I fumetti Cthulhu L’abisso della ragione – Il richiamo delle tenebre: Analisi dei Miti di Cthulhu + Intervista a Giulio Antonio Gualtieri
Storytelling Fumetti, LovecraftBen ritrovati a una nuova analisi dei fumetti ispirati ai Miti di Cthulhu, che tanto pacciono agli scritti del mio canale Youtube I Miti del Tubo.
Dopo “I tre uomini che ridestarono Cthulhu”, parlerò di un altro fumetto italiano, frutto dell’estro creativo di Giulio Antonio Gualtieri, Valerio Nucci (Sceneggiatori) e Valerio Befani (Illustratore): Cthulhu l’abisso della ragione edito Editoriale Cosmo
Si tratta di una storia molto classica ricca di rimandi alle atmosfere lovecraftiane.
Il detective Gillman viene invitato dall’amministrazione del manicomio di Innsmouth a investigare su strani rumori che tormentano lo staff: personale che appare molto lontano da sembrare un rispettabile campionario umano. Mentre Gillman ha già il suo bel da fare a restare sobrio, vittima dei propri incubi personali conseguenti all’omicidio della moglie), nel manicomio si susseguono omicidi e preoccupanti pratiche di lobotomizzazione. Riuscirà il detective ad affrontare le ombre del proprio passato o resterà vittima degli orrori materiali, e immateriali?
Personalmente, ho trovato “Cthulhu – L’abisso della ragione” un ottimo esempio di “quest lovecraftiana” delle avventure tipiche dei giochi di ruolo lovecraftiani come Il richiamo di Cthulhu o Sulle tracce di Cthulhu, con tracce di accenni al recente videogame Call of Cthulhu.
I disegni sporchi e scuri sono adatti al genere di indagine narrata, un incrocio tra le atmosfere oniriche di Dylan Dog e gli incubi lovecraftiani che ben conosciamo, e non mancano i rimandi a HPL e al genere horror in generale che andremo a elencare.
Ho avuto il piacere inoltre di intervistare Giulio Antonio Gualtieri, che ci racconterà qualche curiosità in merito.
Cthulhu – L’abisso della ragione – Intervista a Giulio Antonio Gualtieri
<<Con quest’opera vuole omaggiare qualche racconto o atmosfera di Lovecraft in particolare?>>
CTHULHU, L’ABISSO DELLA RAGIONE è un omaggio all’intero canone lovecraftiano, senza entrare nello specifico di un singolo racconto. L’idea è quella di venire incontro anche a quel pubblico di giocatori o videogiocatori che si sono avvicinati al solitario di Providence dalla porta del mondo ludico. Per questo, era per noi fondamentale avere un’ambientazione più classica possibile. L’Innsmouth Asylum, il manicomio dove si svolge la storia, è una nostra creazione originale, ma assolutamente collocata all’interno di quella Lovecraft County in cui si muove tutto il corpus dello scrittore di Providence. Questo per quanto riguarda le linee più generali. Poi, ovviamente, ci siamo ispirati al Ciclo di Cthulhu, a cominciare ovviamente da “Il Richiamo di Cthulhu”. I lettori più attenti potranno però vedere che c’è anche un altro scrittore a cui ci siamo ispirati. Si tratta di un autore americano di cui lo stesso Lovecraft era decisamente debitore…
<<I suoi personaggi sono ispirati a qualche personaggio del Solitario in particolare?>>
No, anche se la figura del detective privato Arthur Gilman è un classico del canone Lovecraftiano. Poi, lo stesso nome, Gilman, è tratto da un altro racconto del solitario di Providence, e cioè I sogni nella casa stregata. Anche West, il cacciatori di libri che vediamo all’inizio, è un nome lovecraftiano. In questo caso è facile trovare la citazione, visto che è presa direttamente dal titolo di uno dei racconti più conosciuti, Herbert West, rianimatore.
<<C’è ancora spazio oggi per rivisitazioni dei Miti di Cthulhu? Come rinarrare questi archetipi in maniera originale, secondo lei?>>
C’è sempre spazio per un immaginario capace di generare mitologia. Questo è stato il vero grande talento di Lovecraft: un singolo racconto si perde nella polvere del tempo, ma un mondo di narrazioni unite fra loro costituisce una collana di storie capace di sfidare l’arroganza del tempo. Per quanto riguarda la questione dell’originalità, crede si tratti di un falso problema. Nel senso che le storie di genere hanno sempre bisogno di stare all’interno del recinto narrativo di quel genere, ed in questo senso lo stesso Lovecraft ha dovuto fare i conti con le regole narrative del genere Horror. È un po’ come per la musica, le note sono quelle, ma poi si possono combinare in infiniti nuovi modi…
<<C’è qualche curiosità sulla storia che vuole raccontare ai suoi lettori?>>
Questa è una storia nata di lunedì, nel senso che per lunghi mesi ci siamo riaggiornati ogni lunedì con gli altri autori, Marco Nucci che ha coscritto il volume con me, e Valerio Befani che l’ha disegnato. La scelta si è rivelata giusta, visto che non c’è giorno più spaventoso del lunedì…
Cthulhu – L’abisso della ragione – Analisi dei Miti di Cthulhu
A seguire ci sono tutti i riferimenti a Lovecraft e alla cultura horror che sono riuscito a individuare:
- L’uomo che porta il Necronomicon nella scena iniziale si chiama West come Herbert West (Reanimator)
- L’esperimento di lobotomia che permette di vedere i fenomeni soprannaturali può essere un rimando al Grande Dio Pan di Arthur Machen
- La copia del Necronomicon deve essere quella de L’orrore di Dunwich, siccome è stata trafugata da West alla Miskatonic University
- Il manicomio di Innsmouth, a dispetto del nome, ricalca il manicomio di Arkham, anche se è posto su un promontorio (che ricorda appunto la cittadina sulla baia omonima).
- La stessa Arkham è menzionata in una mappa insieme ad altre città del Lovecraft Country come Dunswich
- Il rumore nelle pareti che tormenta il personale del manicomio ricorda quello che affligge il protagonista de “I ratti nei muri”
- Il detective Gilman ha lo stesso cognome dei Gillman de “La maschera di Innsmouth”. Walter Gilman de I sogni della casa stregata condivide il loro cognome ma non è affermato se abbia dei legami con Innsmouth.
- Il “direttore” dell’istituto Alec Price ricorda nel nome e nell’aspetto l’attore horror Vincent Price
- Phillp Howard è ovviamente un omaggio Howard Phillips Lovecraft
- Il manicomio è pieno di simboli sulle pareti che ricordano i pentacoli esoterici, con al centro quella che sembra la punta di un tentacolo
- Nel corso della storia si ode la blasfema “litania ph’nglui mglw’nafh cthulhu r’lyeh wgah’nagl fhtagn”
- Sono visibili in varie occasioni rappresentazioni canoniche di Cthulhu
- Il detenuto Arbogast si chiama come Milton Arbogast di Psycho
- Il direttore dell’istituto ha l’aspetto di Anthony Hopkins (Il silenzio degli innocenti)