Ben ritrovati.
Oggi parleremo del romanzo di fantascienza filosofica “Solaris” del 1961 dello scrittore polacco Stranislaw Lem.
Solaris viene definito da molti il più importante romanzo di fantascienza mai scritto.
Lem era uno scrittore di grande valore, candidato dalla Polonia in più occasioni al Premio Nobel per la letteratura.
Lem non apprezzava la fantascienza occidentale tanto incentrata sulle astronavi e sull’aspetto materialistico, siccome riteneva che la fantascienza avesse il compito di indagare sull’animo umano e affrontare temi esistenziali. Solaris si concentra infatti sulle connotazioni filosofiche dell’esistenza umana, pur riservando ampio spazio nel romanzo alla descrizione dei fenomeni scientifici attorno all’oceano del pianeta alieno.
I protagonisti del romanzo sono quindi i sentimenti umani e il ruolo che hanno nella vita degli esseri viventi.
Solaris è stato portato al cinema in due versioni.
La prima nel 1972 a regia di Andrej Arsen’evič Tarkovskij e la seconda a regia di Steven Soderbergh nel 2002. Nel 1968 la tv sovietica ha prodotto lo sceneggiato Solaris, in due puntate, dei registi Boris Nirenburg e Lidija Isimbaeva.
La versione di Tarkovskij giunse in Italia nel 1974 con 40 minuti in meno rimossi per rendere più snella la distribuzione, al punto che alcuni attori indicati nei titoli di testa non compaiono nella versione italiana. I dialoghi avevano la caratteristica di essere stati ripensati con forti accenti dialettali italiani ed espressioni contadine in un’ottica di riduzione della distanza intellettuale tra l’opera e lo spettatore. Tarkovskij, inorridito, chiese di rimuovere il proprio nome dai titoli di testa.
Lem mostrò un certo disappunto per entrambe le versioni cinematografiche, sia per la prima – ritenuta un classico della fantascienza e la risposta sovietica a 2001: Odissea nello spazio – che, soprattutto, la seconda, che mette in secondo piano l’oceano pensante per concentrarsi su una ordinaria storia d’amore.
[toc]
Solaris – La trama
Ci troviamo in un futuro nel quale l’umanità è riuscita a colonizzare altri pianeti del Sistema Solare, pur senza trovarne altri abitati da forme di vita senzienti.
Tutto cambia con la scoperta di Solaris, un mondo che presenta un’unica forma di vita, un oceano melmoso che ricopre l’intero pianeta. Nasce quindi la solaristica, una disciplina alla quale molti studiosi dedicano la propria vita per scoprire i segreti di questa fantastica creatura.
I tentativi di stringere un contatto con questo essere non danno esito positivo. L’oceano comunque appare in grado di pensare e di compiere metamorfosi della propria sostanza.
Dopo un secolo di immenso interesse e innumerevoli pubblicazioni scientifiche, l’interesse per l’oceano di Solaris cala e soltanto una manciata di scienziati rimangono sul pianeta per studiarlo.
Lo psicologo Kris Kelvin giunge alla stazione spaziale sospesa sopra Solaris su invito del suo mentore Gibarian. Lì incontra il suo collego Snaut che, in apparente stato confusionale, lo informa in modo molto confuso che Gibarian si è suicidato. Lo invita a tornare dopo un’ora, preparandosi al peggio.
Snaut non spiega chiaramente cosa sia successo e gli annuncia che gli sarà più chiaro quando <<riceverà degli ospiti>>.
Per capire qualcosa di più Kelvin parla con il dottor Sartorius: anche questi si rifiuta di fornire informazioni, e Kelvin si rende conto che lui <<ha degli ospiti>>.
Kris si installa nella camera di Gibarian e si accorge incredulo che nella stazione c’è un’altra persona, una donna nera di alta statura, che rimane nella cella frigorifera con il cadavere di Gibarian. Percepisce anche che Snaut e Sartorius hanno a loro volta degli ”ospiti” nelle loro camere.
Un giorno si ritrova in camera inspiegabilmente Harey, la sua giovane moglie, morta suicida dieci anni prima. Inizialmente crede si tratti di un sogno ma si rende conto che è solida e che non si capacita di come faccia a trovarsi lì, visto che anche lei non ne sembra ben consapevole.
Insospettito, la rinchiude in un missile e la spedisce lontano dal pianeta, rischiando al contempo di venire bruciato vivo dal razzo.
Si confronta quindi con Snaut. Questi ipotizza che l’oceano – dopo un’analisi ai raggi x – abbia reagito scansionando la memoria dei visitatori per creare delle repliche solide dei loro ricordi e delle loro fantasie.
Snaut gli spiega che le visite erano successe anche a Gibarian. Questi aveva preso a sperimentare con il suo ospite, mentre Sartorius aveva reagito simulando una indifferenza irreprensibile.
Leggendo il resoconto di un esploratore, il protagonista apprende che questi, esplorando l’oceano, si era avventurato dentro una sorta di nebbia, più simile a una tenace sostanza collosa.
Aveva avvistato quello che sembrava un giardino con strutture simili ad arnie, prodotto di un materiale filamentoso, e addirittura un essere enorme dalle fattezze di un bambino piccolo. Questi compiva dei gesti automatizzati, come se qualcuno stesse provando i movimenti che fosse in grado di fare.
In camera sua Kelvin trova di nuovo Harey senza ricordi di ciò che sia avvenuto prima. Ella agisce in maniera irrazionale, ad esempio ferendosi contro una porta per cercare Kelvin che si era allontanato.
Sartorius matura l’idea che l’Oceano carpisca le informazioni dalle mente degli umani per creare le copie mentre dormono. Snaut e Sartorius pianificano di inviargli attraverso i raggi X i loro pensieri ma da svegli, oppure di fare affidamento su un annichiliatore di neutrini per distruggere il campo magnetico che tiene insieme i neutrini, per distruggere queste creature. In questo secondo caso, c’è la possibilità che si produca una emissione di mortali raggi gamma, quindi Kelvin si dimostra restio ad accettare.
Una notte Kelvin, al posto di Harey, si trova in camera Gibarian, ovvero la sua replica, che lo informa che i suoi colleghi lo stanno imbrogliando.
Avendo capito di non essere umana ma non riuscendo a realizzare quale sia la sua natura, Harey cerca di suicidarsi ingoiando ossigeno liquido, con Kelvin che la supplica di non lasciarlo, avendo capito di amare più lei del suo ricordo originario. Ciò nonostante, dopo una tremenda agonia il suo corpo si rigenera totalmente, davanti a uno sconvolto Kris.
I suoi colleghi gli propongono di inviare all’oceano un elettroencefalogramma dei suoi pensieri, allo scopo di fargli comprendere l’effetto che queste materializzazioni hanno su di loro.
Per Kelvin tuttavia Harey è a tutti gli effetti la donna che aveva amato, e non vuole più lasciarla.
Dopo essersi svegliato, Kris apprende da Snaut che Harey si è sottoposta volontariamente all’annichilazione, lasciandogli un biglietto nel quale gli dichiara il suo amore e lo prega di accettare la sua decisione, presa per liberare entrambi da un sogno di amore impossibile.
Ancora amareggiato per l’accaduto, dopo essersela presa con Snaut, che ha aiutato Harey a scomparire, Kris scende sull’oceano e atterra su uno dei mimoidi, le vaste costruzioni colloidali che Solaris origina continuamente. Osservando l’oceano, pensa che esso possa offrire loro altri “crudeli miracoli”.

Il pianeta e l’oceano di Solaris spiegati
Solaris è un enorme pianeta dalle caratteristiche nubi rossastre. E’ circondato da due soli, uno rosso e uno blu, e la notte dura quattro ore. Il pianeta, è talmente particolare da meritarsi una scienza di studio tutta sua, la solaristica.
La sua scoperta avvenne 100 prima della nascita del narratore, e per i successivi 40 anni nessuno vi si avvicinò. All’epoca si credeva che non fosse possibile la vita all’interno di esso per via delle contrazioni gravitazionali prodotti dall’avvicendarsi dei due soli.
Il suo diametro è del 20% superiore a quello della Terra. Nonostante i tre soli mantiene incredibilmente un’orbita costante.
Il globo è circondato da una sorta di formazione prebiologica che ne influenza l’orbita: un oceano gelatinoso, come una cellula fluida planetaria, in alcuni punti profondo diversi chilometri.
L’oceano (detto “macchina plasmatica”) grazie alla propria complessità biologica riesce a modulare a bilanciare l’orbita del corpo celeste, alterando la metrica dello spazio tempo e provocando alterazioni del tempo lungo il meridiano del pianeta.
Nel corso degli anni vengono formulate diverse ipotesi sulla effettiva capacità intellettiva dell’oceano, c’è chi lo vuole una semplice massa pensante ma senza coscienza, chi un vero e proprio santone cosmico.
L’oceano in pratica è la sola forma di vita del pianeta (“classe metamorfa”) e pesa 17mila miliardi di tonnellate. In pratica consiste in una smisurata massa di protoplasma pensante sempre intento a riflettere. E’ l’unica forma di vita che risponde alla triplice dicitura “politeria sincitalia metamorfa”, definizione creata appositamente per definirlo. L’oceano non si serve di macchine, tuttavia è in grado di modificare le macchine degli umani immerse al suo interno.
Si tratta di una smisurata forma di vita organica pensante, con la differenza che mentre gli altri esseri viventi si propendono verso l’esterno, questo si impegna in continue autoridefinizioni.
Non possiede un sistema cellulare esteso, al punto che un’esplosione nucleare che intacca una sua parte non gli provoca dolore. Da notare che è composto da particelle normali, non da quelle subatomiche che compongono le repliche, probabilmente perché è in grado di servirsi di entrambi i tipi di elementi.
Sebbene sia prodotto di particelle normali è in grado di manipolare le particelle subatomiche per creare gli Ospiti della stazione spaziale.
Non è chiaro perché crei tali repliche: viene ipotizzato che possa essere una sorta di esperimento – consapevole o non – oppure – ma sembra meno plausibile – che sia un deliberato intento di ferire gli umani a livello emozionale.
Negli studi presentati viene fornita una teoria molto estesa sulle caratteristiche dell’oceano.
Si sostiene che i longoidi ne costituiscono la struttura fondamentale, formazioni simili a delle onde. Si tratta di formazioni più grandi del Gran Canyon dalla consistenza molle superficiale e in profondità rocciosa. I longoidi sono a milioni e si ha l’impressione che siano organi dalla forma pitonesca.
Sono presenti delle strutture chiamate mimoidi che hanno la tendenza a imitare oggi vicini o lontani nell’oceano, che possono degenerare in mimoidi abortiti. Il mimoide riesce a replicare benissimo le strutture artificiali ma non gli esseri viventi.
Vengono considerati dei punti nevralgici della creatura, ma non è mai avvenuto nessun contatto tra l’oceano e gli umani tramite essi.
Occasionalmente sulla superficie dell’oceano si creano delle formazioni dette simmetriadi, come improvvise eruzioni, senza produrre variazioni a livello delle onde.
I simmetriadi hanno la capacità di sospendere entro certi limiti le leggi della fisica e di creare strutture dette macchine temporanee che non ricordano le macchine degli umani.
L’Oceano di Solaris costituisce uno dei personaggi di fantascienza più enigmatici mai creati, specialmente per quanto riguarda la sue motivazioni, posto che ne abbia.
Potrebbe essere sia che cerchi di comunicare con i visitatori alleviando le ferite del loro animo sia che voglia prendersi gioco di loro e farli soffrire. Il mare rappresenta il tentativo dell’uomo di affrontare l’ignoto e l’incapacità di comprendere le domande fondamentali che ci accompagnano da sempre.
Gli Ospiti di Solaris spiegati
Presumibilmente a causa di un’esposizione ai raggi X da parte degli umani, l’oceano di Solaris reagisce scansionando le menti dei visitatori ed estraendone le informazioni alla base delle proprie materializzazioni, chiamate “Creazioni F”.
Non è chiara la ragione per cui l’Oceano crei tali esseri. Non sembra un esperimento siccome non vengono effettuate modifiche ai modelli. Potrebbe trattarsi di un fenomeno involontario svolto a ciclo continuo oppure di un modo per nuocere agli ospiti.
Vengono definiti dei simulacri, delle super-copie delle persone originali.
Più che di copie, tuttavia, dobbiamo parlare di proiezioni solide dei ricordi contenuti nella mente dei visitatori umani.
Mente nelle persone esiste un limite di divisibilità in particelle più piccole, nei fantasmi il limite è posto molto più avanti mediante l’utilizzo di particelle subatomiche.
Le Creazioni F sono prodotte da struttura più piccole di atomi, non mesoni, forse da neutrini, ma a differenza degli instabili conglomerati neutrinici sono stabilizzati forse da un qualche genere di campo di forza. Sono costituite infatti da particelle 10.000 volte più piccole degli atomi. Albumina, cellule e nuclei cellulari non rispondono però a questa conformazione, sono soltanto una maschera; la struttura alla base del loro funzionamento è a un livello ancora più impalpabile e nascosto.
Si intuisce da diversi passaggi che, più che essere reali repliche dei soggetti umani, sono delle materializzazioni che li rispecchiano soltanto a livello superficiale.
Più precisamente, non sono tanto copie degli esseri originali biologici, quanto dei modelli impressi nella memoria del soggetti umani, che quindi possono essere più o meno fedeli degli originali.
Teoricamente quindi, se la persona non sa che il suo caro aveva una ferita, la replica di Solaris non la presenterebbe, mentre quella originale sì. I loro organi, a conti fatti, sono “accessori di scena” presenti solamente per conferire l’impressione di realismo complessivo.
Inoltre essi sanno ciò che il soggetto umano si aspetta che esse conoscano in base ai suoi ricordi, e non possono spiegare ad esempio in quale modo sono giunte lì.
Vengono prodotti dalle tracce di memoria più durevoli, quindi in genere sono delle persone care agli umani. Siccome non è possibile isolare con correttezza una traccia mnemonica i loro ricordi possono includere altre tracce contigue, che quindi appartengono all’umano e non al soggetto di partenza imitato dalla replica. Per questa ragione possono sapere delle cose che i modelli umani non conoscono, ma che appartengono dalla memoria dei terrestri da cui hanno origine.
Gli ospiti hanno le stesse caratteristiche fisiche che il destinatario ricorda in loro, come segni di vaccinazioni.
Essendo delle riproduzioni superficiali, il loro corpo reagisce come l’interlocutore si aspetterebbe, ma non tengono conto di altre variabili “implicite”.
Per esempio, quando Kelvin fa il solletico ai piedi di Harey questa lo soffre e ride. Tuttavia non produce l’odore di pelle sudata e il narcotico non le fa effetto.
Non risentono del freddo, hanno una resistenza fuori dal normale e non hanno bisogno di mangiare. I loro abiti sembrano creati addosso a loro stessi in maniera approssimativa (quello di Harey non ha i bottoni per essere infilato e sfilato) e ogni volta che si crea una copia, l’abito è identico al precedente.
Sembrano enormemente forti, siccome la donna, rinchiusa in un missile, produce urti chiaramente udibili nonostante la paratia di acciaio.
Possiedono un vero e proprio fattore rigenerante velocissimo che li riporta in pochi minuti alle condizioni di partenza. Se feriti o allontanati si rigenerano in due o tre ore e riprendono a comportarsi come se nulla fosse avvenuto, perché si ripresentano come repliche delle esatte caratteristiche che i loro modelli hanno nella memoria degli umani. Per questa ragione, un modo per distinguerli dagli umani consiste nel verificare se le loro ferite si rigenerano a un ritmo impressionante oppure no.
Snaut afferma che non conviene provare a ucciderli con veleno o pugnale o impiccagione: sarebbe <<uno spettacolo spaventoso>>, lasciando il dubbio se armi più potenti possano funzionare.
Le creazioni F non sono consapevoli della loro natura e si comportano sinceramente come farebbero i loro equivalenti reali. Sembra di capire che abbiano il bisogno irrefrenabile di trovarsi fisicamente vicini alla persona da cui sono generate, probabilmente perché è condizione necessaria per loro per potere esistere.
Da notare inoltre che – essendo un prodotto dell’inconscio – conoscono aspetti intimi del soggetto dal quale sono creati, per esempio Harey soffre perché sente che Kelvin non crede che sia reale, e che la odiava nei suoi sogni per essere morta e averlo abbandonato.
E con questo è tutto. Noi ci vediamo alla prossima.