In questo sito abbiamo trattato molti corrispondenti e colleghi letterari di Lovecraft, come Robert Howard e Clark Ashton Smith, nonché alcuni prosecutori che hanno saputo proseguire e rinnovare con la propria fantasia il mondo di incubi e visioni fantastiche partorito dalla mente geniale del Sognatore di Providence.
Oggi siamo qui per parlare di un altro artista che non ha nulla da invidiare al Solitario in fatto di ispirazione e fantasia, e che ha saputo donare un tocco personale all’universo dei Miti di Cthulhu.
Si tratta di Wilum “Hopfrog” Pugmire (1951-2019), autore di “Orrori e Meraviglie a Sesqua Valley”, edito in Italia da Dagon Press, La raccolta comprende tutte le storie pubblicate tra il 2011 e il 2015 di Pugmire, osannato autore tra i più rilevanti del panorama narrativo lovecraftiano e weird degli ultimi anni
S. T. Joshi lo ha definito “il poeta in prosa del campo dell’horror/fantasy; potrebbe essere il miglior poeta in prosa che abbiamo e uno degli autori Lovecraftiani di spicco del genere.”
Pugmire si descriveva come un eccentrico recluso, “la Regina dell’Orrore Eldritch” e una “regina del punk rock e travestita di strada”, oltre che “uno scrittore ossessionato dall’horror lovecraftiano”. Il suo secondo nome deriva dall’omonima storia di Edgar Allan Poe, uno dei suoi numi tutelari letterari insieme a H.P. Lovecraft e Oscar Wilde.
Quando Pugmire visitò il luogo di nascita di Lovecraft a Providence, “camminava per le strade da College Hill a Federal Hill con un diario in mano, annotando le impressioni man mano che procedeva”. Pugmire utilizzò queste note nel suo libro “Bohemians of Sesqua Valley”.

Orrori e Meraviglie a Sesqua Valley – I Miti di Cthulhu di W. H. Pugmire
Orrori e Meraviglie a Sesqua Valley (Sesqua Valley & Other Haunts) del 2003 è un’antologia di storie horror dalla forte impronta visionaria e poetica.
Il volume contiene dieci storie infuse di tutto il talento barocco visionario e la prosa malinconica di questo ispirato autore lovecraftiano, un amalgama di immagini incantevoli e di orrori terrificanti.
Al contrario degli autori che hanno riproposto pedissequamente le tematiche o lo stile lovecraftiano, e di quelli che hanno scimmiottato l’uno o l’altro senza averli realmente capiti, Pugmire ha compreso l’anima della narrativa lovecraftiana ma ha scelto di darne una interpretazione diversa dettata dalla propria personalità.
Pugmire è stato un devoto cultore di Lovecraft, non solo delle sue opere ma anche della sua figura, avendone letto la biografia integrale tre volte. Realisticamente aveva colto i tratti della personalità dell’autore di Providence che si rispecchiavano in quelli dei suoi personaggi: l’alienazione dal mondo materiale e convenzionale, la fuga nella realtà onirica in cerca dell’appagamento del fantastico, il senso di smarrimento in una realtà ordinaria alla quale si sente di non appartenere.
Le storie sono ambientate nel suggestivo scenario di Sesqua Valley, una landa immaginaria che si distingue da altre creazioni simili nel mondo lovecraftiano, in primis la Severn Valley di Ramsey Campbell, per essere un culla più di fenomeni affascinanti per la loro lontananza dal normale che di orrori abominevoli.
Gli abitanti della valle sono legati in maniera inesorabile ai fenomeni che si presentano nella loro terra, considerandoli quasi una connotazione stessa della loro natura.
Rispetto all’arcaica Kingsport, alla repellente Innsmouth, alla degenerata Dunwich e alla tetra Arkham, Sesqua Valley non lascia che l’orrore sia il fattore prevalente: piuttosto trovano spazio le malie dell’inconoscibile, esseri non umani bizzarri e alieni alla realtà materiale, personaggi incantati da fenomeni troppo grandi per la loro comprensione.
Ovviamente non mancano neanche qui i personaggi tetri, in primis Simon Williams, alter ego di Pugmire, stregone ed eremita dedito all’adorazione dell’immancabile anima nera del Ciclo, Nyarlathotep.
Gli omaggi al Ciclo di Cthulhu non si limitano al solo Lovecraft ma coinvolgono anche i suoi colleghi scrittori, come Frank Belknap Long e a sua mostruosa creazione elefantina, il Grande Antico Chaugnar Faugn, qui rivisto con influenze dionisiache e dal Grande Dio Pan di Arthur Machen. Non mancano nemmeno le frecciatine contro le interpretazioni più ridicole del Ciclo, come la menzione all’elementale del fuoco Cthugha e alla sciocca teoria che vede le entità di Cthulhu distinte in base ai quattro elementi.
Orrori e meraviglie a Sesqua Valley è una lettera d’amore alla produzione letteraria del Solitario di Providence, declinata secondo la personalità e i trascorsi di Pugmire. Ogni racconto è introdotto da delle note che narrano lo sviluppo editoriale e gli episodi di vita dell’autore che le hanno influenzate, la droga, l’emarginazione dalla società, l’omosessualità, il mormonismo. Alcune storie ad esempio sono state scritte in omaggio agli autori del Ciclo nel periodo successivo alla morte del suo amante per eroina, come risultato del processo di elaborazione del lutto in un’ottica visionaria e ispirata.
E con questo è tutto. Spero di averti invogliato a leggere questo volume e a riscoprire questo autore, se non l’hai già fatto. Lasciami un commento, noi ci vediamo alla prossima.
Leave a Reply