Il franchise de La Cosa (The Thing) narra le avventure di diverse persone alla prese con un organismo mutaforma alieno (La Cosa del titolo) in grado di replicare aspetto e comportamenti umani, in modo da colpire le vittime quando meno se lo aspettano.
Rispetto ad altre creature aliene, la Cosa ha la caratteristica di non avere una struttura anatomica definita, ma la sua forma dipende invece da quella delle creature che assimila. Questa strategia mette i protagonisti delle storie incapaci di stabilire chi dei presenti è in realtà l’alieno camuffato, provocando paranoia e atteggiamenti autodistruttivi.
I tre film “La cosa da un altro mondo” (1951), “La Cosa” (1982) e “La Cosa” (2011) sono tratti dal racconto di John Campbell “Who goes there?” del 1938.
Nel 1973, la Science Fiction Writers of America l’ha inclusa tra le più influenti e memorabili storie di fantascienza mai scritte.
Il racconto di Campbell potrebbe essere stato influenzato dal romanzo “Le montagne della follia” di Howard Phillips Lovecraft pubblicato nel 1936, che tratta anch’esso di una spedizione tra i ghiacci che viene a contatto con mostruose forme di vita aliene di antichità preumana.
Non tutti sanno però che “Who goes there?” era in realtà una versione condensata di un’opera più grande, “Frozen Hell” (o “Pandora”) che è stato scoperto soltanto nel 2018 tra una serie di documenti inviati da Campbell all’università di Harvard, per merito di Alec Nevala-Lee, che si stava documentando su Campbell e su altri autori.
È stata attivata una campagna di pubblicazione che ha portato a raggiungere la somma di 155.000 dollari rispetto ai 1.000 previsti, e il romanzo è stato pubblicato dalla Wildside Press con il titolo di “Frozen Hell: The Book That Inspired The Thing”.
Oltre ai film sopra citati esiste anche una sceneggiatura per un film del 1978 di WIlliam F. Nolan (autore di Logan’s Run), pubblicata nel 2009, che prevedeva un minor numero di personaggi e un meccanismo sulla falsariga de L’invasione degli Ultracorpi.
La storia originale ha visto un grande successo, venendo adattata a fumetti da Héctor Germán Oesterheld e Alberto Breccia.
Nel 1991 la Dark Horse Comics ha pubblicato The Thing From Another World (così chiamato per distinguerlo da La Cosa dei Fantastici Quattro) e i suoi sequel.
The Thing From Another World: Climate of Fear e The Thing from Another World: Eternal Vows vedono il ritorno di MacReady, sempre alle prese con l’infezione della Cosa in altre parti del mondo.
The Thing from Another World: Questionable Research è ambientato in un’altra linea temporale nella quale uno scienziato al posto di MacReady deve fermare la Cosa.
Il fumetto The Thing – The Northman Nightmare è un prequel del film del 2011 e vede un gruppo di vichinghi cercare di sopravvivere alla cosa mutaforma.
É stata adattata come radio drama diverse volte (di cui una edizione del 1958, oggi perduta, tenuta da John W. Campbell Jr. stesso), in giochi da carte e da tavolo.
Potrebbe avere influenzato film come Alien e L’invasione degli Ultracorpi. Ha ispirato episodi di telefilm come X-Files, Star Trek: Deep Space Nine. La storia ha influenzato anche molteplici scrittori.
Peter Watts nel 2010 ha scritto la storia “The Things” dove la Cosa è la protagonista e la vicenda, con i personaggi del film del 1982, è narrata dal suo punto di vista, che vede gli umani come terrificanti, e ha vinto il premio Hugo come miglior racconto breve.
Cosa è… La Cosa?
La Cosa è una creatura aliena mutaforma in grado di assumere le fattezze di altri esseri viventi assorbendoli per intero, oppure infettando le loro cellule e trasformandoli in sé stessa.
La Cosa è un essere il cui solo scopo è sopravvivere a tutti i costi: è in grado di imitare i comportamenti e i ricordi di coloro che assorbe in modo da celare la propria presenza. Soltanto se messa alle strette rivela la propria forma mostruosa attaccando coloro che minacciano la sua sopravvivenza. È capace inoltre di scindersi in più parti più piccole di sé per sopravvivere, siccome ogni singola cellula è la creatura stessa.
Nel romanzo, la Cosa viene descritta come una figura blu alta circa un metro e venti con tre occhi rossi pieni di ira e capelli azzurri che si agitano come vermi, ed emana un’espressione di collera distruttiva. Ha la possibilità di cambiare la propria struttura in modo da rassomigliare quella delle creature circostanti, dal contatto con una molecola enzimatica del bersaglio.
Quando viene costretta a rivelarsi, presenta appendici mostruose, anche se potrebbe trattarsi di forme create volta per volta a seconda dell’effetto che si intende ottenere.
Nonostante le apparenze appartiene a una specie molto intelligente e tecnologicamente avanzata, siccome giunge sulla Terra a bordo di una astronave munita di un progredito motore atomico.
Probabilmente possiede una biochimica del tutto diversa da quella delle creature terrestri.
La razza a cui appartiene plausibilmente si è estinta nel corso della sua ibernazione.
Si tratta di una forma di vita inferiore, ovvero di una che – a differenza di quelle superiori – presenta cellule che possono tornare in vita dopo lunghissimi periodi di ibernazione.
Addirittura, gli scienziati la definiscono come un concentrato di malvagità del tutto aliena – è il caso di dirlo – al concetto di pace. Probabilmente è il frutto di un mondo più caldo e più aspro (simile a Marte) del nostro che ruota attorno a un Sole molto vivido, che le ha reso necessario sapersi adattare e mutare.
Il mostro infatti può ridursi a una massa protoplasmatica e riprodurre la struttura corporea di un’altra creatura (terrestre o del suo pianeta natio), man mano che entra in contatto con le sue cellule. Con un po’ di tempo a disposizione è in grado di replicare fino ai nuclei le cellule dell’esemplare copiato, in modo che ne sia indistinguibile. È in grado quindi di diventare una copia esatta della creatura che ingerisce – più o meno della sua taglia – ottenendo la massa del bersaglio in aggiunta a quella di partenza, mettendosi così in grado di ingerire avversari sempre più grandi. Quindi, paradossalmente, non ha un nemico naturale, siccome può diventare un membro di qualsiasi specie che la attacchi.
Ogni volta che si scinde genera un nuovo soggetto della propria specie. La creatura infatti non è viva dall’unione delle varie parti del proprio corpo, ma ognuno dei suoi frammenti conserva la sua intera essenza. Anche il suo sangue quindi è la creatura stessa, è provvisto di vita propria e si muove per auto preservarsi.
Siccome deve imitare una creatura ma restando padrona di se stessa la trasformazione non è completa. Per questo è possibile individuare la mutazione tramite un test sanguigno, in quanto il corpo ospite tratterebbe le cellule dell’aggressore alla stregua di virus.
La creatura del romanzo dispone plausibilmente di poteri psichici che le permettono di studiare l’ambiente anche quando si trova in ibernazione e di comprendere atteggiamenti delle vittime per poterle imitare meglio. Infatti, una volta che è trasformata dice e fa quanto farebbe la persona imitata in quelle circostanze (per esempio, recitare preghiere che l’interessato conosce), rendendo impossibile scovarla basandosi soltanto sui comportamenti esteriori.
Principalmente, il suo punto debole consiste nel fatto di assorbire quelli delle creature che imita: se vuole passare per un cane, ad esempio, deve osservare gli stessi limiti degli animali, come restare rinchiuso da una catena o da una staccionata. Se acquisisce le caratteristiche degli animali può fare le stesse cose (come deporre uova e produrre latte) ma d’altro lato ha gli stessi punti deboli (come subire le stesse droghe che agiscono sugli animali).
Nonostante la sua indole malvagia non è una creatura predisposta per combattere: preferisce agire nell’ombra colpendo le vittime quando meno se lo aspettano, e rivelandosi solo quando non può farne a meno.
La Cosa a causa della sua biologia è praticamente imbattibile, e le uniche misure in grado di debellarla sono l’incenerimento, la distruzione fisica e l’elettrocuzione.
Gli unici modi per scoprire un imitazione consiste nell’eseguire un test sanguigno (a cui le cellule reagiscono violentemente per preservarsi) oppure un test di siero sanguigno (che prevede di mescolare sangue puro a quello contaminato).
La cosa da un altro mondo (“Who goes there?”) – 1938
Una spedizione scientifica nell’Antartide composta da 37 membri – tra cui MacReady, Norris e Copper – incaricata di studiare il polo magnetico rinviene nei pressi di una anomalia magnetica i resti di una creatura aliena rimasta imprigionata nel ghiaccio 20 milioni di anni prima.
Essa è stata rinvenuta nei pressi di una astronave metallica, presumibilmente vicino ad altri simili dispersi tra i ghiacci.
Mentre iniziano il processo di decongelamento, la Cosa si allontana e viene aggredita da un cane. Grazie alle proprie capacità di mutazione si trasforma in una creatura più adatta al combattimento, e inizia a divorare parzialmente la bestia.
L’equipe mette le mani sui suoi resti e nota che è parzialmente diventata un cane a sua volta.
La Cosa evidentemente possiede la capacità di copiare il corpo di coloro che ingerisce, e diventa chiaro che l’unico modo che essa ha per andarsene è diventare un essere umano per imparare a pilotare un aereo.
L’unica speranza consiste nello svolgere un test del siero sanguigno, siccome la Cosa deve pur evitare di diventare in tutto e per tutto la creatura imitata per restare se stessa.
Un biologo – quello rimasto a contatto con l’essere – inizia a dare segni di paranoia e a sospettare che tutti i suoi colleghi possano essere la creatura: sabota gli aerei per impedire che chiunque possa andarsene, e viene isolato. Il test del sangue rivela che uno dei due uomini – MacReady e Copper – che hanno fornito il campione sanguigno è la creatura, poiché è stato contaminato. La Cosa d’altronde è viva, e dopo avere imitato i cani e le mucche sicuramente tenterà la stessa strategia con gli umani.
Nasce il dubbio quindi che uno o più degli scienziati siano la Cosa, siccome essa può replicarsi dalla propria sostanza. Anche chi ha è convinto di essere umano non può dimostrarlo, e nessuno si sente sicuro ad addormentarsi in presenza di coloro che potrebbero rivelarsi mostri famelici.
Si procede quindi ad analizzare direttamente ciascun membro della spedizione, e non appena le cellule della creatura emergono si ricorre al fuoco e all’acido per distruggere le imitazioni.
Due membri della spedizione riescono ad abbatterla poco prima che termini il suo lavoro: un dispositivo anti gravità che le avrebbe permesso di lasciare l’Antartide e di aggredire il mondo intero.
Nel 1976 il racconto è stato adattato in fumetto sul numero 1 del fumetto Starstream.
# La Cosa da un altro mondo (1951)
“The Thing from Another World” è un film horror fantascientifico del 1951 diretto da Christian Nyby e, non accreditato, Howard Hawks. La storia è una trasposizione non molto fedele dell’opera di partenza.
Pat Hendry, capitano dell’aviazione statunitense stanziato ad Anchorage, viene incaricato di recarsi con la sua squadra verso una stazione artica. Lì il professor Carrington riferisce che è stata scoperta una enorme massa extraterrestre rimasta bloccata tra i ghiacci.
Si tratta in effetti di una nave aliena e fuori di essa si rinviene il corpo di quello che potrebbe essere stato il pilota. Il blocco di ghiaccio che avvolge l’essere inavvertitamente viene sciolto e La Cosa fugge, venendo aggredita dai cani della base. Gli uomini trovano un avambraccio reciso della creatura che risulta essere una forma di vita vegetale, in grado di rianimarsi se a contatto con il sangue.
La Cosa appare come un essere umanoide seppure con caratteristiche vegetali che ne assicurano una rapida guarigione, possiede una forza sovrumana e la capacità di riprodursi velocemente.
Gli umani decidono di cacciarla per eliminarla, a eccezione dello scienziato che tenta di dialogare con essa, ma la Cosa si rivela essere un predatore estremamente pericoloso. Il gruppo riesce infine a eliminarlo sottoponendolo a una forte scarica elettrica. Un giornalista lì presente comunica al mondo lo scampato pericolo, esortando tutti a continuare a guardare il cielo.
Il film si prende molte libertà rispetto al materiale originale sia legate ai mezzi a disposizione (realizzare una Cosa mutevole era estremamente dispendioso) che a livello di messaggio di fondo: la collaborazione virile ed eroica dei protagonisti permette di sconfiggere lo spaventoso nemico giunto da lontano (non sarebbe difficile in tempo di Guerra Fredda prenderlo come metafora dell’Unione Sovietica), mentre in tutte le altre versioni il pericolo spinge gli umani alla paranoia, all’autoconservazione e alla violenza.
La Cosa d’altronde ha poco a che fare con quella originale: si tratta di un grosso umanoide vegetale dalla testa calva e con grandi mani spinate, che si nutre di sangue, non è un telepate e non è capace di cambiare forma.
Curiosità: in Halloween di John Carpenter si vede Jamie Lee Curtis guardare questo film.
# La Cosa (1982 e 2011)
“The Thing” è un film del 1982 diretto da John Carpenter da una sceneggiatura di Bill Lancaster, più vicino alla storia originale. Carpenter apprezzava molto il film del 1951 e non intendeva entrare in competizione con esso, ma allo stesso tempo trasporre la storia originale in maniera più fedele. La differenza fondamentale tra libro e film è che in quest’ultimo la Cosa è stata già liberata da una spedizione precedente anziché da quella dei protagonisti.
Dal film del 1982 è stato tratto un romanzo oggi difficilmente reperibile, con alcune differenze rispetto al film, che quindi è un romanzo tratto da un film tratto da un romanzo. Wow!
In “The Thing” del 2011 (che è un prequel del precedente film del 1982 ambientato tre giorni prima delle vicende di quest’ultimo) una astronave contenente la Cosa originale viene rinvenuta nel 1982 in Antartide e una creatura sopravvissuta allo schianto, congelata per il freddo, viene trasportata alla Stazione Thule.
Il dottor Sander Halvorson compie dei test su di essa provocandone il risveglio. La Cosa si allontana venendo cercata dai membri della spedizione. La Cosa inizia ad assimilare Henrik ma viene bruciata da Carter prima che possa completare il processo. Il gruppo scopre che l’essere ingloba nel proprio addome la vittima in una sacca amniotica ricavando le informazioni necessarie per replicarla.
Kate sostiene che la Cosa possa avere già replicato uno o più membri del gruppo ma gli altri non le credono. Il mostro inizia a infettare e assorbire vari umani.
Kate e Carter inseguono un infetto Sander fino a un cratere nei ghiacci dove si trova l’astronave aliena, ora attiva. All’interno della nave Kate distrugge con una granata l’alieno e spegne il veicolo. Si accorge anche che Carter è infetto e Kate lo elimina. Sale quindi sul gatto delle nevi e il suo destino resta incerto. In una versione iniziale della sceneggiatura comunque si indica che non è sopravvissuta.
La mattina dopo Matias, un elicotterista, incontra Lars, che è ancora vivo. Questi nota che un husky in precedenza ucciso dal mostro è ora vivo e divenuto alieno. Lars fa salire Matias sull’elicottero e inizia a inseguire l’husky e a sparargli.
In “La Cosa” del 1982, la stazione U.S. Outpost #31 viene raggiunta dall’elicottero in caccia del cane, ma questo esplode per errore per via di una granata. Il norvegese superstite cerca ancora di eliminare il cane ma colpisce per errore uno statunitense, venendo ucciso dai colleghi.
Il team inizia a esplorare la base norvegese e a esaminare i resti di una creatura con due teste, ricostruendo un po’ alla volta quanto è accaduto in precedenza. Per prudenza, il cane viene rinchiuso ma si rivela essere un mostro.
Blair viene informato dal computer che il rischio che la creatura, una volta raggiunto il mondo civilizzato, infetti il mondo intero in poco tempo è altissimo, perciò ha un esaurimento e spacca a colpi d’ascia gli strumenti per comunicare con l’esterno. Mentre spostano il cadavere mutato la Cosa attacca Bennings, ma i suoi compagni riescono a distruggerla prima che completi l’assimilazione. Inizia a diffondersi diffidenza siccome nessuno può sapere se il suo compagno è una Cosa sotto mentite spoglie. Tentano quindi di svolgere un test del sangue ma le scorte del sangue vengono distrutte.
MacReady prende la situazione in mano e fa legare i tre compagni più sospetti. Fouchs, incaricato di studiare gli appunti di Blair, sparisce e il resto del team lo cerca dividendosi in gruppi. Il suo corpo viene trovato, presumibilmente suicidatosi per non diventare un mostro.
Norris si rivela essere infetto e trancia le braccia di Copper che stava cercando di rianimarlo. Dalla creatura si separa una testa che per fortuna gli uomini riescono a distruggere.
MacReady ha l’idea di testare con del calore intenso i campioni di sangue dei superstiti contando sul fatto che il sangue contaminato avrebbe reagito.
I compagni però non sono d’accordo e MacReady è costretto a difendersi uccidendo Clark. Dal test Palmer risulta infetto e inizia ad attaccare Window, costringendo MacReady a bruciare entrambi. Blair intanto è fuggito scavando un tunnel sotto il magazzino: infatti è infetto e, quando ha distrutto le apparecchiature, stava in realtà cercando materiale per costruirsi una piccola astronave. MacReady, Garry e Nauls cercano di fermarlo prima che sia troppo tardi: la creatura infatti ha staccato l’energia ai generatori sapendo di poter sopravvivere con l’ibernazione a differenza dei suoi nemici. Garry viene assimilato e Nauls probabilmente viene ucciso. MacReady affronta la versione della Cosa più grande di tutte e la fa saltare in aria con la dinamite. Viene raggiunto quindi da Childs, che sostiene di essersi perso. I due quindi si scambiano un sorso, aspettando la plausibile fine per assideramento, con il sospetto reciproco che l’altro sia infetto.
Il film all’epoca fu uno scarso successo di critica e commerciale – anche perché E.T. aveva imposto a livello globale l’idea degli alieni come amichevoli – ma negli anni è assurto a livello di cult. Carpenter lo considera il suo film preferito e costituisce, con “Il signore del male” e “Il seme della follia”, la sua Trilogia dell’Apocalisse.
La sorte riservata a MacReady e Childs dopo la fine dei film è discussa da anni.
Le teorie dibattono sulla possibilità che uno dei due uomini fosse in realtà un’imitazione della Cosa.
Siccome MacReady viene inquadrato per la maggior parte del tempo e che è il protagonista della pellicola, si tende a dare per assodato la sua identità umana: i dubbi permangono invece per quanto riguarda Childs.
Vi sono alcuni atteggiamenti sospetti, come il fatto che MacReady condivide un brindisi a prescindere dal rischio dell’infezione: tuttavia la stessa sequenza del test del sangue, dove tutti i membri usano la stessa lama con il rischio altissimo di contagiarsi a vicenda, rende poco rivelatrice questa osservazione.
Childs sembra indossare un cappotto di colore diverso da quello indossato in precedenza: ciò è sospetto siccome in genere gli altri personaggi non cambiano abbigliamento, e quando lo fanno è sintomo di infezione.
Un’altra teoria molto dibattuta è che il respiro di Childs non sembra apparire, a differenza di quello di MacReady, tuttavia risulta che il respiro è effettivamente presente ma scarsamente visibile per via dell’illuminazione.
Una prova sostanziale che Childs è umano è il fatto che indossa l’orecchino destro, quando sappiamo che la Cosa non è capace di replicarli: tuttavia c’è sempre la possibilità che la creatura abbia imparato dagli eventi del prequel ad aggiungere quel genere di ornamenti.
Comunque Keith David non sapeva se il suo personaggio fosse un’imitazione, mentre Kurt Russell credeva che lo fosse.
Nella non prodotta miniserie “Return of the Thing” i russi scoprono i cadaveri congelati di MacReady e Childs, attestando che erano entrambi umani.
John Carpenter comunque ha affermato che la storia del videogioco è da considerarsi canonica, perciò da esso apprendiamo che Childs non è mai stato assimilato ed è congelato a morte.
Inoltre Carpenter ha una propria idea di sequel per “The Thing II” nel quale MacReady e Childs risultano sopravvissuti.
Curiosità. Nell’evento di Halloween Halloween Horror Nights della Universal, in una stanza è possibile vedere i due uomini preservati in uno stato criogenico.
Questa versione della Cosa è un predatore subdolo e pericolosissimo, inattaccabile da qualsiasi arma che non sia il fuoco o qualcosa come l’acido in grado di corroderla a livello molecolare.
Caratteristica della creatura è quella di non presentare un aspetto fisso: la sua anatomia muta continuamente e presenta appendici come tentacoli, zampe, denti e occhi a seconda del caso, che comunque non sono necessari alla sua sopravvivenza.
Se essa viene tagliata in due, ciascuna parte si sviluppa in una nuova Cosa perfettamente funzionante: ciascuna di essa agisce in modo differente di fronte ai pericoli a seconda delle sue dimensioni rispetto alla minaccia. La sua intelligenza è direttamente proporzionale alle sue dimensioni: una creatura molto piccola penserà soltanto all’auto preservazione mentre un esemplare di taglia umana è capace di strategie complesse come mimetizzarsi e spargere paranoia per trarne vantaggio.
L’unico limite alla sua duplicazione è che non si applica ai materiali inorganici come le otturazioni in metallo.
Per replicare una vittima – sia a livello di aspetto che di conoscenze e atteggiamenti – ha bisogno di digerire e replicare il suo corpo, a patto che sia vivo o appena deceduto. Nel libro si parla anche di poteri telepatici che giustificano il suo apprendimento dei ricordi, mentre nel film no.
La sua intelligenza potrebbe essere la somma di quella delle vittime ingerite, dandole la possibilità quindi di replicare congegni complicati come dischi volanti se il soggetto replicato aveva le doti per crearli.
Noi non sappiamo se la prima versione della creatura che viene mostrata nel film del 2011 sia il suo aspetto originale: data la sua natura, potrebbe avere assimilato altre creature extraterrestri come i membri dell’equipaggio della sua nave. La Cosa Originale comunque è l’unica versione mostrata a non essere il risultato dell’assorbimento di qualche altra creatura: ha un aspetto che ricorda un artropode con tanto di tentacoli.
Oltre alla Cosa del titolo esiste anche un’altra creatura aliena in questa saga.
Il Pilota Alieno compare – o per meglio dire, non compare – nel film “The Thing” del 2011.
La creatura è il pilota che conduce l’astronave con la cosa al suo interno sulla Terra, ma il personaggio venne rimosso per scarso apprezzamento dal pubblico di prova e per problemi finanziari. La creatura quindi esiste sotto forma di artwork di prova e di un animatronic sviluppato dalla Amalgamated Dynamics. Il suo posto nel film viene preso da una figura geometrica ologramma.
Il pilota alieno è una creatura di aspetto biomeccanico alta 3 / 5 metri: la testa presenta tre occhi e un apparato di respirazione biomeccanico nel petto, e presenta due lunghe braccia. La creatura sembra controllare la nave tramite dei condotti che trasmettono i suoi comandi alla nave.
In una scena rimossa dal film, la specie del pilota alieno si occupa di raccogliere esemplari di diverse specie diverse e di trasportarle in appositi contenitori. Una di esse è appunto La Cosa sotto false spoglie, che uccide i membri dell’equipaggio e probabilmente si fonde a uno di costoro.
Dovevano essere presenti tre versioni del Pilota Alieno:
- quello mummificato (ovvero la cosa con le sue sembianze)
- un secondo pilota – oltre a quello morto – che attacca Kate nel finale e si trasforma nella Cosa
- Sander nella forma del pilota, rimpiazzato nel film con La Cosa – Sander
The Thing (videogame)
The Thing è un videogioco sparatutto in terza persona del 2002 realizzato da Universal Interactive e Konami. Il gioco segue le avventure del capitano Blake delle Forze Speciali statunitensi, inviato a investigare sugli eventi accaduti alla stazione antartica pochi giorni prima.
La truppa scopre appunti di MacReady che spiegano a grandi linee la situazione e il cadavere congelato di Childs.
Mentre esplorano la base norvegese alcuni degli uomini risultano essere infetti dalla Cosa, che è ancora viva. Black scopre che la Gen-Inc è una società intenzionata a raccogliere campioni della creatura. Il colonnello Whitely, superiore di Blake, lo stordisce e rivela di essere anche lui infetto, ma di riuscire a controllare la Cosa, e intende utilizzarla come arma biologica.
Blake si risveglia nella struttura e scopre che tutti son stati contagiati. Whitely si è innestato la creatura sotto forma di virus per curarsi un cancro. Egli intende distribuire la Cosa in tutto il mondo per via aerea. Blake riesce a distruggere gli aerei prima del decollo e insegue Whitely, ancora infetto. Nel corso dell’inseguimento in mezzo alla neve, il militare si trasforma in una enorme Cosa: tuttavia arriva un elicottero che aiuta Blake a uccidere il mostro.
Pilota, che altri non è che MacReady.
Il gioco è stato supportato dallo stesso Carpenter, le cui fattezze sono quelle del dottor Shaun Faraday. Il gameplay prevede un sistema di fiducia e paura, facendo sì che il giocatore debba conquistare l’appoggio dei membri della squadra, che altrimenti non seguiranno le sue direttive. Più aumenta lo stress prodotto dai fattori ansiogeni, più la salute mentale dei personaggi decade e possono anche suicidarsi. Inoltre la barra di temperatura tiene conto dell’esposizione al freddo e può condurre alla morte per assideramento.
Era previsto anche un sequel chiamato “The Thing II” abbandonato a causa della chiusura della società.
Return of The Thing (2005)
Return of The Thing era una miniserie di Sci-Fi Channel – cancellata – di quattro ore sequel del film del 1982. Sebbene sia stata cancellata, ne esistono degli artwork e due sceneggiature che ne rivelano la storia pensata.
Secondo David Leslie Johnson, la storia sarebbe stata ambientata nel 2005 nel deserto del New Mexico. I sovietici, giunti all’avamposto 31, trovano i corpi congelati di MacReady e Childs. Tentano di ottenere armi da un campione dell’astronave aliena, ma l’esperimento va male e costa la vita della moglie dello scienziato Lukanov.
Ventitre anni dopo un gruppo di ribelli ceceni penetra nella base e ruba ciò che crede essere campioni di vaiolo. L’imitazione di uno dei terroristi, in volo da Mosca a Los Angeles, nel corso del tragitto si rivela provocando la caduta dell’aereo nel New Mexico.
Frozen Hell
Nel 2020 è stato annunciato un nuovo progetto cinematografico basato su Frozen Hell da parte di Universal Studios e Boom House, che se vedrà la luce costituirà il quarto film tratto dalla storia di partenza.
Tuttavia questo progetto prende origine non da “Who goes There?” ma dalla versione espansa, 112 pagine battute a macchina e corrette a mano, intitolata anche Pandora, che è stata scoperta dopo decenni da Alec Nevala-Lee .
Campbell sperava di pubblicare Frozen Hell sulla rivista di allora Argosy, ma la versione ridotta finì su Astounding Science Fiction.
Il romanzo si prende molto più spazio per narrare la storia esposta in maniera stringata nel racconto che conosciamo. Viene descritta per esteso la spedizione verso l’Artide, con atmosfere che virano dalla fantascienza all’horror.