Ilario Gobbi introduce la live dando il benvenuto ai partecipanti e presentando l’ospite, Seby Costantino, esperto di marketing e intelligenza artificiale. Dopo i saluti iniziali, Ilario chiede a Seby di raccontare qualcosa su di sé e sul suo percorso professionale.
Leggi tutto: Immagini e Video AI: alle imprese conviene servirsene?Ilario gli chiede un parere sull’intelligenza artificiale come settore: se sia ancora un terreno inesplorato, una bolla destinata a scoppiare o un’opportunità ricca di possibilità. Seby risponde sottolineando che siamo ancora agli inizi e che la caratteristica distintiva dell’intelligenza artificiale rispetto alle innovazioni tecnologiche del passato è la rapidità con cui evolve. Mentre in passato le novità tecnologiche seguivano cicli prevedibili di mesi o anni, ora i cambiamenti avvengono quotidianamente. Per illustrare il fenomeno, racconta la sua esperienza con YouTube: un video registrato il lunedì potrebbe già risultare obsoleto pochi giorni dopo a causa delle continue evoluzioni degli strumenti di intelligenza artificiale.
Ilario gli chiede se le conoscenze acquisite in ambito AI diventano rapidamente obsolete o se possano essere riutilizzate e adattate ai nuovi strumenti. Seby spiega che l’evoluzione è continua, ma l’impatto dipende dal settore in cui si opera. Chi lavora con chatbot, generazione video o immagini deve rimanere costantemente aggiornato per sfruttare al massimo le nuove funzionalità. Tuttavia, per altri ambiti, come il copywriting o la SEO, potrebbe essere sufficiente padroneggiare strumenti già consolidati come DALL·E, senza dover necessariamente investire in software più avanzati come MidJourney, Ideogram o Flux. Con il tempo, l’intelligenza artificiale diventerà una base comune per tutti, anche per chi oggi non ne fa uso quotidianamente.
Si passa poi alla questione della generazione di immagini e al suo utilizzo professionale. Ilario chiede se le imprese vedano questa tecnologia solo come un modo per ridurre i costi o se ci siano reali potenzialità, a patto di avere competenze adeguate. Seby evidenzia la differenza tra un utilizzo amatoriale e un impiego professionale delle immagini generate dall’AI. Un utente inesperto che scrive prompt in modo generico non potrà ottenere risultati paragonabili a quelli di un professionista. Per un utilizzo professionale efficace, suggerisce un approccio strutturato: creare un primo agente AI addestrato sulle specifiche esigenze di un’attività, che a sua volta istruisca un secondo agente specializzato nella generazione di prompt ottimizzati. Questo sistema permette di ottenere immagini coerenti e di qualità superiore rispetto a prompt scritti manualmente senza una logica precisa.
Nel corso della conversazione, Seby Costantino ha affrontato il tema dell’uso dell’intelligenza artificiale generativa per la creazione di immagini e video nel contesto professionale. Ha evidenziato come l’adozione di tali strumenti sia ancora in una fase iniziale e poco strutturata per molte aziende.
Secondo Costantino, non esiste ancora un workflow ben definito che consenta di sfruttare al meglio l’intelligenza artificiale in modo sistematico. Alcune aziende stanno già integrando questi strumenti in maniera efficace, mentre molte altre li utilizzano in modo superficiale o inefficiente, spesso con l’idea errata che l’IA possa sostituire completamente i processi creativi tradizionali. Ha sottolineato come l’IA venga usata soprattutto da social media manager per generare immagini personalizzate anziché utilizzare foto stock, ma che potrebbe essere impiegata con maggiore impatto per costruire intere identità di brand in modo più economico e veloce.
Ha precisato che l’IA non rappresenta la fine delle professioni creative, bensì uno strumento che, se usato da esperti del settore, può amplificare le loro capacità. Un professionista con esperienza nella manipolazione grafica avrà sempre un vantaggio rispetto a chi si limita a usare l’IA senza una base di conoscenza solida. Ha poi ribadito che coloro che non aggiornano le proprie competenze rischiano di perdere opportunità lavorative, indipendentemente dall’evoluzione dell’IA.
Tra gli svantaggi dell’IA generativa, ha menzionato la ripetitività nei risultati dovuta all’uso di modelli simili, che può portare a una certa omogeneità visiva tra le immagini generate. Inoltre, molte persone si avvicinano all’IA senza comprendere come utilizzarla in modo efficace, generando contenuti di bassa qualità, specialmente nei video, che spesso presentano difetti evidenti come sguardi innaturali e movimenti meccanici.
Tra i vantaggi, ha sottolineato la riduzione dei tempi di produzione e dei costi. Ha fatto l’esempio della realizzazione di uno spot pubblicitario, dove tradizionalmente è necessario coinvolgere diverse figure professionali (modelli, cameraman, montatori, specialisti in effetti speciali), mentre con l’IA generativa è possibile ridurre significativamente questi costi e accelerare i tempi di esecuzione.
Alla domanda sui settori che traggono maggiore beneficio dall’IA generativa, Costantino ha fatto una distinzione tra settori che vendono servizi e quelli che vendono prodotti. Le aziende di servizi possono integrare l’IA in maniera più profonda nei loro flussi di lavoro, mentre per chi opera nel settore della vendita di prodotti, l’IA è utile soprattutto per automatizzare processi come il marketing, l’e-commerce e l’assistenza clienti tramite chatbot.
Ha inoltre evidenziato la crescente interconnessione tra IA e robotica, con un’accelerazione nello sviluppo di robot sempre più accessibili economicamente. Tuttavia, per ora, i settori manuali come edilizia e artigianato traggono minori vantaggi diretti dall’IA generativa, pur potendo usarla in supporto per attività digitali e gestionali.
Infine, ha ribadito che l’IA generativa non deve essere vista come un sostituto delle competenze umane, ma come un’opportunità per migliorare e ottimizzare i processi produttivi, specialmente per chi è disposto a innovare e aggiornarsi costantemente.
Ilario Gobbi e Seby Costantino hanno continuato la loro conversazione esplorando l’uso dell’intelligenza artificiale nei diversi settori lavorativi. Seby ha portato un esempio pratico per evidenziare le differenze tra un elettricista e uno studio legale nell’applicazione dell’IA. Mentre l’elettricista può sfruttarla principalmente per il marketing e la gestione del proprio brand, uno studio legale può impiegarla quotidianamente nel proprio lavoro. Ha illustrato il caso di un chatbot specializzato in diritto tributario, addestrato con testi di giurisprudenza digitalizzati, che può fornire risposte basate su sentenze e normative. Questo trasformerebbe l’avvocato in una sorta di professionista “cibernetico”, capace di consultare un’enorme quantità di informazioni con rapidità e precisione, superando così i propri competitor.
Successivamente, la discussione si è spostata sulla generazione di immagini con IA e sulle differenze tra modelli open-source e a pagamento. Seby ha spiegato che chi dispone di un computer potente può utilizzare software come ComfyUI per generare immagini in locale, evitando costi di abbonamento. Tuttavia, molti preferiscono affittare macchine virtuali con hardware avanzato per ottenere risultati più rapidi. Ha citato servizi cloud che permettono di eseguire software avanzati su server remoti, garantendo velocità ed efficienza.
Ha poi confrontato diverse piattaforme per la generazione di immagini, come MidJourney, Flux e Ideogram.
- MidJourney è considerato uno dei migliori strumenti per la qualità e la personalizzazione delle immagini.
- Flux, invece, è apprezzato per la rapidità: consente di generare quattro immagini in appena due secondi e mezzo.
- Ideogram è particolarmente utile per immagini contenenti testo, mantenendo alta la qualità delle scritte. Inoltre, ha menzionato Qwen, il modello di intelligenza artificiale sviluppato da Alibaba, che attualmente offre generazione gratuita e illimitata di immagini e video.
Ilario ha quindi chiesto quali distinguo un’azienda dovrebbe fare prima di adottare l’IA per la creazione di contenuti visivi e come grafici e artisti possano sfruttarla in modo profittevole anziché vederla come una minaccia. Seby ha risposto sottolineando che l‘IA non potrà mai sostituire l’esperienza e l’occhio critico di un illustratore professionista. Tuttavia, ha suggerito che gli artisti potrebbero addestrare modelli di IA con il proprio stile per offrire un servizio aggiuntivo. Ad esempio, un illustratore che impiega tre giorni per creare un’opera potrebbe, grazie all’IA, realizzarne una simile in poche ore, proponendo un servizio più accessibile a un prezzo inferiore senza rinunciare alla qualità. Questo modello di business consentirebbe di ampliare il proprio mercato senza compromettere il valore dell’arte tradizionale.
Ilario ha poi introdotto il tema della concorrenza tra MidJourney e Leonardo AI, due strumenti molto discussi nel settore della generazione di immagini. Seby ha evidenziato che Leonardo AI offre vantaggi come l’editing di immagini già generate, una funzione non presente in MidJourney, che invece eccelle nella qualità delle creazioni. Inoltre, ha citato Playground AI, che fornisce un’opzione gratuita per la generazione di immagini e permette di modificare parti specifiche delle creazioni, risultando particolarmente utile per chi desidera personalizzare i dettagli.
La conversazione si è spostata sulle opportunità di monetizzazione per chi utilizza l’intelligenza artificiale. Seby ha spiegato che molti artisti e creativi possono sfruttare l’IA per vendere immagini generate su piattaforme come Etsy o creare contenuti personalizzati per aziende e privati. Ha suggerito di specializzarsi in nicchie di mercato poco sfruttate, offrendo servizi innovativi che combinano creatività e tecnologia, così da distinguersi dalla concorrenza e massimizzare i guadagni.
Nel corso della conversazione, Seby Costantino sottolinea come l’intelligenza artificiale diventerà una componente inevitabile per molti settori creativi. Egli evidenzia che, sebbene alcuni professionisti possano essere riluttanti all’adozione di queste tecnologie, la realtà competitiva li spingerà a integrarle nel proprio lavoro. Un illustratore, ad esempio, non dovrebbe abbandonare il proprio stile, ma piuttosto cercare di addestrare un modello che possa riprodurre le sue peculiarità artistiche, facendone uno strumento di supporto piuttosto che un sostituto.
Ilario Gobbi concorda, suggerendo che un disegnatore potrebbe sfruttare l’IA per generare immagini coerenti con il proprio brand, traducendo le proprie conoscenze artistiche in parametri utili per la generazione di immagini. Seby Costantino conferma, raccontando di artisti che hanno addestrato modelli IA con migliaia di opere per far sì che l’intelligenza artificiale potesse replicare il loro stile. Questo processo consente di ottenere risultati artistici che mantengono la firma distintiva dell’autore, senza limitarsi alla semplice manipolazione di immagini esistenti.
L’IA viene descritta come una spugna che assorbe lo stile dell’artista e un pennello che restituisce creazioni conformi alla sua visione. Secondo Seby Costantino, la sperimentazione con questi strumenti è fondamentale, anche per chi non ha necessità lavorative immediate. Egli paragona l’uso dei prompt a un’estensione della mente dell’artista, che permette di creare immagini complesse partendo dalle proprie indicazioni e dalla conoscenza approfondita del proprio stile.
In merito all’uso dell’IA nelle aziende, Seby Costantino osserva che il contatto umano rimane insostituibile, soprattutto per le piccole e medie imprese. Il successo di molte attività, infatti, dipende dalla presenza di un frontman, una persona capace di creare connessioni con il pubblico e trasmettere fiducia più di qualsiasi pubblicità tradizionale. Tuttavia, l’IA può essere uno strumento utile nella creazione di contenuti visivi e pubblicitari, abbattendo i costi di produzione rispetto a metodi tradizionali.
Egli porta l’esempio della creazione di spot pubblicitari: oggi, grazie all’IA, è possibile ottenere video spettacolari con costi ridotti rispetto al passato, quando erano necessari interi team di esperti per la realizzazione di effetti speciali e ambientazioni complesse. Tuttavia, ci sono ambiti in cui l’IA non può sostituire il lavoro umano, come nel caso dell’artigianato, dove la componente manuale e autentica del processo produttivo è essenziale per comunicare il valore del prodotto.
Si affronta poi la questione del copyright e della sicurezza, evidenziando come l’IA generativa possa essere pericolosa se utilizzata in modo improprio. Seby Costantino mette in guardia dai rischi di truffe e furti di identità: con pochi dati visivi e vocali, un malintenzionato potrebbe ricreare digitalmente una persona e utilizzarla per scopi fraudolenti. Sul piano legale, al momento, non esistono normative specifiche che regolamentino in modo chiaro la protezione delle immagini e dei contenuti generati tramite IA, lasciando un’ampia zona grigia nella tutela dei diritti individuali.
L’assenza di regolamentazioni chiare permette anche il furto di immagine attraverso la modifica minima di caratteristiche distintive, rendendo difficile dimostrare la violazione del diritto d’autore. Questo scenario rende urgente un intervento normativo che definisca i limiti e le tutele per l’uso delle tecnologie IA in ambito creativo e commerciale.
Si discute poi dell’importanza della promozione digitale per le aziende, con particolare attenzione ai social network. Seby Costantino spiega che non basta pubblicare contenuti di qualità, ma è essenziale comprendere i meccanismi degli algoritmi per massimizzare la visibilità. Egli sottolinea come TikTok, ad esempio, premi i video con un alto tasso di interazione iniziale, rendendo fondamentale la creazione di contenuti accattivanti sin dai primi secondi.
Ilario Gobbi concorda, osservando che i social network non sono semplicemente piattaforme di svago, ma strumenti potenti per la crescita del brand. Seby Costantino aggiunge che molte aziende ancora non sfruttano appieno queste opportunità, affidandosi a strategie pubblicitarie tradizionali che risultano meno efficaci rispetto alla comunicazione diretta e interattiva offerta dai social media.
È stato evidenziato come alcune aziende abbiano iniziato a scomporre immagini e dati in frammenti minimi per evitare di rendere riconoscibile il materiale originale utilizzato, sollevando così questioni legate al diritto d’autore e al furto d’identità. Si è riflettuto su come, in futuro, sarà necessario sviluppare strumenti di IA per identificare e contrastare pratiche fraudolente di altre IA.
Successivamente, la conversazione si è concentrata sull’evoluzione della generazione di immagini e contenuti attraverso l’intelligenza artificiale. È stato fatto un parallelo con Amazon e il suo modello di business basato su un unico abbonamento che offre una molteplicità di servizi. Allo stesso modo, le aziende che sviluppano modelli di IA stanno cercando di integrare diverse funzionalità in un’unica piattaforma, offrendo chatbot capaci di generare immagini, video, analisi dati e altro ancora. L’obiettivo è semplificare l’accesso agli strumenti, evitando la frammentazione e la necessità di sottoscrivere molteplici abbonamenti.
Infine, è stato dato un consiglio alle aziende che vogliono approcciarsi alla generazione di immagini tramite IA. L’intelligenza artificiale deve essere vista come uno strumento utile, ma non sempre adeguato in ogni contesto. È fondamentale acquisire competenze per ottenere risultati di qualità e non rischiare di produrre contenuti poco realistici o inefficaci. La formazione è un elemento chiave, e YouTube è stato indicato come una risorsa gratuita e ricca di materiale per imparare. L’apprendimento costante è necessario per rimanere aggiornati su strumenti in continua evoluzione.
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