivi.

Come sai, mi trovi molto d’accordo sull’offrire ai lettori una esperienza di transmedia storytelling (che come abbiamo visto può anche apportare benefici SEO), pertanto non mi sono potuto trattenere da chiedere a questi due fantastici autori di condividere con noi qualche “trucco del mestiere” su come creare una ucronia fantasy.

-Grazie per esservi presentati davanti ai miei microfoni digitali! Vi va di raccontarci qualcosa sui Demiurghi?

Azia: Ciao Ilario e grazie a te per l’invito! La storia su come si è formato il gruppo ormai è nota e stranota, come anche è risaputo che più che un gruppo dovremmo parlare di duo, dal momento che i fondatori del progetto complessivo siamo io ed Elios.

Tutto è iniziato quando eravamo ancora dei ragazzini e abbiamo fatto i play test per Lex Arcana. Quel gioco ci piaceva molto perché fondeva la componente fantasy alla storia del nostro Paese. Inutile dire che Lex Arcana è stato di grande ispirazione per noi, ma le cose si son fermate lì. Abbiamo voluto creare il nostro mondo e da lì i nostri racconti e romanzi.

-Per chi ancora non vi conosce, volete raccontare in cosa consiste il mondo della Specula?

Azia: La Specula è un’organizzazione para-militare romana nel III sec. D.C. di nostra totale invenzione. Copre vari campi di interesse ed è organizzata un po’ come le facoltà dell’università moderna grazie a dei centri di addestramento speciali sparpagliati per tutto l’Impero Romano.

Il suo fine è combattere i nemici interni ed esterni di Roma laddove la normale macchina della giustizia non arriva e, tramite i Magisterii, forma gli speculatores e le speculatrices, uomini e donne specializzati nel combattimento, nella magia, nella diplomazia e nella divinazione; alcuni sono destinati a rimanere nei ranghi amministrativi e di ricerca, mentre altri, i migliori, sono destinati a entrare nella Legio M Ultima, in pratica il braccio armato della Specula. Qualcuno, in una recensione, definì gli speculatores degli Avengers ante-litteram e forse è proprio così, anche se in realtà mi viene più da paragonarli agli agenti dello S.H.I.E.L.D..

Ecco, questa è la Specula, a grandi linee.

Nel complesso il progetto in realtà è assai più ampio e poiché lo abbiamo voluto innestare in un preciso momento storico: di fatto abbiamo creato un’ucronia al fine di far funzionare il tutto.

Elios: Come ha detto Azia il progetto è molto più ampio, infatti Latrunculi è quello che potremmo dire un bignami della prima parte dell’ucronia.  Molti sono i personaggi e le storie che li coinvolgono. Non sempre avverranno indagini, vi saranno anche tempi per la crescita dei personaggi e per i loro amori, ben diversi da quelli che ci hanno fatto vedere nelle serie televisive degli ultimi anni che di storico hanno solo l’ambientazione.

-Come è nata l’idea di scrivere una ucronia storica ai tempi dell’imperatore Diocleziano?

Azia: Beh, volevamo fare qualcosa di nostro diverso da Lex Arcana, con in comune soltanto l’idea di sfruttare un’ambientazione già bella che pronta, ossia la Roma Imperiale.

Una volta delineato il COSA volevamo fare, abbiamo deciso il COME e abbiamo cercato il QUANDO giusto.

La crisi del III secolo degli imperatori generali era il periodo ideale per costruire quello che avevamo in mente, e l’abbiamo cominciata non tanto all’epoca di Diocleziano, quanto in realtà un po’ prima, con l’inserimento di alcune manovre del Senato e di alcune riforme che favorivano l’innesto della nostra storia alternativa. Questo perché era più semplice e comodo raccontare di Roma Imperiale piuttosto che di Roma Barbarica, perché quello che la gente non sa è che nel III sec. la Roma delle toghe e delle bighe era già praticamente sparita, la moda portata dalle popolazioni barbare del nord che poi l’avrebbero invasa e “uccisa” già spopolava.

Di fatto abbiamo riportato indietro l’orologio della moda e delle credenze, di quella che veniva definita genericamente la Gravitas romana. Quindi intrighi e guerre per il potere tipiche del periodo storico di Diocleziano in un contesto più noto al grande pubblico.

-Dove trovate la documentazione storica e geografica sufficiente per definire nel dettaglio ogni aspetto della vostra storia?

Azia: Le fonti sono molteplici, principalmente internet, libri di storia e trattati, poi ci sono tutte le opere divulgative di Alberto Angela che fanno la loro parte importante e, anche se sembra assurdo, anche molti libri di storia romana per bambini. Spesso sono molto più ricchi di curiosità dei saggi per adulti e testi specializzati che si possono trovare nelle biblioteche.

Elios: Io invece preferisco affrontare, quando mi è possibile, anche autori specializzati nella storia romana come Gibbon, Cantarella e Frediani, o autori classici come Euripide,  Marziale o Cicerone. Mi hanno aiutato a delineare quello come vivevano ogni giorno i romani e quali erano le loro letture o le commedie che amavano.

-Come vi comportate per dare vita a una trama tanto articolata, che si snoda attraverso romanzi, racconti e altri media, senza incorrere in errori?

Azia: Sfruttiamo una cosa essenziale che si chiama time-line o linea del tempo. Viene di solito spiegata ai bambini alle elementari per mostrare la grandiosità degli eventi che hanno fatto la Storia. Per noi è la stessa cosa. Ed Excel aiuta molto da questo punto di vista.

La verità è che negli errori incorriamo spessissimo e allora finisce a cicchetti e spritz mentre io ed Elios ci sfasciamo la testa alla ricerca di una soluzione o di un qualcosa che dia un senso logico ai fatti. Diciamo che dopo il terzo spritz diventa tutto molto più facile.

-Quale è il vostro personaggio preferito? Con quali caratteristiche lo avete definito per renderlo “particolare” rispetto a tutti gli altri?

Azia: Beh, è innegabile che i nostri personaggi preferiti siano quelli di cui su internet abbiamo deciso di vestire i panni: Azia ed Elios. Sono personaggi che sono nati per una campagna di D&D ambientato nel nostro mondo (quindi abbiamo bandito qualsiasi personaggio potesse essere di razze diverse da quella umana) e poco alla volta sono cresciuti, hanno preso vita e hanno iniziato a dirci loro cosa dovevamo fare, invece del contrario. E più crescevano, più ci hanno affascinato raccontandoci la loro storia o, in termine ruolistico, il loro background.

Il punto è che più parlavano, più nascevano spunti per nuove avventure, nuovi tasselli e mattoncini per creare i personaggi e gli ambienti, usi e costumi, ecc.

Alla fine della storia, ecco che abbiamo un sopravvissuto di Atlantide condannato a vivere a lungo tanto quanto gli dei, pur non essendo affatto un immortale (può essere infatti ferito e ucciso), con tutte le paturnie del caso e una pazza schizofrenica bipolare con causa giustificata che cerca nel corso del tempo di andare d’accordo almeno con gli altri se non con se stessa.

Elios: Non serve aggiungere altro.

-Avete sviluppato la vostra ambientazione anche sulla piattaforma a bivi The Incipit e attraverso una wikia, adottando i principi del transmedia storytelling (la declinazione di una storia su più media). Quali sono a vostro dire i vantaggi di tale strategia?

Azia: L’idea era di scrivere una storia che non fosse decisa nei punti salienti della trama in maniera aprioristica, bensì dettata dal voto dei lettori come è avvenuto per The Incipit è stata per noi una sfida emozionante, poiché ci siamo resi conto della reale difficoltà della cosa: è molto facile perdersi dei pezzi per strada e creare così dei buchi narrativi e questo non solo per il voto dei lettori che magari va in controtendenza con le ipotesi e le preferenze degli autori, ma anche per la capacità stessa dell’autore di ricondurre il filo sempre in un’unica direzione.

Ma, a parte questo, le nostre storie le raccontiamo da quel lontano dì del 2009 in cui fondammo il blog, poi è stato abbastanza facile passare alla scrittura di racconti per concorsi letterari, l’autopubblicazione e la creazione della wikia. La cosa complicata è tenere in piedi tutto il palinsesto negli ennemilamila posti dove sbarchiamo.

Nell’insieme, comunque, penso che il transmedia storytelling sia una strategia innovativa di scrittura che consente all’autore di non spiegare tutto nei suoi scritti, ma di interconnetterli con quelle parti del blog o della wikia o di altri source informativi che vadano a compenetrare e completare il quadro generale. Complesso e complicato da gestire, ma può davvero fare anche la differenza, nonché aumentare il grado di visibilità dei lavori.

Elios: Alle volte ci si può scontrare anche con delle difficoltà che determinano i fallimenti e mettono in luce le nostre pecche, ammetto che io su The Incipit mo sono perso la trama principale del mio racconto e questo perché, come spesso mi ricorda Azia, tendo a voler creare troppe sottotrame da romanzo giallo spionistico … con il risultato che su The Incipit mi sono arenato per i troppi spunti uniti a una difficoltà di trovare il tempo per scrivere.  Ma anche da esperienze come queste si impara.

-Potete anticiparci qualcosa sui futuri progetti relativi alla vostra ambientazione?

Azia: Eh, beh… no. Non ne abbiamo di particolari, in realtà, e anche il tempo a nostra disposizione è poco e arraffato. Quindi dobbiamo organizzarci al meglio e poi, dopo la pubblicazione di Latrunculi, abbiamo deciso di prenderci una pausa e di tornare a fare le cose basilari per tenere in piedi il tutto: leggere, giocare di ruolo e rilassarci. Difatti la promozione del libro è praticamente inesistente anche per questi motivi e poi perché ci riesce decisamente male scrivere in modo entusiastico di qualcosa fatto da noi… Ci sembra irreale e incoerente.

L’unica cosa che ci sentiamo di anticipare è che forse dal 2016 l’autopubblicazione potrebbe essere invece una pubblicazione a pieno titolo con una casa editrice, ma questo è ancora tutto da vedere…

-Che consiglio dareste a chi intende creare una ucronia? Dove trovare una idea originale che faccia breccia nel cuore dei lettori?

Azia: Direi che devono semplicemente cominciare chiedendosi “E se…?”

E se la Germania avesse vinto la II Guerra Mondiale?

E se i Giapponesi avessero sventato le bombe atomiche?

E se Colombo non fosse mai arrivato in America?

E se Napoleone non avesse perso a Waterloo?

E se i Romani non fossero stati traditi e annientati a Teutoburgo?

Ecco, così comincia un’ucronia. Poi, per l’esperienza che abbiamo fatto noi, il consiglio è di stare bene attenti al quando storico in cui la si vuole innestare e a quanto antico è. Perché a ogni “E se…” corrisponde un lavoro immane di calcolo e predizione di come andranno tutti i fatti storici successivi. Se mai avverranno, e se la situazione socio-economica e politica non ne favorisca altri e di che natura. Cominciare un’ucronia è facile. Il difficile è renderla coerente e credibile.

Insomma, prima di imbarcarvi in un’ucronia rendetevi conto di cosa è la Realtà. Guardate alla storia recentissima della nostra Vecchia Europa: due guerre mondiali, la guerra fredda, le due Germanie, il Muro di Berlino e il suo crollo, il crollo della ex-URSS, la guerra civile indipendentista jugoslava, i cecchini di Sarajevo, le catene umane sui ponti di Belgrado, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia… E questo senza scomodare l’Africa o il Medio Oriente. Sicuri di essere in grado di fare qualcosa di così fantasy? No, perché chi disse che la realtà supera ogni immaginazione non aveva mica tutti i torti. Questo è quello che si deve tenere a mente creando un’ucronia. Ecco perché, per la nostra esperienza, è molto più facile e gestibile farla nel recente passato, come in Fatherland o in La Svastica sul Sole, che in un’epoca più antica. Anche perché, più indietro si va e maggiori sono gli eventi storici da modificare, rivedere, correggere se non addirittura eliminare. E quali altri possono avverarsi, invece?

Per questi motivi noi abbiamo preferito fare un intervento mirato che non portasse a grandi sconvolgimenti: di fatto, noi abbiamo creato e poi ucciso la nostra ucronia determinandone con precisione i momenti salienti di inizio e termine. E alla fin fine è bene così, tutte le storie per essere tali devono avere una conclusione.

Questa decisione, ovviamente, è stata motivo di scontri tra noi due perché, come in molte altre situazioni uno aveva un’idea diversa dall’altra. Un periodo storico di quasi cinquant’anni permette di scrivere dei tomi di migliaia di pagine quindi non aveva senso pensare a lasciare aperta l’ucronia per un lasso di tempo eccessivo. Proprio per le conseguenze sopra scritte.

E se in un futuro …..

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