Durante questa live, Ilario Gobbi introduce il suo ospite, Giorgio Minguzzi, un imprenditore e consulente specializzato in CRM per il marketing. Giorgio saluta il pubblico, sia quello in diretta che quelli che ascolteranno in un secondo momento, e si presenta, raccontando un po’ della sua carriera.
Leggi tutto: Come creare email efficaci con ChatGPTLa discussione si sposta poi sul tema del CRM e dell’email marketing. Giorgio spiega che il CRM è il cuore del database aziendale, un prezioso strumento per raccogliere informazioni utili alla profilazione dell’utente e, quindi, alla creazione di email più mirate e efficaci. Per lui, la connessione tra CRM e email marketing è naturale, dato che il CRM fornisce dati vitali per scrivere messaggi personalizzati. Parla anche delle diverse opzioni disponibili per inviare email: se alcuni preferiscono usare software come Mailchimp o MailerLite, altri integrano la funzione di invio direttamente nel CRM. Ciascuna soluzione ha vantaggi e svantaggi, e la scelta dipende dalle esigenze specifiche.
Si passa a un altro tema: le innovazioni introdotte da strumenti come ChatGPT nel mondo del web marketing. Giorgio ammette di utilizzare ChatGPT, soprattutto per velocizzare e migliorare il suo lavoro, anche se non lo considera fondamentale. Lo usa principalmente per correggere gli errori di ortografia e per migliorare la qualità della sua scrittura. Inoltre, sfrutta l’intelligenza artificiale per generare contenuti che aggiungono valore alle sue newsletter, come la promozione di servizi e offerte. Sottolinea che, sebbene ChatGPT sia utile, la parte generativa, come la scrittura dei contenuti, può risultare “sciapa” senza un’adeguata personalizzazione e competenza. Per Giorgio, l’intelligenza artificiale è uno strumento valido per supportare il lavoro, ma non sostituisce la creatività e la strategia dietro la creazione di contenuti.
Riguardo alla distribuzione delle comunicazioni, Giorgio considera ChatGPT particolarmente utile per creare post sui social a partire dai contenuti delle newsletter. Questo gli permette di semplificare e velocizzare il lavoro di promozione dei suoi contenuti. Tuttavia, l’intelligenza artificiale non è vista come una soluzione definitiva per la creazione di contenuti. Giorgio fa anche un parallelo con il suo canale YouTube, dove ha ospitato video di altre persone, ma si è reso conto che i clienti si aspettavano un determinato stile che non corrispondeva a quello che veniva loro presentato. Questo esempio sottolinea la sua opinione che, sebbene ChatGPT possa essere utile nella generazione di contenuti, ci sono aspetti umani e creativi che non possono essere completamente replicati dalla tecnologia.
Giorgio Minguzzi prosegue raccontando come ha adattato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale al suo lavoro di consulente, imprenditore e nel campo del marketing. Condivide la sua esperienza di personalizzazione di GPT, in cui fornisce istruzioni specifiche per la sua audience. Descrive due metodi principali per creare contenuti e post sui social, basati su modelli prestabiliti, tra cui quello che prevede di chiedere a GPT di formulare domande su un testo dato, per generare idee per diversi post.
Uno dei metodi più complessi si basa sull’utilizzo di 10 tipologie di post, ognuna con uno schema specifico, come il post che critica lo status quo, oppure il post di tipo guida, che fornisce passo dopo passo delle istruzioni. Utilizzando queste tipologie, Minguzzi alimenta i suoi GPT preconfigurati con esempi di post che risuonano con la sua audience. Si assicura di spalmare i post nel tempo per massimizzare il loro impatto.
Inoltre, sfrutta GPT per migliorare continuamente il suo approccio, monitorando i post che ottengono più interazioni e adattando il contenuto in base ai feedback. Quando individua un post di successo, lo carica nel sistema per affinare ulteriormente il modello. Minguzzi evidenzia come questa personalizzazione aiuti ad aumentare la pertinenza del contenuto per la sua audience, mantenendo sempre coerenza con il tono e gli obiettivi di comunicazione.
Nella sua attività, l’AI aiuta soprattutto nella distribuzione e promozione dei contenuti, riducendo il tempo necessario per creare i post, ma non sostituisce la parte creativa e personalizzata che, per Minguzzi, resta fondamentale.
Il dibattito affronta l’uso dell’intelligenza artificiale, come ChatGPT, nella creazione di contenuti digitali, evidenziando l’importanza di mantenere l’autenticità e la personalizzazione nonostante l’automazione. Il relatore sottolinea che, pur essendo utili per generare bozze o spunti iniziali, i contenuti prodotti dall’IA necessitano sempre di una revisione umana. Ogni testo generato viene modificato per evitare che risulti troppo generico o impersonale, in particolare in contesti come i post sui social media e le newsletter. La ripetizione di schemi e strutture, molto diffusa nell’uso dell’IA, può portare a contenuti che si somigliano troppo tra loro, il che solleva preoccupazioni riguardo a una possibile omologazione del messaggio, pur essendo strumenti utili per velocizzare il processo di creazione.
Viene quindi messo in discussione l’approccio utilizzato da molte aziende nel marketing digitale, che spesso puntano su formati più visivi e immediati, come short video o post sui social media, ma trascurano strumenti altrettanto efficaci come le newsletter. Il relatore evidenzia come l’uso delle newsletter rappresenti un’opportunità di marketing ancora troppo poco sfruttata, nonostante sia uno dei mezzi più economici ed efficaci per mantenere una comunicazione diretta con i clienti. Il problema principale evidenziato è che molte aziende non segmentano adeguatamente il loro pubblico, creando comunicazioni non personalizzate o, nel peggiore dei casi, trascurando completamente l’utilizzo di questi strumenti.
Per migliorare l’efficacia delle newsletter, il relatore consiglia di segmentare il pubblico in base a criteri specifici, in modo da inviare messaggi mirati. La personalizzazione delle comunicazioni, come l’inclusione del nome del destinatario in punti strategici del testo, è vista come un passo importante per aumentare l’engagement. Tuttavia, viene riconosciuto che molte aziende, soprattutto in Italia, non riescono a implementare adeguatamente queste tecniche di personalizzazione, spesso per mancanza di competenze interne o perché non sono supportate da consulenti esperti.
Un altro punto importante riguarda l’uso dei dati. Mentre l’analisi delle aperture delle email può dare indicazioni sui trend di engagement, spesso i dati disponibili sono imprecisi a causa dei cambiamenti nelle politiche sulla privacy e nella gestione dei dati. Nonostante ciò, il relatore suggerisce di monitorare costantemente le risposte dei destinatari, in particolare i “reply” alle email, per migliorare l’efficacia delle campagne e per incentivare la partecipazione. Inoltre, viene sottolineato che le sequenze di benvenuto per i nuovi iscritti alla newsletter, così come altre automazioni, sono fondamentali per instaurare una relazione più diretta con il pubblico e risvegliare l’interesse di coloro che non acquistano da un po’ di tempo.
Il relatore discute diversi aspetti del processo di creazione di contenuti per le newsletter e il marketing digitale, focalizzandosi sull’interazione con il pubblico e sull’uso dell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficacia delle proprie comunicazioni. La prima riflessione riguarda l’importanza di monitorare le risposte del pubblico, sottolineando che non tutte le persone risponderanno, ma con l’aumentare delle risposte, cresce anche l’efficacia del messaggio. Inoltre, l’uso di canali come Telegram permette di proseguire la discussione con i lettori, favorendo il coinvolgimento diretto e aumentando l’interazione.
Il relatore afferma che, al di là dei like e dei click, l’obiettivo principale del suo lavoro è generare un incremento del fatturato, rispondendo alle necessità pratiche della sua attività, come l’acquisizione di lead e la prenotazione di chiamate conoscitive. In tal senso, l’intelligenza artificiale gioca un ruolo cruciale nel migliorare la qualità dei contenuti, come nel caso della scrittura delle newsletter. Il relatore utilizza uno schema ben definito per la creazione delle newsletter, che comprende diverse sezioni fisse, tra cui una che presenta link utili e interessanti, al fine di offrire valore ai lettori, oltre ai contenuti principali.
Una parte fondamentale del processo creativo è la strutturazione della newsletter, che include un’introduzione problematica, la contestualizzazione del tema, e la Call To Action. In questo contesto, l’uso di strumenti come ChatGPT aiuta a rendere più concise le frasi, migliorando la leggibilità. Il relatore enfatizza anche l’importanza di non rimanere passivi rispetto agli strumenti tecnologici, ma di utilizzarli in modo consapevole, per migliorare l’efficienza senza sacrificare la qualità e la personalizzazione del messaggio.
Per quanto riguarda la creazione di contenuti, il relatore racconta come, tramite ChatGPT, riesca a formulare idee e rispondere a domande che il pubblico potrebbe avere, abbassando talvolta il livello di complessità per adattarsi meglio alle esigenze dei lettori. Questo processo aiuta a superare la presunzione di sapere tutto e a focalizzarsi su ciò che effettivamente interessa al pubblico. L’esempio del video sulla necessità di aprire un canale YouTube per professionisti over 40 dimostra come l’intelligenza artificiale possa stimolare contenuti che, sebbene semplici per l’esperto, rispondono a domande concrete per il pubblico.
Il consiglio per generare newsletter differenziate in base al target e al tono di voce dipende molto dalla capacità di comprendere la persona a cui ci si rivolge e personalizzare il contenuto di conseguenza. Un approccio efficace consiste nell’analizzare e raccogliere i dati del cliente attraverso feedback e recensioni di altri utenti per costruire una buyer persona il più possibile dettagliata. Utilizzare un’intelligenza artificiale come ChatGPT può essere utile per analizzare le recensioni e ottenere pattern ricorrenti, come ad esempio le paure e le preferenze degli utenti, in modo da strutturare contenuti che rispondano a queste esigenze in modo mirato.
Una tecnica utile è quella di dare a ChatGPT del materiale che descriva il proprio stile di scrittura per aiutarlo a “mimare” il tono desiderato. Inoltre, il tono di voce dovrebbe essere più dettagliato di un generico “amichevole”, magari definendo più precisamente come dovrebbe essere percepito dalla persona destinataria del messaggio, per esempio “accogliente”, “professionale” o “emotivamente coinvolgente”.
Nel caso di un’azienda che vende software gestionali, ad esempio, il consiglio è partire dalla comprensione dei valori e delle aspettative dei clienti, raccogliendo dati da recensioni online tramite piattaforme come TrustPilot o Capterra, per capire i punti di felicità e infelicità. I dati raccolti forniscono informazioni concrete che aiutano a migliorare la buyer persona, aggiornandola con elementi reali, come la personalizzazione delle offerte, il supporto tecnico o le politiche di prezzo, che rappresentano gli aspetti più critici per i clienti.
L’intelligenza artificiale, dunque, offre supporto nel migliorare il processo di personalizzazione, ma occorre sempre un’analisi critica dei dati che vengono forniti, evitando che questi vadano a creare contenuti troppo omogenei o generici. In aggiunta, l’uso di ChatGPT non dovrebbe sostituire completamente l’esperienza umana: l’autenticità rimane un valore fondamentale, tanto che si prevede un aumento dell’interesse per contenuti dal vivo e per informazioni che provengono da fonti verificate e umane, piuttosto che da contenuti generati automaticamente.
In termini di integrazione con strumenti come i CRM, è importante riflettere sulle implicazioni etiche e sulla gestione dei dati. Utilizzare AI per analizzare e sintetizzare comunicazioni aziendali all’interno di un CRM può risultare invasivo, soprattutto se coinvolge informazioni sensibili. È fondamentale un equilibrio tra l’efficacia dell’AI e la necessità di proteggere la privacy e la trasparenza dei processi aziendali.
In sintesi, ChatGPT può essere uno strumento potente per personalizzare e ottimizzare le newsletter, ma è necessario un approccio mirato che consideri anche gli aspetti etici e la protezione dei dati. Creare contenuti che rispondano esattamente alle esigenze del target, con un tono autentico e rispettoso delle aspettative del cliente, resta un obiettivo fondamentale per il successo di una campagna.
Il relatore sottolinea come l’intelligenza artificiale non solo aiuti nell’esecuzione di task ripetitivi, ma stimoli anche la creatività, spingendo a considerare aspetti che altrimenti potrebbero sembrare scontati. Questo approccio consente di mantenere una comunicazione più diretta e rispondente alle esigenze reali del mercato, evitando la trappola di pensare che le proprie conoscenze siano universalmente condivise.
In conclusione, l’uso dell’intelligenza artificiale nella creazione dei contenuti può essere un potente alleato nel marketing, ma è fondamentale che i contenuti siano sempre adattati per rispondere alle esigenze specifiche del pubblico e per mantenere il tono personale e autentico. La personalizzazione delle newsletter, la segmentazione accurata del pubblico e l’uso consapevole dei dati sono elementi imprescindibili per un marketing efficace.
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