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Linkami Web Summit 2018 – Recensione

Linkami Web Summit - Recensione

Ben ritrovati su questi lidi!

La link building è un argomento molto caldo sul quale tutti hanno una propria opinione e sulla quale spesso si parla a sproposito: questa pratica spesso è condotta senza criteri ragionevoli e in ottica truffaldina (pensiamo ad esempio a chi vende slot di link per “rimangiarseli” e venderli ad altri in un secondo momento).

Non si tratta solamente di un fattore sul quale investire tempo e denaro per incrementare il posizionamento, ma di vero e proprio marketing finalizzato ad accrescere la visibilità di un brand.

Ho avuto il piacere di partecipare al Linkami Web Summit, il primo evento italiano sulla link building.

Mattatori dello show Flavio Mazzanti e Jacopo Matteuzzi di Studio Samo (gli organizzatori di Un giorno da SEO Tour di cui ho già parlato).

Stefano Schirru e Massimo Fattoretto hanno invitato i relatori più indicati per illustrare le varie scuole di pensiero sulla link building.

Linkami Web Summit - RecensioneLinkami Web Summit – Il contenuto degli interventi

Gaetano Romeo (Digital Entrepreneur Start Up Mentor) ha puntualizzato l’importanza della link audit precedentemente alle attività di link building, della gestione off page per generare fonti di backlink.

Può trattarsi di dover recuperare una penalizzazione, implementare una strategia che funzioni dato il cliente, analizzare i competitor per comprendere come i nostri strumenti possono aiutarci a replicare meccanismi che funzionano.

Con Majestic possiamo vedere le anchor text dei link dei competitor per intuire se siano acquisizioni naturali: le anchor text esatte, troppi link dagli stessi domini oppure da siti spazzatura rischiano di attirare le attenzioni di Google Penguin.

Grazie al tool possiamo effettuare comparazioni con i link dei competitor. verificare se i link vanno in profondità, se partono dallo stesso IP ecc.

La link building fatta bene non crea problemi!

Claudio Fiorentino di Mamadigital ci ha spiegato il processo di analisi delle serp per trovare portali adatti (es. chi linka i competitor, per proporci a nostra volta) e alcuni tool per valutare l’autorevolezza dei portali, come la nuova SeoZoom bar per verificare metriche di interesse.

Dopo aver analizzato le metriche, possiamo provvedere alla link target per decidere da chi farci linkare. Per decidere gli anchor text possiamo usare la Search Console, che ci restituisce le query e le kw dal maggior tasso di click per decidere le chiavi secche per linkare.

Emanuele Arosio di Triboo Digitale ha spiegato che il blog per e-commerce è importante per intercettare i trend di ricerca. Buzzsumo è un tool che aiuta a individuare le tendenze e, cavalcandole con articoli ben sviluppati, potremmo ottenere link spontanei.

L’attività di search intelligence è finalizzata a individuare le attività dei competitor da analizzare e per decidere dove andare a richiedere dei link, e la customer journey permette di identificare i trend di mercato, capire cosa cercano le persone. Non sono mancati cenni a motori di ricerca esteri come Yandex e Naver, sui quali la link building ha un valore inferiore.

Luca Bove ha introdotto un gustoso approfondimento sulla local search, sui principali segnali che incidono sul posizionamento (link, i segnali sociali, le citazioni..).

Le citazioni storicamente sono state importanti perché i piccoli esercenti non avevano un sito e trasmettevano informazioni: ora però vi sono local guide e la geolocalizzazione nei cellulari che sopperiscono (anche perché mediamente i link dei siti locali sono di scarsa qualità).

Poiché i siti locali sono riferiti appunto alla nostra stessa zona, è possibile inoltre conoscere di persona coloro che possono linkarci (es. associazioni sportive, scuole, enti no profit…)

Organizzare eventi locali permette di ottenere link, le directory ancora attive e i siti istituzionali sono altre occasioni per essere citati a basso costo.

Benedetto Motisi (Jedi Consulting) si occupa di SEO da una decina di anni e ci ha parlato dell’evoluzione della link building. Una fonte di link considerata tossica a suo dire:

  • è accessibile da chiunque
  • è riconoscibile in quanto mero contenitore di link
  • sono economici
  • sono persistenti

Bisogna tenere conto di questi aspetti, in quanto i link pericolosi possono rendere bene nel breve periodo ma poi decadere.

Per rimediare ai rischi della link building potremmo:

– lavorare su siti di nostri proprietà (per non dover sottostare alle manovre di terzi)

– ricorrere a siti costosi non di nostra proprietà (per non rischiare di venire penalizzati dalle penalizzazioni a carico dei portali di bassa lega).

Jacopo Matteuzzi ci ha riportato alla link building naturale, realmente ottenibile quando si possiede un brand forte, e ciò si può raggiungere grazie alle pubbliche relazioni e al rafforzamento del proprio brand (se si dispone di mezzi sufficienti).

Flavio Mazzanti ha precisato di come la link building debba in un’ottica di marketing contribuire innanzitutto ad aumentare la visibilità del brand. Se disponiamo di un grande profilo di link ottenuti naturalmente grazie alla visibilità del brand otteniamo quindi un “margine di manovra” più considerevole per gestire la link building con più naturalezza.

Linkami Web Summit - incontro sulla link buildingNella parte pomeridiana dell’intervento Claudio Marchetti ci ha introdotto al mondo delle PBN (private blog network) spesso create ad hoc per penalizzare i concorrenti. Esse in genere si approfittano di domini dropped (scaduti) utilizzati come vere e proprie armi nelle guerre tra i SEO.

Si tratta (purtroppo) di tecniche molto comuni adottate per affossare chi è in cima alle serp, ardite e rischiose, ma da conoscere per essere in grado di difendersi da esse.

È emerso ad esempio come una solida reputazione sia in grado di “sterilizzare” molto probabilmente i link cattivi (il disavow quasi sempre non serve!), e sono emersi vari suggerimenti per generare – al contrario – dei portali credibili per offrire link (tenendo conto di nome di dominio, hosting seri, volume di traffico, template professionali, estensione domini, articoli di qualità, tempo minimo di permanenza…)

Matteo Monari di BizUp ha parlato di link building per settori competitivi. La difficoltà di rankare cresce all’aumentare della posizione sulle serp nella quale ci si trova, perciò nelle nostre strategie dobbiamo appurare se ci convenga provare a spingere il ranking delle posizioni inferiori piuttosto di quelle superiori, se le prime ci fruttano adeguatamente.

Sono seguite considerazioni opportune da svolgere sull’attinenza semantica, lo stato di indicizzazione, il traffico storico, se il portale abbia subito contenuti duplicati, quali link in uscita vanta e se siano coerenti fra loro.

Per richiedere buoni backlink ci sono “buone maniere” che aiutano a ottenere risultati (utilizzare un indirizzo mail personale, mostrare di conoscere il proprio target…) e come valutare le risposte che possono darci (garanzie di permanenza, contrattualizzazioni…). Acquisire i link è sempre un’attività rischiosa, occorre monitorare i risultati acquisiti e una buona dose di prudenza!

Ivano di Biasi ci ha parlato del giro di denaro enorme che c’è dietro la link building, molto spessa svolta solamente per pompare il ranking piuttosto che per apportare un vero valore agli utenti.

La SEO viene prima della link building – anche se essa può potenziare ciò che di buono già c’è.

I link partner di qualità devono portare traffico organico stabile e mostrare un margine di crescita (considerazioni da cui nascono le nuove metriche applicate in SeoZoom). Analizzando il traffico effettivo possiamo notare se un portale sia seguito o meno, dalla distribuzione delle keyword per il posizionamento desumiamo l’apprezzamento di Google, il traffico potenziale può portare a considerevoli incrementi di visite.

Emanuele Tolomei di EspertoSeo ha trattato le strategie di posizionamento per siti mono pagina.

In questo caso la link building è una fase che può aiutare (ma non da sola) il posizionamento, per portare maggiori utenti da convertire. Nel case history narrato un sito nato mono pagina si è posizionato per il contenuto delle singole sezioni. Le immagini originali hanno offerto un boost in più, assieme ai contenuti attraenti scritti da competenti della materia. Quando il sito inizia a rankare da solo è il momento buono per spingere sulla lino building.

Con il crescere dei link naturali si potrà poi avvantaggiarsi della crescita spontanea naturale e “allentare un po’ la briglia”, tuttavia la link building deve proseguire in maniera quanto più costante possibile, lavorando in maniera varia su immagini, testi ecc. per sostenere l’impressione di qualità guadagnata.

Leonardo Saroni di Booking.com ha puntualizzato l’importanza di investire sulla brand awareness, sul traffico reale, nell’ottimizzazione SEO pratica, su quei valori che comportano una crescita reale della visibilità del brand

Infine, Sante Achille di Majestic ricordato l’importanza delle citazioni, del traffico da mobile e di educare i clienti a una link building responsabile.

 

Insomma, la link building aiuta, ma non può e non deve essere tutto. Un prodotto che spacca è ciò che ci permette davvero di guadagnare!

 

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