“Conan il Barbaro – La Torre dell’Elefante” di Robert Howard spiegata
Storytelling Conan il barbaro, Lovecraft, RaccontiBen ritrovati, miei blasfemi amici.
In questo video metterò a confronto la mitologia di Cthulhu con gli aspetti fantascientifici di un’altra saga, quella di Conan il barbaro del collega di Lovecraft Robert ervine Howard. Non parlerò dei racconti di Howard che appartengono espressamente al Ciclo di Cthulhu, ai quali dedicherò in seguito un video a parte.
La torre dell’elefante è un racconto della saga di Conan il barbaro scritto da Robert Ervin Howard nel 1933, probabilmente uno dei migliori della sua produzione.
La Torre dell’elefante è una storia classica di Conan che è stata trasposta in numerosi media: in due storie a fumetti della Marvel Comics e una della Dark Horse; in un episodio della serie animata di Conan; viene citata nel film del 2011 di Conan; ha ispirato una scena del film di Conan dell’82, il videogioco WIzard101, e nel videogioco “Conan Exiles” c’è un trofeo chiamato “La torre dell’elefante”.
Conan è un imponente giovane cimmero, dai capelli neri e la pelle bruna, un barbaro, inteso come un appartenente a un popolo non civile per gli standard dell’epoca. Conan ha un temperamento collerico e poco comprende le convenzioni civili della “società”, che più che altro a lui e al lettore appaiono come modi ipocriti, corrotti e deboli di vivere. Il capo delle divinità di Conan è Crom, un dio feroce che vive in cima a una montagna: egli odia i deboli ma sostiene il desiderio di sopravvivere a ogni costo, dote non comune ai deboli individui “civili”.
Mentre si trova a Arenjun nel regno di Zamora, Conan sente parlare della Torre dell’elefante e del gioiello che in essa custodisce lo stregone Yara, il cuore dell’elefante, un gioiello che gli fornisce proprietà magiche e un’innaturale longevità. Tale gemma non è mai stata rubata da alcun ladro, e Conan – che all’epoca sopravviveva come malfattore – decide di cimentarsi nell’impresa.
Yara è uno stregone dalla tremenda fama che terrorizza Zamora grazie ai suoi vasti poteri magici, tutti i suoi nemici temono di cadere vittime dei suoi sacrileghi sortilegi.
La torre è circondata da un ampio giardino, protetta da leoni feroci, ragni velenosi giganteschi e da soldati, è alta 50 metri e presenta pareti lisce e argentee, costellate di pietre preziose. La torre, priva di finestre, è circondata da un ampio muro che cinge il giardino al cui interno si trovano animali mostruosi al servizio di Yara.
Dopo aver superato numerose bestie pericolose, compreso un enorme ragno che tesse la tela a una velocità disumana, Conan trova nella torre una creatura, apparentemente un idolo, che a un tratto prende a muoversi e a parlare.
Non si tratta di una statua bensì di Yag-Kosha, un essere umanoide verdastro sormontato da una testa di elefante. L’essere è cieco, la sua voce inumana priva di ogni inflessione, ma prova emozioni a noi comuni come la tristezza.
Il mostro possiede poteri telepatici, con la sola imposizione delle mani risale alle origini di Conan, e ha doti di onniscienza che gli consentono di avvertire le morti avvenute nei suoi dintorni.
Yag-Kosha appartiene alla razza di Yag, un pianeta verde ai margini dell’universo, da cui è stato esiliato nel corso di una guerra contro i re del suo mondo. Millenni fa (come i Grandi Antichi) giunse con i suoi simili sul nostro pianeta dove in seguito vennero adorati come déi nei templi perduti nella giungla, pur senza influire direttamente sull’evoluzione umana.
Come nelle opere di Lovecraft (vedi i Mi-Go e gli Antichi) i membri della sua razza di maghi sono giunti sulla Terra con ali in grado di volare nello spazio e hanno combattuto le razze mostruose che popolavano la Terra nell’antichità (vedi la grande razza di Yith). Come i Grandi Antichi gli esseri di Yag non sono immortali, ma hanno un ciclo di vita lungo quanto quello dei pianeti.
Sulla Terra questi alieni rimasero nei templi nella giungla difendendosi dalle antiche bestie, non potendo più andarsene essendosi atrofizzate le loro ali.
Yara, un tempo seguace di Yag-Kosha, torturò per 300 anni l’essere con la magia, siccome egli non era disposto a insegnargli la magia nera oltre a quella bianca.
Lo stregone lo schiavizzò, lo rese cieco e storpio per accedere ai suoi segreti magici, quindi lo trasportò a Zamora dal suo tempio originale nel Khitai (la Cina), ove costruì per suo conto la Torre dell’elefante in una sola notte con la magia.
Su indicazione di Yag-Kosha, Conan lo uccide, poi provvede a spargere il sangue dell’essere sopra la gemma scarlatta chiamata “il cuore dell’elefante” davanti allo stregone: Yara diventa così piccolissimo e viene inglobato nella sfera, dove l’anima di Yag-Kosha reincarnata infine lo uccide. Una volta fatta giustizia il gioiello va in pezzi, sorte che tocca anche alla Torre dalla quale Conan si salva per un pelo.
Passiamo ora a confrontare la concezione dei Grandi Antichi lovecraftiani con le caratteristiche dell’alieno de La torre dell’elefante.
Entrambi i generi di alieni sono dotati di enormi poteri magici.
Mentre i grandi Antichi sono esseri composti di materia differente da quella della nostra realtà, l’alieno è effettivamente fatto di carne e sangue, sebbene chiaramente non come il nostro.
I Grandi Antichi fuggono alla morte entrando in uno stato di animazione sospesa per millenni, mentre il popolo di Yag-Kosha ha una morte del tutto diversa dalla nostra, ove l’anima continua a esistere in un diverso piano di realtà.
L’antico alieno può esprimere i pensieri in modo perfettamente razionale per i nostri standard e, a conti fatti, è soltanto un essere vivente seppure con apparenze diverse dalle nostre, siccome anche gli uomini appaiono a lui orribili come lui è diverso da noi.
Gli alieni in Lovecraft sono disinteressati alle vicende umane oppure tendenzialmente maligni: Yag-Kosha invece è un essere trans-cosmico pacifico e pregno di morale, siccome non vuole utilizzare la magia nera per ledere il prossimo.
Mentre i Great Old Ones sono non delle divinità, ma esseri imperscrutabili con tratti comunque divini, l’alieno è un semplice mortale estremamente vecchio con poteri fuori dalla norma per la nostra concezione.
Negli scritti di Lovecraft, la visione di una creatura appartenente a un’altra realtà conduce alla follia, in Howard soltanto chi appartiene alla civiltà si abbandona alla rassicurante pazzia. Un barbaro, che non appartiene alla corrotta civiltà, rimane sano di mente e affronta con sangue freddo una visione che spingerebbe alla demenza chiunque altro.
Nelle opere di Lovecraft sono sempre gli uomini a essere vittime di entità fuori dalla loro comprensione il cui potere è in grado di annichilire le loro misere vite, e senza neanche un barlume di consapevolezza. In Conan invece è il contrario, è il mostro a essere vittima della crudeltà dello stregone umano, tant’è che Conan si sente responsabile di tanta malvagità in qualità di appartenente alla sua stessa specie.
Noi ci vediamo al prossimo blasfemo video.
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Il gran bazar del XX secolo di Stefano Trucco http://www.aguaplano.eu/scheda/Il-gran-bazar-del-XX-secolo-109
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Conan from Cimmeria (https://www.deviantart.com/blackwolf-studio/art/Conan-from-Cimmeria-87344518)
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Conan: The Unconquered 01 (https://www.deviantart.com/ashedraz3r/art/Conan-The-Unconquered-01-776840704)
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