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Il Guardiano della Soglia e le collaborazioni postume Lovecraft-Derleth

Febbraio 12, 2022 · Leave a Comment

August Derleth (1909-1971) – corrispondente e amico letterario di Lovecraft – è stato uno scrittore piuttosto prolifico che in vita ha realizzato qualcosa come 150 libri; lo stesso Lovecraft lo aveva definito “il più dotato tra i suoi discepoli”. 

Derleth non fu editore di Lovecraft in vita ma solo dopo la sua morte e i due si scambiarono centinaia di lettere (vedi “Essential Solitudine: The letters of H.P. Lovecraft and August Derleth” edito Hippocampus Press) all’insegna di un sincero sentimento di amicizia quasi padre-figlio (al punto che HPL si riferiva all’altro con l’appellativo “son”, figliolo).

Resosi conto del valore di Lovecraft come scrittore, fondò con Donald Wandrei la Arkham House, una piccola ma agguerrita casa editrice che pubblicò molte delle sue storie contribuendo, a partire dalla raccolta “The outsider and Others”, a farle conoscere fuori dal circuito delle riviste popolari. Derleth raccolse un’enorme quantità di materiale epistolare che Lovecraft aveva prodotto con i suoi diversi corrispondenti, dando vita a una corposa selezione di lettere e appunti che ha permesso di conoscere molto più a fondo l’uomo oltre lo scrittore.

Le collaborazioni postume di August Derleth si basano su estratti di lettere, appunti, scalette, racconti incompiuti di Lovecraft espanse dal primo fino a realizzare delle opere complete.

I racconti in questione si pongono in continuità con quanto descritto da Lovecraft nelle proprie opere, in molti casi citando espressamente fatti avvenuti in “L’orrore di Dunwich”, “La maschera di Innsmouth” e altre opere.

Le sostanziali differenze con il ciclo precedente – oltre all’introduzione di nuove entità create da Derleth come Ithaqua e Cthugha – consistono nell’affermare che i Grandi Antichi – emanazioni del male – hanno combattuto e perso una guerra contro gli Dei Antichi – emanazioni del bene – e che essi sono divisi secondo uno schema ripreso dai quattro elementi classici. Inoltre Derleth afferma che il Segno degli Antichi è un simbolo magico che tiene i Grandi Antichi inattivi, e varie storie ruotano attorno alla sua presenza per tenere lontani gli orrori preumani.

Queste scelte sono ancora oggi molto invise dai fan: altri scrittori come Clark Ashton Smith fecero presente che tale dualismo cristiano era del tutto fuori posto in un cosmo amorale come quello rappresentato da Lovecraft.

Stando a Massimo Guzzinati, il “revisionismo editoriale” di Derleth si spinse al punto di riscrivere racconti di Lovecraft ancora in fase embrionale, applicando le sue elaborazioni personali al materiale originario: farebbero esclusione solo “La lampada di Alhazred” e la raccolta “Tales of the Cthulhu Mythos”.

Si tratta quindi di una netta revisione dell’ottica dell’autore originale: Lovecraft non era certo un amante della narrazione cristologica, mentre Derleth, da credente, decise di introdurre una dicotomia tra bene e male di stampo cristiana più vendibile verso il grande pubblico. Sulla liceità di questa scelta e sulle motivazioni alla sua base si discute ancora oggi.

Le collaborazioni postume comunque sono molto debitrici dell’autore originale: sono presenti vari personaggi che nel nome o nelle caratteristiche riproducono Lovecraft, e nella poesia “Providence: due gentiluomini s’incontrano a mezzanotte” Derleth immagina un incontro tra Poe e Lovecraft.

A seguire raccontiamo la trama delle collaborazioni postume tra Lovecraft e Derleth.

Il guardiano della soglia - Collaborazioni postume Lovecraft-Derleth
Contenuti Nascondi
1 Il guardiano della soglia
1.1 L’ultimo degli Charriere
1.2 Il giorno di Wentworth
1.3 L’eredità dei Peabody
1.4 La finestra della mansarda
1.5 L’antenato
1.6 L’ombra venuta dallo spazio
1.7 La lampada di Alhazred
1.8 La stanza sbarrata
1.9 Il pescatore di Falcon Point
1.10 La conca delle streghe
1.11 L’ombra nella soffitta
1.12 I fratelli delle tenebre
1.13 L’orrore della campata centrale
1.14 L’argilla di Innsmouth
1.15 Post simili:

Il guardiano della soglia

“Il guardiano della soglia” è un romanzo scritto da August Derleth basato su alcuni frammenti realizzati da Howard Phillips Lovecraft, pubblicato per la prima volta nel 1945 dalla Arkham House. Sebbene sia proposto come una “collaborazione postuma” tra i due autori, secondo S.T.Joshi soltanto 1.200 parole su 50.000 sono nate dalla penna di Lovecraft.

Derleth riportava di avere utilizzato due frammenti letterari di Lovecraft che risultano essere “La torre circolare” e “Di stregonerie compiute nel New England da demoni in forma non umana”, ma dovrebbe essere incluso anche uno intitolato “La Finestra a rosone”. 

“Stregonerie Malvagie” è un testo fittizio inventato da Lovecraft che Derleth ha ambientato nel 1788 anziché nel 1684.

Secondo E. F. Bleiler costituisce la migliore opera di Derleth di genere lovecraftiano anche se l’atmosfera del New England non è pienamente riuscita. Joshi sostiene che ha un inizio convincente anche se rovinato dall’ottica bene contro male che assume nel corso della storia.

Curiosità: nel film tratto da 22/11/1963 di Stephen King, è possibile notare “Il guardiano della soglia” tra i titoli di lettura consigliati.

Fuori Arkham si estende il bosco dei Billington, che leggende locali associano a cupe dicerie in particolare in relazione a una antica torre e a un cerchio di pietre, e del loro proprietario a inizio XIX secolo, Alijah Billington, e al suo antenato del XVII secolo, Richard Billington.

La tenuta nel 1921 viene ereditata da Ambrose Stewart, che si dice somigliare al vecchio Billington, il quale aveva al suo servizio un indiano di nome Quamis intento in strani riti. 

A un certo punto Quamis scomparve e Alijah se ne andò in Inghilterra, dopo che si udivano strane grida provenienti dal bosco.

Le istruzioni che Dewart ha ereditato comprendono il fare sì che l’acqua continui a scorrere intorno all’isola nel fiume Miskatonic, di non aprire una certa porta, di non toccare la finestra, di non disturbare le rane e di non alterare la torre. La torre presenta strane incisioni e sembra scendere in profondità. 

Nel manoscritto “Delle stregonerie compiute nel New England da demoni in forma non umana”” apprende di Richard Billington, sospettato di compiere stregonerie, e che affermava di essere perseguitato da una Cosa che aveva richiamato dal cielo. Tempo dopo Billington – che teneva contatti con un certo Jonathan Bishop di Dunwich interessato alle stesse pratiche – scomparve e gli indiani demolirono il cerchio di pietre. A quanto pare essi avrebbero rinchiuso in una buca un demone e lo avrebbero sigillato con il Segno degli Antichi. Esso viene descritto come un rospo enorme o come un essere etereo di nome Ossadagowah, figlio di Tsathoggua, e gli indiani sapevano come evocarlo e come imprigionarlo. Richard Billington sembrerebbe essere stato portato chissà dove…

Nella relazione di un certo reverendo Phillips si parla di una donna che nel 1787 dette alla luce un essere né bestia né uomo, con un aspetto simile a quello di Richard Billington. Un giornalista che con Phillips aveva denunciato strani rumori nel bosco di Alijah Billington finisce scomparso.

Esaminando le lettere del suo trisavolo verso un tale di Dunwich viene a sapere di strani riti e della scomparsa di alcuni soggetti legati a essi.

Terrorizzato dall’atmosfera che la circonda decide di chiedere a suo cugino Stephen Bates di venirlo a trovare per aiutarlo, ma già mentre imposta la lettera sente un forte impulso a non farlo.

Quando Stephen Bates lo raggiunge trova il cugino del tutto interessato a dissimulare la sua precedente tensione e ad allentare i suoi sospetti, per farlo ripartire il prima possibile, oltre che molto al corrente delle antiche tradizioni del luogo. Una notte lo trova intento a pronunciare riferimenti a Yog-Sothoth e Nyarlathotep.

Dall’analisi del “Delle Male Stregonerie” scopre che Richard Billington, fomentato da un consigliere indiano, aveva eretto nel bosco un circolo di pietre chiamato Luogo di Dagon dove teneva riti di magia.

Sembra quindi che ai tempi di Richard, del suo discendente Alijah e ora siamo sempre di fronte a un circolo di pietre e a uccisioni inspiegabili. Dewart si reca a parlare con il dottor Armitage Harper che gli fa presente strane somiglianze tra Richard e Alijah Billington, entrambi dediti a riti preoccupanti, il primo fuggito in Inghilterra e il secondo finito chissà dove.

Interrogando una vecchia di Dunwich, Bates viene a sapere del Padrone – termine con cui si riferisce a Richard e a Alijah – che evocava la Cosa della soglia, e al fatto che alcuni possiedono il Segno degli Antichi.

Una notte Stephen osserva dalla finestra con il rosone Ambrose compiere un’evocazione presso la torre e venire raggiunto da una presenza terrificante con tratti di rospo e di piovra circondata da flautisti, alla cui visione sviene. Inoltre lo sente parlare con qualcuno che lo definisce Padrone, e con cui collabora per attuare il loro ritorno.

Bates viene indirizzato al dottor Lapham Seneca, che gli parla del mito dei Grandi Antichi, esseri antichissimi immuni allo scorrere del tempo banditi da un qualche genere di Dei Antichi. A quanto pare la torre contiene una pietra contrassegnata con il Segno degli Antichi che serve a tenere a bada queste creature. Evidentemente Richard Billington era stato influenzato dalla forza disincarnata di Alijah che permeava nella zona, ma a un certo punto lo aveva ripudiato e aveva rimesso la pietra con il segno al suo posto.

Richard ora controlla Ambrose e cerca di spingere Bates a rimuovere la pietra per suo conto, alleato con lo stesso Quamis che lo serviva un tempo, ancora in vita dopo duecento anni.

Bates sparisce, a quanto pare a causa di qualcosa di indescrivibile simile a un conglomerato di soli.

Lapham  e il suo assistente si recano alla torre ed eliminano Dewart e Quamis, demoliscono il cerchio di pietre, la torre (preservando la pietra con il Segno), distruggono la finestra con il rosone e portano via i libri blasfemi. Il tutto con la tremenda presenza del Guardiano della soglia, l’osceno Yog-Sothoth, che permane poco oltre il visibile…

L’ultimo degli Charriere

Un antiquario di nome Alijah Atwood nel 1930 decide di affittare a Providence casa Charriere nell’attraente stile di Quebec del XVII secolo.

Charriere era un chirurgo francese morto tre anni prima, che ha lasciato indicazioni per preservare la sua casa dopo la sua morte: vi sono notizie molte vaghe di un erede che potrebbe reclamarla: la sua lapide però non riporta la data di nascita. Si sa di un suo omonimo, che però è vissuto nel XVII secolo. Chi lo ha conosciuto in vita lo ricorda come molto vecchio è sempre intento a studiare i rettili.

Atwood nella casa percepisce la presenza di un intruso, vestito come Alijah ma accompagnato da umidità di rettile. Dall’analisi delle sue carte risulta un interesse morboso verso certi esseri chiamati Abitatori del Profondo, dotati di una longevità innaturale. Antichi tomi proibiti sembrano essere stati utilizzati per scoprire come replicare tali prodigi biologici mediante incisioni ed estensioni della pelle. Il protagonista spara all’intruso, e poi si rende conto che è lo stesso Charriere nato nel 1636 e morto nel 1927. E che sarebbe vissuto ancora in una nuova forma da sauro, nell’identità del suo fantomatico successore…

Il giorno di Wentworth

1927. Fred Hadley è un commesso viaggiatore che, per sfuggire alla pioggia che lo coglie nei dintorni di Dunwich, si rifugia a casa di un certo Amos Stark. Il vecchio gli spiega che quello è il giorno di Wentworth. 5 anni prima aveva ricevuto in prestito dei soldi da Nahum Wentworth con la promessa di restituirli a tempo debito con gli interessi; Nahum però è morto durante un incidente di caccia (provocato possibilmente da Amos stesso) e Stark ride all’idea che possa presentarsi comunque a pretendere i soldi, che comunque non ha più.

Quella notte Hadley vede Stark strangolato da uno scheletro. Sembrerebbe un’allucinazione, ma le dita scheletriche oltretutto si staccano dalla gola per tornare dal loro proprietario…

La storia ha un adattamento a fumetti ad opera della E.C. Comics per la rivista Creepy (in Italia: Zio Tibia colpisce ancora).

L’eredità dei Peabody

Il narratore eredita una casa del XVII secolo a Wilbraham appartenuta al suo bisnonno Asaph Peabody: il corpo di questi stranamente è sepolto a faccia in giù (pratica riservata ai sospetti stregoni), e lo sistema correttamente. Nella casa trova una stanza segreta, e viene a sapere che in città avvengono sparizioni di bambini, proprio come ai tempi in cui Asaph era in vita: i locali quindi vedono di cattivo occhio i Peabody. In effetti il narratore trova nascosti in casa i resti di ossa di bambini, che provvede a fare sparire, e scopre che l’antenato era accompagnato da un gatto nero, che inizia a vedere anche nei sogni di oscure celebrazioni alle quali è chiamato a partecipare.

Nota con orrore che il cadavere del bisnonno sta tornando ad avere carne intorno alle ossa, e lo brucia. Poi spara al gatto nero che lo segue, chiamato Balor, un demone infernale, e si chiede se anche lui un giorno verrà rivoltato nella tomba…

La finestra della mansarda

1924. Il protagonista va a vivere con suo cugino Wilbur Akeley (entrambi imparentati con Henry Akeley di “Colui che sussurrava nelle tenebre”) nella sua casa nei pressi del Picco di Aylesbury. Nota che nella parete meridionale è stata collocata una finestra rotonda con uno strano vetro opaco che il proprietario dice essere un “vetro di Leng proveniente dalle Iadi”. Dalla sua stanza il narratore sente rumori molto strani. Wilbur lascia indicato nel testamento di eliminare certi documenti e di distruggere la finestra. Tra i suoi appunti trova resoconti di terre arcane e di varie epoche storiche che descrive come se le vedesse, e un sigillo magico, il Segno degli Antichi.

Applicandolo la finestra si attiva e spalanca la visuale di un mondo abitato dai terribili Abitatori delle sabbie. Il collegamento si interrompe prima che le presenze penetrino nel nostro mondo. Il narratore vorrebbe pensare di essersi sognato tutto, ma è rimasto un tentacolo lungo tre metri…

L’antenato

Il narratore va a trovare suo cugino Ambrose Perry che vive isolato in Pennsylvania. Questi è un medico non convenzionale che ha trovato un modo per risalire ai ricordi primevi dell’essere umano fino all’epoca preistorica. Il cugino ne trascrive i ricordi che riesce a rievocare e nota che sta degradando fisicamente e mentalmente.

Un giorno rileva dal laboratorio un odore tremendo e il cane sembra impazzito. La bestia addenta a morte un essere grasso e dall’odore tremendo. Un essere che è proprio Ambrose, il cui corpo è tornato al livello delle creature preumane che un tempo abitavano la Terra…

L’ombra venuta dallo spazio

1933. Nathaniel Corey è uno psicologo che ha in cura Amos Piper, il quale dall’oggi al domani ha perso tutti i ricordi della sua vita precedente, manifestando però capacità di apprendimento ragguardevoli e l’intento di visitare terre misteriose.

Nel corso delle sedute racconta che sogna di avere lavorato in una enorme libreria, con il costante terrore di guardare il proprio corpo, in quanto la sua mente era stata collocata in un membro della Grande Razza di Yith. Gli alieni temono di essere invasi da Hastur del lago di Hali e programmano di spostarsi nei corpi di esseri del futuro, tramite una particolare macchina.

Le sue condizioni mentali peggiorano continuamente e sente di essere spiato dagli alieni. A un certo punto si aggrega a una spedizione verso il deserto di Arabia, che sparisce nel nulla.

Corey sente di essere seguito da un soggetto con gli stessi atteggiamenti di Piper.

La polizia trova entrambi intenti a distruggere gli appunti delle visite di Piper, ma in maniera inconcludente, come se Corey e l’altro non capiscano più come servirsi di arti umani…

La lampada di Alhazred

Ward Phillips è uno scrittore di scarso successo che sbarca il lunario correggendo bozze altrui. È così povero che per avere luce si serve di un’antica lampada ad olio lasciatagli da suo nonno Whipple. Tramite essa comincia a visitare luoghi di epoche e mondi remoti.

Con il passare degli anni i suoi racconti vengono pubblicati e diventano patrimonio della fantasia collettiva. Alla fine la lampada illumina le radure della sua infanzia nelle quali Ward è felice di entrare. Nessuno ne saprà più niente, e di lui resterà una obsoleta lampada ad olio…

La stanza sbarrata

Abner Whateley si reca a Dunwich in quanto ha ereditato dal nonno una casa fatiscente. Tra gli scritti del nonno trova l’ordine perentorio di distruggere i resti di un mulino e qualsiasi cosa vivente, per quanto piccola, che possa trovare al suo interno. Ricorda che un tempo aveva sentito parlare di sua zia Sarah, probabilmente dall’aspetto orribile siccome veniva nutrita a distanza e tenuta chiusa nella sua camera. Nella sua camera però non trova nessuno, soltanto odore di pesce e un piccolo rospo.

Dai suoi parenti di Dunwich viene a sapere che Sarah una volta era andata a trovare dei suoi consanguinei a Innsmouth. Nella camera di Sarah trova impronte strane che escono, più piccole di quelle che vi rientrano. Scopre che nessuno ha voglia di demolire il mulino e che sul legame tra Sarah e i Marsh di Innsmouth gravano terribili voci, come quella che li vede intenti a nuotare fino alla Scogliere del Diavolo. Sembra che il padre di lei a un certo punto l’abbia rinchiusa per punirla, si riscontrava una moria di bestie nei dintorni e un’affluenza di rane, e si parla di una “dieta opportuna per mantenere il peso”.

Abner percepisce che qualcosa di rivoltante è entrato in camera di Sarah e sente che nei dintorni è stata avvistata una cosa duttile come una gelatina. L’orrore lo coglie quando in camera di Sarah trova un essere gonfio simile a un batrace, alla cui vista fugge terrorizzato.

Un essere che altri non è che suo cugino Ralsa, il figlio di Sarah e di un Marsh, che suo nonno aveva tenuto imprigionato e denutrito al punto di rimpicciolirsi, anziché essere libero di ricongiungersi negli abissi con i suoi simili Abitatori del Profondo.

Il pescatore di Falcon Point

A Falcon Point, vicino Innsmouth, vive un pescatore di nome Enoch Conger, che racconta di avere visto un essere simile a una sirena vicino alla Scogliera del Diavolo. Anni dopo viene trovato ferito, ma scompare misteriosamente dalla sua abitazione: dalla sua casa sembrano uscire orme palmate piuttosto appesantite. Qualcuno vede degli esseri un po’ umani e un po’ anfibi nuotare verso la Scogliera del Diavolo, tra cui qualcuno che sembra Enoch…

La conca delle streghe

1920. Il narratore è un educatore di Arkham e viene a conoscenza di Andrew Potter, un giovane che vive con la famiglia nella Conca delle streghe. Parlando con i retrogradi genitori ha quasi l’impressione che gli leggano nella mente. Sembra che un loro parente, Wizard Potter fosse connesso a Wizard Whateley di Dunwich, e che avesse evocato nella Conca delle streghe qualcosa di tentacolato dal cielo. Un suo collega gli fornisce una serie di sigilli con il Segno degli Antichi esortandolo a collocarli sui Potter.

Attaccata in questo modo, la signora Potter si de-evolve a una cosa non di questo mondo, e riparte verso le stelle. E il narratore non ha nessuna voglia di saperne di più sulla sua origine…

L’ombra nella soffitta

Uriah Garrison era un soggetto inquietante che viveva nella sua casa ad Arkham con la governante. Il suo pronipote Duncan ne eredita la proprietà e ci va a vivere con la sua fidanzata, che ha una naturale repulsione per l’abitazione. Percepisce la presenza di una donna nuda nel loro letto che non può essere Rhoda e scopre che il prozio si interessava di stregoneria.

Duncan ha l’impressione di vedere in casa la governante, che non sembra invecchiata da anni.

La fidanzata sospetta che in quella casa alberghi una succube, e la incendia per liberare il fidanzato da quel tremendo processo che avrebbe potuto portarlo a diventare come Uriah.

I fratelli delle tenebre

Arthur Phillips ama passeggiare per Providence, ed è ben felice di avere trovato in Rose Dexter una ragazza con le sue stesse passioni. Una notte vengono raggiunti da un uomo vestito come Edgar Allan Poe, e persino simile a lui. Questi e dei suoi congiunti (che sono identici a lui) si propongono di insegnargli segrete verità sul cosmo, e gli mostrano il mondo della Grande Razza di Yith. Phillips è turbato dalla rivelazione e indaga sulla natura degli esseri, che sembrano interessati alla ragazza. Penetrato nella loro abitazione trova la ragazza sotto teca mentre un suo duplicato sta venendo creato.

Forse lo scopo degli alieni non è quello di combattere gli umani ma di sostituirsi a loro!

Libera la ragazza, ma in seguito lo assale il dubbio di avere o no preso la vera Rose.

Tempo dopo si viene a sapere che Rose Dexter ha ucciso un suo aggressore, Arthur Phillips…

L’orrore della campata centrale

Ambrose Bishop giunge a Dunwich alla casa del suo prozio Septimus. Un Whateley lo informa che probabilmente è stato ucciso dalla gente del posto esasperata dalle sue frequentazioni con un certo “altro”. In casa trova segni di una corrispondenza incentrata su culti ed evocazioni innominabili, come quella con il detestabile Wilbur Whateley.

Vicino al fiume Miskatonic trova delle ossa, e in un’allucinazione crede di vedere Septmius che gli parla. Scopre che in paese sono ricominciate scomparse di giovani come ai tempi del prozio.

A casa vede ancora il prozio e una donna, che lo esortano ad andarsene via con lui, prima che gli abitanti diano fuoco a tutto. Successivamente questi ricostruiscono un pilastro del ponte collocandovi il Segno degli Antichi..

L’argilla di Innsmouth

Il narratore frequenta lo scultore Jeffrey Corey, il quale ha raccolto una quantità di argilla azzurra recuperata dopo il bombardamento di Innsmouth per scolpire una statua. Si accorge che l’amico sta sviluppando fessure simili a branchie sul collo. Mentre scolpisce una dea marina inizia a sognare delle strane genti di Innsmouth, con le quali è imparentato.

Dopo una serie di sogni Corey scompare, e il narratore vede nuotare verso la scogliera una figura che gli somiglia terribilmente…

Esiste anche un’altra storia, “Coloro che osservavano dal tempo”, rimasta però incompiuta con la morte dell’autore nel 1971.

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