Guida alla SEO per i Brand
SEO Guide SEO, Interviste SEOLa live condotta da Ilario Gobbi e Pierluigi Tosto si è concentrata sul ruolo del brand nella SEO, con un dialogo ricco di riflessioni sulla trasformazione della disciplina e sulle sfide attuali che i professionisti del settore affrontano.
Leggi tutto: Guida alla SEO per i BrandPierluigi Tosto, Head of SEO di Seed Digital, ha iniziato presentando il suo percorso professionale, che affonda le radici nei primi esperimenti di sviluppo web realizzati con strumenti come Notepad e Dreamweaver. Ha evidenziato come la sua esperienza sia cresciuta attraverso varie fasi, dal lavoro freelance fino alla gestione di team strutturati. Il focus principale della sua attività come Head of SEO non è solo sulle competenze tecniche, ma soprattutto sulla capacità di gestire risorse umane e progetti, ottimizzando le abilità specifiche di ciascun membro del team.
Tosto ha sottolineato che, mentre un freelance SEO deve spesso padroneggiare molteplici aspetti tecnici in autonomia, il ruolo di Head of SEO comporta una dimensione gestionale aggiuntiva. È fondamentale saper assegnare compiti e progetti in base alle competenze individuali, monitorare il lavoro svolto e mantenere un rapporto costante con i clienti. Questa relazione con il cliente, secondo Tosto, è una delle sfide più importanti del settore, in quanto spesso risulta difficile far percepire il valore reale del lavoro SEO, al di là dei semplici risultati numerici come il posizionamento delle parole chiave.
La SEO come approccio integrato al business
Ilario ha poi introdotto il tema centrale della discussione: la SEO sta diventando sempre più una disciplina sfumata, legata strettamente all’identità del brand. La tradizionale keyword research e l’architettura dei link rimangono aspetti fondamentali, ma sono ormai parte di un insieme più ampio. In un contesto di business strutturato, la SEO deve integrarsi con altre attività di marketing per costruire una strategia coesa e supportare l’autorevolezza complessiva del brand. Tosto ha concordato con questa visione, evidenziando che guadagnare la fiducia del cliente e del pubblico è il primo passo per ottenere risultati concreti.
Sinergia tra SEO e altri canali di marketing
Pierluigi ha ribadito come un approccio SEO efficace non si limiti più solo a tecniche tradizionali, ma includa anche attività complementari che vanno oltre il classico schema on-page e off-page. Per esempio, ha sottolineato l’importanza di collaborare con esperti di ADS e social media per generare segnali esterni al sito che rafforzano la percezione del brand. In S Digital, questa collaborazione tra i vari specialisti è parte integrante della strategia, con lo scopo di massimizzare sia il traffico organico sia quello a pagamento, a seconda delle esigenze del progetto.
Il ruolo strategico del SEO specialist
Ilario ha sottolineato come i SEO specialist debbano evolvere verso un ruolo più direzionale, supportando anche le decisioni di marketing e guidando le strategie aziendali. Pierluigi ha condiviso questa opinione, riconoscendo che spesso i SEO specialist hanno accesso a dati e insight che possono essere utilizzati per ottimizzare anche altri canali di acquisizione. Questo know-how permette di orientare la realizzazione di un sito web in modo da massimizzare non solo la visibilità organica, ma anche l’esperienza utente e la performance complessiva.
Importanza della collaborazione tra SEO e paid media
Tosto ha illustrato l’importanza di creare sinergie tra la SEO e le campagne paid media, collaborando strettamente con il team che si occupa di ADS. Spesso, quando un sito non riesce a ottenere risultati organici rapidi, le campagne a pagamento possono sopperire temporaneamente, portando comunque traffico utile per generare segnali positivi agli occhi dei motori di ricerca. D’altro canto, un buon posizionamento organico può ridurre la necessità di investimenti eccessivi in ADS, portando risparmio e migliori risultati nel lungo periodo.
Rilevanza dei segnali social e traffico esterno
Pierluigi ha evidenziato il valore dei segnali esterni, come quelli provenienti dai social media, che non influenzano direttamente il posizionamento, ma contribuiscono a costruire una presenza online solida e a migliorare l’autorevolezza del brand. Anche se non sempre è possibile misurare un ritorno diretto da questi canali, sono comunque importanti per la percezione complessiva del brand, creando un ecosistema digitale coeso che supporta la SEO.
Il SEO specialist oggi si trova ad avere un ruolo sempre più ampio e strategico, ben oltre l’ottimizzazione dei contenuti per il motore di ricerca classico. Le attività SEO si stanno evolvendo e sono necessarie competenze che possano spaziare anche nella consulenza sui canali di distribuzione dei contenuti, sfruttando le diverse piattaforme dove l’utente finale interagisce.
Questa frammentazione del percorso utente, infatti, impone un approccio integrato, in cui il SEO è solo una parte del puzzle. Ilnconsulente deve collaborare strettamente con il management per dare indicazioni non solo sulle query più rilevanti ma anche sul formato e sulla strategia di distribuzione. Ad esempio:
- Analisi delle query e contenuti multiformato: l’analisi delle query può aiutare a identificare quando è preferibile un contenuto di tipo “short” su YouTube o TikTok rispetto a un contenuto più approfondito da proporre sul sito o su piattaforme come LinkedIn. La creazione del piano editoriale diventa quindi trasversale e adattata al canale giusto.
- Sfruttamento delle caratteristiche delle piattaforme: ogni canale ha i propri algoritmi e logiche di visibilità. Su YouTube, l’ottimizzazione del titolo, descrizione e tag aiuta, ma l’engagement (like, commenti, watch time) è fondamentale. Su Instagram o TikTok, invece, la viralità può dipendere molto dalla tempestività e dall’uso dei trend. Il SEO può quindi dare input su come ottimizzare questi aspetti per intercettare il pubblico giusto.
- Analisi del pubblico e buyer persona: l’analisi delle ricerche permette di delineare il profilo dell’utente tipo e di prevedere i canali preferiti per la fruizione dei contenuti. Da qui, si può sviluppare una strategia di presenza che includa non solo il posizionamento organico ma anche la comunicazione efficace su social media e community come Reddit o Quora, che stanno acquisendo importanza anche nelle SERP.
- Digital PR e SEO off-site: la costruzione dell’autorevolezza del brand è oggi un mix tra ottimizzazione on-site e una solida strategia di Digital PR. Essere menzionati sui portali di settore, ricevere recensioni su piattaforme specializzate, partecipare a forum e discussioni su community rilevanti contribuisce a rafforzare la percezione di affidabilità, che a sua volta può influenzare anche le risposte dei modelli di IA generativa (Google SGE, ChatGPT, etc.).
In pratica, il consulente SEO di oggi deve agire come un coordinatore strategico, in grado di fornire insight basati sui dati, direzionare il piano editoriale e monitorare l’efficacia dei contenuti su diversi canali. Inoltre, con l’evoluzione delle AI generative, credo che la SEO si integrerà sempre di più con altre discipline come il content marketing, la user experience e la comunicazione digitale, portando a una visione olistica del brand.
Costruzione dell’autorevolezza del brand
L’autorevolezza si costruisce sia internamente che esternamente al sito. Internamente è fondamentale ottimizzare i segnali E-A-T (Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness), curando la trasparenza dell’offerta, la sicurezza per l’utente e la chiarezza nella comunicazione dei propri contenuti e servizi. Questo si riflette in una migliore esperienza utente, influendo positivamente anche sulle conversioni.
Esternamente, è cruciale lavorare sui backlink, considerati come uno dei segnali più potenti di autorità. Non basta però ottenere semplicemente link da siti con alta DA (Domain Authority), ma è preferibile puntare su portali di settore rilevanti, anche attraverso strategie di link earning. Questo approccio mira a ottenere menzioni naturali attraverso contenuti di valore, come studi di settore, case study e strumenti utili (e.g., calcolatori finanziari).
Esempi di strategie per accrescere l’autorità di brand
Un esempio concreto è stato quello del paper sui borghi d’Italia, che ha generato attenzione mediatica grazie alla sua rilevanza e utilità, portando a numerose citazioni naturali da parte di testate giornalistiche e profili social di enti locali. Questo tipo di contenuti non solo accresce l’autorità del sito, ma stimola anche ricerche di tipo navigazionale legate al brand, aumentando la sua visibilità organica.
Approccio alla link building
Nel contesto della link building, si evidenzia una strategia graduale: inizialmente è meglio concentrarsi su portali tematici rilevanti e vicini al settore del proprio sito, piuttosto che mirare subito a grandi testate con traffico elevato ma pubblico non targettizzato. L’idea è di costruire una base solida con backlink provenienti da fonti rilevanti, utilizzando ancore di tipo navigazionale e branded. Solo successivamente si può pensare di espandere il raggio d’azione, lavorando su ancore più orientate al posizionamento.
Questo approccio enfatizza l’importanza di contenuti di qualità, che non solo giustificano la presenza del link ma sono pensati per posizionarsi organicamente, offrendo valore al lettore del sito ospitante. Evitare contenuti scritti solo per “piazzare” un link aiuta a costruire un profilo di backlink più naturale e duraturo.
Sinergia tra autorità del brand e autorevolezza del dominio
C’è una forte correlazione tra brand authority e autorevolezza del dominio, specialmente per brand già affermati offline. Quando un brand è già noto, sia online che offline, l’autorevolezza del dominio cresce più rapidamente, poiché Google riconosce segnali di fiducia provenienti dalle ricerche di brand e dalle menzioni in contesti di qualità. Tuttavia, per brand emergenti, è necessario lavorare progressivamente, puntando su keyword a coda lunga e strategie di content marketing che aiutino a costruire credibilità e autorevolezza nel tempo.
Best practice per stimolare le ricerche di brand
Partecipare a eventi di settore, essere sponsor o protagonisti di iniziative offline può contribuire ad aumentare la brand awareness e generare ricerche dirette sul motore di ricerca. Online, creare contenuti evergreen, FAQ esaustive e strumenti utili può rafforzare la presenza del brand, intercettando le ricerche degli utenti anche su query non direttamente branded, ma legate al settore di riferimento.
Digital PR e collaborazioni per piccoli brand
Viene sottolineato che, sebbene le Digital PR sembrino a volte una chimera per brand di piccole dimensioni, è possibile costruire autorevolezza e ottenere menzioni e link tramite collaborazioni strategiche. Partecipare a discussioni di settore, eventi online e offline, e persino attività di ufficio stampa sono strade percorribili anche per brand più piccoli. La chiave è creare contenuti che risultino effettivamente interessanti per chi li legge e per i media che potrebbero riprenderli. Evitare di concentrarsi su comunicati stampa banali come cambi dirigenziali, se non rilevanti per il target, è un buon consiglio.
Benchmarking e analisi serp
Viene consigliato di analizzare le serp non solo attraverso strumenti come Semrush, Sistrix o SeoZoom, ma anche partendo da Google stesso, osservando i diversi elementi che compaiono (video, immagini, People Also Ask, featured snippets). L’obiettivo è capire quali formati di contenuto sono più apprezzati dagli utenti e meglio posizionati, così da allinearsi con le aspettative e gli intenti di ricerca. Le immagini, ad esempio, sono molto comuni in serp, il che suggerisce di investire nella creazione di infografiche o visual originali che possano anche essere condivisi da altri portali.
Ottimizzazione tramite Search Console
L’uso della Search Console è un suggerimento importante per comprendere come le persone trovano effettivamente i contenuti del sito, soprattutto quando le keyword utilizzate dagli utenti non coincidono con quelle previste in fase di ottimizzazione. Adattare il contenuto per allinearlo al linguaggio degli utenti può portare a un aumento del CTR e del coinvolgimento. Il monitoraggio costante delle query di ricerca permette di migliorare il matching tra le anteprime dei siti in serp e l’esperienza effettiva degli utenti.
Miglioramento della user experience e accessibilità
Si insiste sulla necessità di migliorare gli elementi di user experience, specialmente per i piccoli brand che devono puntare su un’esperienza impeccabile per competere. Tra le best practice citate:
- navigazione intuitiva, con menu chiari e url leggibili
- uso delle breadcrumb per facilitare l’esplorazione del sito, soprattutto negli e-commerce
- barra di ricerca efficiente, con funzionalità di autocorrezione e suggerimenti automatici
- attenzione all’accessibilità, in linea con le nuove normative del Digital Services Act, che richiede di rendere i siti fruibili a tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro capacità
Contenuti di valore e differenziazione
Anche se il contenuto rimane un fattore cruciale, si evidenzia l’importanza di offrire qualcosa di diverso rispetto ai concorrenti. Creare contenuti identici a quelli già presenti in serp porta solo a una competizione senza differenziazione. La cura del brand e il modo in cui si accoglie l’utente sul sito diventano fattori distintivi. Vengono citati come esempio positivo i siti delle compagnie assicurative, che sono particolarmente attenti a guidare l’utente lungo il processo di conversione, creando fiducia e sicurezza.
Strategie SEO per piccoli brand rispetto ai grandi brand
Per i piccoli brand che si affacciano sul mercato, viene suggerito di:
- essere impeccabili dal punto di vista tecnico, senza lasciare nulla al caso
- differenziarsi con approcci innovativi, come l’uso dell’intelligenza artificiale nei servizi o nei contenuti, per emergere rispetto ai grandi brand che potrebbero essere meno reattivi all’innovazione
- non competere sullo stesso terreno dei brand affermati, ma trovare nicchie o modalità di comunicazione alternative che possano dare loro un vantaggio
Rischio di omogeneizzazione dei contenuti con l’uso dell’intelligenza artificiale
Con la crescente adozione dell’AI per generare contenuti, si corre il rischio di una standardizzazione della qualità e del tono degli stessi. L’elemento distintivo diventa quindi il brand stesso e il suo punto di vista unico, che non può essere replicato semplicemente da un prompt AI. Diventa cruciale lavorare sull’identità e la voce del brand per emergere in un panorama di contenuti sempre più omogenei.
L’evoluzione della brand awareness e l’impatto della ricerca vocale
Il tema della ricerca vocale sembrava aver perso piede negli ultimi anni, ma con l’avvento delle intelligenze artificiali avanzate e assistenti vocali sempre più sofisticati (vedi ChatGPT con funzione vocale e Google Assistant potenziato), stiamo assistendo a una nuova fase di adozione. Questo potrebbe dare nuova vita alla ricerca vocale, soprattutto in combinazione con query più dettagliate e contestuali.
In effetti, l’utente medio si sta abituando a formulare richieste sempre più articolate, grazie a una comprensione avanzata del linguaggio naturale da parte degli assistenti. Questo implica che i brand hanno ora una finestra di opportunità per ottimizzare i loro contenuti non solo per il testo ma anche per la ricerca vocale, rispondendo a domande complesse e specifiche.
L’aspetto interessante è che, in un panorama dove gli assistenti vocali offrono risposte esaustive e spesso limitate a un solo risultato, un brand meno conosciuto ma in grado di rispondere meglio a query di nicchia o molto specifiche potrebbe emergere e ottenere visibilità che altrimenti non avrebbe avuto. Questo crea spazio per una sorta di “democratizzazione” della visibilità, a patto che il brand investa in contenuti di qualità e rispondenti alle esigenze vocali.
Metriche SEO per misurare l’importanza di un brand
Per valutare l’importanza di un brand dal punto di vista SEO, ci sono diverse metriche da considerare, sia qualitative che quantitative:
- volume di ricerca brandizzata: Analizzare le query di tipo “brand” per monitorare la crescita della consapevolezza del marchio. Volumi di ricerca in aumento indicano una crescente awareness, ma è fondamentale considerare anche la stagionalità e l’influenza di campagne pubblicitarie.
- impression su query di brand in search console: Le impression forniscono indicazioni su quante volte il brand appare nei risultati di ricerca. È un buon indicatore per capire la visibilità del marchio e confrontare il trend nel tempo.
- Google Trends: Utile per analizzare il comportamento delle ricerche nel tempo e per valutare come il brand viene percepito a livello di popolarità rispetto a competitor diretti. È un ottimo strumento per avere una visione di lungo periodo.
- Engagement e metriche di interazione: Analizzare il comportamento degli utenti sul sito tramite metriche di engagement come tempo di permanenza, numero di pagine per sessione e tasso di rimbalzo (anche se ora sostituito da metriche più avanzate in GA4). Un basso tempo di permanenza con un alto tasso di interazione potrebbe indicare che l’utente trova subito quello che cerca, mentre l’opposto può segnalare problemi di usabilità o contenuti non all’altezza.
- Brand mentions e sentiment analysis: Monitorare le menzioni del brand online, utilizzando strumenti di social listening e analisi del sentiment. Questo aiuta a capire non solo quante volte il brand viene citato, ma anche il tono delle conversazioni (positivo, neutro o negativo).
Consigli strategici per una SEO orientata al brand
- Focus sulla user experience (ux): Avere un sito veloce, mobile-friendly e accessibile è cruciale. Google ha ormai integrato l’esperienza dell’utente come fattore di ranking, e questo si riflette in metriche come il Core Web Vitals.
- Creare contenuti che rispondano a query complesse: Investire in contenuti di qualità che rispondano a domande articolate e specifiche può essere una strategia vincente, soprattutto per catturare traffico dalle nuove interfacce di ricerca assistita.
- Digital PR e costruzione dell’autorevolezza: Essere presenti su risorse di settore e autorevoli, non solo per ottenere backlink, ma anche per accrescere la visibilità e il riconoscimento del brand. Questo include partecipare a eventi di settore e collaborare con esperti influenti.
- Monitorare costantemente e adattarsi: Essere consapevoli che le dinamiche del search engine stanno cambiando. Ad esempio, con l’integrazione delle AI, le SERP tradizionali potrebbero diventare meno centrali. È importante sperimentare e testare nuovi approcci, come l’ottimizzazione per le risposte dirette o per i featured snippets vocali.
SEO e Branding – Come lavorano (e come si influenzano in comune)
Le persone cercano su Google la risposta più indicata ai loro bisogni: non si tratta necessariamente di quella più conveniente, quella di migliore qualità, ma di quella che essi percepiscono come in grado di rispondere perfettamente le loro necessità.
Un negozio di prodotti per la casa a buon mercato sicuramente non rivaleggia per qualità con i big del settore ma offre magari prodotti domestici che vengono percepiti come non essenziali e perciò che si cerca con un rapporto qualità/prezzo vantaggioso, seppur non ottimale.
Attraverso le ads locali e il sito geolocalizzato, può quindi intercettare le ricerche sul luogo molto specifiche alle quali è in grado di rispondere (es. “casalinghi economici”) escludendo le ricerche più generiche che non si tradurrebbero in conversioni.
Il negozio locale che offre quindi prodotti economici si fa progressivamente un nome tra gli abitanti del quartiere che cercano beni che durino abbastanza ma non dispendiosi, e con il tempo sostituisce nelle loro menti le alternative più convenienti in termini di qualità in quanto ritenuto affidabile e conveniente.
La SEO comprende quelle attività rivolte a rendere un sito web più rilevante per un determinato ambito di ricerca attraverso un miglioramento delle sue prestazioni; in senso più ampio. Coinvolge uno spettro di attività variegate che riguardano l’ottimizzazione per i motori di ricerca di molti elementi (contenuti testuali, video, immagini…), la realizzazione di contenuti rilevanti per il proprio business e l’incremento di popolarità attraverso fattori come backlink e menzioni.
Come il branding punta a rendere più rilevante un marchio nella mente dei consumatori per un dato bisogno (effettivo o percepito), così la SEO cerca di rendere un sito web apprezzabile a livello di contenuti e di autorevolezza nei confronti di un certo pubblico.
La SEO è un “motore” in grado di potenziare gli effetti delle attività di PR e di rendere un portale rilevante per una fascia di ricerche a tema.
Se ci pensiamo essa influenza positivamente e trae giovamento dal branding: pensiamo a soluzioni come Google Discover che puntano a fornire autonomamente contenuti percepiti come rilevanti senza un intervento umano.
Lavorare sul branding permette di “entrare” nella mente delle persone e perciò di spingerle a compiere delle azioni (iscriversi a una newsletter; iscriversi al feed; visitare un sito spontaneamente) che confermano il loro interesse per questi soggetti.
Le attività di branding cercano di suscitare in molti casi un’esigenza percepita come importante da affrontare: ne sono esempio i prodotti di lusso che trasmettono un’appartenenza a uno status sociale elevato, oppure di un bene alimentare da far ritenere pregevole ma in realtà superfluo.
Allo stesso modo il SEO copywriter punta a comprendere le esigenze, attuali o prossime, del pubblico di riferimento per rendere un’azienda o un soggetto rilevante per quella data fascia di pubblico.
Le persone parlano, e i motori di ricerca indicizzano le richieste di informazioni per trarre indicazioni sui contenuti meglio in grado di rispondere alle loro esigenze.
Più un marchio è rilevante, più spesso compare associato al business che gli compete (pensiamo ad esempio agli influencer per i quali compaiono nelle ricerche di Google i suggerimenti degli argomenti associati):
L’esperto SEO – che in questo caso attinge a competenze variegate di web marketing – deve capire:
- come far percepire un’azienda come rilevante con le risorse a disposizione per la concorrenza presente (es. un mix di ads e SEO piuttosto che un solo piano di redazione contenuti)
- come intercettare le ricerche in rete attinenti al proprio business che possono tradursi in contatti commerciali
- come rendere un brand rilevante in rete per le sole ricerche attinenti al proprio campo e non per le altre che non si tradurrebbero in conversioni (es. la clinica odontoiatrica di Roma “Mario Rossi” che non deve essere associata alla clinica di bellezza omonima)
SEO e branding – Come migliorare l’autorevolezza del brand attraverso i motori di ricerca
Le attività che coinvolgono la SEO permettono di aumentare la visibilità di aziende e professionisti attraverso i motori di ricerca per incentivare la percezione positiva delle qualità del brand attraverso i contenuti che possono essere proposti attraverso i siti web (ebook, articoli per il blog, webinar, podcast…=).
L’esperto nel SEO copywriting guida il cliente nella definizione dei contenuti nel proprio sito e in quelli esterni che permettono di accrescere l’importanza percepita del brand da parte delle persone e dei motori di ricerca.
In primis, è necessario realizzare una pagina Chi siamo che funga da presentazione per coloro che giungono sul sito la prima volta e che debbano valutare l’autorevolezza dei volti dietro l’azienda.
I brand spesso danno per scontato di essere famosi per tutti e trascurano di presentarsi a coloro che non hanno mai sentito parlare di loro.
Altresì è indispensabile una sezione Portfolio o Referenze che mostri esempi concreti di lavori svolti tali da dimostrare concretamente la propria esperienza e competenza.
Essa permette:
- di offrire un campionario di lavori svolti per proporsi a committenti in rete
- di intercettare ricerche sul genere di servizi svolti
Una pagina FAQ può essere ugualmente utile per intercettare ricerche che tradiscono un intento di acquisto compatibile con la nostra offerta.
Es. se vendiamo prodotti per l’igiene domestica potremmo rispondere a delle domande comuni in modo da apparire rilevanti per esse, come:
Domanda: “come pulire il lavandino con il limone”
FAQ “Meglio pulire il lavandino con il limone o con PRODOTTO?
Risposta: <<Il PRODOTTO è concepito per pulire il lavandino meglio di quanto non può fare il limone…>>
Contenuti
La realizzazione di contenuti SEO oriented è il modo più facile per dimostrare la propria competenza per il settore nel quale ci si vuole posizionare.
Il content marketing può attuarsi attraverso vari formati come:
- articoli per il blog
- ebook
- video per Youtube
- podcast
tra i quali l’esperto SEO può consigliare i più indicati per conquistare l’attenzione del proprio pubblico.
Ad esempio, se si vendono stampanti 3D un video risulta molto indicato per far capire in maniera intuitiva le caratteristiche dei propri prodotti.
Per dei prodotti medici realizzare articoli informativi sui problemi di salute che essi guariscono risulta conveniente dato che esteriormente non si può cogliere il valore che essi offrono.
Scrivere una guida approfondita su un argomento sul quale si è competenti, es il web marketing, permette di segnalare a Google la propria capacità di soddisfare bisogni dello stesso genere.
Da tutti questi prodotti del content marketing possono nascere le menzioni sociali di cui parlavamo che sostengono a propria volta il posizionamento.
I contenuti possono essere infatti:
- condivisi su community social a tema frequentate da persone interessate allo stesso genere di argomento
- segnalati ad amici interessati a quell’argomento
- offerti ad altri blogger in cambio di link e visibilità
in modo da generare canali di visibilità aggiuntivi per i siti in questione.
Menzioni sociali
Le riprove sociali sono fattori che incidono in maniera preponderante sulle conversioni.
Ti fideresti a farti rifare i denti in una clinica odontoiatrica che non ha nemmeno una referenza, o peggio ancora le ha soltanto negative.
Non si tratta strettamente di fattori SEO ma di elementi che possono influire indirettamente sul posizionamento: se una azienda ha una nomea negativa nessuno la cerca, non ottiene visite, perciò non produce segnali che ne attestano la qualità.
Il consulente SEO si occupa di indicare aumentare i fattori che incidono sull’autorevolezza come:
- recensioni su Google MyBusiness della attività locale o su servizi analoghi dato il proprio settore (TripaAdvisor, Amazon)
- backlink da siti a tema (blog di colleghi, siti del settore, forum…) che servono sia a trasmettere valore ai fini del posizionamento (link juice) che a confermare la rilevanza di un sito per il proprio ambito tematico
- presenza nei portali a tema (directory locali, Prontopro, siti di recensioni professionali…) che attestano l’appartenenza di un soggetto a un certo genere di servizi e aumentano la possibilità di fornire informazioni su se stessi.
Backlink
Le menzioni (e in particolar modo i backlink) sono necessarie per rendere naturale il portafoglio di backlink agli occhi dei motori di ricerca. Se ad esempio un soggetto si auto proclama esperto nel proprio ambito ma non viene menzionato in nessuna conversazione online (social network, forum, siti del settore…) ciò getta seri dubbi sulla naturalezza con cui ha ottenuto tali link.
Anche se solo i link non contrassegnati da attributo nofollow trasmettono una vera e propria spinta per il posizionamento (link juice), non per questo i link con dofollow sono da evitare nella crescita della visibilità. Anzi.
I social network mettono in nofollow tutti i link condivisi al proprio interno, ma essi sono in ogni caso riprova della visibilità della quale gode un soggetto.
È possibile che indirettamente essi contribuiscono a rendere un sito più popolare grazie alle ulteriori visite guadagnate, al miglioramento delle statistiche interne in termini di tempo di permanenza e numero di pagine visitate, donando naturalezza al rapporto link follow/senza nofollow del sito.
Forum e directory
I forum hanno vissuto un lungo declino negli ultimi anni, tuttavia in alcuni settori costituiscono importanti punti di riferimento per appassionati del settore come:
- abiti da sposa
- programmazione
- automobilismo
- intrattenimento (fumetti, GDR)
Queste piattaforme costituiscono ottime piazze virtuali nelle quali trovare:
- informazioni su argomenti di nicchia da trattare per apparire autorevoli nel proprio ambito
- incontrare potenziali inflluencer da mettere al corrente delle tue iniziative
- contribuire con approfondimenti mirati per creare riscontri delle tue competenze
Presenziare nei principali forum del settore permette di fornire ulteriori elementi a supporto della propria autorevolezza. Un consulente SEO può guidare il cliente su come intervenire in maniera profittevole in queste piattaforme per aumentare i segnali di attinenza tematica del proprio brand.
Anche le directory, dei vecchi contenitori di link a tema su determinati soggetti, sono cadute in disuso, perché sono finite oggetto delle più spietate pratiche di spamming al fine di trasmettere vantaggi SEO attraverso i backlink.
Oggi però esistono alcuni settori (specialmente locali) per i quali le directory possono rivelarsi ancora utili per gli utenti.
Puoi avere la convenienza di segnalare il tuo portale nella directory autorevole che ti compete ma a patto che vi sia:
- un controllo qualitativo che sovrintenda il loro inserimento (non possano essere inseriti da chiunque)
- un limite al numero di collegamenti inseribili
- vengano aggiornati nel tempo per rimuovere i collegamenti non più validi
Quora
Quora è un social network di domande e risposte nel quale si possono porre richieste di informazioni e connettersi ad altri soggetti interessati al proprio tema.
Grazie alla classificazione tematica delle conversazioni possiamo intercettare facilmente le domande di informazioni attinenti al nostro campo e rispondere a esse per dimostrarsi autorevoli in quel campo.
Essere presenti su Quora permette sia di stimolare la propria autorevolezza che di essere visibili per le ricerche specifiche che gli utenti digitano in rete.
Gruppi Facebook
Su Facebook sono presenti diversi gruppi attinenti a passioni di intrattenimento e attività professionali.
La tua reputazione online passa per questi canali che permettono di offrire risposte a coloro che hanno bisogno di consigli e servizi.
Condividere contenuti utili e di valore su Facebook non riguarda certamente la SEO, tuttavia un consulente può segnalare le community frequentate da soggetti interessati perché in questo può facilitare la conoscenza del brand e ottenere traffico da soggetti potenzialmente interessati.