Ilario Gobbi | SEO, AI Tool & Storytelling

Tool AI per la SEO ed esempi di storytelling fantastici

Come utilizzare l’IA nella SEO nel 2025

Come utilizzare SEO e AI nel 2025

La live tra Ilario Gobbi e Antonio Mattiacci si apre con un caloroso benvenuto, dove Ilario introduce il tema della SEO e dell’intelligenza artificiale, annunciando con entusiasmo la presenza di Antonio, un esperto consulente in ambito SEO, UX e AI.

Leggi tutto: Come utilizzare l’IA nella SEO nel 2025 Leggi tutto: Come utilizzare l’IA nella SEO nel 2025

Passando all’intelligenza artificiale, Antonio sottolinea come questa rappresenti una nuova frontiera, benché le sue radici affondino in tecnologie di machine learning già consolidate da anni. Ricorda i primi esperimenti di Google e cita strumenti come Jasper e Copy.ai, che già implementavano funzionalità avanzate prima dell’arrivo di ChatGPT, il quale ha reso questa tecnologia più accessibile al grande pubblico.

La conversazione si sposta poi sui cambiamenti epocali che stanno investendo il settore del web. Antonio evidenzia come l’avvento delle intelligenze artificiali stia modificando radicalmente il paradigma della ricerca online. Non si tratta più di presentare una lista di risultati su una classica SERP, ma di introdurre un assistente digitale in grado di rispondere direttamente alle domande degli utenti. Questo nuovo approccio implica una trasformazione sia per gli utenti finali, che si aspettano risposte più rapide e risolutive, sia per i professionisti della SEO, chiamati ad adattarsi a nuove modalità di indicizzazione e presentazione dei contenuti.

Antonio sottolinea come Google, in risposta alla spinta innovativa di OpenAI, stia implementando tecnologie come MUM e introducendo la multimodalità nelle SERP. Questi cambiamenti aprono la strada a un sistema basato sugli embedding, ovvero vettori numerici che trasformano le parole in dati comprensibili per i motori di ricerca. Questo potrebbe portare a una drastica riduzione del numero di risorse indicizzate, concentrandosi su contenuti altamente rilevanti e di qualità.

Dal punto di vista dell’utente, Antonio osserva un cambiamento nelle aspettative: non si cerca più solo informazione, ma soluzioni immediate ai propri problemi. L’intelligenza artificiale introduce un intento risolutivo che rende l’esperienza di ricerca più partecipativa e personalizzata. Antonio cita come esempio la creazione di itinerari di viaggio personalizzati, un compito che una SERP tradizionale non potrebbe svolgere con la stessa efficacia.

Un altro spunto interessante riguarda l’introduzione di strumenti come Google Perspectives, che attinge dati da piattaforme social per restituire risultati più ispirazionali e meno lineari rispetto alla ricerca tradizionale. Questo riflette il comportamento odierno degli utenti, che navigano tra diverse piattaforme in modo frammentato e caotico.

La discussione prosegue con una riflessione sulla crescente partecipazione dell’utente nel modellare i risultati di ricerca grazie all’intelligenza artificiale. Antonio evidenzia come, in alcuni paesi, Google stia già sperimentando la possibilità di attivare o disattivare l’AI direttamente nelle SERP, un segnale chiaro del futuro orientamento del settore.

Proseguendo, Antonio condivide un aneddoto interessante sul primo incontro con strumenti di intelligenza artificiale generativa. Racconta di come abbia utilizzato un modello primitivo per generare contenuti SEO e sia rimasto affascinato dalla capacità di questi sistemi di produrre testi coerenti, seppur con limitazioni. Questo episodio ha segnato l’inizio di una sperimentazione più approfondita, portandolo a integrare sempre più l’AI nei processi lavorativi quotidiani. Spiega come tali strumenti possano essere utilizzati per supportare attività di scrittura, analisi dei dati e persino per generare report personalizzati, risparmiando tempo prezioso.

Ilario interviene sottolineando l’importanza di mantenere un approccio etico e responsabile nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, evidenziando come questa tecnologia, se mal gestita, possa portare a disinformazione o a una standardizzazione dei contenuti. Antonio concorda, ribadendo che il valore aggiunto di un professionista SEO risiede nella capacità di curare strategia, creatività e autenticità, elementi che un’intelligenza artificiale, per quanto avanzata, non può replicare appieno.

Proseguendo, Antonio approfondisce come l’intelligenza artificiale, per essere realmente efficace, debba essere progettata e addestrata su misura per il proprio metodo di lavoro. Spiega che, per ottenere risultati coerenti con le aspettative di un professionista, è fondamentale fornire all’IA un contesto preciso, esempi di output desiderati e formati specifici. Solo così l’output sarà realmente utile e vicino alle necessità operative.

Antonio descrive alcune applicazioni pratiche sviluppate da lui stesso, come strumenti per scraping avanzato e creazione di dati strutturati, evidenziando l’importanza di personalizzare questi tool secondo il proprio metodo di lavoro. Tuttavia, avverte che tali strumenti potrebbero non funzionare altrettanto bene per chi utilizza approcci differenti, sottolineando la centralità della progettazione su misura.

La conversazione si sposta poi su Gemini, un tool avanzato di Google, che Antonio ritiene particolarmente promettente. Descrive come Gemini 1.5 includa funzionalità di deep researching, andando oltre la generazione di risposte classiche. Questo tool esegue ricerche nella SERP, analizza i risultati e produce report dettagliati basati sui dati raccolti. Antonio mostra come Gemini generi feedback approfonditi e contestualizzati, offrendo un supporto unico per professionisti SEO.

Antonio e Ilario riflettono su come l’AI stia trasformando il lavoro dei tecnici SEO, introducendo strumenti che velocizzano e scalano le attività quotidiane. Si parla, ad esempio, delle nuove funzionalità di Screaming Frog, che consentono di integrare librerie JavaScript con modelli di linguaggio come OpenAI o Google Gemini. Questi sviluppi permettono analisi più avanzate, ma richiedono competenze specifiche per essere sfruttati appieno.

La creatività emerge come elemento chiave nella discussione. Antonio sottolinea che l’uso efficace dell’AI richiede non solo competenza tecnica, ma anche la capacità di pensare fuori dagli schemi e sperimentare soluzioni innovative. Concorda con Ilario sul fatto che la creatività e la consapevolezza professionale saranno determinanti per distinguersi in un panorama sempre più competitivo.

Antonio sottolinea l’importanza della parte tecnica nella SEO, come la gestione del linking interno, dei canonical e degli hreflang. Evidenzia che errori in questi aspetti possono compromettere seriamente il progetto, portando a problemi di crawling e indicizzazione. Racconta di casi in cui potature strategiche hanno migliorato drasticamente il rendimento di siti con milioni di pagine, liberando risorse inutilizzate e ottimizzando il crawl budget.

Proseguendo, Antonio descrive il suo workflow per integrare l’intelligenza artificiale nei progetti SEO. Spiega l’importanza di scalare i flussi, delegando attività ridondanti a tool o script in Python e JavaScript. Sottolinea l’utilità dell’AI per migliorare algoritmi di clustering e analisi semantica, usando dataset ben progettati per addestrare i modelli.

Un punto cruciale è il reverse engineering dei motori di ricerca diventati assistenti alla ricerca, come Google, Bing e Perplexity. Antonio analizza come interpretano le query per ottimizzare il posizionamento nei nuovi formati di SERP, con particolare attenzione agli intenti ibridi che uniscono aspetti informazionali e commerciali.

Antonio enfatizza l’importanza di progettare prompt efficaci, definendo obiettivi chiari e fonti di dati affidabili. Mostra come Gemini consenta di creare assistenti virtuali personalizzati, progettati per specifiche esigenze SEO, trasformando il modo di analizzare e sfruttare le SERP.

In mercato sempre più dominato dall’automazione e dall’AI. Antonio ribadisce che, sebbene le tecnologie di intelligenza artificiale stiano avanzando rapidamente, il loro utilizzo ottimale dipende dall’intervento umano. La progettazione di flussi di lavoro, la comprensione dei bisogni specifici del cliente e l’adattamento delle soluzioni tecnologiche alle realtà individuali restano competenze insostituibili.

Antonio introduce un esempio pratico che illustra come l’AI possa migliorare il processo di creazione dei prompt. Racconta di un esperimento con Gemini, in cui ha fornito una lista generica di istruzioni SEO: analizzare la SERP, valutare i contenuti dei competitor e utilizzare algoritmi specifici come TF-IDF e la similarità del coseno per ottimizzare i risultati. Gemini ha trasformato queste indicazioni in un documento strutturato, completo di esempi, risorse e obiettivi chiari. Questo processo ha dimostrato come l’AI possa affinare i prompt, rendendoli più dettagliati e funzionali.

Antonio prosegue spiegando l’utilità del “mindset” corretto nel progettare istruzioni per l’AI. Quando un prompt è ben costruito, i risultati generati sono più vicini alle esigenze operative. Inoltre, strumenti come Gemini possono servire per iterare su prompt già esistenti, migliorandoli progressivamente. Nonostante alcune limitazioni, questo approccio si rivela particolarmente utile per raffinare attività complesse come l’analisi semantica o la creazione di contenuti mirati.

A questo punto, Ilario domanda quali siano le competenze essenziali che un professionista dovrebbe sviluppare per affrontare le nuove sfide introdotte dall’AI. Antonio risponde tracciando una panoramica dello sviluppo tecnologico recente: dall’accessibilità dell’AI tramite strumenti come ChatGPT, fino all’integrazione nei motori di ricerca e nelle piattaforme aziendali. Sottolinea che l’AI non è una soluzione universale e che il suo valore dipende dalla qualità dei dati utilizzati per addestrarla. I professionisti dovrebbero concentrarsi su:

  1. Comprensione dei dati: La capacità di selezionare, pulire e organizzare dataset è fondamentale per sfruttare al meglio l’AI.
  2. Progettazione di processi scalabili: Antonio suggerisce di sviluppare flussi di lavoro che integrino AI e automazione per massimizzare l’efficienza.
  3. Sperimentazione con nuove tecnologie: Invita i professionisti a esplorare innovazioni come i multi-agenti, che rappresentano un’evoluzione promettente nel campo dell’intelligenza artificiale.

Antonio descrive i multi-agenti come un sistema in cui diverse intelligenze artificiali collaborano per raggiungere un obiettivo comune, svolgendo ruoli specifici all’interno di un team virtuale. Spiega come questa configurazione possa rivoluzionare non solo la scrittura di contenuti, ma anche attività più complesse, come la gestione di magazzini o la pianificazione strategica. Antonio sta sperimentando l’uso di multi-agenti per il clustering semantico su piattaforme verticali, con l’obiettivo di coordinare il lavoro di diversi agenti sotto la supervisione di un’IA principale.

La discussione si conclude con una riflessione sull’impatto futuro dell’intelligenza artificiale. Antonio prevede che l’AI diventerà sempre più pervasiva e indispensabile, sia nel marketing che in altri settori aziendali. Cita un report di Statista che evidenzia come gli investimenti nell’AI siano in forte crescita, specialmente nel settore e-commerce. Questo trend, unito alla crescente adozione dei multi-agenti, promette di trasformare profondamente il modo in cui le aziende operano.

Come utilizzare IA e SEO nel 2025

Antonio offre alcuni consigli pratici per i professionisti che vogliono approcciarsi all’uso dell’AI nella SEO. Suggerisce di iniziare sperimentando con strumenti semplici e gratuiti, per comprendere le potenzialità e i limiti della tecnologia. Inoltre, invita a non temere il cambiamento, ma piuttosto a considerarlo un’opportunità per evolvere e migliorare le proprie competenze. Condivide alcune risorse utili e strumenti accessibili per i principianti, come corsi online e piattaforme di apprendimento dedicate.

La creatività emerge come elemento chiave nella discussione. Antonio sottolinea che l’uso efficace dell’AI richiede non solo competenza tecnica, ma anche la capacità di pensare fuori dagli schemi e sperimentare soluzioni innovative. Concorda con Ilario sul fatto che la creatività e la consapevolezza professionale saranno determinanti per distinguersi in

Entrambi concordano che l’intelligenza artificiale rappresenta una “distruzione creativa” che, pur eliminando vecchie modalità di lavoro, apre la strada a opportunità più stimolanti e produttive. Ilario conclude auspicando che questa evoluzione serva a valorizzare la qualità e l’innovazione, eliminando approcci superficiali e privilegiando la professionalità autentica.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: