Il Diritto d’Autore per Siti Web, Social Network e IA
SEO IANella live, Ilario Gobbi ha presentato un talk dedicato al diritto d’autore sui social e sui siti web, ospitando l’avvocato Giovanni d’Ammassa di Dirittodautore.it, esperto della materia con una lunga carriera nel settore.
Leggi tutto: Il Diritto d’Autore per Siti Web, Social Network e IAD’Ammassa ha iniziato raccontando la sua esperienza professionale. Avvocato specializzato nel diritto d’autore, ha fondato nel 1999 il sito Dirittodautore.it, primo portale italiano dedicato interamente a questa tematica. Ha spiegato che il sito rappresenta una risorsa importante, con un manuale completo, testi di legge sempre aggiornati e un canale YouTube con contenuti periodici. Inoltre, D’Ammassa gestisce un’accademia online per la formazione in materia di diritto d’autore, dove offre anche videolezioni. La sua attività, oltre alla consulenza legale, comprende la divulgazione attraverso pubblicazioni e partecipazioni come docente in università, tra cui l’Università Cattolica.
Le fonti del diritto d’autore e la loro evoluzione
L’avvocato ha descritto le principali fonti giuridiche che impattano sul diritto d’autore online, partendo dai trattati internazionali fino ad arrivare alla normativa nazionale. Ha spiegato che, essendo il diritto d’autore una materia con un forte impatto internazionale, gli stati iniziarono già nella seconda metà dell’Ottocento a stabilire regole comuni. L’esempio più significativo è la Convenzione di Berna, siglata nel 1886 e periodicamente aggiornata, che ha gettato le basi per la protezione internazionale delle opere dell’ingegno.
Gli sviluppi internazionali e l’avvento del digitale
Nel suo intervento, D’Ammassa ha evidenziato come l’evoluzione tecnologica abbia influito sulla regolamentazione del diritto d’autore. Con l’avvento di nuove tecnologie come la fotografia, il cinema, la radio e infine internet, è stato necessario aggiornare costantemente le normative. Ha citato la World Intellectual Property Organization (WIPO), che supervisiona le convenzioni internazionali e ha contribuito alla creazione di due trattati nel 1996: uno sul diritto d’autore e l’altro sui diritti dei produttori di fonogrammi e degli artisti interpreti.
Le direttive europee e la loro applicazione
D’Ammassa ha poi spiegato l’importanza delle direttive europee, in particolare la direttiva 2001/29/CE, mirata a creare un mercato unico dell’informazione nell’Unione Europea. Questa normativa ha introdotto regole comuni per facilitare la circolazione delle opere e dei contenuti digitali tra i Paesi membri, considerando l’importanza economica del diritto d’autore, che rappresenta circa il 5% del PIL dell’Unione. Ha menzionato anche l’ultima direttiva, la 790/2019, orientata alla creazione di un mercato digitale unico.
Normativa italiana: legge sul diritto d’autore
Infine, l’Avvocato ha parlato della legge italiana sul diritto d’autore, la Legge n. 633 del 1941, che è stata modificata oltre 50 volte per adeguarsi ai cambiamenti tecnologici e normativi. Ha spiegato come il testo di legge originale fosse molto ben strutturato, ma le successive modifiche hanno introdotto articoli aggiuntivi e terminologie che hanno reso il quadro normativo complesso e a tratti incoerente. Tuttavia, ha sottolineato che questa evoluzione riflette la necessità di adattarsi ai continui cambiamenti nel modo di creare e distribuire contenuti.
Un arbitro esterno, che può essere un tribunale, un’autorità competente o un giudice, deve decidere se effettivamente si tratti di plagio o meno. Questo è il punto centrale: nel diritto d’autore non c’è una registrazione preventiva che sancisce la protezione, ma è l’autore a godere di diritti esclusivi fin dal momento in cui l’opera viene creata e resa percepibile all’esterno, purché sia originale.
La nozione di originalità è quindi cruciale e, come accennato, viene intesa come il riflesso della personalità dell’autore nell’opera. L’idea è che un’opera non debba essere necessariamente nuova in senso assoluto, come nel caso dei brevetti, ma deve contenere un elemento creativo che la differenzia dalle altre opere esistenti.
Nel caso in cui qualcuno contesti l’originalità dell’opera, saranno la dottrina giuridica e la giurisprudenza a stabilire se l’opera in questione rispetta i requisiti di legge. Questa mancanza di un intervento preventivo di terzi per la tutela del diritto d’autore offre flessibilità, ma anche una certa incertezza, dato che la verifica di originalità avviene solo in caso di contenzioso.
Quindi, la tutela nasce automaticamente con la creazione dell’opera, e spetta poi all’autore dimostrare, in caso di disputa, che l’opera riflette la sua personalità e creatività, ovvero che è frutto del suo ingegno e non una copia di un’opera preesistente.
In questa parte della live, il relatore ha affrontato il tema del diritto d’autore e le sue eccezioni, spiegando le differenze tra i sistemi europei e americani e come essi regolamentano l’utilizzo di opere protette, con particolare attenzione all’ambito del fair use e delle limitazioni al diritto d’autore. Ecco una sintesi dettagliata delle tematiche trattate:
Tutela del diritto d’autore e eccezioni
Il relatore ha spiegato che il diritto d’autore è pensato per proteggere le opere dell’ingegno, garantendo all’autore la possibilità di impedire l’uso della sua opera senza autorizzazione. Tuttavia, esistono eccezioni che permettono di utilizzare legalmente parti di un’opera, senza necessità di chiedere permessi. Queste eccezioni rispondono a due principali obiettivi:
- Uso personale: permette all’utente di utilizzare l’opera per fini strettamente personali.
- Interesse collettivo: riguarda l’utilizzo da parte di enti pubblici, come biblioteche o istituti di ricerca, che possono riprodurre o prestare parte delle opere per scopi didattici o di ricerca.
Confronto tra sistema europeo e americano
Il relatore ha descritto le differenze tra il sistema delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore (utilizzato in Europa) e il sistema del fair use (americano):
- Sistema europeo: le eccezioni e limitazioni sono specificate chiaramente dalla legge. Questo garantisce maggiore certezza legale, ma comunque richiede interpretazione.
- Sistema americano (fair use): meno strutturato, si basa su criteri generali e richiede spesso l’intervento di un giudice per determinare se un utilizzo è lecito. Gli aspetti principali da considerare sono:
- l’utilizzazione non deve essere concorrenziale;
- deve essere parziale;
- deve rientrare in determinate finalità come critica, commento o ricerca.
Originalità e tutela del contenuto
L’Avvocato D’Ammassa ha evidenziato come, per poter rivendicare una violazione del diritto d’autore, il contenuto deve essere originale e mostrare un certo grado di creatività. Se un sito web, ad esempio, presenta una grafica comune o testi simili a migliaia di altri siti, è difficile dimostrare che vi sia stata una violazione, poiché mancherebbe l’elemento di novità che il legislatore intende proteggere.
Regola del no e verifiche preliminari
Il relatore ha introdotto la “regola del no”, secondo cui, in linea di principio, non si può utilizzare il contenuto di terzi senza autorizzazione. Tuttavia, ci sono tre passaggi per verificare se tale autorizzazione sia effettivamente necessaria:
- Verifica dei termini di utilizzo: controllare se il contenuto è coperto da una licenza che permette il riuso, come le licenze Creative Commons.
- Applicazione di eccezioni al diritto d’autore: verificare se si può rientrare in eccezioni come il diritto di citazione.
- Controllo del pubblico dominio: se il contenuto è nel pubblico dominio, può essere utilizzato liberamente. In Europa, in genere, i diritti d’autore scadono 70 anni dopo la morte dell’autore, ma occorre sempre verificare la normativa del paese in cui si intende utilizzare l’opera.
Applicazione pratica: commento e critica di opere protette
Un esempio pratico portato dal relatore riguarda la possibilità di commentare un film in live streaming con il proprio pubblico. L’utente crea un contenuto nuovo tramite il commento, fornendo approfondimenti e curiosità, ma utilizza anche parti del film protetto da copyright. In questo caso, ci si può avvalere di un’eccezione, come previsto dall’articolo 70 della legge italiana sul diritto d’autore, che consente:
- la citazione o riproduzione di parti dell’opera per finalità di critica o discussione;
- l’utilizzo non concorrenziale all’opera originale.
Prestatori di servizi di condivisione e recepimento della direttiva copyright
Il relatore ha menzionato il recepimento della direttiva europea 2019/790 (Direttiva Copyright), che prevede regole specifiche per i prestatori di servizi di condivisione, come YouTube e Facebook. La normativa stabilisce che queste piattaforme devono consentire agli utenti di avvalersi delle eccezioni al diritto d’autore quando caricano contenuti generati dagli utenti, ad esempio per finalità di critica, recensione, parodia o caricatura.
Utilizzo concorrenziale e percentuale di opera riprodotta
Rispondendo a una domanda sul limite quantitativo di utilizzo di un’opera, Cammassa ha spiegato che la legge non specifica una percentuale massima, ma impone che l’uso non sia concorrenziale. Se un film viene riprodotto quasi integralmente, anche con scopo di commento, si esce dal campo delle eccezioni e si entra nell’ambito dell’utilizzo concorrenziale, violando il diritto d’autore.
Il relatore ha continuato sottolineando l’importanza di partire sempre dal presupposto che l’utilizzo di contenuti di terzi senza autorizzazione non è consentito, ma che, attraverso una corretta comprensione delle eccezioni, è possibile utilizzare legalmente parti di opere protette, soprattutto se l’uso è limitato, critico, non commerciale e non concorrenziale.
Viene discussa la questione dell’uso dei contenuti protetti da diritto d’autore sui social network e su piattaforme di video sharing come YouTube, con riferimento a diverse situazioni concrete, tra cui gameplay di videogiochi e utilizzo di fotografie o musiche protette. L’Avvocato offre una panoramica su come questi casi possono essere trattati e quali sono le implicazioni per gli utenti e i detentori dei diritti.
Gameplay e copyright
Viene discusso se i video di gameplay completi costituiscano una violazione del diritto d’autore, dato che mostrano interamente il contenuto di un videogioco. Cammassa sottolinea che, sebbene teoricamente ci possa essere una violazione, spesso i detentori dei diritti non intervengono in questi casi. Questo avviene perché i video di gameplay, in realtà, possono favorire la promozione del videogioco stesso, stimolando interesse nei potenziali acquirenti, che potrebbero essere incentivati a non guardare l’intero video per evitare spoiler e acquistare il gioco. Di conseguenza, anche se esiste una “zona grigia” tra il lecito e l’illecito, i produttori di videogiochi tendono a non richiedere la rimozione di questi video, a meno che non ci sia un danno economico diretto.
Content ID di YouTube
Viene menzionato il sistema di Content ID di YouTube, che consente ai titolari dei diritti di scegliere cosa fare in caso di contenuti non autorizzati. Essi possono decidere di:
- Lasciare il video online e monetizzarlo, trasferendo i ricavi a loro stessi.
- Condividere i proventi della monetizzazione con chi ha caricato il video.
- Rimuovere il video.
Questa flessibilità permette ai titolari dei diritti di valutare se l’utilizzo non autorizzato del contenuto possa effettivamente essere vantaggioso per loro o se sia meglio richiedere la rimozione.
Contenuti caricati dagli utenti sui social media
Cammassa chiarisce che, quando un utente carica un contenuto su una piattaforma come Facebook o Instagram, mantiene la proprietà del contenuto, ma concede una licenza alla piattaforma per utilizzarlo nelle forme previste dai termini di servizio. Quindi, sebbene il contenuto resti dell’utente, la piattaforma ha il diritto di mostrarlo, distribuirlo e utilizzarlo secondo quanto stabilito nelle sue policy.
Utilizzo non autorizzato di immagini e fotografie
Un tema ricorrente nella pratica legale è l‘utilizzo non autorizzato di immagini trovate su internet. Spesso, gli utenti assumono erroneamente che i contenuti online siano liberamente utilizzabili, quando invece è necessario verificare se il contenuto sia effettivamente in pubblico dominio o soggetto a licenze specifiche, come le Creative Commons. Cammassa consiglia di salvare sempre una copia della licenza o del permesso di utilizzo per dimostrare la propria buona fede in caso di contestazioni.
Licenze Creative Commons e protezione dell’utente
Le licenze Creative Commons sono menzionate come uno strumento utile per gli utenti, poiché permettono di conoscere chiaramente le condizioni di utilizzo dei contenuti. Tuttavia, Cammassa raccomanda di conservare traccia della licenza e della fonte per evitare future problematiche legali.
Musica di sottofondo e diritti musicali
L’Avvocato riporta esempi concreti di casi in cui i creatori di contenuti hanno utilizzato musiche di sottofondo scaricate da piattaforme gratuite, solo per ritrovarsi poi con richieste di risarcimento anni dopo. In questi casi, la mancata conservazione della documentazione relativa alla licenza originale può risultare problematica e portare a richieste di risarcimento significative.
Consiglio per i creatori di contenuti
Il consiglio principale dell’ospite per i creatori di contenuti è quello di essere prudenti e di assumere sempre che un contenuto trovato online non sia liberamente utilizzabile, a meno che non sia chiaramente indicato diversamente. Salvare copie delle licenze e dei permessi può essere utile per difendersi in caso di contestazioni.
Diritto di cronaca e foto di celebrità
Alla domanda sul diritto di cronaca, l’Avvocato spiega che esiste effettivamente un diritto di cronaca che consente alcune eccezioni alle protezioni del diritto d’autore. Tuttavia, l‘utilizzo di foto di celebrità rimane problematico, in quanto queste immagini sono spesso gestite da agenzie fotografiche che monitorano il loro utilizzo e possono richiedere compensi elevati. Anche se l’intento è puramente informativo e non commerciale, la pubblicazione di una foto protetta senza permesso può comunque portare a richieste di risarcimento.
L’ospite chiarisce che, sebbene il diritto di cronaca possa giustificare in parte l’uso dell’immagine, è comunque importante considerare i diritti esclusivi del fotografo o dell’agenzia e, in caso di contestazione, essere in grado di dimostrare che l’utilizzo rientra nei limiti del diritto di cronaca, valutando la pertinenza e la necessità dell’immagine in relazione al contenuto giornalistico.
Nell’opera, ci sono concetti legati alla tutela dell’immagine e del ritratto. Si fa riferimento all’articolo 10 del Codice Civile e all’articolo 96 della Legge sul diritto d’autore. Il legislatore tutela la personalità di ogni individuo, inclusi i diritti sulla propria immagine, che non si limitano alla semplice fotografia del volto o del corpo, ma comprendono anche elementi distintivi come il cappello e gli occhiali di Lucio Dalla. Questi accessori fanno parte dell’immagine riconoscibile di una persona, tanto che, in passato, una pubblicità che richiamava questi elementi fu rimossa su richiesta dell’avvocato di Dalla, in quanto si trattava di un uso non autorizzato della sua immagine.
Esistono tuttavia casi in cui non è necessario chiedere il consenso per l’utilizzo dell’immagine, come previsto dall’articolo 97 della Legge sul diritto d’autore. Quando l’immagine è giustificata dalla notorietà del personaggio (ad esempio, Giorgia Meloni in quanto figura pubblica) o quando si tratta di eventi di interesse pubblico, il consenso non è richiesto. Inoltre, bisogna considerare chi ha scattato la fotografia: spesso si tratta di agenzie che detengono i diritti e con le quali è necessario negoziare.
Nel contesto dell’eccezione prevista dall’articolo 70, si parla di utilizzare una parte o un brano di un’opera. La questione che si pone è se l’eccezione consenta l’uso dell’intera fotografia per scopi di critica e discussione o se sia preferibile utilizzarne solo una parte. Ritagliare la fotografia può facilitare l’applicazione dell’eccezione, rendendo l’utilizzo più giustificabile sotto il profilo legale.
Riguardo alla concorrenza economica, l’esempio di un’opera non più in commercio che viene resa pubblica è interessante. Anche se l’opera non è più disponibile sul mercato, il detentore dei diritti può ancora rivendicare la rimozione. Tuttavia, nel caso di opere letterarie, l’articolo 68 della Legge sul diritto d’autore permette la fotocopia integrale se l’opera è fuori commercio, come accaduto per un manuale del 1943 che l’utente ha potuto fotocopiare integralmente per uso personale.
La direttiva europea sul copyright del 2019, recepita nella legge italiana, ha introdotto nuove regole per l’accesso alle opere fuori commercio. L’articolo 102 quinquies della legge consente alle istituzioni pubbliche di tutelare e rendere accessibili al pubblico tali opere, ma solo per usi non commerciali e con una licenza non esclusiva. Questo offre una regolamentazione chiara, pur mantenendo limiti sull’utilizzo dei contenuti per scopi commerciali.
La modifica alla Legge sul diritto d’autore introdotta il 7 ottobre 2023, con l’articolo 174-sexies, ha aggiunto nuove responsabilità per i provider di servizi di rete, come i motori di ricerca, i provider VPN e i CDN. Se questi soggetti vengono a conoscenza di violazioni del diritto d’autore penalmente rilevanti, sono ora obbligati a segnalare immediatamente l’autorità giudiziaria, pena la reclusione fino a un anno. Questa norma prevede che i provider forniscano tutte le informazioni disponibili, come gli indirizzi IP degli utenti coinvolti, il che pone serie preoccupazioni per quanto riguarda la privacy e la praticabilità dell’obbligo.
L’obbligo di segnalazione previsto dalla nuova norma può creare problemi pratici notevoli. Considerando il gran numero di claim di copyright ricevuti quotidianamente da piattaforme come YouTube, sarebbe impossibile per i provider segnalare ogni presunta violazione all’autorità giudiziaria senza sovraccaricare il sistema legale. Inoltre, vi è il rischio che segnalazioni basate su violazioni minori o non gravi possano portare a procedimenti penali inutili e dispendiosi.
L’aspetto più problematico è che l’autorità giudiziaria, una volta ricevuta la segnalazione, è obbligata ad agire d’ufficio. Se un provider non comunica una violazione, rischia una condanna penale. Questo crea un obbligo difficile da gestire per i provider, che potrebbero non avere le competenze per distinguere chiaramente tutte le possibili violazioni del diritto d’autore. Le piattaforme come Instagram, spesso, respingono inizialmente le richieste di rimozione di contenuti e le accettano solo dopo ripetute segnalazioni, dimostrando un basso livello di competenza nella gestione di questi casi.
In teoria, se un video di YouTube contenente uno spezzone di film per scopi didattici venisse segnalato per violazione del diritto d’autore, la piattaforma dovrebbe informare la magistratura. Tuttavia, è improbabile che ogni segnalazione porti a un processo, poiché l’autorità giudiziaria effettua una valutazione preliminare. Tuttavia, resta il problema della gestione delle segnalazioni, soprattutto quando riguardano contenuti di scarso impatto economico.
La nuova normativa sembra mirare principalmente a contrastare violazioni gravi come lo streaming pirata di eventi sportivi, ma la sua applicazione potrebbe risultare eccessiva e creare problemi anche per i piccoli creator e per chi utilizza brevi spezzoni a fini didattici o di critica. In pratica, si rischia di sovraccaricare l’autorità giudiziaria con segnalazioni inutili, mentre i provider, non adeguatamente attrezzati, potrebbero trovarsi costretti a effettuare segnalazioni di massa, senza avere le competenze necessarie per distinguere le vere violazioni.
Il consiglio finale è di partire sempre dal presupposto che i contenuti non possano essere utilizzati senza autorizzazione, verificando attentamente i termini e le condizioni delle piattaforme e rispettando le regole per evitare possibili problemi legali.