Ben ritrovati su questi lidi!
Nel corso delle tue attività di SEO copywriting puoi accorgerti che le keyword attorno alle quali devi sviluppare i testi del siti web mostrano volumi di ricerca troppo bassi. Questa osservazione in genere non viene presa con molta felicità dai committenti, stupefatti poiché per esperienza sanno che invece quelle che ti hanno segnalato sono proprio il genere di ricerche con le quali riescono a convertire con facilità.
Il fatto è che il consulente SEO, in quanto soggetto operante al di fuori dalla sfera di conoscenza del settore, può solamente eseguire delle stime sulla base delle informazioni restituite dai propri strumenti che possono rivelarsi fuorvianti in quanto:
- il consulente non conosce termini informali o specifici con i quali le persone si riferiscono ai beni e servizi in questione
- i termini forniti dai committenti possono essere errati (pensiamo ai nomi esteri scritti male che il SEO può non conoscere e analizzandoli tali e quali è portato a pensare che essi non abbiano traffico)
- le ricerche in determinate aree geografiche, anche se esigue, offrono alti tassi di conversione per via di una scarsa offerta nel posto o per via di doti particolari del brand (es. il commerciante del luogo che tutti conoscono vende un certo prodotto più dello store generalista)
Ebbene, come comportarsi quando i volumi di ricerca delle keyword che ti interessano sono troppo bassi ma devi comunque operare in un’ottica di ragionevolezza per ottenere risultati?
1 – Valuta il reale tasso di conversione
Devi sapere che le keyword a basso volume di ricerca non sono necessariamente delle risorse da scartare perché non lasciano presagire di condurre un traffico apprezzabile.
Quello che devi fare è capire dal cliente quanto sono redditizie le parole chiave che tu reputi poco vantaggiose dal punto di vista delle conversioni.
Possono esserci ad esempio prodotti per bambini che su Google vengono ignorate, ma che le mamme di un determinato quartiere comprano spesso, perciò un negozio di cancelleria della stessa zona ha tutto l’interesse a segnalare nel sito web.
Può sembrare banale, ma rivolgersi al committente per ricevere informazioni dettagliate è assolutamente necessario per ridefinire i tuoi testi SEO.
In teoria dovrebbe essere uno step scontato, ma all’atto pratico spesso il cliente è impegnato in altre attività e, se non esortato, trascura di informarti a dovere sulle combinazioni di keyword sulle quali puoi lavorare.
Ad esempio, il committente può suggerirti brand specifici che sono ricercati in zona ma che a giudicare dai volumi di ricerca tu avresti tranquillamente trascurato.
2 – Contenuti di nicchia per la costruzione di autorevolezza
Personalmente seguo una tecnica di costruzione della reputazione “a gradini” ovvero partendo da argomenti di nicchia (individuati dalle long tail keyword) che non vantano ricerche organiche consistenti ma che sono molto specifici e sviluppati su determinati ambiti.
Procedo quindi a realizzare inizialmente articoli su temi che di per sé non hanno importanti ricerche organiche ma che servono a distinguersi dalla concorrenza e perciò a ottenere visite su temi che non sono già stati trattati da altri siti più autorevoli.
In un secondo tempo espando il piano editoriale dirigendomi verso temi più generalisti e di ampio traffico per merito della reputazione storica già acquisita.
I volumi di ricerca limitati non sono inizialmente rilevanti siccome in questa fase è importante stimolare la conoscenza del brand attraverso contenuti molto a tema e originali che servono a qualificare il creatore come esperto e appassionato di un dato ambito.
3 – Individua chiavi di ricerca correlate
Se le chiavi di ricerca che il tuo committente ti commissiona non sembrano portare effettivi risultati, puoi partire da questi spunti per rivolgerti ad altri argomenti a tema.
Per fare un esempio, magari il tuo cliente ti indica di lavorare sui “boccagli color silicone” (i tubi che servono a respirare mentre si è sott’acqua) e scopri che le ricerche sono troppo ridotte, e invece noti che termini diversi seppure attinenti come “attrezzature nautiche”, “attrezzature da sub”, “tute immersione” vengono ricercate maggiormente e magari con una concorrenza ridotta rispetto ad altri termini.
La difficoltà in questo modo di lavorare consiste nello scegliere soltanto quei termini che sono effettivamente in grado di portarti conversioni e perciò attinenti al tuo business.
Ad esempio, se vendi scarpe da tennis e finisci per posizionarti per query del tipo “scarpe per escursioni” non sei effettivamente in grado di rispondere a queste esigenze di acquisto.
In questo caso tuttavia puoi approfittare del posizionamento per convogliare traffico verso altre pagine attinenti allo stesso genere di pubblico (magari, la categoria “tutto il necessario per le escursioni” che può risultare comunque utile a chi ha quel genere di esigenze).
I dizionari online dei sinonimi e dei contrari sono molto utili siccome ti suggeriscono varianti dei termini di interesse che possono essere maggiormente ricercate su Google (e non è detto che i tool di keyword analysis possano suggerirli da soli).
Personalmente, utilizzo una estensione come Keywords Everywhere che non solo mi indica il volume di ricerca delle keyword non appena le digito sulla barra di ricerca di Google, ma mi evidenzia a destra delle serp ricerche correlate a questo genere di termini sui quali posso lavorare per espandere “a cascata” il mio piano editoriale.
Esistono degli argomenti che di per sé non sono misurabili da volumi di ricerca consistenti ma che possono portare visite consistenti per i tuoi standard.
Si tratta di temi non approfonditi dalla concorrenza proprio perché si stima che non possano condurre visite organiche, ma che in realtà possono portarti visite effettive per mezzo delle condivisioni sui social network.
Se frequenti gruppi molto popolati sai come gli iscritti abbiano un interesse vivo e pulsante per gli argomenti correlati, specialmente per qualcosa di innovativo che provenga da una fonte autorevole.
Se prendiamo Facebook, il social network più popolato, abbiamo migliaia di conversazioni negli appositi gruppi a tema tra i quali troviamo spunti interessanti su temi non trattati, dubbi comuni, richieste di risorse, che un portale più affermato non tratterebbe in quanto avrebbe più convenienza ad affrontare temi dal maggior traffico, ma sui quali puoi orientarti per guadagnare maggiori visite.
Puoi quindi realizzare degli articoli che in quanto a volumi di ricerca delle parole chiave non lasciano sperare niente di soddisfacente, ma che possono in concreto portare centinaia, migliaia di viste attraverso la condivisione naturale e la segnalazione nelle community social a tema.
Per esempio, in vista del nuovo film di Star Wars, sul tuo blog che tratta film o prodotti di intrattenimento puoi realizzare articoli su argomenti amati dai fan (e lo sai quanto sono interessati!) che magari nessuno andrebbe a cercare appositamente su Google (volume di ricerca 0) ma che possono portarti molte visite in relazione allo sforzo grazie al momento propizio e all’originalità del tema e dell’approccio trattato.
L’analisi dei trend stagionali consiste appunto nel tenere monitorate le serp e le community social per individuare picchi di interesse su determinati argomenti, sui quali puoi lavorare e ottenere molte visite grazie alla scarsa concorrenza e all’interesse sopra la media di quel dato momento.
Google Trends e Talkwalker Alerts, sono alcuni di questi tool che puoi utilizzare per scoprire punte di interesse improvviso attorno ad argomenti che ti competono.
Portali come Yahoo Answers, Quora, AnswerThePublic, ti aiutano a individuare domande poste in rete che di per sé non indicano volumi di ricerca apprezzabili ma che possono delineare un interesse più o meno costante per certi argomenti che magari non sono stati abbastanza trattati in italiano, e che tu potresti essere il primo ad esplorare.
Questi sono i miei suggerimenti su come operare quando devi lavorare con keyword dai volumi di ricerca molto bassi. I tuoi quali sono? Parliamone qua sotto!