Google SGE (Search Generative Experience) e il prossimo passo dell’evoluzione di Google che promette di rivoluzionare la vita di chi fa SEO (e non).
Leggi tutto: Google SGE e le strategie salva-traffico per i SEOCos’è Google SGE?
Google SGE è una nuova feature del noto motore di ricerca. attualmente in fase di testing, che consiste nel fornire mediante l’intelligenza artificiale risultati alle ricerche degli utenti ancora più completi e informativi. Non è ancora nota una data di rilascio nel resto del mondo.
SGE funziona analizzando il contenuto del web e identificando i punti salienti di ciascun argomento. Quindi, utilizza l’intelligenza artificiale per generare un breve riassunto di questi punti salienti, insieme a link a risorse più dettagliate. Tale riassunto viene fornito agli utenti assieme a link di approfondimento,.
Google SGE è il primo processo di ricerca interattivo in grado non soltanto di rispondere nel giro di pochi secondi, ma anche adottando un linguaggio conversazionale. Il tutto con un tono più colloquiale che sarà familiare a coloro che già si servono di chatbot per ottenere una risposta diretta alle proprie richieste.
Google SGE: quali cambiamenti in arrivo per la SEO?
Questa nuova funzionalità delle serp ovviamente è carica di aspettative e curiosità, ma anche di preoccupazioni da parte di SEO e webmaster. SGE non dovrebbe attivarsi per query attinenti ai settori YMYL (finanza e salute in primis), siccome i contenuti redatti da soggetti umani con esperienza risultano ancora essere più affidabili. In alcuni casi Google lascia che sia l’utente a decidere se desidera vedere un riassunto generato dall’IA, in altri casi questa opzione è assente. Ma per tutto il resto?
Questa nuova modalità generativa di risultati appare molto promettente in fatto di ricerche commerciali e locali complesse, offrendo informazioni approfondite su prodotti e servizi. Gli utenti troveranno informazioni in modo più rapido e semplice, ad esempio in fatto di prodotti ecommerce da acquistare.
Come puoi immaginare, astrattamente l’IA di SGE si pone in grado di rispondere a gran parte delle ricerche degli utenti, e non solo. Nelle ultime settimane stiamo assistendo alle continue evoluzioni di questa tecnologia che comprendono anche:
- generazione di immagini IA a partire da comandi testuali
- estrazione di risposte dai video
- suggerimenti per gli acquisti
- comparazione tra prodotti
con conseguente riduzione di impressions, click e ranking.
Le notizie per i SEO non sono però del tutto negative. I test più recenti mostrano, rispetto alla versione iniziale, un incremento di link e citazioni di fonti all’interno dei risultati prodotti dall’IA, riducendo almeno in parte le preoccupazioni dei webmaster sulla sorte del traffico organico.
Che fine farà il traffico organico, se Google inizierà a rispondere direttamente alle ricerche delle persone? Certo, da un punto di vista è quello che già sta facendo con i featured snippet. Per quanto mi riguarda, il traffico per le query generiche e che possono essere riassunte in poche righe di testo è già morto, e da anni. Ma dobbiamo pensare che, realisticamente, i risultati organici avranno sempre minore visibilità in serp, spinti in basso dalla nuova configurazione.
Per non parlare dello spazio dei risultati organici che verrà sacrificato in favore di quelli a pagamento.
Molto probabilmente, Google finirà per implementare un sistema di annunci pubblicitari che sostituirà o più facilmente si aggiungerà a quelli attuali, per incrementare i ritorni economici atti a remunerare questa nuova tecnologia.
Inoltre Google ha di recente rilasciato la funzionalità “SGE while browsing” che permette di interagire con la IA mentre si sta navigando una pagina.
Allo stesso tempo, però, uno scenario apocalittico non è verosimile. Google ha bisogno che le persone continuino a produrre contenuti freschi e di qualità per alimentare le proprie IA, quindi occorre mantenere una qualche forma di remunerazione per sostenere e incentivare chi genera risorse.
Certo, non sappiamo quando la nuova serp autogenerata verrà rilasciata a tutti gli utenti di Google, la forma che adotterà rispetto a quella che vediamo attualmente, se essa permarrà a tempo indefinito (ciò non è scontato e dipenderà dal gradimento o meno che riceverà dal pubblico). Certo, la portata degli investimenti ci induce a pensare che la ricerca del prossimo futuro sarà destinata a essere soddisfatta in larga parte dalle AI, come ci stiamo già abituando a fare con gli assistenti alla scrittura quali Google Bard e ChatGPT.
Non tutti i segnali sono negativi per la SEO, comunque.
Non è detto che le fonti a supporto della SGE siano sempre i siti che si posizionano subito al di sotto dello snapshot generato dall’IA.
Alcune news riportano che i siti riportati come fonti dalle risposte autogenerate in serp non provengono tutti dai soliti risultati nelle prime 1-5 posizioni, ma addirittura dalla seconda e terza pagina, il che li renderebbe addirittura più visibili per gli utenti di quanto non lo siano attualmente.
Questa possibilità ci invoglia a lavorare maggiormente per ripensare la nostra strategia ci comunicazione, per creare contenuti in grado di arrivare all’attenzione delle persone anche in un mondo in cui le IA sembrano in grado di rispondere a ogni nostra esigenza.
Quello che è certo, è che le regole del gioco stanno per cambiare.
Come salvaguardare il traffico organico con Google SGE – Alcune strategie
Focalizzazione sull’intento di ricerca
I nostri contenuti ai tempi della SGE dovranno essere ripensati maggiormente intorno all’intento di ricerca delle persone, sia per attuare un maggior tasso di conversione, sia per tentare di eleggerli a comparire tra le fonti restituite dalla serp autogenerata.
Il nostro piano editoriale dovrà essere rivisto per scendere maggiormente in profondità. Dovremo esplorare topic più focalizzati attorno all’intento di ricerca del nostro utente-tipo. La nostra stessa esperienza potrà guidarlii nell’esplorare argomenti che il lettore potrebbe non conoscere a priori.
Anche se utilizzi chatbot per generare i tuoi contenuti (secondo Forbes, lo fa il 73% dei marketer) assicurati di fornire un contributo umano al risultato che lo elevi sopra il livello medio dei testi prodotti dalle IA. John Mueller ha dichiarato che testi generati dalle intelligenze artificiali che non apportano un reale valore aggiunto potrebbero essere equiparati a dello spam.
Inoltre, se una IA è in grado di fornire le tue stesse risposte, a cosa serve visitare il tuo sito web?
Ottimizzazione per featured snippet
Ricordi i famosi featured snippet che una volta (ah, bei tempi!) erano la nostra principale preoccupazione in fatto di traffico mangiato dalle serp? Bene, la SGE promette di essere la versione sotto steroidi di quelle ‘simpatiche’ funzionalità. E oggi, come allora, alla fine abbiamo l’interesse a venire loro incontro per assicurarci una preziosa finestra di visibilità.
Possiamo partire dalle buone pratiche per l’ottimizzazione dei contenuti per i featured snippet: rispondere in maniera concisa alla domanda che muove l’utente, senza giri di parole, senza nascondere le informazioni in mezzo al testo solo per costringere il lettore a scrollare la pagina. Un linguaggio semplice, conversazionale, e una call to action ci aiuteranno a finalizzare questi contenuti verso le conversioni.
Fornire una migliore esperienza utenti
L’esperienza di navigazione dovrà essere parimenti soddisfacente. I tempi di caricamento devono essere perlomeno accettabili da mobile, meglio se eccellenti. Bando al consumo di risorse inutili, alle immagini troppo pesanti, agli annunci pubblicitari che interrompono la navigazione. Il layout dovrebbe essere possibilmente pensato in accordo con il tipo di contenuti che si intende offrire agli utenti.
Ottimizzazione per ricerche vocali
I nostri contenuti dovranno essere rivisite per risultare più user friendly e più vicini allo stile conversazionale delle persone, in modo da avvicinarsi a questo nuovo paradigma delle ricerche.
Autorevolezza
La nostra produzione di contenuti dovrà essere pensata per portare il brand ad alti livelli di visibilità. Questo si potrà raggiungere attraverso diverse strategie:
- content marketing
- link building
- ricorso a influencer visibili nella propria nicchia (TikTok, Instagram, ecc.)
Schemi strutturati
Come in precedenza, si riconferma l’importanza di ricorrere in modo opportuno ed esaustivo ai dati strutturati per aiutare il motore di ricerca a contestualizzare correttamente i nostri contenuti, così come assicurarsi che i contenuti siano legati alle altre entità del sito.
Risposte multimodali
La serp SGE sembra progettata per rispondere alle esigenze degli utenti con diversi formati di contenuti: testi, immagini, video. Ciò significa che anche i brand dovranno imparare a essere presenti sotto diverse angolazioni per assicurarsi di raggiungere gli utenti lungo il sempre più complesso messy middle.
Embeddare i video all’interno di pagine e landing può servire a renderla più rilevante anche per le ricerche orientate verso contenuti visivi.
Grazie ai tool di intellugenza artificiale, come Midjourney e le sue alternative, possiamo generare immagini rispondenti alle nostre necessità in breve tempo e a costi contenuti. Software come Haygen ci permettono addirittura di creare video animati a partire da semplici descrizioni testuali.
Le novità di SGE per la SEO – In conclusione
Google SGE promette di essere una tecnologia rivoluzionaria in grado di cambiare le abitudini di ricerca di tutto il mondo. I SEO e i professionisti del marketing digitale dovranno adattarsi a questo nuovo paradigma, come hanno già fatto negli anni passati.
Anche questa volta, la SEO non morirà, anzi. Le sfide da vincere per assicurare la visibilità ai siti web senza pagare in annunci pubblicitari si innalzeranno, per cui occorrerà formarsi continuamente per essere in grado di cavalcare le onde, e di non esserne travolti.