Ghatanothoa e i Lloigor

Ghatanothoa e i Lloigor

Oggi torniamo a parlare delle creature del Ciclo di Cthulhu, in particolare dell’orribile Ghatanothoa e dei suoi servitori, i misteriosi Lloigor.

Dagli eoni – La trama

Ghatanothoa viene presentato nel racconto “Dall’abisso dal tempo” o “Dagli Eoni” di Lovecraft e Hazel Heald del 1933.

Richard H. Johnson, curatore del museo archeologico Cabot del Massachusetts a Boston, si trova nel 1932 a studiare una antica mummia in possesso dell’istituto.

La mummia venne acquistata nel 1879 da una compagnia mercantile orientale: essa proveniva da una tomba posta su una lingua di terra emersa improvvisamente dal Pacifico forse a causa di un terremoto. L’isola presentava megaliti giganteschi antichissimi. In una sala di pietra sotterranea i marinai trovarono la mummia e la portarono via: essa era in compagnia di un rotolo di metallo sconosciuto con al suo interno una pergamena di un materiale membranoso. Nella sala si trova anche una botola mai aperta da nessuno. L’isola successivamente si inabissa.

La mummia è quella di un uomo di altezza media di etnia sconosciuta, dalla posa rannicchiata, la mascella sporgente e il viso contrito in una espressione di terrore pazzesco. La mummia sembra fatta in simil cuoio e presenta ancora brandelli di tessuto. I geroglifici del cilindro appaiono riportati in testi esoterici antichissimi come il Libro di Eibon.

Per 50 anni il mistero della mummia rimane irrisolto, finendo per essere dimenticato. Nel 1931 un giornalista rinvigorisce l’interesse per la vicenda, specialmente da parte di occultisti di tutto il mondo. Si cominciano a movimentare circoli occulti e sette di tutto il mondo, alcuni stranieri esaltati iniziano a visitare la mummia e a venerarla: qualcuno sostiene addirittura che essa si stia muovendo impercettibilmente. Emerge un nome spaventoso: Ghatanothoa.

Dalla lettura di un tomo proibito si scopre che a Knaa, nel dimenticato continente di Mu, si trovavano le gigantesche vestigia delle città di basalto erette dagli esseri provenienti da Yuggoth.
Gli abitanti di Knaa sacrificavano ogni anno 12 guerrieri e 12 vergini a Ghatanothoa, un mostro terribile che si diceva essere in grado di pietrificare con lo sguardo, lasciando la vittima viva costretta a osservarlo.

Nell’anno della luna rossa (173.148 AC) Tyog, un sacerdote di Shub-Niggurath e guardiano del tempio di rame del capro dai mille cuccioli, produsse una pergamena in linguaggio Nakal con la pelle di un rettile estinto. Egli credeva lo avrebbe protetto dal potere pietrificante di Ghatanothoa. 

Si propose quindi di scalare la montagna e di scendere nei sotterranei della fortezza per scacciare il mostro. Questa missione, se avesse avuto successo, avrebbe decretato la fine dei privilegi accordati ai sacerdoti di Ghatanothoa.
Il grande sacerdote di Ghatanothoa, Imash-mo, per sabotare l’impresa, sottrasse a Tyog il suo rotolo e lo sostituì con uno falso inefficace.

Tyog partì per non tornare mai più. Si cementò nei secoli quindi l’idea che non bisognasse mai sfidare Ghatanothoa. Knaa continuò a decadere, fino a quando l’intero continente di Mu non sprofondò nell’oceano, portando con sé la montagna del mostro. Alcuni appartenenti del culto continuarono a esistere e tramandarono il ricordo di Ghatanothoa, compiendo atti orrendi in suo nome.

Nel frattempo Johnson nota che la mummia tende continuamente a compiere minuscoli movimenti, e diventa restio a esporla al pubblico, visto che attira pericolosi fanatici.

Una notta due cultisti tentano di forzare la mummia: uno viene trovato morto di terrore, e l’altro praticamente pietrificato. Con loro c’è un rotolo di pergamena simile a quello in possesso del museo. Con terrore, Johnson scopre che la mummia ora ha le mani abbassate e gli occhi spalancati.

Decide di analizzare con lente di ingrandimento gli occhi della mummia e impressa nella retina trova un’immagine che va via sbiadendo, la sagoma di un mostro enorme che lo sconvolge.

Il 5 dicembre 1932 ricominciano le effrazioni. Il museo decide di eseguire una vivisezione della ormai deteriorata mummia, e scopre con orrore che al suo interno vi è un cervello vivo e pulsante.

La faccenda viene messa a tacere. Il 22 aprile 1933 Johnson muore per un collasso cardiaco. Il mese prima scompare il tassidermista del museo e prima ancora l’anatomista della mummia viene pugnalato, segno che il culto di Ghatanothoa è ancora vivo e attivo.

Ghatanothoa spiegato

Gran parte delle informazioni relativa a Ghatanothoa provengono dal libro Culti Innominabili di Von Juntz.

Ghatanothoa e i Lloigor
giant octopus https://www.deviantart.com/ptitvinc/art/giant-octopus-767891024 by ptitvinc https://www.deviantart.com/ptitvinc – Creative Commons Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 3.0 License http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/

Il Grande Antico noto come Ghatanothoa risiedeva 200.000 anni or sono nel regno di Knaa,  nel continente di Mu, oggi inabissatosi nel Pacifico Meridionale, i cui resti sopravvivono come gli arcipelaghi della Melanesia e la Polinesia. 

Venne trasportato sul nostro pianeta dai Mi-Go di Yuggoth, e lì rimase anche dopo la loro scomparsa. 

Secondo S.T.Joshi, Lovecraft si riferiva però a una specie di Yuggoth più antica dei Mi-Go, quella menzionata in “Colui che sussurrava nelle tenebre”.

Non è noto il suo aspetto, siccome nessun uomo lo ha mai visto per poi raccontarlo in giro, e il tabù di Mu di non rappresentarlo mai era molto forte. Sappiamo però che ha delle dimensioni smisurate, è tentacolato, con proboscide e occhi di piovra, plastico, semiamorfo; è in parte squamoso e in parte rugoso. Ha un’accezione particolarmente maligna e intollerabile dalla ragione umana. Potrebbe essere in qualche modo legato a Cthulhu, a cui somiglia.

Nel Ciclo di Xothic di Lin Carter (nel racconto “La cosa nel pozzo”), Ghatanothoa è il primogenito di Cthulhu avuto da Idh-yaa sul pianeta Xoth; i suoi fratelli, in ordine di nascita, sono Ythogtha, Zoth-Ommog e Cthylla. Secondo certe fonti guidò una fazione di Xothiani in una guerra civile contro R’lyeh, che portò all’inabissamento di quest’ultima e di Mu. Nel Vatican Codex è associato a Yig.

Egli è collocato nei sotterranei della fortezza di basalto del monte Yaddith-gho, un ex vulcano spento, costruita secondo strane architetture, dove riflette in eterno, mai disturbato da nessun umano. Dimora all’interno di una stanza ciclopica adornata da idoli pazzeschi e disturbanti, alla quale si accede da una botola.

Secondo alcuni, se lasciato a lungo privo di sacrifici avrebbe finito per trascinarsi fuori dallo Yaddith-Gho e avrebbe portato la morte nel mondo circostante. Sembra di capire che si tratti di un nemico di Shub-Niggurath, siccome questa aveva dato al suo sacerdote modo di difendersi da esso.

Egli è tanto orribile e malvagio che la sua sola vista – anche solo quella di un suo idolo o di una sua raffigurazione – trasforma il malcapitato in una sorta di mummia vivente fatta di una sostanza fibrosa simile al cuoio, a meno che la vittima non sia protetta da una pergamena magica. 

Fatto ancora più straziante è che il cervello della vittima rimane vivo e in funzione, costretto a ricordare per l’eternità quell’orrore e a diventare pazzo senza possibilità di scampo.

La  vittima può solo sperare che il caso porti il guscio a deteriorarsi e finalmente il cervello a morire. L’unico rimedio alla pietrificazione consiste nel rotolo autentico di Tyog: esso infatti può sia proteggere dalla pietrificazione che sciogliere dall’incantesimo anche una mummia rimasta tale da milioni di anni.

Nel gioco di ruolo de Il richiamo di Cthulhu si specifica che il suo corpo è cosparso di sfere simili a occhi e si manifesta con delle radici che emergono dal suolo: il potere pietrificante funziona anche al buio e se la vittima a portata di vista copre gli occhi.

La religione di questo “demone patrono” era all’epoca molto in vista e contemplava 100 sacerdoti: si credeva che essi fossero gli unici in grado di trattenere il mostro dall’uscire e portare morte per il mondo. Il loro arciprete era più importante del re. Tali preti avevano centinaia di schiavi e l’immunità dalle leggi del Paese, e organizzavano i sacrifici umani per placare il mostro. Si trattava infatti di un culto volto non a risvegliare il Grande Antico, bensì a tenerlo sempre confinato, placandolo con sacrifici umani.

Dopo l’inabissamento di Mu, il culto di Ghatanothoa sopravvisse in Atlantide, altopiano di Leng, K’n-yan, Egitto, Caldea, Persia, Africa, Messico e Perù, stringendo legami con la stregoneria europea. 

Nonostante le persecuzioni il culto non si estinse ma proseguì in maniera segreta e sopravvisse nell’estremo oriente e nelle isole del Pacifico.

Si dice che i suoi officianti – e in particolare qualcuno chiamato Nagob –  oggi abbiano tra le mani ancora il rotolo originale di Tyog, ma non è rimasto più nessuno capace di decifrare i suoi simboli.

I Lloigor spiegati

I lloigor compaiono nel racconto “Il ritorno dei Lloigor” di Colin Wilson del 1969.
Il loro nome è lo stesso di quello del dio Lloigor, gemello di Zhar, inventato da August Derleth, che potrebbe essere un loro progenitore.
Nel racconto viene riportato che nelle ere antiche erano presenti sul continente di Mu al servizio di Ghatanothoa, il “dio di pietra”. Questi esseri, detti “gli invisibili dalle stelle” provengono da Andromeda e si stanziarono prima a Lemuria e poi a Mu.
Si dimostrarono esseri crudeli che assoggettarono gli umani, punendo quelli riottosi con amputazioni e alterazioni grottesche. Con il tempo caddero in decadenza e si ritirarono sottoterra e negli abissi oceanici, ove oggi sopravvivono.

Le stirpi dei discendenti umani dei Lloigor di Mu ancora oggi servono tali creature. In tali famiglie si ripresentano fenomeni di suicidio e malattie mentali. Comunità di servitori si riscontrano nel Galles, in Libano, Iraq e nel Rhode Island. Si parla di loro nei miti di Haiti, della Polinesia e del Massachusetts, anche in relazione a Ithaqua.

Vengono descritti come “dei vortici di potere vivente” dalla connotazione annichilatrice, presumibilmente in grado di apparire a fatica a un livello superiore al sottosuolo, perciò agiscono perlopiù creando incidenti anche mortali.

Talvolta si manifestano con il corpo fisico di mostruosi rettili alieni, evidentemente alla base delle leggende di draghi e serpenti marini.

Essi sono descritti come esseri di “puro pessimismo”, vale a dire come concretizzazione fisica del principio nichilistico a un livello tale da essere incompatibili con la vita sulla Terra.
Per spiegare meglio con un esempio, gli esseri umani – per quanto possano cadere nella depressione e nello sconforto – conservano sempre una scintilla di speranza e di fiducia nel futuro inconoscibile, una sorta di motore che li spinge ad andare avanti anche quanto puntualmente le loro speranze vengono smentite.

I Lloigor invece sono scevri da qualsiasi motivazione od obiettivo puramente basato su illazioni.
Non hanno immaginazione, inconscio o freni che li inibiscono.
Hanno una visione “pura” della impietosa realtà al punto tale che sono incompatibili persino con lo stesso pianeta Terra, la cui struttura è “in ascesa” e perciò basata su una speranza di crescita.

Poiché non riescono a vivere all’infinito in questo mondo hanno, secondo una teoria, creato la razza umana per avere degli esseri da e agire in loro vece. Il loro dominio è tremendo, chiunque non obbedisca ai loro ordini può essere punito con la comparsa di tentacoli cancerosi sul proprio corpo.

La loro aura di pessimismo cosmico accompagnato da mestizia e malinconia li rende incomprensibili dagli umani. La loro mente non presenta stati di coscienza, non dimenticano e non immaginano alcunché.

Si servivano un tempo dei Kthatans e ai giorni nostri di agenti umani che non sono però molto al dentro dei loro piani, anche perché il contatto telepatico con queste creature conduce al suicidio. Le zone da loro infestate presentano alto tasso di crimine e degradazione.

Agiscono in genere dal sottosuolo provocando fenomeni magnetici, e se hanno bisogno di maggiore forza la assorbono dalla ignara popolazione circondante, al punto da essere in grado di fare sparire degli aeroplani come nel caso degli UFO.

Nella cultura popolare

Nel popolare telefilm giapponese “Ultraman Tiga”, nell’episodio finale l’eroe Daigo affronta una versione di Ghatanothoa chiamata Gatanathor.

Questi è un dio antico che un tempo risiedeva nella città sottomarina di R’lyeh e che aveva immerso il mondo nell’oscurità.  L’eroe non è forte quanto il mostro nemmeno nella sua forma Ultraman Tiga. Per fortuna la luce dell’umanità lo fa risorgere come Glitter Tiga e sconfigge Gatanathor.

In questa versione Ghatanothoa è rappresentato come un kaiju dal guscio simile a un ammonite con delle appendici simil granchio.

Ghatanothoa appare come giovane ragazza nell’anime Nyaruko: Crawling with Love che parodizza i Miti di Cthulhu.
Nel romanzo “Dying Bites,” di Don DeBrandt, Ghatanothoa appare come un Dio Antico evocato per rimodellare il mondo.

Nei fumetti “La lega degli straordinari gentlemen” di Alan Moore e “Zenith” di Grant Morrison, Lloigor è un termine utilizzato per indicare i Grandi Antichi. Vengono menzionati nella Trilogia degli Illuminati di Shea e Wilson.

Nell’universo espanso della serie televisiva Doctor Who, i Lloigor  sono sostanzialmente degli equivalenti dei Grandi Antichi, e il loro principale esponente è l’Animus.

Nel gioco RPG Diablo, appaiono Zhar e Lloigor.

E con questo è tutto. Noi ci vediamo alla prossima.

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