Ben ritrovati a un nuovo approfondimento!
L’ottimizzazione dei siti web comprende non soltanto il realizzare nuovi contenuti, ma anche cimentarsi nel controllo e nel miglioramento periodico di quanto già realizzato per valorizzarne al massimo il potenziale e ottenere migliori risultati senza ulteriori sforzi. I tool di marketing automation, ad esempio, ci permettono di aumentare la possibilità di far conoscere i nostri contenuti in maniera automatica e di mettere a punto una routine di condivisione sui social e tramite mail in modo che il nostro pubblico sia sempre informato delle nostre attività.
Ascolta “Come aggiornare i contenuti del sito per migliorare il posizionamento SEO” su Spreaker.Una buona routine SEO consiste nel rivalutare ed eventualmente riscrivere periodicamente le pagine SEO al fine di migliorare progressivamente il posizionamento dei contenuti.
Vuoi realizzare dei contenuti evergreen destinati a durare nel tempo e ad attrarre continuamente nuove visite? L’ottimizzazione SEO on page è una buona pratica che permette di rendere una pagina più performante e di aumentarne il rendimento.
Ottimizzare una pagina dal punto di vista SEO consente di:
- aumentare esponenzialmente il traffico di una pagina web
- convertire con maggiore facilità le visite ottenute in lead commerciali
- ridurre la distanza tra l’intento di ricerca dei visitatori e le risposte fornite dalla pagina
- ridurre il tasso di rimbalzo
- accrescere i click sulle anteprime dei risultati delle serp
- aumentare il tempo trascorso nelle pagine
- aumentare il numero di commenti e le possibili condivisioni

Keyword research
Aggiornare regolarmente le pagine web è una pratica consigliata per aumentarne il valore agli occhi di Google e per renderle sempre pertinenti per le persone.
Con il passare del tempo può avvenire che gli intenti di ricerca delle persone cambino anche relativamente a un dato argomento.
Per esempio, un certo anno chi cerca “olio di palma” potrebbe essere interessato alle sue qualità, ma l’anno successivo potrebbe puntare invece agli effetti sulla salute.
Anche se abbiamo svolto una keyword research ai tempi della realizzazione dei contenuti possiamo eseguirla di nuovo per verificare se dobbiamo adattare i testi a mutate esigenze di informazioni.
Le keyword devono essere utilizzate in maniera quanto più naturale possibile. Specialmente nei primi tempi in cui apprendiamo a scrivere “SEO-friendly” tendiamo a esagerare nel collocare le parole chiave in maniera forzata e ripetitiva, nel timore che Google non reputi i nostri contenuti abbastanza pertinenti all’argomento in questione.
Dopo un po’ di tempo, è buona norma dare una ripassata ai nostri testi per scoprire se possiamo modificarli per renderli più naturali agli occhi del lettore, con l’aggiunta di sinonimi e di espressioni similari per evitare ripetizioni forzate e per ampliare il range di ricerche di coda lunga raggiungibili.
Title
Il title è uno degli elementi più rappresentativi della pagina e serve sia a indicare con precisione ai crawler l’argomento trattato che invitare le persone a cliccare, perciò deve contenere sia le keyword rilevanti per le quali ci si vuole posizionare che dei buoni incentivi che chiariscano al lettore il beneficio che andrà a ottenere.
Con il passare del tempo possiamo decidere di riscrivere il Title per renderlo più attinente alle call to action contenute nelle pagine, ai nuovi argomenti per i quali vogliamo posizionarci, ai nuovi interessi che sono maturati nel pubblico.
Per esempio, un title del tipo:
– 10 errori di blog marketing da correggere
si può modificare in:
– Scopri come correggere 10 errori del tuo blog che stai commettendo
Anche se il concetto è lo stesso, nel secondo caso si rivolgiamo direttamente al lettore facendogli presente che conosciamo ben 10 errori che lui con tutta probabilità sta svolgendo. Abbiamo quindi una headline più incisiva e che colpisce maggiormente l’immaginazione nell’utente, che si immedesima nella situazione e si chiede come porre rimedio.
L’introduzione
Non tutte le parole in un articolo sono uguali. Il lettore “scansiona” la pagina dall’inizio per decidere se fa al caso suo e se vale la pena trascorrere del tempo al suo interno.
Le prime 100 parole dovrebbero contenere un valido incentivo a proseguire la lettura, spiegando al lettore l’argomento trattato e in che modo procederemo a spiegare come risolvere il problema.
Se possiamo farlo adottando sempre uno stile di comunicazione naturale, ci conviene utilizzare le keyword alle quali stiamo puntando fin dalle prime righe, che sono quelle scansionate inizialmente dai crawler, in modo che le registrino e ne tengano conto ai fini del posizionamento.
URL
L’indirizzo della pagina è la struttura che indica ai motori di ricerca l’argomento trattato. Più un URL è lungo, meno è intuitivo sia per le persone che per i crawler.
Un URL del tipo
www.sito.com/scopri-come-guadagnare-con-blog-senza-fatica-rapidamente
anche se è formalmente corretto si può riscrivere in maniera più immediata come
www.sito.com/guida-monetizzare-blog
che meglio corrisponde alle query di ricerca restituite da Google
Ogni redirect tuttavia porta via tempo prezioso ai crawler e ai visitatori, quindi riscrivi l’URL solo quando sei davvero insoddisfatto di come sia attualmente.

Analisi dei Trend di Ricerca
Con il passare del tempo i nostri contenuti possono diventare meno utili per le persone non a causa delle loro caratteristiche, ma poiché sono cambiate le esigenze di coloro a cui sono rivolti.
Pensiamo in questi giorni all’argomento “mascherine”: da prodotto rivolto principalmente a soggetti con patologie è diventato quasi un bene di uso comune, perciò l’intento di ricerca è passato dal tutelare la salute di chi era già affetto da qualche patologia a difendersi dal contagio del coronavirus.
Il nostro piano editoriale deve adattarsi alle mutate esigenze di ricerca del nostro pubblico.
Possiamo studiare se i contenuti più importanti come fonte di visite hanno perso smalto e sono percepiti come obsoleti.
Da Google Analytics è facile verificare se le pagine in questione hanno visto un calo di visite nell’ultimo periodo, che non sia attribuibile a fattori esterni
Google Trends è lo strumento per eccellenza da impiegare per l’analisi dei trend.
Possiamo analizzare l’andamento delle ricerche per il concetto attorno al quale abbiamo ottimizzato i nostri contenuti e verificare se ha perso di interesse in favore di altre ricerche correlate.
Se è questo il caso, possiamo riscrivere i testi per puntare l’attenzione sui nuovi argomenti di rilievo. Suggerisco di aggiornare la data di pubblicazione se le modifiche eseguite sono abbastanza consistenti in quanto si tratta di una nuova versione dell’articolo e più rispondente alle attuali circostanze.
Aggiornamento dei contenuti
Rileggere i testi a distanza di tempo permette di analizzarli a mente fresca per scovare errori, periodi poco significativi, espressioni da modificare, il tutto magari con una migliore conoscenza del settore in questione.
Mi occupo di scrivere su richiesta per innumerevoli settori (consolidamento fondamenta; prestiti finanziari; meccanica industriale; matrimoni ecc.) e devo dire che tornando a distanza di tempo sui testi originali per correggerli posso usufruire del bagaglio aggiuntivo di nozioni per renderli più precisi ed esaustivi, con ovvio vantaggi per il lettore finale.
Possiamo scegliere sinonimi e varianti delle keyword per intercettare un maggior numero di ricerche e rendere i testi più naturali.
Se non lo abbiamo fatto, possiamo inserire delle liste dei paragrafi cliccabili (stile menu di Wikipedia) per favorire l’indicizzazione degli argomenti dei rispettivi paragrafi e permettere di accedere direttamente da Google alla sezione che risponde alle ricerche.
Pagine cannibalizzate o inutili
Con l’aumentare degli articoli del blog è molto facile finire a trattare più volte argomenti simili, anche se in modo leggermente diversi.
Articoli dal titolo:
- Come evitare il contagio del coronavirus
- Consigli per non prendere il coronavirus
- Come si trasmette il coronavirus
Sono formalmente argomenti differenti, ma in pratica assolvono allo stesso intento di ricerca.
Siccome la fetta di traffico organico ottenibile è la stessa (tranne nei casi di aumento esponenziale dell’interesse, come appunto quando la stampa da enorme risalto al Covid-19) disperdere le visite su testi tutto sommato equivalenti rischia di ridurre l’autorevolezza di ogni singola pagina e di finire a combattere contro se stessi.
Rivedere gli articoli troppo simili ci può portare a “fonderli” in delle pagine uniche come pillar ultra-esaustivi (compatibilmente con l’intento di ricerca) che siano in grado di posizionarsi meglio e di canalizzare visite per diverse formule di ricerca.
Ottimizzazione Tag e Categorie
Quando metto mano a un progetto controllo la distribuzione di articoli e categorie per verificare che non siano presenti ridondanze di entrambi o tassonomie inutili in quanto privi di contenuti associati.
Puoi concentrare la tua attenzione sulle attuali classificazioni per:
- cancellare i tag e le categorie inutili ai fini degli utenti
- riscrivere i tag SEO delle classificazioni per renderli più indicativi per i motori di ricerca
- attribuire gli articoli alle categorie più ampie ed eliminare quelle meno significative
Ottimizzazione Tag SEO Immagini
Nel caso di progetti non adeguatamente seguiti dal punto di vista della SEO fin dall’inizio, troverai sicuramente un buon numero di immagini che non presentano rilevanti attributi al fine del posizionamento.
Tool come Screaming Frog o Seo Tester Online ti informano se nel tuo sito sono presenti immagini prive di tag ALT (testo che deve apparire quando l’immagine non è consultabile). Molto probabilmente anche gli altri campi saranno poco significativi.
Puoi ottimizzare la libreria immagini del sito le foto per dare un significato:
- al nome del file
- al contenuto della Descrizione
- al tag ALT per testo sostitutivo dell’immagine
- al tag IMG per dare informazioni aggiuntive a chi passa il cursore del mouse sopra di essi
Correzione Link Rotti
Con il passare degli anni, una parte dei link che abbiamo inserito finisce per diventare inutili per diverse cause. Ci sono siti che vanno online momentaneamente, altri che vengono chiusi definitivamente, altri ancora cambiano il dominio ma non eseguono i dovuti redirect.
In tutti questi casi ci troviamo di fronte a risorse errate per visitatori che possono abbassare la nostra reputazione agli occhi di Google.
Un tool come Broken Link Checker ci permette di scansionare l’intero sito per individuare quali collegamenti non conducono a niente e possiamo però rimuovere o cambiare con altri.
Quali sono gli aspetti di SEO on page che procedi a verificare nel tempo? Raccontamelo qua sotto!