Oggi parleremo delle opere del mangaka Gou Tanabe (1975), talentuoso artista che da alcuni anni a questa parte si sta cimentando nell’impresa di trasporre in manga le storie di Howard Phillips Lovecraft.
Questi manga – editi in Italia da J-Pop, sono fedelissime trasposizioni dei racconti originali, che l’artista riesce a rendere su carta con uno straordinario tratto grafico minuzioso e curatissimo. Tanabe riesce a trasporre lo stile narrativo di Lovecraft in maniera fedele ma anche fluida, arricchendo la storia con scene visivamente emozionanti, e che in alcuni punti colmano dettagli nei racconti lasciati all’immaginazione del lettore. Il dettagliatissimo stile di disegno riesce nell’arduo compito di dare forma materiale ad architetture non umane, forme non di questo mondo e creature tanto grottesche da fare impazzire alla sola vista.
A seguire presentiamo le trasposizioni manga delle opere di Lovecraft realizzate da Gou Tanabe.
Il richiamo di Cthulhu
1926. Francis Wayland Thurston riceve in eredità gli studi del prozio prof. Angell, docente di lingue semitiche all’università di Providence, da cui evince che questi era entrato in contatto con testimonianze sull’antico culto di Cthulhu.
Uno scultore, Wilcox, ritraeva profili di città antichissime viste in sogno, che altre persone avevano iniziato a sognare dopo un evento sismico.
Un culto di islandesi di 50 anni prima recitava un’oscena litania comune a una setta degenerata della Louisiana con cui non era mai entrato in contatto. Diversi idoli, tutti identici a una creatura a metà tra un drago, un uomo e una piovra, vengono rinvenuti in varie parti del mondo.
Un vecchio cultista aveva rivelato all’ispettore LeGrasse che il culto ha raccolto l’eredità dei Grandi Antichi, esseri giunti nell’antichità dalle stelle e che oggi riposano nei meandri della Terra. Un giorno essi si desteranno e l’umanità entrerà in una nuova era di caos.
Ma l’orrore più grande risiede nella testimonianza del marinaio Johannsen, che – dopo avere affrontato un tentativo di abbordaggio da parte di invasati – era giunto in un’isola emersa improvvisamente dalle acque. Incautamente l’equipaggio aveva destato la più gigantesca e terribile creatura che riposa nei meandri dell’oceano dall’alba dei tempi: Cthulhu!
Con una manovra disperata il marinaio era riuscito a salvarsi e a fermare temporaneamente il Grande Antico. Ma i suoi fedeli sono sparsi in tutto il mondo, pronti a tappare la bocca di coloro che sanno troppe cose. E ora è il turno di Thurston…
L’autore riesce egregiamente a infondere una forma visiva convincente agli orrori preternaturali evocati dal Solitario nel racconto originale. Le incisioni, le sculture, le raffigurazioni riportate su carta sono così vivide e dettagliate che sembrano ricalcate da fotografie, anziché immaginate e trasformate in disegni a partire dalle descrizioni di Lovecraft.
A livello di trama, abbiamo soltanto alcune piccole divergenze aggiunte per rendere la storia più cinematograficamente attraente dal punto di vista dell’azione, come la sequenza iniziale che mostra Wayland fuggire evidentemente dai cultisti di Cthulhu che intendono metterlo a tacere. Per non parlare delle maestose tavole conclusive che mostrano un’ipotetica civiltà al collasso per effetto della presenza di Cthulhu, un’anticipazione dell’orrore che forse attende tutti noi!
Una versione a fumetti da recuperare assolutamente, se avete sempre sognato di vedere con i vostri occhi le maestose costruzioni non euclidee della ciclopica città di R’lyeh, e tremare dinanzi alla spaventosa presenza del Grande Cthulhu, inizio e fine di tutti gli orrori.
Il tempio
1917. Karl Heinrich, comandante dell’U-29 della marina tedesca, riscontra che il suo equipaggio manifesta segni di isteria dopo avere ritrovato una piccola testa d’avorio addosso a un marinaio di una nave nemica affondata. I marinai credono di vedere i defunti nuotare in profondità e attuano una rivolta, venendo sterminati. Anche il secondo in comando, Klenze, invita il comandante ad abbandonarsi alla pazzia affinché “lui” li perdoni. Rimasto da solo nel sommergibile adagiato sul fondo dell’oceano, scorge una città di foggia ellenica ma molto più antica. Mentre l’ossigeno sta finendo crede di vedere un’ombra umana e luci fuoriuscire dall’interno di un tempio. E il richiamo del Tempio lo spinge a immergersi in quel mistero senza nome…
Curiosità. Il racconto era una sorta di “vendetta” di Lovecraft per il fatto di essere stato rifiutato dalla visita di leva, infatti si conclude il 20 agosto (il suo compleanno) e il protagonista nel manga ha le sue sembianze.
Il Mastino
St. John e il narratore sono due amici che provano emozioni soltanto nel violare antiche tombe per collezionare reperti e vetusti manufatti. Da una tomba in un antico cimitero olandese, rubano un talismano a forma di cane dal cadavere di uno stregone ancora intatto dopo secoli, che risulta dilaniato da artigli. I due iniziano a sentirsi perseguitati da qualcosa di non umano e St.John viene massacrato da un enorme cane alato. Il narratore riparte per l’Olanda ma il talismano gli viene rubato da dei ladri, che vengono uccisi a loro volta.
Il protagonista riporta l’amuleto al cadavere, che gli sembra aprire gli occhi. Infine, sentendosi ancora perseguitato dall’entità, si suicida sparandosi alla testa.

La città senza nome
Il narratore trova in mezzo al deserto arabo la Città senza nome, così antica che nessuno ne ricorda nemmeno al nome. Esplorando quelle cavità, che non sembrano relazionate ad altezza umana, trova resti di esseri rettili mummificati che scambia per idoli di divinità. Trova affreschi che riportano l’odio degli abitanti per le altre città, e la cronaca di come il deserto ha finito per inghiottire la metropoli.
Ma le scoperte a cui ha assistito sono nulla in confronto alla tremenda rivelazione finale. Gli abitanti della città senza nome, esseri rettili non umani, sono sopravvissuti fino a oggi tramutandosi in demoni guidati dal proprio odio, che infestano le notti del deserto arabo.
Il colore venuto dallo spazio
Un meteorite si schianta nel territorio dell’agricoltore Nahum Gardner. Il corpo celeste si dissipa in breve tempo lasciando dietro di sé un colore indefinibile. Quello che inizialmente sembrava una curiosità scientifica si tramuta in una calamità. Il raccolto di Gardner viene rovinato, gli animali iniziano a mutare.
La famiglia dell’agricoltore scivola nel logoramento fisico e mentale. Gli animali della zona iniziano a mutare e a corrompersi, e gli stessi familiari dell’uomo si comportano in modo inumano, risplendendo al buio. La Cosa ha preso possesso del pozzo e infettato l’acqua, e attraverso di esso tutti coloro che se ne sono serviti
Ammi Pierce, un amico di Nahum, assiste all’orrendo deterioramento di Nahum e di sua moglie. Avverte quindi le autorità, ma gli uomini, impotenti, non possono fare altro che fuggire dinanzi all’incomprensibile colore venuto dallo spazio, che una volta terminata l’opera di prosciugamento riparte verso altri mondi da depredare.
Dagon
Il narratore è un prigioniero di una nave da guerra tedesca che riesce a fuggire a bordo di una scialuppa. Giunge a un’isola emersa improvvisamente dalle acque: esplorandola scopre un obelisco antichissimo le cui incisioni rappresentano esseri anfibi di dimensioni spropositate.
Ma questa sorpresa è niente di fronte all’orrore che si prospetta da lì a poco: un enorme creatura ittica emerge dalle acque e afferra l’idolo, trascinandolo sul fondo dell’oceano.
L’uomo scivola sempre più nella paranoia e il pensiero che esseri acquatici più antichi della razza umana siano sulle sue tracce. Ormai schiavo della morfina, decide di farla finita quando, alla finestra, scorge… quella mano!

L’abitatore del buio
Lo scrittore Robert Blake giunge a Providence e si sente magneticamente attratto dalla Chiesa di Federal Hill: gli italiani del luogo la scansano e sostengono che è infestata da un essere limitato soltanto dalla luce.
Esplorandola trova lo scheletro di un giornalista con un diario, e una scatola contenente una pietra angolare lucente. Decrittando gli appunti scopre che nell’edificio si riuniva una setta chiamata Chiesa della Saggezza Stellare che adorava tramite il trapezoedro brillante un’entità malvagia, l’Abitatore del buio.
Blake capisce che toccando la pietra ha destato la creatura che ora rivolge la sua attenzione verso di lui. Scivola sempre più nella paranoia e inizia a ricevere visioni di mondi lontani e fenomeni terribili. Una notte scoppia un temporale e salta l’elettricità: con la poca luce rimasta a ostacolarlo, l’Abitatore esce dalla cattedrale, suscitando il terrore degli italiani.
Blake supplica le potenze del cosmo di salvarlo, ma l’ultima cosa che vede sono tre occhi fiammeggianti. E il suo cadavere viene ritrovato con un’espressione di sommo terrore…
Robert Blake è espressamente ispirato allo scrittore e corrispondente Robert Bloch. Tra lui e Lovecraft era in corso un gioco scherzoso che prevedeva di fare morire in modo orribile il personaggio basato sull’altro nel proprio racconto.
Le Montagne della Follia
1930. Una spedizione della Miskatonic University si appresta a esplorare nuove regioni polari artiche. Esaminando i campioni di suolo si scoprono fenditure che non possono essere altro che orme, provenienti da un passato che doveva essere privo di forme di vita. La spedizione arriva alle pendici di minacciose vette nere, Le Montagne della Follia, e rinviene il cadavere di una straordinaria creatura antichissima a metà tra la forma vegetale e quella animale.
Quando gli uomini guidati dal professor Dyer si dirigono al campo del Professor Lake trovano quasi tutti gli uomini e i cani fatti a pezzi, le creature seppellite. Per cercare un possibile superstite, Dyer e il giovane Danforth si dirigono verso le montagne nere, alla cui base trovano un’enorme città di origine preumana. Studiando i bassorilievi scoprono che gli Antichi che la abitavano erano esseri provenienti dallo spazio, che in ere antichissime colonizzarono le terre e i mari, entrando poi in conflitto con la Progenie di Cthulhu e i Mi-Go.
Con il tempo la civiltà degli Antichi cadde a causa della ribellione delle loro creazioni Shoggoth, esseri mutaforma simili a conglomerati di bolle, ma alcuni esemplari riuscirono a sopravvivere fino ai giorni nostri ibernandosi. Penetrando nella roccaforte degli Antichi i due esploratori trovano i resti del loro compagno straziato ed esemplari degli alieni che hanno subito la stessa sorte. Vi è ancora uno Shoggoth in circolazione che non ha intenzione di farla passare liscia agli intrusi.
I due esploratori riescono a fuggire a malapena da quell’orrore indescrivibile ma, come se non bastasse, Danforth malauguratamente guarda oltre le montagne nere e scorge qualcosa che lo sconvolge. Finisce così in manicomio a sussurrare tremende rivelazioni che ha appreso, e Dyer si chiede se la prossima spedizione artica porterà alla luce quelle terribili minacce alla vita umana…
L’ombra venuta dal tempo
1908. Il professor Nathaniel Peaslee, durante una lezione alla Miskatonic University, perde i sensi e si risveglia cinque anni dopo, Nel frattempo, stando a quanto apprende, si è comportato in maniera del tutto diversa dal solito, buttandosi a capofitto nello studio dell’occulto e in viaggi verso località antichissime. Peaslee, assistito dall’unico figlio rimasto al suo fianco, cerca di capire cosa gli sia successo, ma ha l’impressione che qualcosa gli impedisca di ricordare.
Nei suoi sogni si vede all’interno di un corpo enorme e di stampo conico, con strani appendici, situato in una megalopoli antichissima. Scopre che la Storia ha registrato molti casi di apparenti possessioni, nelle quali le vittime hanno visto dall’oggi al domani un cambio repentino della loro personalità, per poi tornare normali a un certo punto senza ricordi della vita precedente.

Nel 1935 Peaslee viene contattato da degli studiosi che hanno rinvenuto nel deserto australiano resti di costruzioni preumane, come quelle che vede nei suoi sogni. Parte quindi per il deserto assieme al professor Dyer, che lo mette in guardia sui segreti che non devono essere svelati.
Guidato dai propri ricordi riesce a ritrovare nella antica biblioteca un libro vergato da lui stesso milioni di anni prima, nel corpo del membro della Grande Razza di Yith che aveva preso il suo posto. Tuttavia scopre che nel sottosuolo sono imprigionati i Polipi Volanti, nemici naturali degli Yithiani che milioni di anni prima ne decretarono la fine, e li costrinsero a scambiare i propri corpi con una razza di coleotteri del futuro.
Peaslee, fuggendo da uno dei Polipi, perde il libro che avrebbe potuto attestare la veridicità dei suoi ricordi. Decide quindi di abbandonare la ricerca della verità e redige un resoconto per il figlio, assegnando a lui il compito di appurare se si è sognato tutto o se esiste davvero l’ombra venuta dal tempo…
La maschera di Innsmouth
La maschera di Innsmouth è l’adattamento, al momento inedito in Italia, dell’omonimo racconto di Lovecraft The Shadow Over Innsmouth.
Uno studente del New England decide di visitare la cittadina balneare di Innsmouth, i cui cittadini sono da tutti detestati anche per via del loro aspetto che ricorda dei pesci.
Il giovane scoprirà a sue spese che in città un antico culto rende omaggio a una blasfema divinità marina e che gli stessi abitanti appartengono a una stirpa di creature ittiche che non dovrebbe esistere. Un retaggio contrario alla morale umana che interessa anche il narratore da vicino…
Resta aggiornato su questo canale per ricevere nuovi aggiornamenti sulle opere di Gou Tanabe. Noi ci vediamo alla prossima!
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