Ben ritrovati, miei blasfemi amici!
Vi presento un approfondimento su un nuovo progetto cinematografico che pesca a piene mani dall’universo narrativo creato dal Solitario di Providence.
E no, non è il film sul Colore venuto dallo spazio, di cui parleremo in seguito, ma di un altro futuro film ugualmente interessante.
Gli showrunner della serie pluriacclamata Game of Thrones, David Benioff e D.B.Weiss, stando alle cronache hanno stipulato un accordo con la Warner Bros per la realizzazione di un thriller – al momento senza titolo – ispirato alla graphic novel “Lovecraft”, testi di Hans Rodionoff e disegni di Enrique Breccia, pubblicato in Italia da Magic Press.
Questo fumetto non è da confondere con la raccolta dei Miti di Cthulhu di Alberto Breccia, che invece è la trasposizione a fumetti delle opere dello scrittore.
Il fumetto in questione è molto interessante per le premesse dal quale parte: cosa sarebbe successo se Lovecraft fosse vissuto all’interno dei Miti di Cthulhu da lui stesso narrati?
La storia, ambientata negli Anni 20, vede un giovane Lovecraft suo malgrado custode del Necronomicon per evitare che le raccapriccianti potenze esterne ci mettano le zampe sopra.
Il fumetto appunto mescola spunti biografici, fantasy e horror attorno alla vita dello scrittore che ora andremo a esaminare.
Possiamo immaginare che il film che ne verrà tratto – se rimarrà fedele al fumetto – mostrerà un’inedita rivisitazione della vita di Howard Phillips Lovecraft, nel quale gli eventi salienti della sua vita verranno rivisitati mescolandoli con gli orrori ultraterreni che popolano i suoi romanzi e i suoi racconti.

Chicago, 1895.
Winfield Lovecraft manifesta i primi segni di pazzia che lo condurranno alla segregazione nel Butler Hospital di Providence dal quale non uscirà più. I suoi ultimi moniti alla moglie Sarah sono terribili: c’è un libro, un libro terribile che deve essere distrutto perché altrimenti LORO lo useranno per entrare nel nostro mondo.
Il libro è il nefasto Al Azif, il Necronomicon, che finisce nelle mani di suo figlio, il piccolo Howard: comincia così per il prolifico autore di Providence un percorso sempre in bilico tra razionalità e follia che lo condurrà a una battaglia spietata contro le forze dell’Oltre che metterà in pericolo la sanità mentale sua, di sua moglie Sonia e del mondo intero.
“Lovecraft” è una vera e propria rilettura della vita dello scrittore in un’atmosfera a metà tra realtà e incubo. Fin dall’infanzia Howard si trova a fare i conti con la società moderna che poco sopporta la sua eccentricità e con gli orrori posti poco al di là della soglia del normale che attendono di agguantare lui e il prezioso Necronomicon.
Nelle tavole ispirate di Breccia possiamo immergerci nelle prospettive malate, distorte e grottesche di Arkham, qui una città che esiste in una dimensione di incubo e che ingloba tutti gli esseri mostruosi della mitologia cthulhiana, dai Deep Ones agli Shoggoth.
Howard entra ed esce da Arkham ma lo stesso fanno gli orrori dell’oltremondo che funestano la sua vita, facendo morire di terrore suo nonno Whipple. Il giovane Lovecraft però ha appreso molti incantesimi e riesce a farne uso volta per volta per arginare gli orrori dilaganti che lo minacciano.
Nel fumetto possiamo esplorare, in chiave romanzata, i principali eventi della vita dello scrittore, dall’insolita infanzia ai rapporti con i giovani prolifici scrittori che poi diventeranno dei punti di riferimento della letteratura americana del secolo scorso.
Abbiamo anche un incontro tra il Solitario e Harry Houdini (che nella realtà avrebbe portato, su insistenza del suo editore, alla realizzazione del racconto Sotto le piramidi): qui Houdini è lo scettico mentre Lovecraft è il custode del sapere inimmaginabile, che cerca di avvertire chi scherza sul Necronomicon di ciò che risiede oltre i reami percepibili (mentre nella realtà egli era un ferreo materialista).
Howard diventa adulto e trova l’amore in Sonia Greene, sua futura moglie, ma gli esseri immondi della sua immaginazione non mollano la presa e finiscono per catturare sua madre.
Se la rivuole indietro, Howard dovrà cedere il libro maledetto, oppure avventurarsi nel reame in cui prosperano i Miti di Cthulhu assieme alla titubante Sonia.
Nell’opera possiamo ammirare la trasposizione dai toni pittorici surreali di numerosi cattivi memorabili del Sognatore: l’orripilante semumano Wilbur Whateley, il mostruoso mutante Brown Jenkins. Non mancano i cultisti di Cthulhu pronti ad accoltellare Howard perché mette in pericolo la segretezza della setta, o gli anfibi abitanti di Innsmouth che danno il benvenuto a una Arkham deforme e surreale.
I mostri riconoscono Lovecraft come Randolph Carter, suo alter ego letterario e qui vera e propria identità alternativa dello scrittore al quale le creature si rivolgono per ottenere il Necronomicon.
La realtà quindi viene continuamente mescolata a visioni da incubo al punto da non capire se stiamo assistendo a delle allucinazioni oppure se in effetti i due mondi sconfinano l’uno nell’altro di continuo.
Nel fumetto vengono citate molte opere di Lovecraft: Herbert West: Reanimator, Nella cripta, Il richiamo di Cthulhu, L’orrore di Dunwich, Il modello di Pickman, in genere per penna dello stesso Lovecraft oppure dagli incontri di questi con il suo editor di Weird Tales e con il suo circolo di amici scrittori.
Dal punto di vista della correttezza storica, il fumetto si prende numerosissime libertà, in virtù del fatto che non si tratta di una autentica biografia di Lovecraft quanto di una rilettura a scopo di intrattenimento.
Per esempio, non esistono prove documentate che dimostrino che Howard andò a trovare il padre mentre era ricoverato in manicomio, oppure Sonia Greene non potrebbe in ogni caso avere vissuto questa avventura (siccome conobbe Lovecraft sei settimane dopo la morte della madre di lui).
Dal punto di vista della caratterizzazione ritroviamo in Lovecraft il rifiuto della modernità che in effetti lo contraddistingueva, ma gli altri aspetti del suo carattere sono stati modificati per renderli consoni all’ambientazione fantasy della storia (ad esempio, il gatto “Nigger Man” viene rinominato “Necro Man”; probabilmente allo scopo di non turbare i lettori moderni con riferimenti razzisti).
In definitiva, quindi, questo è un fumetto interessante per riscoprire la vita di Lovecraft da un punto di vista più fantasioso del solito. Se il futuro film si manterrà fedele alla storia a fumetti potremo vedere in un colpo solo gran parte dei principali mostri e avversari delle opere di Lovecraft, coalizzati allo scopo di sopprimere il Solitario, anzi, Randolph Carter, per mettere le mani sul terrificante Necronomicon.
E con questo è tutto. Lasciami un commento, noi ci vediamo alla prossima.