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SEO Copywriting Tips #1: Come raggruppare le keyword in base all’intento di ricerca

Novembre 1, 2019 · Leave a Comment

Ben ritrovati su questi lidi!

La keyword research è uno step fondamentale dell’attività di realizzazione contenuti per il blog. Questa attività consente di individuare quelle parole che il pubblico utilizza più frequentemente per definire i propri bisogni, e a partire da quelle scoprire ulteriori argomenti da trattare per offrire prodotti informativi più esaustivi di quelli della concorrenza.

La scrittura SEO friendly punta a realizzare contenuti utili per le persone e perfettamente comprensibili per i motori di ricerca: il SEO copywriting di cui tanto senti parlare in questo blog non consiste nel porre le keyword nei punti giusti per posizionarsi (strategia quanto misera e poco lungimirante) quanto di studiare sia le serp che gli argomenti da trattare per realizzare testi preziosi per le persone e per i motori di ricerca.

A questo scopo, devi utilizzare le keyword nel testo in maniera sia naturale per il lettore che strategica per Google & co. Sappiamo che le parole chiave non sono che uno dei molti fattori che incidono sul posizionamento, ma esse sono comunque tasselli molto importanti per segnalare a Google l’argomento trattato.

In questa sede voglio darti alcune indicazioni non su come svolgere la keyword research (che ho già trattato nella mia guida sul SEO copywriting) quanto su come dividere e raggruppare le parole chiave in base all’intento di ricerca dietro di esse.

Contenuti Nascondi
1 Perché bisogna considerare l’intento di ricerca oltre alle keyword?
2 Perché bisogna raggruppare le keyword in base all’intento di ricerca
3 Come raggruppare le keyword nell’articolo
3.1 Post simili:

Perché bisogna considerare l’intento di ricerca oltre alle keyword?

Dal punto di vista di Google, un intento di ricerca può essere espresso in diversi modi e con parole differenti: addirittura, anche richieste del tutto differenti da quelle usuali possono fare riferimento alla stessa esigenza di informazioni.

Prendiamo ad esempio il concetto “come dimagrire”?
Tale quesito può essere posto in tanti modi:

  • come dimagrire
  • come perdere peso
  • come perdere i chili in eccesso
  • come aumentare la massa muscolare
  • come ridurre la massa grassa
  • come perdere tre chili
  • come prepararsi all’estate
  • come arrivare in forma per le vacanze


Come puoi vedere, in maniera implicita chi digita tutte queste ricerche è in cerca di un modo rapido ed efficace per perdere peso per non sfigurare con la prova costume.

Quello che sostengo è che Google non capisce i testi, ma reagisce i testi in maniera più o meno efficace a seconda della sua “comprensione” della lingua, che può essere più fedele alla realtà all’inglese e meno per l’italiano.
La sua “comprensione” è data dalla capacità di associare le entità secondo uno schema di relazioni, in modo che possa offrire risposte che abbraccino l’ampio spettro di argomenti coinvolti.

Capire che Leonardo di Caprio è un attore, che ha recitato in C’era una volta a Holliwood diretto da Quentin Tarantino, significa offrire ulteriori informazioni a livello di attori, registi, film, Hollywood ecc.

Per intercettare gli intenti di ricerca nel complesso di sfaccettature che li riguardano, dobbiamo utilizzare i vocaboli in maniera accorta in modo da:

  • riproporre un linguaggio umano realistico
  • evitare fastidiosi fenomeni di keyword stuffing dettati dalla frenesia di impiegare troppe keyword uguali fra loro
  • intercettare espressioni diverse come quelle che possono utilizzare le persone
  • inserire rimandi ad altri argomenti da trattare separatamente
  • coinvolgere chiavi di ricerca correlate e long tail keyword

L’approccio del SEO copywriting contempla il ricorso alle keyword in maniera utile a soddisfare gli intenti di ricerca pertinenti ai propri scopi. Ciò significa individuare e sviluppare:

  • le keyword principali per segnalare a Google l’attinenza all’argomento in questione, ma in maniera mirata e non esagerata
  • sinonimi non utili a posizionarsi ma per rendere il testo più naturale
  • long tail keyword che esprimono ricerche mirate attinenti all’argomento in questione
  • ricerche correlate che sono rilevanti per l’argomento in questione ma che non devono essere trattate esageratamente per “annacquare” il topic principale
  • bisogni latenti che si concretizzano in informazioni implicitamente richieste per l’argomento in questione (es. pulizia dei denti -> la pulizia dei denti fa male?)

Perché bisogna raggruppare le keyword in base all’intento di ricerca

Raggruppare le keyword per la stesura di un contenuto è uno step successivo alla scomposizione dell’intento di ricerca nei diversi blocchi di argomenti da affrontare.

Partiamo dal presupposto che le chiavi di ricerca possono essere di diverso genere ovvero:

  • informativo, se rivolte a esplorare una necessità di informazioni
  • navigazionale, se sono orientate a cercare risorse associate a determinati brand
  • transazionale, se rivolte a un’esigenza di acquisto

All’interno di un articolo si dovrebbero utilizzare chiavi connesse all’intento di ricerca (ad esempio, se vogliamo realizzare una guida su come cucinare la carbonara si punta sulle varianti a coda lunga sempre di tipo informativo): anche se possiamo ricorrere alle chiavi secche commerciali per gestire il traffico interno da indirizzare verso i contenuti commerciali che vogliamo promuovere in particolare.

Le keyword selezionate possono essere raggruppate secondo due criteri: grammaticali o logici, ma essi devono essere applicati congiuntamente per migliorare la capacità esaustiva di un articolo.

Il criterio grammaticale è molto facile da applicare quando parliamo di chiavi di ricerca di coda lunga che si dipanano dalla principale:

  • come cucinare il riso
  • come cucinare il riso in bianco
  • come cucinare il riso allo zafferano

La difficoltà consiste nel fatto che dobbiamo escludere tutte le chiavi che pur presentando le stesse parole non sono in linea con le aspettative dei lettori. Se io vendo sul mio store led a 14V e tra le kw secondarie ci sono quelle legate ai lead a 16V utilizzarle nell’articolo rischia di essere fuorviante.

Per suddividere le keyword in gruppi grammaticali puoi avvalerti di un comodo tool come Grouper Pro, che ti permette di selezionare le keyword e di dividerle in gruppi a seconda del numero di elementi che vuoi per ognuno.

Il criterio logico nasce dal fatto che un intento di ricerca può essere trattato da parole molto diverse fra loro: se devi scrivere un articolo su come dimagrire devi cercare molte varianti di formule come

  • come dimagrire
  • come perdere peso
  • come diventare più magri
  • come ridurre massa grassa

Come vedi, dal punto di vista grammatica, si tratta di parole diverse fra loro, ma tutte fanno riferimento alla stessa esigenza informativa.

Le varianti e i sinonimi delle parole chiave sono all’ordine del giorno nella realizzazione di testi SEO friendly: ovviamente il cliente intende posizionarsi per l’intento di ricerca che lo riguarda ma a conti fatti ogni keyword è caratterizzata da un proprio volume di ricerca e concorrenza che la rendono più o meno facile da utilizzare. A fini di rendicontazione al committente si fa riferimento alle keyword contrattualizzate, ma all’atto pratico all’interno dei testi si utilizzano spesso e volentiere anche tutte le varianti secondarie e i sinonimi per realizzare articoli di qualità.

L’utilizzo dei sinonimi in un testo seo friendly serve a:

  • superare la concorrenza che grava su una ristretta serie di keyword
  • offrire alle persone testi da taglio più naturale
  • comprendere sfumature di argomenti che interessano a margine l’argomento principale
  • rendere i testi più naturali agli occhi dei motori di ricerca

Per trovare una vasta serie di sinonimi alle keyword da cui sei partito per la tua analisi puoi rivolgerti a diversi strumenti come:

  • Adwords Keyword Planner (se sei disposto a fornire dati di fatturazione e una carta di credito per avviare una potenziale campagna)
  • Seozoom
  • dizionari di sinonimi e contrari online
Come raggruppare keyword

Seozoom, in particolare, a parte da ogni parola chiave esaminata nella sezione Search Intent ti restituisce una lista di:

  • keyword secondarie: una serie di parole chiave più specifiche che derivano da quelle di partenza
  • keyword dallo stesso search intent: parole chiave differenti e relative ad altri argomenti che però possono interessare ugualmente il target di partenza.
    Ad esempio “come aprire un mutuo” è una keyword correlata per “come acquistare casa” siccome chi vuole farsi un abitazione si pone anche il problema di come finanziarla.

Come raggruppare le keyword nell’articolo

Per organizzare in maniera efficiente le keyword da utilizzare all’interno dell’articolo mi servo di un semplice template Excel all’interno del quale riporto:

  • le keyword principali per le quali posizionare ogni tag: esse servono principalmente a ottimizzare i tag H (la parte più in evidenza dei contenuti) e le riporto anche all’interno del paragrafo ma non in maniera esagerata per evitare una sovraottimizzazione
  • le keyword secondarie: sono chiavi di ricerca di coda lunga che possono approfondire gli argomenti correlati in senso verticale, sempre rimanendo nel proprio ambito
  • le keyword correlate: sono chiavi di ricerca che tratterò in altre pagine perché attinenti soltanto marginalmente ma che mi servono a espandere gli argomenti in senso orizzontale
  • i sinonimi: sono una serie di termini che non mi occorrono realmente per posizionare l’articolo ma soprattutto per variare la frequenza di termini all’interno del testo e per renderlo più naturale agli occhi del lettore

Per ognuna di queste, riporto le rispettive pagine interne da linkare, in modo da ricondarmi tutti i link interni che devo inserire nella pagina. Questo è un esempio del risultato.

E tu, che cosa ne pensi? Parliamone qua sotto!

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