Oggi parleremo di “Melmoth l’errante”, romanzo del 1820 di Charles Robert Maturin, uno dei capolavori della narrativa gotica.
Leggi tutto: Melmoth L’errante: La Storia CompletaNel suo Supernatural Horror in Literature, Lovecraft definisce il romanzo «Un enorme passo nell’evoluzione del racconto d’orrore» nel quale «la paura viene tolta dal reame del convenzionale» (inoltre Lovecraft si rivolgeva nelle lettere a Donald Wandrei come Melmoth).
Honoré de Balzac lo considerava una delle icone supreme della letteratura europea moderna, e Karl Edward Wagner lo definiva uno dei 13 migliori romanzi dell’horror soprannaturale.
Maturin era un pastore protestante che, dopo avere frequentato il Trinity College, si diede alla produzione di opere teatrali (che non ebbero però grande successo). Ciò nonostante vennero notate da Sir Walter Scott che le fece conoscere a Lord Byron. Nel 1820 Maturin pubblica Melmoth L’Errante, romanzo piuttosto corposo in origine uscito in quattro volumi.
In seguito sposa Henrietta Kintbury, il che lo rende il prozio di Oscar Wilde. Lo stesso Wilde, una volta uscito di prigione, adottò lo pseudonimo “Sebastian Melmoth”.
Il romanzo narra diverse storie incentrate su Melmoth L’Errante, antenato della famiglia del protagonista, un uomo che da 150 anni viaggia per il mondo tentando coloro che incontra e cercando di portarli alla dannazione eterna. Melmoth ha venduto l’anima al diavolo in cambio di un’esistenza innaturalmente lunga, esistenza che trascorre per gran parte cercando altri sventurati con cui fare a cambio con la propria maledizione.
I personaggi di tutte le storie però rifiutano il patto, probabilmente in quanto l’autore ritiene che l’anima umana non sia fatta per cedere alle lusinghe del diavolo.
Ciò nonostante Melmoth costituisce una delle più terrificanti figure diaboliche della narrativa gotica e ha in qualche modo influenzato le opere del genere successive.
L’Errante è un individuo diabolicamente maligno che appare come per incanto di fronte a individui che si trovano sull’orlo del baratro, proponendo loro un patto scellerato in cambio della salvezza mondana. Viene descritto principalmente a livello di sguardo, che turba coloro su cui si poggia, e della malignità che trasuda negli atti e nelle parole. Coloro con cui si intrattiene infatti sentono per sua bocca maligne allusioni alla triste realtà della vita e alla crudeltà dell’uomo, volte a fare perdere all’interlocutore fiducia nella grazia di Dio.
Il romanzo ha la caratteristica di essere strutturato a scatole cinesi con più storie apparentemente separate, ambientate in Spagna, Dublino e Inghilterra, legate tra loro dall’influenza dell’Errante. Ogni personaggio introduce la propria storia dentro la quale è presente l’aggancio che fa partire quella successiva per bocca di un altro soggetto.
Melmoth racchiude molte delle caratteristiche divenute poi classiche del romanzo gotico: la trama misteriosa, una storia che si dipana lungo diversi periodi storici, labirinti, passaggi sotterranei, una costante situazione di pericolo suggerito da una presenza soprannaturale mai esplorata nel dettaglio.
Il romanzo tratta in modo molto critico l’influenza della Chiesa Cattolica del tempo, così come il fascino della tentazione del male che porta l’uomo alla perdizione.
Melmoth l’Errante – La Storia
1816. Il giovane John Melmoth è un orfano inglese che studia a Dublino e che vive della carità dello zio, un uomo ricco e tremendamente avaro, il quale lo fa convocare, sentendosi ormai in punto di morte.
Mentre cerca una bottiglia di vino per lo zio trova un quadro – datato 1647 – raffigurante un uomo la cui espressione lo turba, che a quanto pare è un antenato della famiglia. Lo zio muore poco dopo e lascia indicato nel testamento a John, suo unico erede, di distruggere sia il quadro che delle pergamene, sconsigliandogli di leggerne il contenuto. Cosa che invece, ovviamente fa.
Il primo documento è un manoscritto redatto nel 1646 da un inglese Stanton, che ha incontrato per la prima volta in Spagna Melmoth l’Errante.
Uno stimato religioso muore durante una cena, non riuscendo a sostenere la presenza di Melmoth, che percepisce trasudare puro male.
Stanton incontra l’Errante in seguito in Inghilterra e gli profetizza che si incontreranno ancora, quando sarà rinchiuso in manicomio, cosa che puntualmente avviene anni dopo.
Melmoth gli appare e gli propone di vendergli l’anima in cambio della libertà, patto che Stanton rifiuta. Grazie a un incendio fortuito Stanton riesce a fuggire dal manicomio. Diviene ossessionato da Melmoth e inizia a indagare su di lui.
Scopre che è nato in Irlanda e cede ai suoi discendenti il manoscritto in questione.
John Melmoth prende pergamene e quadro dello zio e li distrugge. In sogno gli appare proprio Melmoth.
Dopodiché viene richiamato alla scogliera, dove una nave è in difficoltà per una tempesta. Su uno scoglio nota un uomo con in mano una lampada e un ghigno sul volto, incurante della tempesta e della tragedia che sta avvenendo in mare. John ha un mancamento e cade dalla scogliera, ma viene salvato.
Scopre che vi è un superstite del naufragio, uno spagnolo, Alonzo Moncada, il quale è proprio l’uomo che lo ha soccorso e che conosce un’altra storia inerente Melmoth l’Errante.
Il racconto spagnolo
Moncada è un figlio illegittimo di una nobile famiglia spagnola e per questo allontanato dai suoi parenti, anche per via dell’influenza di un illustre religioso, noto come valido avversario di possessioni demoniache (i cui successi ovviamente si avvalgono delle torture dell’inquisizione).
Questi vorrebbe fare di Alonzo un frate contro la sua volontà. Il fratello Juan decide di aiutarlo con la complicità di un frate parricida, il quale però lo uccide e rivela le trame dei due fratelli al superiore.
Alonzo viene quindi ricondotto in convento e processato dall’Inquisizione. Mentre si trova in carcere si ritrova davanti Melmoth l’Errante, che propone anche a lui la libertà in cambio dell’anima, ma l’uomo rifiuta. Grazie a un incendio riesce a fuggire e viene accolto da un ebreo, Adonijah: in cambio dell’aiuto deve copiare dei manoscritti, tra i quali si trovano altre storie di Melmoth l’Errante.
Il racconto degli indiani
Uno di essi si narra la storia di una ragazza naufragata su un’isola indiana, Immalì, che incontra Melmoth e se ne innamora. L’Errante all’inizio la approccia parlandole con cinismo del mondo, ma a un certo punto inizia a provare qualcosa anche a lui e si allontana, senza farle la proposta di dannazione eterna. Immalì viene salvata e si converte alla cristianità assumendo il nome di Isidora, tornando in Spagna dalla sua famiglia.
Melmoth la rintraccia e i due contraggono matrimonio profano (celebrato da un eremita morto) con Melmoth che la mette incinta.
La ragazza viene arrestata dall’Inquisizione che vuole appurare i suoi legami con l’Errante, figura da tempo detestata e temuta dal Santo Uffizio.
Isidora finisce in mano all’inquisizione e dà alla luce il figlio di lei e Melmoth. Il neonato muore e Melmoth le appare proponendole di diventare come lui, ma lei rifiuta e muore.
La piccola muore in prigione e la madre la segue poco dopo.
Il racconto della famiglia Guzman
Il padre di Isidora, di ritorno da un lungo viaggio, le racconta un’altra storia su L’Errante.
Un ricco mercante spagnolo ha una sorella che ha sposato un musicista tedesco, Wahlberg. Costoro hanno quattro figli che un giorno vengono informati che erediteranno la fortuna dello zio. I preti però convincono il moribondo a donare il tutto alla Chiesa lasciandoli a bocca asciutta, reietti in Spagna siccome non condividono lingua o religione.
Melmoth offre il patto scellerato a Wahlberg che rifiuta e in seguito riottiene la propria fortuna.
Il racconto della Famiglia dei Mortimer
Melmoth durante il viaggio racconta al padre di Isidora “La storia dell’amante”, la storia di una donna che rovina le proprie nozze a causa di una bugia. Melmoth appare proponendo il solito patto, ma viene respinto da qualcuno che conosce le sue origini.
Il mercante spagnolo viene riaccompagnato a casa da quello che a sua insaputa è proprio Melmoth. Con questo racconto Melmoth cerca di fargli capire che sua figlia Isidora è in pericolo, ma l’uomo presta attenzione soltanto ai suoi affari.
Epilogo
Alla fine, a casa di Melmoth si presenta L’Errante in persona, e informa John e Moncada che il suo tempo è scaduto. Nessuno di coloro che ha tentato ha accettato di vendere l’anima al Diavolo e ormai ha terminato il suo tempo. Chiede di essere lasciato solo in una stanza dove fa un sogno nel quale precipita verso l’abisso, che coinvolge tutte le persone che ha cercato di corrompere.
Si odono nella notte tremendi rumori di lotta, ma i due giovani non entrano, essendo stati diffidati dal farlo. La mattina successiva trovano la stanza spalancata. Seguendo le tracce giungono sulla scogliera, dove trovano soltanto la sciarpa dell’Errante.
Di Melmoth nessuno ne saprà più niente.
Melmoth in altre opere
Assieme al Frankenstein di Mary Shelley e al Lord Ruthven di Polidori, Melmoth costituisce una delle più influenti figure della narrativa gotica ottocentesca.
Melmoth viene menzionato in varie opere della letteratura e personaggi o luoghi omonimi compaiono in diversi romanzi, film e serie TV. In “Seven Soldiers” di Grant Morrison Melmoth è un antagonista del Mostro di Frankenstein.
“Melmoth riconciliato” è un racconto lungo del 1835 di Honoré de Balzac, ispirato a Melmoth l’errante.
Francia, 1835. Castanier, un cassiere in procinto di compiere un furto, viene raggiunto nientemeno che da Melmoth l’Uomo Errante, che è sopravvissuto alla sua fine e ha ripreso a proporre il patto scellerato agli sventurati che incontra.
Al contrario di quanto avvenuto nel romanzo precedente, Castanier accetta immediatamente il patto ottenendo le sue doti soprannaturali. Però, con il tempo inizia a rimpiangere questa scelta, siccome il mondo inizia a perdere di significato ai suoi occhi ed è consapevole della fine che lo attende. Il cassiere quindi si mette alla ricerca di Melmoth, ma scopre che questi infine è spirato riconciliandosi con Dio. Castanier quindi ne prende il posto, vagando per il mondo alla ricerca di qualcuno a cui trasferire il suo fardello…
Sarah Perry ha rielaborato in forma femminile la figura dell’Errante in “La maledizione di Melmoth”.
La protagonista principale è Helen Franklin, una donna inglese di quarant’anni che lavora come traduttrice a Praga. Viene a sapere della leggenda di Melmotka, una donna che vaga per il mondo con i piedi sanguinanti che appare dove regnano tristezza e morte. Il suo amico Karel, prima di sparire nel nulla, le consegna una cartella di cuoio nel quale sono raccolti dei documenti che narrano di questa misteriosa figura.
Come nel romanzo originale, abbiamo una serie di racconti con personaggi diversi intrecciati dalla presenza ai margini dell’Errante, una figura maledetta da Dio e condannata alla solitudine eterna, che osserva coloro che commettono il male.
Le vicende dei personaggi quindi si intrecciano con le atrocità commesse nel XX secolo, mentre la protagonista deve fare i conti con il proprio passato, il tutto sotto lo sguardo glaciale dell’Errante.
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