Ben ritrovati! Siamo abituati a considerare Superman come uno dei supereroi più forti in circolazione, ma i suoi avversari sono altrettanto formidabili?
In questo articolo esploreremo i 10 più grandi nemici dell’Uomo d’Acciaio che in più occasioni sono riusciti a piegare il suddetto acciaio e l’uomo che ci sta intorno.
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Metallo
Prima di diventare il cyborg che fa tremare Metropolis, Metallo era… beh, molto meno glamour: John C’è chi nasce criminale, chi muore criminale… e poi c’è John Corben, che dopo un incidente d’auto avrebbe dovuto finire al cimitero, e invece ha fatto un “upgrade” decisamente inquietante. Il dottor Vale, uno scienziato brillante quanto ossessionato, decide che Superman non è un eroe ma un invasore alieno da eliminare. La sua idea geniale? Impiantare il cervello di Corben in un corpo meccanico alimentato da un cuore di Kryptonite. Un’arma vivente, costruita apposta per abbattere l’Uomo d’Acciaio.
Ironia della sorte: il primo gesto del nuovo Corben, ora chiamato Metallo, è quello di uccidere proprio il suo creatore. E da lì in poi, tutta la sua esistenza diventa una lunga, ossessiva caccia a Superman. Non per un ideale, non per un piano più grande: solo per odio puro, alimentato dal suo cuore verde radioattivo.
Metallo è un mostro che gioca a confondersi con l’umanità. Sotto pelle sintetica può sembrare un uomo qualunque, ma basta che la battaglia si accenda perché riveli la sua vera natura: un colosso capace di prendere Superman e scagliarlo attraverso i grattacieli come fosse un frisbee. La sua forza è spaventosa: può polverizzare edifici con i pugni, sollevare carri armati come fossero biciclette e trasformare un eroe come Batman in un proiettile umano.
Ma la sua arma più terribile è il cuore. Quella Kryptonite pulsante non è solo la sua batteria: è la sua spada, la sua frusta, la sua vendetta. Alcune versioni lo hanno dotato persino di raggi oculari alla Kryptonite, capaci di piegare Superman fino a farlo strisciare. E quando Lex Luthor ci mette mano, il cuore di Metallo diventa un arsenale variopinto di Kryptonite di ogni colore, ognuna con effetti devastanti diversi.
Distruggerlo non serve: Metallo è praticamente indistruttibile. I proiettili lo fanno ridere, i raggi di calore lo scalfiscono appena, e persino in condizioni estreme — come sotto una gravità mille volte superiore — continua a combattere. Anche fatto a pezzi, riesce a ricomporsi, persino se scagliato nello spazio a migliaia di chilometri. C’è chi ha visto la sua testa separarsi dal corpo, crescere zampe da ragno e camminare da sola. Un incubo che si muove.
E quando decide di esagerare, Metallo diventa un vero mostro kaiju. Ha la capacità di assorbire metallo dall’ambiente: auto, aerei, carri armati, interi centri commerciali, persino un luna park intero. Si trasforma in un titano meccanico con tentacoli, missili, cannoni, lanciafiamme e armi tanto folli da sembrare partorite da un bambino con i LEGO e troppa caffeina.
Come se non bastasse, quando Brainiac entra in gioco e lo potenzia, Metallo diventa ancora peggiore: accesso a reti, manipolazioni della luce solare, sistemi d’arma che fanno sembrare Iron Man un modellino da esposizione.
Eppure, con tutta questa potenza, ha una vulnerabilità che non può cancellare: la stessa Kryptonite che lo alimenta lo rende dipendente. Senza di essa sopravvive, ma diventa più debole, e ogni upgrade che riceve — che sia di Luthor o di Brainiac — prima o poi svanisce. Torna sempre a essere John Corben, un criminale intrappolato in un corpo di metallo, con un cuore che brilla come un’insegna radioattiva.
Metallo non è solo un cyborg: è l’incarnazione del peggiore incubo di Superman. Una minaccia che ritorna, che si rigenera, che incombe come un’ombra tossica. Ha sconfitto Steel nella sua armatura, ha intrappolato Superboy, e nelle sue versioni più folli è arrivato persino ad assorbire Superman Blue dentro di sé. Ogni volta che appare, per Kal-El significa affrontare non solo un nemico invincibile, ma la propria debolezza fatta carne — o meglio, fatta acciaio e Kryptonite.
Mongul
Se cercate il manuale del perfetto tiranno spaziale, non serve andare lontano: basta nominare Mongul. Questo non è il classico villain con la pistolina laser e il piano da quattro soldi. Lui nasce già con l’ambizione di essere il Thanos della DC: un megalomane che punta a piegare universi, con una voglia insaziabile di dimostrare che nessuno, nemmeno Superman, può tenergli testa.
La sua prima comparsa, nei gloriosi anni della Silver Age, lo dipinge subito per quello che è: uno che non ha alcun problema a rapire gli amici più cari dell’Uomo d’Acciaio – Lois, Jimmy, persino Steve Lombard – per costringere Superman a rubargli una chiave. Non una chiave qualsiasi, ma il dispositivo per attivare Warworld, il suo pianeta-arma, una stazione da guerra psichicamente connessa al suo padrone, capace di sparare missili che riducono i pianeti a coriandoli. Già da lì si capisce che Mongul non pensa in piccolo.
Poi viene il gusto per la crudeltà. Ha tentato di conquistare troni alieni, uccidendo senza problemi chi gli stava davanti. Ha rubato persino un Divoratore di Soli e, come se non bastasse, ha deciso di rovinare il compleanno a Superman regalandogli il peggior dono possibile: il Black Mercy, una pianta aliena che ti intrappola in un sogno perfetto, costringendo l’Uomo d’Acciaio a vivere una vita illusoria mentre il suo corpo resta inerme. Una delle storie più iconiche della sua carriera criminale.
Con la Modern Age, Mongul diventa ancora più mostruoso. Signore di Warworld, amante dei giochi gladiatori, si allea con Cyborg Superman per trasformare la Terra in una nuova arena, causando la distruzione di Coast City. Un evento che segna per sempre l’universo DC, perché spinge Hal Jordan sull’orlo della follia e apre la strada alla saga di Parallax.
Ma Mongul non è un nome legato a un solo individuo: nella sua razza, i Warzoon, “Mongul” significa “il più forte”, ed è un titolo che passa di padre in figlio a suon di sangue. Mongul II eredita il nome uccidendo la sorella Mongal con un pugno secco, liquidando la famiglia come una debolezza. Questo nuovo Mongul diventa ancora più pericoloso: riesce a impossessarsi di un Anello Giallo del Sinestro Corps e a guidare parte del corpo, combinando la sua brutalità con il potere della paura.
E poi c’è il lato fisico. Mongul è un colosso che può affrontare Superman, Shazam e Wonder Woman senza sfigurare. Ha spedito Supergirl al tappeto, ha fatto sanguinare Diana colpendola, ha sfidato Martian Manhunter e i Green Lantern come se stesse facendo stretching. È sopravvissuto a esplosioni solari, ha resistito a Doomsday e ha spezzato con le mani costrutti di energia di un Lanterna. Non stiamo parlando di un cattivo “forte”: stiamo parlando di un titano.
E non bastano i pugni: Mongul ha un arsenale che mette i brividi. Raggi di energia, teletrasporto, telepatia, telecinesi. E soprattutto Warworld, che è una Morte Nera con personalità: una macchina di guerra capace di polverizzare satelliti e lune intere, pronta a seguire il suo padrone ovunque. In più, il Black Mercy, il Divoratore di Soli e un periodo in cui brandisce un Anello Giallo.
La pericolosità di Mongul non è solo nella sua forza, ma nella sua mentalità. È un guerrafondaio ossessionato dal dominio, un tiranno che vuole spezzare Superman non per necessità, ma per puro ego. E anche se i suoi limiti esistono – dal controllo di Warworld al bisogno di armi esterne – la verità è che Mongul resta una delle minacce più feroci e durature dell’universo DC. Quando lui appare, non è mai una scaramuccia: è uno scontro tra il sogno di pace di Superman e l’arroganza infinita di chi vuole regnare sul cosmo.
Bizarro
Bizarro è l’esempio perfetto di quando un esperimento ti esplode in faccia… e poi ti prende anche a pugni. Non è nato su Krypton, e nemmeno in maniera “naturale”: in quasi tutte le versioni, Bizarro è il risultato di un tentativo fallito di clonare Superman. In alcuni casi ci ha messo lo zampino Lex Luthor, in altri un folle scienziato chiamato Professor Dalton, ma la sostanza non cambia: ogni volta che qualcuno cerca di creare la copia perfetta dell’Uomo d’Acciaio, quello che ottiene è un Superman al contrario, con la pelle grigia, il volto grottesco e un cervello che ragiona a logica inversa.
E questa è la sua condanna: Bizarro non è un cattivo “per scelta”, ma una creatura tragica che spesso non capisce il mondo in cui vive. Si crede l’eroe, ma agisce come un disastro ambulante. Dice “odio” quando intende “amo”, salva la gente distruggendo metà città, e il suo sogno ricorrente è costruire un Bizarro World, un pianeta quadrato dove tutto funziona al contrario. Identità confusa, cuore ingenuo, ma potenza da brividi.
Parliamo di forza: Bizarro è una vera forza della natura. Così forte da spostare montagne come fossero Lego, o da spedire Superman sulla Luna con un solo pugno. Una volta ha addirittura strappato il cuore al demone Trigon. Ha affrontato Ultraman, ha menato Solomon Grundy, e si è trovato faccia a faccia con Martian Manhunter senza sfigurare. La sua potenza non ha un limite definito, ma ogni volta che appare, dimostra di essere tra i pochi a poter giocare davvero nella stessa lega di Kal-El.
La sua velocità è tale da mandare in tilt il Tapis Roulant Cosmico, una macchina in grado di viaggiare nel tempo. È praticamente invulnerabile: proiettili, bombe, laser… gli fanno il solletico. Sopravvive a esplosioni nucleari, guarisce da impalamenti multipli in pochi secondi e non ha bisogno di mangiare, bere o dormire. È una macchina da guerra autonoma che vola grazie alla pura forza di volontà.
E i suoi poteri non finiscono qui. La sua visione è un arsenale in sé: raggi X, telescopica, infrarossi, visione termica e, soprattutto, la leggendaria “visione glaciale”, che gli permette di sparare raggi di ghiaccio dagli occhi. A volte è stato potenziato persino con innesti cibernetici di Brainiac, diventando una specie di cyborg mostruoso. E per un breve periodo, grazie a Lex Luthor, ha avuto persino un’intelligenza da genio… ma diciamo che non è durata molto.
Perché Bizarro fa paura? Perché è imprevedibile. Non puoi ragionare con lui: pensa al contrario, parla al contrario, agisce al contrario. E se Superman è un faro di autocontrollo, Bizarro è puro caos. Non ha limiti morali: se deve strappare il cuore a un demone lo fa senza pensarci due volte. Ed è questa combinazione di potenza illimitata e mente contorta a renderlo così pericoloso.
Ma, come ogni anti-eroe tragico, anche lui ha i suoi punti deboli. La sua intelligenza limitata è la più ovvia, e spesso è proprio la sua confusione a rovinarlo. È vulnerabile alla magia, come dimostrato quando è stato messo fuori gioco da Akila. E poi c’è la Kryptonite Blu: quella per Superman è innocua, ma per Bizarro è letale. A questo si aggiunge il fatto che, essendo un clone imperfetto, la sua stessa esistenza è instabile: più volte gli è stato detto che la sua vita non è destinata a durare a lungo.
Generale Zod
Passiamo ora al generale Dru-Zod. Per gli amici… anzi no, per i nemici: General Zod. E fidatevi, è meglio non dargli troppa confidenza. Immaginate Superman, ma con la disciplina glaciale e la spietatezza di un soldato d’élite di Krypton. Non è solo forte: è addestrato, calcolatore, con un cervello da stratega militare che sa esattamente come usare i suoi poteri per ottenere il massimo del caos.
La sua storia è un dramma intergalattico che fa sembrare telenovela qualunque altra saga. Su Krypton era un militare di altissimo rango, ossessionato dai mostri — passione ereditata dal padre scienziato — al punto da lanciarsi in una guerra contro una razza chiamata Char, creando ibridi e provocando la morte di oltre diecimila kryptoniani, oltre a sterminare un pianeta intero. E lì il Consiglio disse: basta, Zod, vai in punizione. Ma non in cameretta: nella Zona Fantasma. E invece di pentirsi, lì dentro imparò a dominarla, a manipolarla, addirittura a concepire un figlio con la sua compagna Ursa. Praticamente, per lui la prigione è stata una scuola di potenziamento.
Ora, quanto è forte Zod? Be’, prendete le abilità di Superman sotto il sole giallo e aggiungete anni di addestramento militare. La sua forza rivaleggia con quella dell’Uomo d’Acciaio: solleva corazzate come fossero Lego, sposta tonnellate come fossero sacchetti della spesa e in certe occasioni ha persino superato Clark in pura forza bruta. Le sue botte possono far sanguinare Superman e scuotere l’intero cosmo. Livello di resistenza? Sopravvive a impatti cinquanta volte più devastanti di una supernova. Non male per uno che viene da un pianeta esploso.
E i poteri? È un arsenale ambulante. Vola a velocità supersoniche, manipola la gravità, congela con il super-soffio, incenerisce con la vista termica, vede al buio, attraverso i muri e pure le trasmissioni radio. Ah, e ha sviluppato un’aura bioelettrica che funge da scudo invisibile, in grado persino di proteggere chi gli sta accanto. Ma il suo vero asso nella manica è la capacità di controllare la Zona Fantasma, un vantaggio che pochissimi kryptoniani possono vantare.
Perché è così pericoloso? Perché non è un Superman dal cuore d’oro. È un Superman con la mente fredda di un generale disposto a tutto. Usa armi alla kryptonite, sfrutta tecnologie che simulano il sole rosso, gioca sporco e non si fa scrupoli a colpire civili per piegare Superman. È capace di eliminare centinaia di persone in pochi istanti solo con la sua vista termica. Non a caso, persino un tipo come Darkseid ha deciso di stringere un patto con lui in passato: meglio averlo dalla propria parte che contro.
Ma Zod non è invincibile. Senza il sole giallo i suoi poteri si affievoliscono, la kryptonite verde lo devasta, il sovraccarico solare può distruggerlo dall’interno. E quando Superman decide di non trattenersi, con la sua esperienza sulla Terra e quel pizzico di “plot armor” che non guasta mai, riesce a spuntarla.
Ultraman
E adesso parliamo di uno che, se lo incontri per strada, non ti chiedi “ma sarà un supereroe?”: no, ti sposti subito dall’altra parte. Ultraman è il cattivone per eccellenza, la risposta alla domanda: cosa sarebbe successo se Superman fosse cresciuto non con i valori dei Kent, ma con la voglia di dominare e distruggere?
In pratica, immaginatevi un Kal-El con la “bad guy vibe” tatuata addosso. Nella sua incarnazione classica arriva da Terra-3 o dall’universo anti-materia, a seconda della continuity, e lì tutto è al contrario: i buoni sono cattivi, la Justice League diventa il Crime Syndicate, e la storia umana è un gigantesco “mirror universe” da incubo. In versioni più recenti, invece, la sua origine è ancora più inquietante: era un astronauta terrestre che si perde nello spazio, dato per morto, e viene “riparato” in maniera approssimativa da chissà quale entità aliena. Il risultato? Un essere superpotente con una mente spezzata e una tirannia innata.
E veniamo alla ciccia: quanto è forte questo Ultraman? Be’, la risposta è semplice: livello Superman. Tradotto: parliamo di un tizio che può dare uno schiaffo a Black Adam e mandarlo al tappeto, spostare la luna con un braccio solo per schermarsi dal sole giallo, o addirittura spezzarla a metà. I suoi pugni hanno la potenza di annientare piccoli pianeti e le sue scazzottate sono talmente violente da far tremare letteralmente il cosmo. In alcune storie trattiene persino un mini buco nero con la sola forza delle mani, roba che basterebbe a spazzare via un intero sistema solare.
Ma il suo potere non è solo muscolare. Ultraman ribalta anche la regola aurea dei kryptoniani: lui non trae forza dal sole giallo, anzi, quello lo avvelena. La sua droga è la Kryptonite. La frantuma, la “sniffa”, se la inietta come fosse caffeina. In certe versioni è addirittura l’anti-Kryptonite a tenerlo in vita, e se la porta sotto pelle con capsule che gli garantiscono energia per giorni interi. Oltre a questo, ha la classica combo da Superman: visione termica così letale da vaporizzare un altro Kal-El lasciando solo lo scheletro, supervelocità superiore a quella della luce, sensi sovrumani capaci di scrutare pianeti interi, e un’invulnerabilità tale da resistere a colpi cento volte più devastanti di una supernova.
Il problema è che non stiamo parlando di un eroe con morale, ma di un narcisista tirannico che si diverte a dimostrare di essere il più forte. Ha ucciso innumerevoli Superman di altri universi, ha imprigionato Jon Kent in un vulcano per anni interi, ha fatto a pezzi Red Tornado, ha strappato un braccio a Robot Man e ha ridotto un Marziano Bianco in poltiglia senza troppi sforzi. Non solo: è riuscito a far sanguinare Superman stesso in uno scontro diretto, il che basta da solo a piazzarlo nella hall of fame dei mostri cosmici.
Ovviamente qualche punto debole c’è: il sole giallo lo intossica, e senza Kryptonite o anti-Kryptonite rischia di indebolirsi fino a restare vulnerabile. Ma non fatevi illusioni, perché Ultraman non è uno che se ne sta lì ad aspettare: con le sue capsule sottocutanee si garantisce una settimana di devastazione assicurata, e se qualcuno può tenergli testa non è grazie alla forza bruta, ma alla maggiore esperienza e alle tecniche raffinate di Superman.
Cyborg Superman
Chi è davvero questa creatura che unisce la potenza di un Kryptoniano alla freddezza implacabile di una macchina? Per scoprirlo bisogna partire da un nome che a prima vista non direbbe nulla: Hank Henshaw. Un astronauta, un uomo comune, finito insieme al suo equipaggio in un incidente spaziale che sembra uscito da un fumetto dei Fantastici Quattro… ma con un finale decisamente più macabro. Esposti a radiazioni cosmiche, i corpi dell’equipaggio iniziano a disgregarsi, e Henshaw, ormai alla fine, si spegne tra le braccia di Superman. O almeno così sembra. In realtà, la sua coscienza riesce a sopravvivere e a rifugiarsi dentro i sistemi della LexCorp. Un’anima digitale, un fantasma tecnologico.
La tragedia però non finisce qui. La moglie di Henshaw, incapace di reggere lo shock di quella trasformazione mostruosa e della perdita del marito che conosceva, cade nella follia e muore. È lì che Hank smette di essere un uomo e diventa un’ossessione: per lui, il colpevole di tutto è Superman. La sua vendetta lo porta a vagare nello spazio, a fondersi con tecnologie aliene sempre più potenti, a corrompere corpo e mente.
Il momento in cui diventa una vera leggenda del male arriva dopo la morte di Superman: Henshaw torna sulla Terra, costruisce un corpo cibernetico che replica alla perfezione l’Uomo d’Acciaio e si presenta a Metropolis come un impostore. È lui, il “Cyborg Superman”, il falso eroe che approfitta del vuoto lasciato dal vero Superman. E non si limita a giocare al sosia: Cyborg Superman arriva a distruggere Coast City, la città natale di Hal Jordan, uno degli eventi più tragici dell’intera storia della DC.
Parliamo della sua forza: dimenticate il termine “sovrumano”, perché qui si gioca in un altro campionato. Cyborg Superman possiede la stessa forza di Superman, quindi sì, può sollevare pianeti, distruggerli a pugni e perfino contenere un mini buco nero tra le mani. Ha resistito a impatti cinquanta volte più potenti di una supernova ed è sopravvissuto persino dentro un buco nero. Non è un caso che sia riuscito a combattere Doomsday faccia a faccia… e a spezzarlo in due.
Ma la sua pericolosità non si limita alla forza bruta. Henshaw è un arsenale vivente. Invulnerabilità e rigenerazione? Se lo distruggi, lui si ricostruisce pezzo per pezzo usando il metallo intorno a sé. Volo e velocità? Tiene testa a Superman e può persino reggere i riflessi di Flash. I suoi occhi sparano raggi termici, il suo respiro congela, e i suoi arti possono trasformarsi in cannoni devastanti. E poi c’è il suo asso nella manica: il controllo totale sulla tecnologia. Può hackerare Mother Box, Boom Tube, perfino la Batteria Centrale delle Lanterne Verdi.
Certo, un tallone d’Achille esiste. La sua coscienza può sopravvivere alla distruzione del corpo, ma questo significa anche che il suo potere varia molto a seconda delle tecnologie e delle risorse che riesce ad assimilare. Non sempre è al massimo, ma è una minaccia persistente: se lo butti giù, prima o poi ritorna, magari più forte di prima.
Cyborg Superman non è semplicemente “un Superman cattivo”. È la fusione di odio, dolore e tecnologia, l’incubo di chiunque abbia mai pensato che i computer non potessero odiare.
Doomsday
Chi è davvero Doomsday? Non è solo un mostro da fumetto, ma una delle incarnazioni più spaventose dell’idea di “nemico assoluto”. La sua storia inizia su Krypton, molto prima di Superman, quando lo scienziato Bertron decise di forzare i limiti stessi dell’evoluzione. L’esperimento era brutale: una creatura veniva gettata nell’ambiente ostile del pianeta, lasciata morire tra vulcani, bestie e condizioni letali; i resti venivano raccolti, clonati, e la nuova versione veniva mandata a morire di nuovo. Questo ciclo di nascita e morte si ripeté migliaia di volte. Ogni volta, il clone sviluppava immunità al modo in cui era morto in precedenza, diventando più resistente, più feroce, più letale. Dopo secoli, da quel processo infernale emerse Doomsday: non un essere vivente in senso tradizionale, ma un organismo creato per una sola ragione, sopravvivere e distruggere tutto ciò che incontra. Non ha bisogno di organi interni, non respira, non prova empatia. È l’arma definitiva.
Il suo aspetto riflette questa natura. Una montagna di ossa e muscoli, con spuntoni che fuoriescono dalla pelle come armi naturali, occhi brucianti di odio e un corpo che sembra scolpito per combattere. Non a caso Darkseid, l’essere che governa Apokolips e che ha visto ogni orrore concepibile, lo ha definito “la morte personificata”. In lui non c’è dialogo, non c’è ragionamento: esiste solo l’istinto di annientamento.
La sua identità all’interno del mito DC è chiara: Doomsday non è un personaggio, è un evento. Quando appare, gli eroi non si chiedono “come lo fermiamo”, ma “quanto tempo abbiamo prima che tutto crolli”. La sua prima comparsa storica, quella che lo rese immortale nel cuore dei lettori, fu “The Death of Superman” (1992), dove in uno scontro devastante riuscì nell’impensabile: uccidere l’Uomo d’Acciaio. Quel momento ha reso Doomsday una leggenda, il simbolo del limite ultimo anche per il più grande eroe della Terra.
Doomsday è praticamente l’incarnazione della forza bruta universale. La sua forza sovrumana è quasi illimitata: può sollevare e spostare intere astronavi, palazzi, camion, alberi giganti e persino piccoli pianeti con la stessa facilità con cui Superman solleva una macchina. I suoi pugni sono devastanti: in passato ha rotto il braccio di Superman, steso Wonder Woman, atterrato Flash con un’onda d’urto e sopraffatto Orion e Martian Manhunter, arrivando persino a far sanguinare il Kryptoniano. Il suo corpo è così resistente da sopravvivere a impatti paragonabili a milioni di bombe nucleari e ha resistito a colpi che distruggerebbero interi pianeti.
La sua abilità più iconica è l’adattamento evolutivo: ogni volta che viene sconfitto, il corpo di Doomsday torna più forte, immune alla stessa modalità che lo aveva abbattuto in precedenza. Questo lo rende virtualmente immortale: attacchi letali diventano solo lezioni che lo rendono più letale e resistente.
Altri poteri includono velocità sovrumana, talvolta descritta come superiore a quella di Flash, resistenza a traumi fisici, ambientali e psichici, e una serie di armi naturali come artigli, spuntoni retrattili e veleno in grado di stordire anche Kryptoniani. La sua invulnerabilità è così alta da resistere perfino ai Raggi Omega di Darkseid, un’impresa che pochi hanno compiuto.
Non ha capacità magiche o intellettuali particolari: il suo “genio” sta nell’evoluzione istintiva e nella pura brutalità. Non ha bisogno di aria, cibo o sonno e la sua presenza è di per sé un evento distruttivo. Doomsday è un nemico creato per essere impossibile da fermare, un simbolo della distruzione pura portata all’estremo, senza limiti morali o razionali.
Ed è proprio questa la sua unicità: non ha bisogno di complotti, armi segrete o piani elaborati. Doomsday è la prova vivente che la violenza pura, quando portata all’estremo, può travolgere qualunque difesa. Non è solo un nemico di Superman, è la sua ombra, l’incarnazione della sua più grande paura: che nemmeno lui, con tutto il suo potere, sia abbastanza per salvare il mondo da una minaccia così cieca e inarrestabile.
Lex Luthor
Lex Luthor. L’arcinemico per eccellenza di Superman. Ma chi è questo calvo brillante che tutti amiamo odiare? Un super genio multimiliardario, tanto astuto che potremmo quasi definirlo il Tony Stark dei supercriminali. La sua storia è un vortice di ingegno, ambizione e un odio viscerale per l’Uomo d’Acciaio. A seconda delle versioni può essere il figlio di una famiglia abusiva o persino l’amico d’infanzia di Clark Kent. Ma non importa come inizi la sua vita: il risultato è sempre lo stesso. Lex diventa il dominatore della LexCorp, l’uomo che vede nell’arrivo di Superman non un salvatore, ma un usurpatore. Da quel momento, il suo unico scopo diventa annientare l’alieno e riconquistare il posto al vertice dell’umanità. E per inseguire questa ossessione lo abbiamo visto scendere negli abissi dell’Inferno, volare tra le stelle e perfino conquistare la presidenza degli Stati Uniti.
Quello che rende Lex affascinante è la sua incredibile versatilità. Nell’era pre-Crisi era l’amico di Superboy, fino a un incidente di laboratorio che gli bruciò i capelli e lo convinse a dedicare tutta la vita alla distruzione dell’Uomo d’Acciaio. Nei tempi moderni lo abbiamo visto capace di tutto: hackerare l’identità segreta di Batman, trovare cure per malattie incurabili, trasformare soli rossi in gialli e progettare bombe umane in grado di disintegrare pianeti. E poi c’è la sua iconica warsuit, un concentrato di tecnologia umana, apokoliptiana e kryptoniana, che lo trasforma in un gladiatore capace di combattere sullo stesso campo di Superman.
Eppure, non è nei muscoli che risiede il suo vero potere. Lex Luthor nasce come uomo comune, privo di superpoteri. Ma il suo cervello è tutto fuorché comune. E quando le circostanze lo premiano con poteri temporanei, allora diventa letteralmente divino. Lo abbiamo visto brandire l’amuleto di Zeus e scaricare fulmini sugli dèi della Justice League, fondersi con Brainiac fino a poter riorganizzare la materia a suo piacimento, indossare una tuta che gli permetteva di correre più veloce di Flash e controllare il tempo stesso. In altre occasioni, ha assunto sieri che gli conferivano la forza di Superman, ha riscritto il Multiverso con il Libro del Destino e persino ottenuto un potere infinito fondendosi con il Bambino della Zona. In certi momenti, Lex non è soltanto un uomo: è una minaccia cosmica.
Quando combatte potenziato, la sua forza fisica è mostruosa. La warsuit ha incassato esplosioni planetarie, colpi di Doomsday e persino la furia di un Superman potenziato dal sole. E se tutto questo non bastasse, Lex è universalmente riconosciuto come l’essere umano più intelligente dell’universo DC. La sua mente è in grado di decifrare tecnologia aliena come se fosse un giocattolo, hackerare sistemi di intelligenze artificiali superiori, anticipare i piani di entità cosmiche e costruire armi in grado di ribaltare i destini del mondo. Le sue invenzioni spaziano da cinture invisibili a cloni di Superman, da macchine del tempo improvvisate a interi satelliti che piegano la luce. Ha manipolato persino gli anelli dei Green Lantern e si è addestrato nelle arti marziali con le Amazzoni.
E allora perché è così pericoloso? Perché nonostante sia umano, Lex Luthor è l’avversario più costante e spietato che Superman abbia mai affrontato. Il suo odio è talmente profondo da portarlo a rifiutare persino la beatitudine universale, pur di non smettere di inseguire l’unico obiettivo che gli dia senso: distruggere l’Uomo d’Acciaio. La sua preparazione, il suo genio e la sua ossessione lo hanno reso capace di minacciare non solo Metropolis, non solo la Terra, ma interi universi.
Eppure, anche il più grande dei geni resta vulnerabile. Lex non possiede poteri permanenti. Le sue trasformazioni divine sono effimere, e il suo ego smisurato lo spinge spesso a commettere errori fatali. L’arroganza, l’odio e persino la kryptonite, che tanto ama usare, hanno spesso logorato lui stesso più che i suoi nemici.
Lex Luthor è il promemoria che la minaccia più grande non sempre arriva da un pugno capace di spaccare le montagne, ma da una mente pronta a piegare l’universo pur di dimostrare la sua superiorità. E questo, amici miei, è ciò che rende Lex Luthor non solo il nemico numero uno di Superman, ma uno dei più grandi, affascinanti e terrificanti villain di tutta la storia dei fumetti.
Darkseid
Darkseid in origine era il Principe Uxas, figlio del terribile re Yuga Khan e della regina Heggra. Non sopportava di essere il secondo in linea di successione e così, nell’ombra, tramò contro il fratello Drax. Lo assassinò, si impossessò della leggendaria Forza Omega e il suo corpo si trasformò in una creatura di pietra, destinata a portare un nome che da solo incute terrore: Darkseid.
Non parliamo di un alieno qualunque. Darkseid è un Nuovo Dio del Quarto Mondo, il tiranno supremo di Apokolips, una divinità incarnata che lui stesso ha definito “la morte personificata”. Ciò che vediamo negli universi, in realtà, non è che un’ombra, un avatar: la sua vera essenza è talmente immensa e multiversale che, se mai dovesse manifestarsi davvero, la realtà collasserebbe su se stessa. E il suo obiettivo è semplice e terribile allo stesso tempo: cancellare ogni forma di libero arbitrio e ridisegnare l’universo a sua immagine, grazie all’arma definitiva, l’Equazione Anti-Vita.
La sua è una storia scritta col sangue. Dopo aver fatto uccidere la madre e bandito il figlio Orion, Darkseid stipulò un patto con l’Alto Padre di Nuova Genesi, scambiando i propri figli come pegno di pace. Orion, cresciuto tra i nemici, divenne il suo più acerrimo oppositore. Darkseid non esitò a invadere l’isola di Themyscira, sterminando metà della popolazione amazzone pur di strappare agli dei dell’Olimpo i loro segreti. Ma fu la Terra ad attirare maggiormente il suo sguardo, convinto che proprio gli esseri umani custodissero i frammenti dell’Equazione Anti-Vita.
Il destino aveva già scritto la sua rovina: fu profetizzato che Orion lo avrebbe ucciso, e così accadde, quando gli strappò il cuore dal petto. Ma la morte non basta a fermare Darkseid. La sua essenza, indistruttibile, tornò in altre forme: si reincarnò come “Boss Dark Side” sulla Terra, arrivando persino a usare un proiettile capace di viaggiare nel tempo per assassinare Orion nel passato. E quando la sua essenza cadde nella Sfera degli Dei, il solo peso del suo corpo stava trascinando lo spazio-tempo del multiverso in una singolarità. Darkseid non muore: rinasce, si ripresenta, e ogni suo ritorno è un incubo senza fine.
E ora la domanda che tutti si pongono: quanto è forte, davvero, Darkseid? La risposta è: più di quanto possiate immaginare. È stato definito “ridicolmente forte”, “molto più potente di Superman”, “una forza apparentemente infinita”. Ha schiaffeggiato Alan Scott, che in quel momento incarnava gli avatar della Terra collegati al Multiverso. Ha fatto vacillare Zeus stesso senza usare la sua forza piena. Ha combattuto l’Alto Padre per sette giorni e sette notti, fino a distruggere un intero pianeta. E quando affronta Superman, spesso bastano pochi colpi per abbatterlo.
Ma la forza bruta è solo la superficie. Darkseid è quasi invulnerabile: i proiettili gli rimbalzano, le esplosioni cosmiche lo sfiorano appena, la furia divina dello Spettro lo ha ridotto in cenere eppure lui è tornato. È immortale, vive da centinaia di migliaia di anni, e anche quando il suo corpo viene distrutto, la sua essenza rimane.
E poi ci sono i leggendari Raggi Omega. Dai suoi occhi partono dardi d’energia capaci di inseguire il bersaglio ovunque, piegando persino le leggi della fisica. Questi raggi possono ferire Superman, abbattere l’Anti-Monitor e cancellare completamente qualcuno dalla realtà. Darkseid è l’unico essere che sia mai riuscito a resistere ai propri Raggi Omega a bruciapelo. Ancora più terrificante è la Sanction Omega: chi ne viene colpito è condannato a vivere e morire infinite vite, un supplizio eterno. Batman stesso è stato colpito e solo a caro prezzo ne è uscito.
E non basta. Darkseid legge le menti, piega intere popolazioni con il pensiero, trasmuta la materia, plasma scudi ed energie devastanti, crea avatar di se stesso, assorbe potere persino da altre dimensioni, domina anime e resuscita i morti. È una divinità guerriera ma anche un manipolatore senza pari, che guida eserciti e culti pronti a sottomettere interi mondi.
Eppure, qualche limite lo ha. I suoi avatar, per quanto potentissimi, possono essere sconfitti. Orion è riuscito a strappargli il cuore, Batman lo ha ferito con un proiettile al Radion, Superman ha distrutto la sua essenza con controvibrazioni. Nel DC Animated Universe lo abbiamo visto sconfitto e sepolto. Il problema è che la sua vera forma è inafferrabile: lo si può fermare, ma non eliminarlo del tutto.
Mister Mxyzptlk
Un folletto dal nome impronunciabile che riesce a mandare al manicomio perfino Superman? Signore e signori, vi presento Mister Mxyzptlk, direttamente dalla Quinta Dimensione. Un luogo dove le leggi della fisica sono carta straccia, la logica un optional, e tutto è governato dall’immaginazione pura. Persino il suo nome è una maledizione per la lingua: Mxyzptlk. Tanto che la maggior parte dei fan, per restare sani di mente, lo chiama semplicemente “Mxy”.
Mxy non è il classico cattivo che vuole dominare il mondo con i pugni. È un trickster cosmico, un giullare dell’apocalisse. La sua “missione”? Non conquistare, non distruggere, ma rendere la vita dell’Uomo d’Acciaio un gioco crudele e assurdo. Perché? Perché può.
La sua storia editoriale è un gioco di specchi tanto quanto i suoi poteri. Nei primi fumetti era legato a Terra Due, poi nella Silver Age è diventato la figura più nota che conosciamo, salvo poi fondersi con tutte le sue altre incarnazioni, fino a diventare un’unica entità che esiste simultaneamente in ogni universo. Questo significa che non importa dove vada Superman, non importa quale versione di se stesso incontri: Mxy sarà sempre lì, pronto a ribaltare le regole.
Quanto è forte? Be’, se pensate alla forza come “spingere una montagna” o “reggere un pianeta”, lasciate perdere: Mxy gioca in un campionato diverso. Parliamo di un essere che può racchiudere un intero universo nel suo cappello e percepire il passato, il presente e il futuro in un solo istante. Non ha bisogno di muscoli, perché piega la realtà come fosse pongo.
E qui arriva il bello. Manipolazione della realtà, controllo dello spazio e del tempo, viaggi dimensionali, cancellazione dall’esistenza… se c’è un potere che potete immaginare, lui ce l’ha. In più, sa di essere un personaggio dei fumetti. Avete capito bene: è meta-consapevole. Può parlare con gli autori, modificare le vignette, trasformare una storia in un’altra. Non gioca sulla scacchiera: è lui che disegna la scacchiera, e se si annoia la strappa e la brucia.
Il suo curriculum fa tremare chiunque: ha sconfitto Superman più volte, ha schiacciato Batman e la sua squadra, ha umiliato lo Spettro, ha distrutto e ricreato interi universi, ha affrontato persino Darkseid, rivelandosi legato al segreto dell’Equazione Anti-Vita. Ci sono momenti in cui Mxy sembra non avere rivali, perché non li cerca. Per lui non esistono partite perse: solo scherzi che finiscono quando decide di finirli.
Eppure, persino un dio del caos ha un punto debole. Tradizionalmente, se riesci a fargli dire il suo nome al contrario, puff! Torna nella Quinta Dimensione per novanta giorni. Ma ecco il colpo di scena: quella non è una vera debolezza. È una regola che lui stesso si impone. Potrebbe ignorarla, se volesse. Lo fa solo perché… be’, gli piace giocare.
Questo è il lato più inquietante di Mxyzptlk: la sua pericolosità non sta solo nei suoi poteri, ma nel fatto che sceglie deliberatamente di trattare tutto come un gioco. Se un giorno decidesse di smettere di ridere e prendere le cose sul serio, non ci sarebbe Superman, non ci sarebbe Justice League, non ci sarebbe multiverso in grado di fermarlo.
Mister Mxyzptlk non è un nemico. È la definizione stessa di caos, un dio burlone che riscrive la realtà per divertimento. Ed è per questo che, paradossalmente, nessuno è mai davvero al sicuro quando lui entra in scena.
E con questo è tutto! L’uomo d’acciaio ha una bella sfilza di gatte da pelare cosmiche delle quali prendersi cura. Quali sono i vostri cattivoni preferiti? Scrivetelo qui sotto prima che i raggi Omega cancellino questo video. Noi ci vediamo alla prossima!
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