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Come studiare meglio con l’intelligenza artificiale

Live Biancardi

Durante la live, Ilario Gobbi ha introdotto Daniele Biancardi, un comunicatore e divulgatore specializzato in innovazione digitale nel contesto scolastico. Daniele ha spiegato il suo percorso professionale, le sue passioni e i suoi progetti principali.

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Ha raccontato di essere nato professionalmente come programmatore e di essersi progressivamente avvicinato al mondo dell’Education grazie a esperienze legate alla dematerializzazione cartacea e allo sviluppo di strumenti digitali per le scuole. Con il tempo, ha sviluppato una particolare attenzione verso l’adozione e la divulgazione delle tecnologie emergenti, come le Google Apps e la G Suite, poi evoluta in Google Workspace for Education.

Daniele ha parlato del suo canale YouTube, “Daniele Biancardi,” attraverso il quale offre contenuti informativi e formativi su processi tecnologici e strumenti digitali per studenti, docenti e genitori. Questo progetto è nato durante la pandemia, quando ha percepito un vuoto informativo legato alla transizione digitale forzata delle scuole. La sua attività si è evoluta anche grazie alla collaborazione con altri divulgatori, come Prof Digitale, e all’ideazione di format mirati, come “Attenti a quei due.”

Nella live è stato affrontato il tema dell’intelligenza artificiale (IA) nel contesto scolastico, con un focus sui timori e le opportunità che questa tecnologia porta con sé. Daniele ha evidenziato come l’IA sia percepita in maniera ambivalente: una risorsa preziosa ma anche un potenziale rischio, soprattutto se utilizzata senza una guida adeguata. Ha sottolineato l’importanza della formazione e della sensibilizzazione per introdurre questa tecnologia nel mondo della scuola, coinvolgendo tutti gli attori, dagli studenti ai genitori.

In risposta a una domanda di Ilario, Daniele ha spiegato che l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida nuova per la scuola, che per la prima volta si trova a confrontarsi frontalmente con una tecnologia in grado di modificare profondamente i metodi di insegnamento e apprendimento. Ha ribadito che è necessario adottare strumenti di misurazione e metriche adeguate per gestire l’IA, affinché possa essere integrata in maniera costruttiva.

Un tema particolarmente discusso è stato l’utilizzo di strumenti come ChatGPT per scrivere temi e svolgere compiti, sollevando interrogativi etici e pratici. Daniele ha condiviso il suo approccio collaborativo con le scuole, spiegando come le sue attività siano volte a formare docenti e studenti sull’uso consapevole di queste tecnologie. Ha evidenziato come la resistenza al cambiamento sia un aspetto naturale, ma anche come l’educazione e la formazione possano giocare un ruolo cruciale per superare i pregiudizi.

Emerge un dialogo ricco di riflessioni sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel contesto educativo e professionale. Il relatore esprime un punto di vista pragmatico sull’utilizzo dell’IA come strumento che semplifica processi complessi, piuttosto che sostituire l’elemento umano. Viene sottolineata l’importanza di adattare metodi e ruoli alle nuove tecnologie, preservando il valore dell’impegno individuale e delle competenze critiche.

La tecnologia non altera la motivazione dello studente, ma incide sul modo in cui si approccia all’apprendimento. Chi è incline a studiare continuerà a farlo, mentre chi è meno interessato potrebbe usare l’IA per ottenere risultati minimi senza grande sforzo. Questo scenario porta a rivedere le modalità di insegnamento e di valutazione. Ad esempio, assegnare una relazione sui “Promessi Sposi” sapendo che gli studenti potrebbero avvalersi dell’IA diventa una scelta obsoleta, invitando invece a compiti che richiedano creatività, analisi critica e confronto personale.

implementazione dell’IA nei flussi di lavoro

Nel contesto professionale, l’IA viene utilizzata per ottimizzare il processo creativo e organizzativo. Il relatore descrive un workflow strutturato in cui:

  • Le idee vengono annotate e trasformate in task.
  • Strumenti come Zapier e Make generano automaticamente titoli per contenuti video o blog.
  • L’IA assiste nella stesura del palinsesto e nella creazione di bozze di articoli.
  • I contenuti sono infine rivisti e ottimizzati da esperti umani prima della pubblicazione.

Questo approccio evidenzia l’importanza dell’interazione tra intelligenza artificiale e input umano, dove l’IA non sostituisce, ma facilita e velocizza i processi.

Ci sono anche applicazioni pratiche nel mondo del lavoro. Pensiamo a una riunione: puoi creare una mappa concettuale che sintetizzi i punti chiave da discutere o simulare una presentazione con domande e risposte per prepararti meglio. Questo non solo ottimizza il tempo, ma ti permette di raggiungere una comprensione più profonda dei concetti, sperimentando al contempo nuove forme di esposizione e interazione.

L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento che esegue compiti, ma una risorsa versatile che si adatta alle esigenze di chi la utilizza. La vera rivoluzione è la possibilità di avere un “assistente” capace di apprendere e crescere insieme a te, rispondendo alle tue esigenze formative e alle tue ambizioni creative. In sostanza, è come avere un professore personale, sempre pronto ad aiutarti a trasformare la conoscenza in competenza.

Durante il workshop, il relatore ha condiviso un esempio pratico per dimostrare come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata in ambito educativo per stimolare il pensiero critico e l’interazione degli studenti. Ha raccontato di una simulazione in cui gli studenti hanno potuto “intervistare” Luigi Pirandello, autore di spicco della letteratura italiana, tramite applicazioni e prompt ben strutturati. Questo approccio ha trasformato una lezione tradizionale in un’esperienza interattiva, dove non solo gli studenti ponevano domande, ma venivano anche guidati a riflettere sulle risposte ricevute, arricchendo così il loro apprendimento.

Il relatore ha sottolineato l’importanza di un utilizzo creativo e laterale dell’intelligenza artificiale, esplorando come questa tecnologia possa essere impiegata non solo per attività di base, ma anche per simulazioni complesse, come interrogazioni virtuali personalizzate. Ad esempio, uno studente può caricare contenuti specifici come appunti, pagine di libri o presentazioni, e chiedere all’IA di agire come un professore, ponendo domande mirate e fornendo feedback dettagliati per migliorare l’esposizione orale. Questo metodo non solo accorcia le distanze tra studio e pratica, ma offre un supporto continuo che facilita l’autovalutazione e il perfezionamento delle competenze.

Daniele ha sottolineato che non esiste un unico strumento ideale per tutti i contesti. Piuttosto, la forza sta nell’utilizzo trasversale di diversi tool, ciascuno dei quali può offrire un contributo specifico. Ad esempio, per creare una presentazione, si potrebbe combinare Canva, Gamma e Slide AI, sfruttando le loro capacità complementari. Questo approccio flessibile permette di affrontare in modo più efficace i processi di apprendimento e creazione. Daniele ha evidenziato l’importanza di non isolare i tool in compartimenti stagni, ma di integrarli in un sistema dinamico e adattabile alle esigenze personali.

Un punto cruciale trattato è stato l’uso consapevole dell’intelligenza artificiale. L’errore più frequente è delegare completamente il lavoro all’AI, rischiando di perdere opportunità di apprendimento e crescita personale. Daniele ha paragonato questo atteggiamento a una “delega a Doraemon”, un riferimento scherzoso al famoso personaggio che risolve tutti i problemi senza sforzo. La soluzione è educare gli utenti, soprattutto studenti, a un approccio critico e ponderato.

Un altro aspetto rilevante riguarda l’integrazione dell’AI nell’educazione scolastica. Daniele ha enfatizzato che gli insegnanti devono iniziare a raccontare e promuovere un uso bilanciato dell’AI, evidenziando come essa possa essere uno strumento straordinario per supportare lo studio. Tuttavia, un approccio errato rischia di replicare vecchi errori, come l’eccessivo affidamento a Internet o ai device.

L’intelligenza artificiale, secondo il relatore, non limita la creatività ma la potenzia. Ha descritto come, nel processo creativo, l’IA possa essere posizionata all’inizio per generare idee che l’utente può poi elaborare, o alla fine per affinare un contenuto già esistente. Ha condiviso un esempio personale in cui ha utilizzato l’IA per analizzare e migliorare una poesia scritta in memoria del padre. L’IA ha aiutato a perfezionare l’uso di metafore e immagini, mantenendo intatta la sostanza emotiva del componimento.

Un consiglio di Daniele è partire da argomenti che si conoscono bene per testare le capacità dell’AI, misurando la qualità delle sue risposte e apprendendo come generare contenuti coerenti e rilevanti. Una volta sviluppata questa competenza, è possibile affrontare anche temi meno familiari, utilizzando l’AI come strumento per esplorare e approfondire.

Gli insegnanti, ha spiegato Daniele, hanno un vantaggio rispetto agli studenti: conoscono bene le loro materie e possono giudicare più facilmente la qualità delle risposte generate dall’AI. Questo consente loro di creare contenuti di alta qualità, evitando errori comuni come il copia-incolla di informazioni non contestualizzate, un problema già noto con l’uso di Wikipedia.

Questa tecnologia, quindi, viene vista come un alleato nella creatività, un acceleratore di idee e un supporto nel superare eventuali blocchi. Inoltre, aiuta a ottimizzare i tempi di lavoro e studio, rendendo l’apprendimento e la produzione artistica più accessibili. Tuttavia, il relatore ha anche messo in guardia dall’utilizzare l’IA in modo passivo o sostitutivo. È fondamentale integrarla in modo equilibrato, sfruttandone le potenzialità per migliorare il proprio processo creativo e il proprio metodo di apprendimento.

Il ruolo dell’IA nell’apprendimento – In breve

L’IA può semplificare l’accesso alle informazioni e adattarsi alle esigenze individuali, offrendo risposte personalizzate che si adattano al livello di conoscenza e al linguaggio dell’utente. Tuttavia, l’uso deve essere sempre orientato a favorire la comprensione e l’apprendimento, evitando un’applicazione passiva che riduca la crescita personale e intellettuale.

In chiusura, Daniele ha incoraggiato i follower a sperimentare e non farsi sopraffare dai pregiudizi sull’AI. L’obiettivo non è seguire le mode o affidarsi a un singolo tool, ma comprendere i processi generativi e sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia per creare contenuti innovativi. Ha invitato tutti a considerare l’errore come un’opportunità di apprendimento, costruendo un bagaglio di esperienza che possa arricchire il proprio rapporto con l’intelligenza artificiale.

Ha concluso sottolineando che, se adeguatamente guidata, l’IA può essere uno strumento straordinario per migliorare i processi educativi, consentendo di risparmiare tempo e di personalizzare l’apprendimento. Tuttavia, ha avvertito che è necessario un approccio equilibrato per evitare che la tecnologia diventi un ostacolo, anziché un’opportunità, per il mondo scolastico.

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