Il copywriter medico: cos’è e come lavora – Intervista a Silvia Bonasegale Camnasio
SEO Interviste social media manager, Seo copywritingBen ritrovati su questi lidi!
Da quando ho aperto questo blog ho avuto il piacere sia di presentare tool SEO che di intervistare esperti della professione per parlare con voi di strumenti e metodologie per cimentarsi nella SEO copywriting con sempre più successo.
Ho sentito spesso molti affermare che la professione del SEO copywriter è morta, ammesso che sia mai esistita, ma su questa asserzione, a mio dire, c’è un equivoco di fondo: quella che – al limite – può essere spacciata è la professione del “truffatore dell’algoritmo” che si occupava di arrivare alle prime posizioni mediante un uso delle parole che rispondesse ai dettami qualitativi dei motori di ricerca.
Oggi un copywriter SEO degno di questo nome deve essere in grado di comprendere e rispondere in maniera esauriente agli intenti di ricerca, di andare oltre il semplice riproporre nozioni reperite in rete per offrire un’esperienza istruttiva o intrattenitiva differente per merito di competenze o personalità proprie degli autori.
Nel caso di scrittura per ambienti medici (veterinari, studi dentistici, case di cura e di riposo) quali competenze di copywriting sono necessarie per realizzare testi convincenti e di qualità?
Lascio che a spiegarcelo sia Silvia Bonasegale Camnasio!
Grazie per questa intervista Silvia! Per coloro che non ti conoscono, vuoi raccontarci qualcosa di te e della tua professione?
Grazie a te Ilario per questa opportunità.
Io sono un Weberinario, un veterinario sul web. Non esercito più la professione medica, in quanto mi sono dedicata, da qualche anno, esclusivamente alla comunicazione on line.
Io scrivo testi traducendoli dal “medichese” e rendendoli comprensibili a tutti coloro che non hanno dimestichezza con questo mondo.
Gli scritti sono firmati da me, quando sono inseriti in riviste online e dove mi chiedono di pubblicare come medico, oppure pubblico come ghostwriter nei blog di altri medici, per cui curo la comunicazione ed i social media.
In entrambi i casi mi occupo anche della distribuzione dei contenuti in modo che riescano ad avere il massimo della visibilità nei social.
Questo mi obbliga ad essere molto presente in rete, in svariati gruppi tematici: veterinari, amanti pet, e locali della zona di appartenenza della struttura che servo.
Inoltre ho un piccolo blog (che curo sempre troppo poco, non ne ho il tempo) in cui scrivo articoli per veterinari che vogliano imparare a essere presenti sul web in modo efficace.
Qual è la differenza – nella pratica – tra un comune copywriter e un copywriter specializzato in campo medico?
Fondamentalmente nessuna almeno per me che sono medico. Le ricerche che faccio per scrivere di questi argomenti, sono più o meno le stesse (in ordine di tempo e impegno) che facevo quando scrivevo di moto o di assicurazioni (sono partita dal blog aziendale dell’attività di famiglia che vende scooter).
La difficoltà per un non medico (penso) sia dovuta al fatto che per poter rendere comprensibile un argomento complicato deve, prima di tutto essere chiaro per chi lo scrive.
La chiarezza passa dalla conoscenza profonda di una materia. Questo implica avere un vocabolario medico già acquisito in testa, e concetti che difficilmente si riuscirebbero ad acquisire leggendo qualche articolo o libro.
Inoltre scrivere testi medici implica conoscere tutta “la filiera” della malattia (perché normalmente si parla di quelle): eziologia (la causa), sintomatologia, terapia, prognosi e prevenzione.
In ambito veterinario poi la questione si complica ulteriormente vista la quantità di specie da trattare.
I miei ultimi clienti trattano anche animali esotici che vanno dal merlo indiano al pitone, dal riccio al geco…. puoi ben capire lo studio che c’è dietro.
Quali esigenze particolari manifesta un target interessato ad argomenti medici rispetto agli altri generi?
Io sono rimasta stupita quando ho scoperto che una percentuale molto alta di persone che “googolava” di questi argomenti lo faceva per capire le diagnosi che gli venivano fatte dai loro medici! Si parla di più del 58% mica noccioline…
Questo è inquietante!
Ed è stata la molla che mi ha fatto capire che volevo fare il mestiere che sto facendo adesso (visto che non avevo potuto continuare a fare il vet).
Ed è in parte anche già insita la risposta alla tua domanda: chiarezza!
Spesso mi trovo a confrontarmi con le persone che leggono i miei articoli ed il commento più frequente è: “grazie, finalmente ho capito!”
A parte questo, il campo medico segue il viaggio del lettore esattamente come qualunque altro: un utente ha un problema, ma non ha capito ancora quale.
Googola e atterra su un articolo e capisce cosa potrebbe essere.
A quel punto vorrà capire la possibile soluzione.
CONSAPEVOLEZZA—> CONSIDERAZIONE—> DECISIONE
I concetti base dell’inbound marketing.
Come cambia il lavoro di scrittura prestato a realtà diverse seppur sempre appartenenti all’ambito medico (es. veterinari anziché studi dentistici)?
Quello degli studi dentistici pare essere un altro ambito in forte crescita.
Il lavoro di scrittura cambia poco.
Inoltre dipende a chi ti rivolgi, se l’utente finale o il solo collega medico.
In questo caso si modifica profondamente il linguaggio che potrà essere molto più tecnico e l’obiettivo.
Di solito articoli di questo genere cercano di attirare collaborazioni tra colleghi che diventano quindi loro stessi i clienti.
Anche in questo caso però dovrebbe essere importante la chiarezza perché anche tra professionisti di diverse specializzazioni i linguaggi sono dati per scontati e non è corretto.
Non tutti ad esempio possono conoscere le pieghe di attrezzature specifiche che, magari non ha mai utilizzato e che vorrebbe invece usare, cercando articoli a riguardo.
Se l’articolo è troppo tecnico, dando per scontati certi concetti, il lettore rischia di non capire e lo scopo è andato in fumo.
SEO e copywriting: quanto è importante per il tuo lavoro l’analisi dei motori di ricerca e come svolgi questa fase del tuo lavoro?
È molto importante, tanto che la SEO è argomento che cerco di studiare leggendo molti blog e libri, facendo corsi e frequentando gruppi vari per cercare di rimanere aggiornata. Ciononostante non sono una SEO, penso sia una specializzazione che necessita di essere praticata in esclusiva.
Adorerei avere un consulente Seo e quando il budget del cliente me lo consentirà, prometto che lo contatterò! (Ilario, mi consigli qualcuno?? he he)
La mia ricerca, una volta deciso l’argomento parte da Google, cosa mi suggerisce lui come argomenti correlati, anche solo digitando (in incognito) una o più keyword.
Poi valuto le serp risultanti e salvo gli articoli per leggerli in un secondo momento.
Per avere ancora più idee su come e cosa gli utenti cercano uso Answerthepublic, cercando di non guardare il tizio che si pulisce i denti in home page, e senza fossilizzarmi troppo sui valori di ricerca.
Se un argomento è funzionale alla mia struttura, non mi interessa che sia poco cercata, lo sarà da chi è interessato.
Ultimamente mi ha entusiasmato anche Seo-hero.tech, utilissimo per prendere spunto, tool che mi hai fatto conoscere tu in questa intervista.
Mi appunto tutto e lo accantono.
Poi passo agli articoli scientifici per aggiornarmi sulle ultime scoperte e novità per farmi un quadro complessivo.
Come effettui la ricerca delle keyword e degli argomenti per produrre articoli più originali dei tuoi concorrenti?
La ricerca delle keyword la faccio anche utilizzando Seozoom, per capire meglio quanta ricerca e competitività c’è effettivamente rispetto all’argomento, soprattutto quando vedo che c’è molto materiale già pubblicato.
Per produrre testi originali ciò che faccio è soprattutto leggere i testi dei competitor. Come sono scritti, cosa hanno omesso, cosa hanno invece scritto in modo poco chiaro.
Spesso (e si capisce subito) sono veterinari che scrivono e questi, purtroppo danno per scontata la comprensione da parte del lettore di termini per loro normali, ma per l’utente incomprensibili.
Oppure schematizzano il testo come se stessero scrivendo a degli allievi universitari.
Riconosco l’impostazione accademica di uno scritto e questo può andare bene, ma il coinvolgimento emotivo, l’empatia con il lettore, la capacità di farsi ricordare non come testo, ma come persona capace di risolvere il problema, dove vanno a finire?
Altre volte invece (e questo accade soprattutto per le case farmaceutiche i di mangimi) di vede che ci sono copy professionisti che scrivono in modo molto chiaro, ma sono tutti articoli fotocopia.
Io cerco di parlare al mio lettore, gli insegno certo, gli fornisco informazioni utili ovvio, ma cerco di entrare in contatto con lui, a volte usando anche lo storytelling.
Lo preoccupo per la possibilità che il suo pet si ammali, dandogli poi alla fine la possibilità di fare qualcosa affinché non avvenga, facendogli capire la necessità della prevenzione.
Infine cerco di dargli i mezzi per capire se si sta affidando al professionista giusto, insegnandogli dei trucchi del mestiere.
Ti faccio un esempio.
Per capire se un cane è affetto da giardiasi (un protozoo che parassita l’intestino, lo so non è un gran argomento, ma io scrivo anche di cacca… he he he) non basta fare l’esame delle feci di un giorno soltanto, ma è necessario fare il prelievo per almeno due o tre giorni.
Questo perché il parassita non viene espulso di continuo e quindi il prelievo di un solo giorno, potrebbe dare un falso negativo.
Quando scrissi questo articolo, molti furono i commenti (sui social, non lascio i commenti aperti nei blog dei vet) di proprietari che capirono perché il loro medico non aveva mai capito che il loro cane era affetto da giardiasi, come invece era risultato evidente, cambiando vet.
La vera unicità però cerco di tirarla fuori dal collega che sto servendo, (quando me lo consente, perché il più delle volte è già tanto se leggono i testi per approvarli…): chiedo a lui qualcosa che renda unico il pezzo. Un consiglio, una considerazione che non troverò mai in rete perché è del tutto personale.
Quali metodologie oppure strumenti adotti nell’analisi dei competitor?
Seozoom è quello che utilizzo di più.
Inoltre, come ti ho già scritto prima, le ricerche di Google.
Quali tool per scrivere non possono mai mancare nella cassetta del copywriter medico?
Un buon dizionario dei sinonimi. Io uso quello del corriere.it che è il più performante a mio avviso.
Seo Hero per avere più idee nelle co-occorrenze e correlate, come anche Answerthepublic.
Piano editoriale con griglie in cui ho preliminarmente inserito titolo, kw, link interni, tag ecc.
Ho trovato ottimi i fogli excel di Hubspot, scoperti nei corsi di inbound e content marketing che ho frequentato e poi il calendario editoriale di Francesco Ambrosino che ho per ogni cliente.
Infine un tool umano fondamentale: una persona che ti ascolti alla fine della compilazione del testo. Non deve essere un medico e deve capire tutto quello che hai scritto.
Se poi è uno che si annoia facilmente è anche meglio… se si addormenta dopo le prime righe, butta tutto e ricomincia…he he (io uso mio marito!)
Come trovare clienti alla ricerca di copywriter con competenze mediche?
Bella domanda, ne hai una di riserva?
Scherzi a parte, non è semplice. La via classica delle agenzie penso sia da praticare, anche se io non sono stata in grado di intercettarle, non che mi sia applicata molto però!
Ho trovato e sto ricevendo molti contatti dai social (Facebook e LinkedIn in primis).
Persone che amministrano siti specialistici di pet e che hanno bisogno di medici che scrivano testi per i loro blog.
Inoltre la frequentazione di gruppi di veterinari (ma quelli sono chiusi ai non medici) mi consente di pubblicare gli articoli che scrivo per loro e far sapere che sono a loro disposizione.
È un lavoro lungo e faticoso, ma non potrebbe essere altrimenti.
Qualche suggerimento per i copywriter in ascolto?
Se vuoi scrivere di medicina bisogna studiarla, che sia umana, veterinaria o di qualunque branca, penso che la preparazione sia importante.
Trovare una branca interessante e specializzarsi in quella.
Io non amo i tuttologi e nella scienza è ancora più complicato esserlo. Quindi incomincia a scrivere testi e fatti notare.
Ti do un altro dato che ho trovato quando ho scritto un articolo su come scrivere un testo medico: il 37% dei pazienti discute la diagnosi che il medico gli fa, in base alle ricerche effettuate su Google e di questi il 20% ne contesta l’esattezza!!
Insomma la famosa laurea di Google è davvero un virus.
Da questi dati ho scoperto anche che c’è assoluta necessità di fonti autorevoli in merito alla medicina, per cui avere un buon nome in rete e citare sempre le fonti da cui si traggono le info, è certamente un altro consiglio importante.
Grazie mille per questa intervista, a presto!