Come recuperare le posizioni perse su Google?
SEO Consigli SEO, Interviste SEONel corso della live tra Ilario Gobbi e Filippo Sogus, esperto di SEO e amministratore di Be-We, è stato affrontato un tema cruciale per molti operatori digitali: come comportarsi quando si notano cali di posizionamento sui motori di ricerca, in particolare su Google. La discussione è stata ricca di spunti e riflessioni che spaziano dalla storia della SEO fino alle strategie concrete da adottare per rimediare ai cali di visibilità.
Leggi tutto: Come recuperare le posizioni perse su Google?L’importanza del multicanale: la SEO come parte di una strategia integrata
Un concetto chiave emerso dalla discussione è che oggi non si può più fare affidamento su un singolo canale per ottenere visibilità online. Filippo ha sottolineato come il suo percorso professionale abbia portato la sua azienda a svilupparsi in modo multicanale: SEO, advertising, digital PR, copywriting, email marketing. Questi canali sono tutti collegati tra loro e contribuiscono a costruire una presenza online solida. Anche se la SEO rimane centrale per Filippo e il suo team, è chiaro che non basta più concentrarsi solo su questo aspetto. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzano rapidamente, è essenziale adattarsi e integrare diverse competenze per emergere.
SEO e branding: una relazione simbiotica
La discussione si è poi spostata su un altro tema importante: il rapporto tra SEO e branding. Filippo ha spiegato che, sebbene un tempo la SEO fosse spesso vista come una questione tecnica legata principalmente alle parole chiave, oggi è chiaro che è necessario costruire un brand forte. Non basta più puntare solo sull’ottimizzazione tecnica e sulle keyword: è indispensabile lavorare anche sulla reputazione del marchio attraverso attività di digital PR, backlink e menzioni off-page. Questi elementi contribuiscono a rendere un brand più autorevole e rilevante per gli utenti e per i motori di ricerca. Filippo ha sottolineato che, anche se alcune aziende ancora faticano a comprendere l’importanza di una strategia di branding integrata nella SEO, sempre più realtà – piccole e grandi – stanno riconoscendo il valore di questo approccio.
Il pericolo di dipendere solo dalla SEO: la fragilità del traffico organico
Un altro tema centrale della live è stato il rischio di fare affidamento esclusivo sulla SEO per il traffico. Filippo ha spiegato come Google, con i suoi continui aggiornamenti degli algoritmi, possa cambiare le carte in tavola da un giorno all’altro. Una penalizzazione o un semplice cambio di algoritmo può ridurre drasticamente il traffico di un sito, rendendo evidente la necessità di diversificare le fonti di traffico. Ha portato l’esempio di Amazon, che, pur non avendo bisogno di una strategia SEO tradizionale, continua a trarre vantaggio dalla sua forte presenza di brand. Questo dimostra che un brand solido è l’arma più potente contro eventuali cali improvvisi di visibilità.
L’intelligenza artificiale e il futuro della SEO
Un aspetto futuristico ma realistico toccato nella live è stato il ruolo sempre più crescente dell’intelligenza artificiale nel panorama della SEO. Filippo ha spiegato come l’AI potrebbe presto influenzare le scelte degli utenti in maniera massiccia. Gli assistenti digitali, come quelli basati sull’AI (per esempio, Perplexity o SearchGPT), saranno sempre più in grado di suggerire i migliori brand o fornitori di servizi in base a parametri come l’autorevolezza e la popolarità. Di conseguenza, non sarà più sufficiente ottimizzare le pagine per determinate parole chiave, ma sarà fondamentale costruire una presenza multicanale forte e riconoscibile. Il futuro della SEO, secondo Filippo, sarà sempre più legato all’autorevolezza del brand e alla sua capacità di emergere in un ecosistema digitale sempre più competitivo e complesso.
L’importanza di una strategia di lungo termine per le piccole imprese
Un altro spunto interessante offerto da Filippo riguarda le sfide che oggi affrontano le piccole imprese, in particolare quelle che vogliono lanciarsi nel mondo degli e-commerce. Rispetto agli anni passati, quando creare un e-commerce era relativamente semplice, oggi è molto più difficile emergere senza una solida strategia di crescita e investimenti a lungo termine. Filippo ha ricordato come un tempo nascevano moltissimi e-commerce, ma la loro durata media era di soli due anni. Oggi, senza un piano di crescita ben strutturato e una strategia di branding efficace, il rischio di fallimento è ancora più elevato. Le piccole imprese devono quindi essere pronte a investire su più fronti, costruendo un progetto di lungo termine che possa garantire loro una presenza online duratura e competitiva.
Come affrontare un calo di posizionamento su Google: problemi tecnici e strategie di ripresa
Entrando nel vivo dell’argomento centrale della live – ovvero cosa fare quando si perdono posizioni su Google – Filippo ha offerto una panoramica dei problemi tecnici che spesso sono alla base di queste perdite. Anche se alcune pratiche SEO errate, come il keyword stuffing, sono oggi meno frequenti, restano diversi fattori tecnici che possono influire negativamente sul posizionamento. Questi includono problemi legati alla velocità del sito, errori nei file robots.txt, o modifiche all’architettura del sito che rendono le pagine meno accessibili ai crawler dei motori di ricerca.
Filippo ha poi suggerito di non farsi prendere dal panico quando si nota un calo di posizioni, ma di adottare un approccio metodico per identificare e risolvere i problemi. Ha raccomandato l’uso di strumenti come Google Search Console per monitorare eventuali errori e anomalie, e di strumenti di analisi per valutare l’efficacia delle parole chiave e delle strategie di link building. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di mantenere sempre aggiornato il proprio sito e di testare costantemente nuove tecniche per migliorare la user experience e la velocità delle pagine.
Il problema della perdita di posizionamento SEO: cause e possibili soluzioni
Durante la live, l’argomento centrale è stato il fenomeno della perdita di posizionamento SEO, un tema che tocca da vicino le aziende e i professionisti del settore. Le domande si sono focalizzate sulle cause più comuni di questa problematica, come l’uso di tecniche scorrette (ad esempio stuffing di parole chiave o l’acquisto di backlink da siti poco affidabili), ma anche sulla possibilità che il calo di traffico sia causato dagli aggiornamenti algoritmici di Google. L’interlocutore ha approfondito entrambi gli scenari, con un focus particolare sulle strategie da adottare per reagire ai cambiamenti imposti dai motori di ricerca.
Secondo l’esperto, un calo nel posizionamento può derivare da problemi tecnici, che dovrebbero essere il primo aspetto da analizzare. Tuttavia, non si può escludere che la causa sia un cambio radicale nell’algoritmo di Google, che può mutare le regole del gioco anche per chi fino a quel momento ha operato correttamente.
L’importanza della fiducia tra cliente e agenzia
Un tema particolarmente rilevante emerso nella conversazione è la relazione di fiducia tra cliente e agenzia SEO. Per affrontare con successo periodi di fluttuazione nel traffico e mantenere una strategia solida, l’esperto ha sottolineato quanto sia cruciale costruire un rapporto basato su una comunicazione trasparente e costante. Spesso, di fronte a cali di traffico improvvisi, la prima reazione del cliente è dubitare delle capacità dell’agenzia o del consulente. Tuttavia, la fiducia reciproca permette di superare queste difficoltà e affrontare la situazione in modo costruttivo, riconoscendo che anche i migliori professionisti possono essere influenzati da un cambiamento dell’algoritmo che esula dal loro controllo.
Nell’esempio riportato, si è parlato di un caso concreto di un cliente di lunga data che ha subito un notevole calo di traffico a seguito di un aggiornamento di Google, pur avendo sempre ottenuto buoni risultati in passato. Questo cliente, un’azienda con un grosso e-commerce, ha dovuto stringere i denti per un periodo significativo, ma è riuscito a risollevarsi grazie a una solida strategia e alla fiducia riposta nell’agenzia, che ha saputo ristrutturare il piano di lavoro e adattarsi ai nuovi parametri dell’algoritmo.
La gestione delle fluttuazioni nel posizionamento e la comunicazione con il cliente
La gestione delle oscillazioni nel posizionamento SEO è una sfida costante per le agenzie, ma anche per i clienti che vedono improvvisamente cambiare il ranking delle loro parole chiave. Molto spesso, le fluttuazioni sono normali e legate a diversi fattori, come la stagionalità per gli e-commerce, o l’aumento della competizione per determinate parole chiave. L’esperto ha ribadito che una buona agenzia non può evitare completamente questi cali, ma può e deve essere pronta a spiegare al cliente che questi fenomeni sono temporanei e parte di un ciclo più ampio.
Un altro aspetto importante trattato riguarda il rischio che il cliente interpreti in maniera scorretta i dati sui cali di traffico, in particolare quando si concentra solo su specifiche parole chiave, piuttosto che sull’andamento complessivo del sito. Questo tipo di fraintendimento può portare il cliente a richiedere azioni puntuali che, in realtà, non sarebbero risolutive. La chiave per evitare questi problemi, ancora una volta, risiede in una comunicazione aperta, in cui l’agenzia spiega in dettaglio le strategie a lungo termine e le motivazioni dietro determinate scelte.
Il ruolo degli strumenti di analisi e la loro corretta interpretazione
La conversazione si è poi spostata sull’uso degli strumenti di analisi per monitorare la situazione e prendere decisioni informate. L’interlocutore ha citato l’importanza di Search Console, definendolo lo strumento principale per capire cosa stia accadendo in termini di indicizzazione e comportamento del sito su Google. Nonostante vi siano molti strumenti di terze parti validi e utili, Search Console resta l’unico che comunica direttamente con Google, e per questo motivo va utilizzato con costanza e attenzione.
Detto questo, l’analisi dei dati non può essere lasciata completamente agli strumenti automatizzati. È il consulente a fare la differenza, interpretando i numeri, valutando stagionalità, tendenze del mercato e altri fattori specifici che possono incidere sulle performance di un sito web. In questo senso, l’esperto ha sottolineato l’importanza di avere una visione più ampia, che vada oltre la semplice SEO tecnica, e di considerare aspetti come l’autorità del brand e la visibilità su altre piattaforme, per costruire una strategia di successo.
Il rapporto tra strategia SEO e branding
Uno dei punti più interessanti emersi nella discussione riguarda la relazione tra SEO e branding. In un mercato sempre più competitivo, non basta ottimizzare tecnicamente un sito per avere successo: è necessario lavorare anche sull’autorevolezza e sulla riconoscibilità del brand. L’esperto ha evidenziato che Google, con i suoi aggiornamenti, tende a privilegiare siti che non solo rispondono ai criteri SEO, ma che sono anche riconosciuti come affidabili e autorevoli nel loro settore.
In questo contesto, l’agenzia deve essere pronta a suggerire strategie che vadano oltre la SEO classica, come la presenza su piattaforme di recensioni o la partecipazione a eventi che rafforzano il brand, elementi che possono influire indirettamente anche sul posizionamento nei risultati di ricerca. Anche se non tutti i clienti sono inizialmente disposti a investire in queste attività, una buona comunicazione da parte dell’agenzia può far comprendere quanto sia fondamentale costruire una presenza online solida su più fronti.
L’importanza di prendersi la responsabilità delle decisioni strategiche
Infine, l’esperto ha posto l’accento sulla responsabilità che l’agenzia o il consulente SEO deve assumersi nel guidare il cliente. Nonostante sia importante ascoltare le opinioni del cliente e lavorare in sintonia, alla fine è l’agenzia che deve prendere in mano la situazione e decidere quale sia la strada migliore da seguire per raggiungere gli obiettivi prefissati. Questa responsabilità non può essere delegata, e il consulente deve essere pronto a prendere decisioni difficili, anche quando il cliente potrebbe non essere d’accordo, spiegandone però sempre le motivazioni in maniera chiara.
La metafora utilizzata dall’esperto è stata quella del conducente di un’auto: mentre il cliente può suggerire delle deviazioni o proporre delle tappe, alla fine è il consulente a dover tenere il volante e guidare verso la meta. Solo così si può garantire un lavoro di qualità e ottenere i risultati desiderati.
Filippo sottolinea un concetto fondamentale per l’analisi SEO: non ci si può limitare a raccogliere semplicemente delle keyword e posizionarle, come se fosse una semplice lista della spesa basata sulle nostre preferenze. L’approccio deve essere più olistico e profondo. Bisogna infatti studiare tutto il mercato che si sta per affrontare, considerando la stagionalità e i competitor. Inoltre, Veronica sottolinea l’importanza di comprendere a fondo le esigenze del cliente, il suo posizionamento unico e le eventuali limitazioni commerciali, come il possesso di un marchio esclusivo per un determinato prodotto.
Dopo aver approfondito questi aspetti, è essenziale analizzare anche la struttura del sito, la sua alberatura e l’eventuale presenza di un posizionamento locale. Questi elementi, spiega Filippo, possono influire notevolmente sul posizionamento complessivo e devono essere monitorati costantemente per comprendere appieno eventuali flessioni nelle performance.
Veronica risponde spiegando che il processo per affrontare un calo di posizionamento deve essere metodico e graduale. Il primo passo è verificare se si tratta di un problema tecnico, escludendo eventuali errori nel sito stesso. Se non emergono problemi tecnici, bisogna prendere in considerazione un possibile aggiornamento dell’algoritmo di Google. Gli strumenti moderni, come SEMrush, aiutano a monitorare costantemente la situazione delle SERP e a tenere traccia di eventuali aggiornamenti attraverso fonti ufficiali e non. Veronica spiega di avere diversi canali di notifica che le permettono di essere sempre informata su cambiamenti importanti, citando anche Twitter come una piattaforma utile per rimanere aggiornati sugli ultimi aggiornamenti.
Tuttavia, Veronica sottolinea che un calo non è necessariamente causato da un aggiornamento. Per questo motivo, è essenziale avere un approccio sistematico: analizzare tutti i dati tecnici attraverso un audit approfondito, esaminare i file di log, verificare la cronologia delle modifiche apportate al sito e confrontarsi con il cliente per escludere che modifiche interne non concordate possano essere la causa. È una fase delicata, che richiede calma e precisione, e la velocità d’azione non deve compromettere l’accuratezza del processo.
Ilario interviene aggiungendo un ulteriore spunto di riflessione, osservando che spesso i clienti non comprendono appieno la complessità del lavoro SEO e, in alcuni casi, cercano di imporre scadenze non realistiche. Questo atteggiamento, nota Ilario, è particolarmente problematico quando il cliente non ha una conoscenza diretta del settore. È come se si trattasse di un copilota che cerca di guidare il pilota, senza però avere le competenze necessarie per farlo.
Filippo concorda, affermando che è responsabilità dell’agenzia o del consulente SEO educare il cliente e guidarlo verso un percorso di fiducia. Non basta semplicemente lamentarsi delle richieste irrealistiche: è fondamentale prendersi il tempo per spiegare al cliente come funziona il processo, affinché possa affidarsi completamente agli esperti. Questo rapporto di fiducia, secondo Veronica, è essenziale per ottenere risultati di successo nel medio-lungo termine.
Infine, la discussione si concentra sull’importanza della costruzione del brand nel contesto SEO. Ilario osserva che la tendenza attuale sembra premiare i brand che hanno costruito una solida reputazione nel tempo, sia in termini di autorevolezza del dominio sia attraverso la presenza di backlink di qualità e menzioni da parte di esperti del settore. Veronica concorda, sottolineando che la SEO moderna non può prescindere dalla costruzione del brand. Non è sufficiente puntare solo su singoli contenuti o su piccoli accorgimenti tecnici: il brand deve diventare il fulcro di una strategia di crescita online.
Ecco un resoconto espanso dell’intervista che hai fornito, organizzato per argomenti trattati e approfondendo i concetti chiave:
Intenzione di Ricerca e Brand Awareness
L’intervista inizia con una riflessione sull’importanza dell’intento di ricerca, con particolare riferimento ai grandi brand. Si osserva che i consumatori non cercano semplicemente prodotti attraverso parole chiave specifiche; al contrario, spesso si dirigono direttamente verso un brand di fiducia. Questo evidenzia una differenza fondamentale: mentre molti esperti di SEO parlano di intenti di ricerca, i clienti cercano marchi noti e affidabili quando decidono di acquistare.
Se un brand non è sufficientemente conosciuto, ciò solleva interrogativi sulla sua visibilità. La SEO diventa quindi un elemento cruciale per attrarre nuovi utenti in fase di ricerca. È importante non solo ottimizzare la visibilità del sito, ma anche curare il rapporto con i clienti che entrano nel proprio ecosistema, utilizzando strumenti di email marketing e automazione per creare comunicazioni mirate che rispondano ai loro bisogni e desideri.
User Experience e Contenuti
Si discute poi dell’importanza della user experience e della fruibilità dei contenuti. Non basta avere contenuti di alta qualità; è essenziale che questi siano facilmente leggibili e condivisibili. La facilità di accesso e la chiarezza delle informazioni sono fondamentali per garantire un’esperienza utente positiva. Il concetto di usability è spesso trascurato, ma gioca un ruolo vitale nel determinare se un visitatore decide di rimanere sul sito e completare un acquisto.
Strategia Multicanale per Strutture Turistiche
Un esempio pratico viene fornito nel contesto delle strutture turistiche. I grandi portali di prenotazione come Booking.com dominano il mercato per parole chiave specifiche, ma i brand emergenti possono sfruttare strategie multicanale per farsi notare. È possibile raggiungere potenziali clienti all’estero utilizzando piattaforme come YouTube o TikTok per mostrare le proprie offerte. Anche se non ci si posiziona per parole chiave come “casa vacanza” o “località”, si possono trovare altri modi per attrarre visitatori interessati.
Inoltre, la creazione di contenuti visivi, come tour virtuali a 360 gradi e video, può arricchire l’esperienza utente e rendere il sito web più coinvolgente. Questa strategia non solo aiuta a migliorare la visibilità del brand, ma serve anche a legittimarlo nel contesto di un mercato competitivo.
Ottimizzazione del Brand per i Motori di Ricerca
Un altro punto cruciale dell’intervista riguarda l’ottimizzazione del brand per i motori di ricerca. L’idea è di non partire dalle parole chiave, ma di considerare come il brand può rispondere all’intento di ricerca degli utenti. Si devono analizzare le peculiarità e le offerte uniche del brand, sviluppando strategie di contenuto che rispondano a queste esigenze.
Si sottolinea l’importanza di avere un approccio strategico e mirato per evitare investimenti inutili in tentativi di posizionamento su parole chiave estremamente competitive. Ad esempio, posizionarsi per una chiave generica come “hotel Roma” può risultare difficile e costoso. La chiave del successo è la strategia: individuare le possibilità di emergere e adattarsi di conseguenza.
Link Building e Digital PR
La discussione si sposta sulla link building, un argomento molto discusso nel mondo SEO. È facile capire perché si possa pensare che l’acquisto di link possa risolvere problemi di traffico, ma questo approccio è spesso superficiale. La link building non deve essere vista come una panacea; è importante comprendere che ogni strategia deve essere parte di un piano più ampio e non un intervento spot.
Si fa riferimento all’importanza delle digital PR, che vanno oltre la semplice costruzione di link. Gli esperti SEO dovrebbero assumersi la responsabilità di educare i clienti sui rischi di un approccio miope, in cui si investono somme considerevoli in link senza considerare il contesto generale della strategia di marketing digitale.
Analisi e Monitoraggio
Infine, si tocca il tema dell’analisi e del monitoraggio delle performance. Si evidenzia che, in caso di cali di traffico, è fondamentale non agire impulsivamente. Piuttosto, è necessario analizzare i dati, comprendere la causa del calo e testare nuove strategie. L’agenzia SEO deve assumere un ruolo attivo nel monitorare le performance e nel testare approcci diversi per migliorare la situazione.
Riflessioni sul Calo di Traffico
Durante la discussione, viene sottolineato che anche un rallentamento di solo 0,5 secondi può avere un impatto significativo sul traffico di un sito. Questo fatto mette in evidenza quanto sia delicato il meccanismo della SEO e come piccoli cambiamenti possano influenzare drasticamente la visibilità online. Si precisa che un calo di traffico non deve essere visto come un semplice problema tecnico, ma piuttosto come un fenomeno che richiede un’analisi approfondita e una strategia personalizzata.
Importanza di un Piano SEO Personalizzato
Il relatore insiste sul fatto che, in caso di perdita di traffico, non esiste un approccio universale da seguire. È fondamentale sviluppare un piano SEO su misura per il cliente. L’idea di un “tasto on/off” per il ripristino del traffico è fuorviante; il processo è molto più complesso. La preparazione di una strategia di crescita deve tenere conto di molteplici variabili, e non può ridursi a una mera lista di controllo.
Gestione della Cannibalizzazione dei Contenuti
Un altro punto cruciale discusso è la cannibalizzazione dei contenuti, in cui due o più articoli competono per le stesse parole chiave. È importante analizzare questi casi singolarmente, poiché le soluzioni non possono essere standardizzate. Il relatore evidenzia come, in passato, fosse pratica comune creare contenuti informativi per supportare le categorie transazionali di un e-commerce. Tuttavia, questa strategia ha portato a confusione e, in molti casi, a un calo del posizionamento.
Nel caso di cannibalizzazione dei contenuti, il relatore suggerisce un approccio strategico che prevede accorpamenti o ristrutturazioni dei contenuti esistenti. È fondamentale evitare interventi impulsivi, poiché ogni situazione è unica e richiede un’analisi dettagliata. Talvolta, una strategia efficace può comportare il trasferimento di contenuti in altre sezioni del sito o addirittura la rimozione di alcuni articoli.
Monitoraggio e Adattamento
La conversazione si chiude sottolineando l’importanza del monitoraggio continuo delle performance SEO. È fondamentale testare e adattare le strategie in base agli aggiornamenti degli algoritmi di Google e alle variazioni nel comportamento degli utenti. L’analisi dei dati deve essere un processo ricorrente, in modo da poter rispondere in modo tempestivo a eventuali problematiche.
L’esperto conclude raccomandando cautela e una gestione oculata dei progetti SEO, suggerendo agli ascoltatori di consultare professionisti competenti per evitare errori che potrebbero compromettere ulteriormente la situazione. La discussione si chiude con un invito a lasciare commenti e domande, sottolineando l’importanza del confronto e della condivisione di esperienze nel campo della SEO.
Diversificare per resistere ai cambiamenti degli algoritmi
Filippo ha ribadito che la chiave per affrontare i cali di posizionamento è la diversificazione. Fare affidamento su un solo canale, come la SEO, non è più sufficiente. Lavorare su più fronti, integrando SEO, branding, advertising e altre strategie di marketing digitale, permette di costruire una presenza online resiliente e capace di resistere ai continui cambiamenti degli algoritmi di Google. Un brand forte e una strategia multicanale sono le migliori difese contro le fluttuazioni del traffico organico e le penalizzazioni.