Come si gira un film horror in Italia?

Come girare un film horror indie in Italia

Durante una chiacchierata con Elisabetta Cancelli, attrice e regista del film horror lovecraftiano indipendente The Master, abbiamo avuto l’opportunità di scoprire i dettagli dietro questo affascinante progetto. Elisabetta ha parlato con entusiasmo del suo lavoro e delle sue influenze artistiche.

Elisabetta ha condiviso che la scenografia del film include elementi ispirati agli orrori lovecraftiani, come il teschio dell’innominabile e il Necronomicon, che contribuiscono a creare un’atmosfera immersiva e inquietante. La sua passione per l’arte è radicata nella sua esperienza familiare: i suoi genitori sono musicisti e si sono conosciuti al Teatro Verdi di Trieste, il che le ha conferito una solida base culturale e artistica.

Quando le è stato chiesto delle influenze per The Master, Elisabetta ha citato The Lighthouse di Robert Eggers come una delle principali ispirazioni, in particolare per la figura del marinaio nel film. Ha anche menzionato l’influenza dei giochi di ruolo e delle maratone di film di John Carpenter, nonché dei lavori di Lovecraft come Le montagne della follia e Il seme della follia, che hanno contribuito a modellare l’atmosfera e il tema della predestinazione nel film.

Elisabetta ha spiegato che, mentre il film esplora l’orrore lovecraftiano, ha scelto di focalizzarsi sull’abisso interiore del protagonista piuttosto che su presenze cosmiche o acquatiche. The Master analizza come l’arroganza e la curiosità del protagonista lo portino a scoprire orrori che lo consumano, riflettendo i temi di follia e predestinazione cari a Lovecraft.

L’idea per The Master è emersa dalla combinazione delle sue passioni per l’arte e la narrativa lovecraftiana, e dal desiderio di onorare la sua terra natia, Trieste. Il film è stato girato a Muggia, una località che evoca Venezia e contribuisce all’atmosfera del progetto. Elisabetta ha sottolineato come l’uso creativo delle risorse e il contributo di amici abbiano giocato un ruolo cruciale nella realizzazione del film.

Tra le sfide maggiori, Elisabetta ha menzionato il budget limitato e la necessità di fare affidamento su risorse limitate, come costumi e scenografia forniti da amici. Ha consigliato a chi desidera intraprendere progetti simili di essere audaci ma realistici, di circondarsi di persone competenti e di mantenere viva la passione nonostante le difficoltà.

Infine, Elisabetta ha voluto aggiungere che The Master è un tributo all’universo di Lovecraft e un esempio di come sia possibile realizzare un progetto ambizioso anche con risorse limitate. Il film è disponibile gratuitamente su YouTube, e spera che gli spettatori possano apprezzare l’atmosfera e il lavoro investito nel progetto.

Alcuni spunti su come girare un film horror indipendente in Italia

La conversazione è proseguita esplorando vari aspetti del lavoro creativo, mettendo in luce la distinzione tra capacità pratica e creatività. L’intervistata ha sottolineato come, quando si lavora in condizioni di scarsità di risorse come Ed Wood, le idee possono essere confuse e portare a risultati artistici imbarazzanti. Tuttavia, con una giusta dose di ispirazione e chiarezza, è possibile raggiungere risultati notevoli, anche con risorse limitate. La discussione si è poi spostata su eventuali difficoltà incontrate con le amministrazioni locali e sulle attrezzature utilizzate.

Per quanto riguarda i problemi con le amministrazioni locali, Elisabeta ha affermato di non averne avuti, sottolineando come la sua attenzione sia rivolta a operare all’interno dei limiti concessi. Tuttavia, ha ricordato un episodio specifico: durante le riprese con la steadycam in una stradina di Muggia, il team si è imbattuto in un uomo un po’ alterato che aveva frainteso la situazione, pensando che lo stavano riprendendo. Anche se inizialmente c’è stata un po’ di tensione, sono riusciti a risolvere il problema spostandosi altrove, con una certa flessibilità.

La conversazione ha poi toccato il tema del budget e delle attrezzature. L’intervistata ha raccontato che, sebbene non ricordasse esattamente con quale telecamera fosse stato girato, ha usato una mini Ursa della Black Magic e una Black Magic Pocket. Luca Bertossi, un amico filmmaker, ha fornito gran parte dell’attrezzatura, mentre l’intervistato si è occupato di scenografie, costumi e attori.

Quando è stato chiesto quanto influisca il budget sul risultato finale, Cancelli ha spiegato che un budget illimitato avrebbe portato alla realizzazione di un lungometraggio prequel di The Master. Tuttavia, ha anche detto che la mancanza di mezzi spesso stimola la creatività, come nel caso del cortometraggio Lady Dark, dove hanno ricreato un confessionale a casa a causa dell’impossibilità di girare in una chiesa. L’intervistato ha enfatizzato come le limitazioni economiche possano portare a soluzioni innovative e risorse alternative, come l’uso di cartoncini neri e luci per creare l’effetto desiderato.

Elisabetta ha anche riflettuto sull’impatto di un budget illimitato sulla creatività. Ha condiviso l’idea che avere risorse illimitate potrebbe ridurre il piacere di reinventarsi e trovare soluzioni creative. Ha sottolineato che, proprio come nei racconti di Lovecraft, dove i personaggi affrontano l’ignoto e l’oscurità, anche nel cinema l’imprevedibilità e la scarsità di risorse possono stimolare l’innovazione.

Passando alla questione delle trasposizioni cinematografiche di opere di Lovecraft, Elisabetta ha espresso una certa delusione per le difficoltà di trasporre fedelmente l’atmosfera dei racconti di Lovecraft sul grande schermo. Ha citato alcuni esempi di tentativi, come Il colore venuto dallo spazio con Nicolas Cage, che ha trovato interessante ma non completamente soddisfacente. Ha lodato però l’impegno di alcune produzioni amatoriali e indie nel cercare di mantenere l’atmosfera lovecraftiana, a differenza dei prodotti mainstream che a volte sacrificano l’essenza del materiale originale per adattarsi a criteri di mercato.

L’intervistato ha anche discusso delle potenzialità delle location italiane, come castelli e abbazie, per creare atmosfere suggestive e inquietanti. Ha condiviso la sua esperienza personale di come la sua città natale, Muggia, con la sua unicità, sia stata una scelta più interessante rispetto a Venezia per le sue riprese. Ha espresso apprezzamento per la ricchezza di patrimonio e di location che l’Italia offre ai cineasti.

Nel caso in cui Del Toro offrisse di lavorare su Le montagne della follia, l’intervistata ha detto che accetterebbe con entusiasmo, considerando un’opportunità straordinaria e onorevole. Ha discusso anche del fatto che molte opere di Lovecraft sono ambientate in spazi molto limitati, il che significa che molte trasposizioni potrebbero essere realizzate anche con budget contenuti, concentrandosi più sull’atmosfera che sugli effetti speciali grandiosi.

Infine, ha condiviso l’idea che se si realizzasse un documentario comico sul dietro le quinte del proprio lavoro, con tutte le difficoltà e improvvisazioni, il risultato sarebbe divertente e potrebbe attrarre molti. Ha accennato alla possibilità di un progetto simile a Boris, ma focalizzato sul cinema indipendente, per mostrare le sfide e le soluzioni creative che affronta.

In conclusione, ha parlato della promozione dei propri lavori e dell’importanza di continuare a creare e condividere storie con passione. Anche se la produzione indipendente ha le sue sfide, ogni progetto è un’opportunità per mostrare le proprie capacità e per avviare nuovi progetti con l’interesse di potenziali produttori.

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: