Top 5 più spaventosi killer dei film slasher

Top slasher movie

Ben ritrovati, viaggiatori delle stelle, e ben atterrati sui Bastioni di Orione! 

Halloween, quale periodo dell’anno migliore per immergerci nel cuore del terrore cinematografico, in compagnia dei cinque cattivi slasher più iconici di tutti i tempi?
Niente paura, non correte alcun rischio. Dovete soltanto evitare gite verso laghi maledetti, non abitare in cittadine piagate da maledizioni, non giocare con strani cubi decorati e, ovviamente, non addormentarvi. Che cosa ci vuole?

Freddy Krueger: un fascino tagliente

Iniziamo con un classico, il nostro amico dai guanti affilati e il maglione a strisce verdi e rosse: Freddy Krueger! Dimenticate le favole della buonanotte, perché questo bel faccino è l’incubo di ogni genitore .

Freddy, o Frederick Krueger se vogliamo essere formali, è nato nei primi anni ’40 da una suora, Amanda Krueger, che fu violentata da “cento maniaci” in un manicomio. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Già da piccolo era un tipetto strano, con tendenze omicide – si dice abbia schiacciato un criceto con una mazza. Un vero spasso alle feste! Il suo papà adottivo era un abusatore, e questo lo ha portato ad abbracciare il dolore, arrivando a tagliarsi con un rasoio per puro divertimento. Insomma, un masochista fatto e finito.

Da adulto, è diventato il “Killer di Springwood” che sequestrava e uccideva bambini. E per i suoi crimini, ha anche creato il suo iconico guanto con lame, saldandolo nel suo seminterrato. Dopo essere stato liberato per un cavillo legale, i genitori di Elm Street, stufi di questa situazione, lo hanno bruciato vivo nella sua centrale elettrica abbandonata. Pensavate fosse finita qui? Illusi! Nei suoi ultimi istanti, tre demoni dei sogni gli hanno offerto l’immortalità, trasformandolo in uno spirito demoniaco che infesta i sogni.

I suoi poteri sono un trip allucinante: può manipolare i sogni a suo piacimento, facendo sì che le ferite inflitte nei sogni si manifestino nel mondo reale. Se le persone lo temono, il suo potere aumenta. Ah, e può cambiare forma come se niente fosse. A volte possiede le persone, a volte è vulnerabile nel mondo reale se viene trascinato fuori dal sogno. Una volta, per dire, si è infilato nel sogno di un feto non ancora nato! Che gentleman!

Tra i momenti più eclatanti, ha tentato di convincere sua figlia, Katherine, che le sue azioni non erano colpa sua a causa degli abusi subiti, ma lei non ci è cascata e lo ha fatto saltare in aria con la dinamite dicendogli “Buona festa del papà!”. Poi ha perso i suoi poteri perché gli abitanti di Springwood hanno smesso di temerlo. Così, in un momento di disperazione, ha manipolato Jason Voorhees (sì, quel Jason!) per fargli uccidere gente e seminare terrore, in modo da riacquistare il suo potere. E da lì è nata una delle faide più epiche della storia dell’horror. In pratica, Freddy è un genio manipolatore, un vero “fedora fatality framer”!

Jason Voorhees: Il vendicatore del lago

Passiamo ora all’uomo con la maschera da hockey, la falce indistruttibile e un amore smodato per i campeggiatori… specialmente se fanno sesso prematrimoniale: Jason Voorhees!

Jason è nato il 13 giugno 1946 da Pamela Voorhees. Era un bambino con deformità facciali, zoppicava, e veniva ovviamente bullizzato. A 11 anni, mentre i consulenti del campo Crystal Lake erano troppo impegnati a scambiarsi fluidi corporei, i bulli lo hanno spinto nel lago dove si credeva che fosse annegato. La madre, Pamela, impazzita dal dolore, ha cercato vendetta e ha ucciso diversi consulenti. Jason però non era morto: cresciuto in una capanna in mezzo al bosco, ha visto sua madre morire decapitata, fatto che ha scatenato la sua sete di sangue.

I suoi poteri? Jason è immortale e torna in vita continuamente. Ogni volta che torna, è più forte e potente di prima. Ha un “sesto senso” per le “attività prematrimoniali” (i campeggiatori che si lasciano andare, per intenderci). E non sottovalutate mai la sua forza bruta!

La sua prima azione da “adulto”? Vendicare la mamma uccidendo Alice Rand con un rompighiaccio. Ha iniziato a indossare la sua iconica maschera da hockey dopo averla rubata a un poveraccio di nome Shelley. Jason ha un odio profondo per le finestre (ne ha rotte ben 35 nei suoi film!) e per le porte. È come se volesse sfogare la sua rabbia adolescenziale ai danni degli infissi domestici!

Jason è “morto” diverse volte: massacrato da Tommy Jarvis, colpito da un’ascia, persino fulminato dalla corrente elettrica! Una volta, in Jason X, è stato trasformato in Uber-Jason, un mostro mezzo uomo e mezzo macchina dopo essere stato fatto a pezzi. E indovinate un po’? Ha persino viaggiato nello spazio a caccia di studenti su una nave stellare! Ditemi voi se questo non è dedizione al lavoro!

Michael Myers: il male puro

Ora passiamo al terrore silenzioso, all’incarnazione del male senza volto: Michael Myers, noto anche come “The Shape”. Michael è meno un personaggio e più un’essenza, un’entità quasi soprannaturale, praticamente invincibile.

Michael Audrey Myers è nato nel 1957 e già da bambino era un tipo strano, silenzioso, un emarginato che fissava fuori dalla finestra di sua sorella. Il suo primo omicidio è avvenuto a soli sei anni, la notte di Halloween del 1963, quando ha accoltellato la sorella maggiore Judith mentre indossava un costume da clown e una maschera. Dopo questo, è finito al Smith’s Grove Sanitarium, sotto la cura del Dr. Samuel Loomis. E no, nella sua “40 Year Timeline”, Michael e Laurie Strode non sono fratelli!

I suoi poteri? Praticamente invincibile, sì, lo abbiamo detto, ma è bene ripeterlo. Riesce a scomparire e riapparire miracolosamente, e sembra che ogni uccisione lo renda più forte. Può subire ferite gravissime (colpi di pistola, coltellate, fiamme) e continuare ad andare avanti come se niente fosse, a volte prendendosi solo un “periodo di ricarica”.

Tra i fatti che fanno accapponare la pelle, non possiamo non menzionare che, nella sua fuga del 1978, dopo 15 anni di manicomio, ha rubato una tuta da meccanico, la lapide di sua sorella e la sua iconica maschera di Halloween. Ha l’abitudine di disporre i corpi delle sue vittime in modo scenografico, come per ricreare la scena del suo primo omicidio. Ha un’inquietante inclinazione della testa che fa dopo aver ucciso, quasi ammirando la sua “opera d’arte”. Una volta, Laurie gli ha sparato alle dita, facendogliene perdere due, ma lui è andato avanti!

Dopo 40 anni di prigionia, è fuggito di nuovo nel 2018 per scatenare un altro massacro. È stato investito da un SUV, accoltellato, bruciato vivo nel seminterrato di Laurie, ma nulla lo ha fermato davvero. Il suo potere sembra diminuire con l’età e la mancanza di uccisioni, ma la sua reputazione di “Boogeyman” lo alimenta. L’ultima volta lo abbiamo visto essere triturato in mille pezzi in una discarica da Laurie. Ma, come suggerito, il male che incarna potrebbe non morire mai, passando ad altri.

Pinhead: il prete dell’inferno

Ora, gente, preparatevi per un cambio di stile, perché stiamo per addentrarci nell’eleganza contorta e nel sadomasochismo filosofico di Pinhead, il Sommo Sacerdote dell’Inferno! Dimenticate i coltelli e le maschere sudicie; qui si parla di catene, uncini e un’estetica del dolore che farebbe arrossire un’intera convention fetish!

Pinhead non è nato Pinhead. Originariamente era un umano, Elliot Spencer, un capitano dell’esercito britannico nato nell’Inghilterra vittoriana nel 1887. Durante la Prima Guerra Mondiale, le orribili realtà del fronte, specialmente nelle Fiandre, lo hanno traumatizzato, facendogli perdere la fede nell’umanità e in Dio. Diventato edonista e vagando per il mondo, ha trovato la Configurazione del Lamento in India negli anni ’20, un rompicapo che gli ha aperto una “contorta comprensione del dolore e della sofferenza”, trasformandolo nel Cenobita che conosciamo. È il capo di un ordine di Cenobiti, esseri extradimensionali che servono Leviathan, il signore del Labirinto infernale.

I suoi poteri sono… beh, infernali. Comanda i Cenobiti, può viaggiare tra le dimensioni, teletrasportando sé stesso e le sue vittime all’Inferno. È incredibilmente resistente e può tornare sulla Terra anche dopo essere stato bandito all’Inferno. Può trasformare altri in Cenobiti anche se il processo, che dovrebbe essere correttamente svolto all’inferno, da origine a degli “pseudo-cenobiti”.
Una volta, ha persino fatto un giro turistico nel tempo, finendo nel Vecchio West, nella Francia del 1728 e persino nel 627 d.C. tra i Maya, tutto per ristabilire l’ordine all’Inferno! Che avventura!

La sua prima vittima è stato un tizio di nome Frank Cotton, ma Pinhead non l’ha trasformato in un Cenobita, lasciandolo una “piccola crepa nella realtà” che Frank ha usato per tornare. Che errore da principiante!

Una volta, Kirsty Cotton (la sua nemesi storica) ha usato una foto della sua forma umana per fargli riaffiorare i ricordi di Elliot Spencer, creando una crisi d’identità che ha diviso Pinhead in due: l’umano Elliot e il demone Pinhead. Il lato umano cercava di riunirsi al demone per fermare il male puro.

In un’altra occasione, stanco della solita routine infernale, ha avuto una crisi esistenziale e ha offerto il suo posto di Sommo Sacerdote dell’Inferno a Kirsty! Lei ha accettato e gli ha rimosso i chiodi dalla testa, facendolo tornare Elliot Spencer. Quindi anche all’inferno è previsto un piano di pensionamento! Elliot Spencer, tornato umano, ha poi cercato di aprire le porte del Paradiso e persino di rovesciare Leviathan stesso. Quando uno è ambizioso, è ambizioso!

La sua fine ultima? Nei fumetti Scarlet Gospels, Pinhead ha cercato di rovesciare l’ordine infernale e ha finito per essere sventrato da Lucifero stesso, morendo e venendo obliterato all’Inferno. Ma non crediate che il sipario sia sceso su di lui!

Ghostface: molti volti per una sola faccia

Infine, chiudiamo con un cattivo che è più un’idea, un costume, e un incubo che si adatta a ogni epoca: Ghostface! A differenza degli altri, Ghostface non è un’entità soprannaturale, ma una persona (anzi, persone diverse!) che si nasconde dietro una maschera iconica e una conoscenza maniacale dei film horror.

I poteri di Ghostface non sono magici, ma si basano su astuzia, brutalità, pianificazione meticolosa e una conoscenza enciclopedica delle “regole dei film horror”. Usa un cambia-voce per nascondere la sua identità, rendendo difficile capire a priori il soggetto o i soggetti che in ciascun film si nascondono dietro la maschera.

L’origine di tutto è un massacro nella cittadina di Woodsboro nel 1996, perpetrato da due studenti, Billy Loomis e Stu Macher, per vendicarsi di Sidney Prescott. La reporter Gale Weathers ha scritto un libro di successo su questi eventi, “The Woodsboro Murders”, che è diventato un film: “Stab”. E da lì è nata una saga cinematografica infinita, con i suoi alti e bassi (soprattutto bassi). La produzione del film Stab è stata indirettamente causata dalle oscure trame di Hollywood: sia il padre di Billy Loomis che la madre di Sidney Prescott avevano lavorato e avuto controversie con gli stessi Sunrise Studios.

Considerando i quindici antagonisti che hanno indossato la maschera tra film e serie TV, e i quattordici effettivi killer identificati, emerge una galleria di personaggi che fanno fremere. Ma alcuni, a nostro avviso, brillano di una luce particolarmente oscura.

Innanzitutto, non possiamo non inchinarci di fronte a Billy Loomis nel primo ‘Scream’, il primissimo Ghostface maschio, il maestro assoluto della mente dietro il piano, un vero pioniere del terrore adolescenziale. La sua era una motivazione radicata nel passato, e la sua figura come “primo fidanzato killer di una protagonista” ha gettato le basi per molte delle future deviazioni psicologiche della saga. È stato lui a settare lo standard, a dimostrare che l’orrore poteva venire da dovrebbe amarci di più.

E poi c’è Roman Bridger in ‘Scream 3’, un caso quasi unico per la sua aura da killer solitario e il suo status di “solo Ghostface di mezza età” (anche se rientrava anche nei giovani adulti). Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua identità di “primo fratello Ghostface di una protagonista”, rivelando un legame familiare diabolico che ha reso il massacro ancora più personale e viscerale.

Proseguendo con le figure femminili, dobbiamo assolutamente ricordare l’astuta Jill Roberts in ‘Scream 4’. Il suo essere la “prima cugina Ghostface di una protagonista” ha elevato il tradimento a un livello di parentela sanguigna, un colpo al cuore per gli spettatori e per la vittima stessa.

Ma veniamo ai nostri cari dell’episodio numero cinque, il film del 2022, che ci ha regalato un duo che merita un posto d’onore. Il primo è Richie Kirsch. La sua motivazione non era solo vendetta o gelosia, ma una distorta e profonda ammirazione per la saga stessa, un meta-commento vivente sulla cultura dei fan. Essendo il “quarto fidanzato Ghostface” e il figlio del Ghostface Wayne Bailey di ‘Scream 6’, portava un bagaglio di complessità che arricchiva ulteriormente il suo profilo.

Per non dire, un vero casino di dinamiche familiari non esattamente sanissime!

Al suo fianco, la giovanissima ma letale Amber Freeman. Definita una “complice radicalizzata”, Amber si è distinta per essere l'”unica killer femminile (solo nei film) con il maggior numero di uccisioni”. Un dato che le conferisce una brutalità e un’efficacia terrificanti, specialmente considerando la sua giovane età..


Ed eccoli qui, ragazzi, i nostri cinque re del terrore! Dal demone dei sogni che non conosce il significato della privacy, al vendicatore del lago che odia le finestre, passando per il male silenzioso che non muore mai, l’elegante sacerdote del dolore e i killer meta-cinematografici. Ognuno con le sue follie, i suoi momenti assurdi e la sua capacità unica di farci urlare e ridere allo stesso tempo.

Speriamo che vi siate divertiti tanto quanto noi a esplorare questi incubi! Fateci sapere nei commenti chi è il vostro preferito e quale momento vi ha fatto fare la risata più isterica!

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