La recente live tra Ilario Gobbi e l’attore e regista Giuseppe Orsillo ha offerto una riflessione approfondita sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo dello spettacolo, esplorando opportunità e criticità che queste tecnologie comportano per attori, registi e sceneggiatori.
Leggi tutto: L’impatto dell’intelligenza artificiale sul cinema e sugli attoriGiuseppe Orsillo ha esordito raccontando la sua esperienza professionale, spiegando come sia entrato nel mondo del cinema attraverso il Centro Sperimentale di Cinematografia, una delle accademie più prestigiose d’Italia. Dopo aver iniziato come attore, ha ampliato il suo percorso dedicandosi alla regia e all’insegnamento della recitazione. Il suo lavoro si divide tra queste tre aree, permettendogli di vivere il mondo dello spettacolo da diverse prospettive.
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Uno dei temi centrali della discussione è stato il ruolo dell’intelligenza artificiale nel settore artistico. Orsillo ha sottolineato che la rivoluzione in atto non può essere ignorata e che chi lavora nello spettacolo deve comprendere come utilizzare al meglio questi strumenti per migliorare il proprio lavoro. Ha spiegato di servirsi di ChatGPT, non come sostituto della creatività, ma come supporto per ottimizzare il processo di scrittura. In particolare, utilizza l’IA per strutturare idee e sviluppare scalette per i suoi cortometraggi, pur mantenendo il controllo creativo nella stesura finale della sceneggiatura.
Orsillo ha evidenziato che un errore comune è credere che l’IA possa sostituire completamente la figura dello sceneggiatore o del creativo, mentre il suo vero valore risiede nell’accelerare i processi di lavoro senza annullare il contributo umano. Un altro aspetto interessante emerso è l’uso di ChatGPT per la preparazione degli attori ai provini. Orsillo ha sperimentato l’IA come “spalla” virtuale per esercitarsi nella memorizzazione delle battute, una funzione particolarmente utile quando non si ha a disposizione un’altra persona per provare le scene.
Un limite attuale, secondo Orsillo, è l’incapacità dell’IA di valutare la qualità dell’interpretazione di un attore. In un video pubblicato sul suo canale, ha ironizzato su questo aspetto, mostrando come ChatGPT non sia ancora in grado di distinguere una buona recitazione da una pessima, dimostrando che, almeno per ora, il giudizio critico e l’insegnamento dell’arte attoriale restano prerogative umane.
Orsillo inizia sottolineando che strumenti come ChatGPT attualmente servono più come motivatori, piuttosto che come veri e propri coach di recitazione. Questi strumenti tendono a offrire complimenti piuttosto che critiche costruttive, fondamentali per la crescita professionale degli attori. Si discute quindi della necessità di migliorare tali strumenti affinché possano fornire feedback utili e pratici.
Un tema centrale dell’intervista è l’uso dell’intelligenza artificiale per clonare immagini e creare avatar virtuali, che potrebbe rappresentare un’opportunità per il settore cinematografico, consentendo di realizzare scene più complesse a costi inferiori. Tuttavia, Orsillo esprime preoccupazione per il futuro degli attori, in particolare per quelli che ricoprono ruoli secondari come le comparse. Questi potrebbero essere messi a rischio dall’uso di tecnologie in grado di generare figure digitali che occupano lo sfondo senza necessità di attori reali.
I due interlocutori discutono anche di esempi recenti di film che utilizzano intelligenza artificiale per ringiovanire attori, citando un film con Tom Hanks. Sebbene il risultato possa essere sorprendente, si riflette sulla questione se il costo effettivo di tali tecnologie possa superare quello dell’assunzione di un attore più giovane per il ruolo. Questo porta a una riflessione più ampia sulle implicazioni per il settore della recitazione e la formazione di nuovi talenti. Orsillo evidenzia che il percorso tradizionale di un attore implica ruoli minori e di supporto prima di arrivare a ruoli principali. La digitalizzazione e l’automazione di questi ruoli secondari possono cambiare significativamente il panorama della selezione e della formazione degli attori.
L’intervista affronta anche le sfide legate alla standardizzazione delle emozioni da parte dell’intelligenza artificiale. La capacità umana di esprimere emozioni in modi unici e diversi è considerata una risorsa preziosa nel campo artistico. Si esprime preoccupazione per il fatto che l’uso dell’AI per replicare espressioni facciali potrebbe portare a una perdita di autenticità nel cinema.
L’intervista continua a esplorare l’uso dell’intelligenza artificiale nella creazione di scenografie e ambienti cinematografici. Ilario Gobbi discute della possibilità di ricreare ambientazioni semplicemente scrivendo un prompt, come “sono in giardino all’esterno, sono le 12:00 e c’è una piscina sullo sfondo”. Questo approccio, pur apparendo affascinante, solleva interrogativi sulla reale praticabilità di tali tecnologie nel cinema. Orsillo menziona le sale di posa che stanno studiando come utilizzare queste tecnologie per realizzare ambienti complessi con costi contenuti, il che potrebbe rappresentare un’opportunità per il cinema indipendente.
Giuseppe Orsillo sottolinea le differenze di budget tra il cinema statunitense e quello europeo. Ciò che per gli americani può essere considerato un film indipendente, come un progetto con un milione di euro di budget, per il cinema europeo può essere visto come una produzione ben finanziata. Pertanto, l’uso dell’intelligenza artificiale per creare scenografie potrebbe facilitare il lavoro dei cineasti indipendenti, che operano con risorse limitate.
La conversazione si sposta poi sull’idea di utilizzare avatar virtuali per sostituire gli attori. Orsillo esprime la sua preferenza per la recitazione dal vivo, spiegando che, sebbene ci possano essere vantaggi economici nell’uso di avatar, non sarebbe soddisfacente sostituire completamente l’attore. Riconosce che, per attori di alto profilo come Leonardo DiCaprio, l’uso di un avatar potrebbe comportare un guadagno maggiore, ma personalmente preferirebbe recitare piuttosto che affidare il proprio ruolo a un avatar.
Orsillo discute delle opportunità lavorative nel mondo della recitazione, chiarendo che la maggior parte degli attori opera al di fuori dei riflettori, a differenza delle celebrità, che rappresentano solo una piccola percentuale. Per avere successo nel settore, è necessario studiare e impegnarsi, poiché il talento da solo non basta. È fondamentale avere la determinazione necessaria per affrontare le sfide della professione.
Un tema rilevante riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale per ricreare le fattezze di attori del passato in produzioni cinematografiche. Orsillo esprime che questo uso potrebbe essere interessante, a patto che venga fatto nel rispetto dell’eredità dell’artista originale. Cita il film su Freddie Mercury, dove registrazioni originali sono state unite alla voce di un interprete simile, creando un’esperienza che rende omaggio all’artista.
Infine, la discussione si concentra sulle preoccupazioni degli attori riguardo a diritti e contratti nel contesto dell’AI. Orsillo menziona la categoria dei doppiatori italiani, sottolineando che le nuove tecnologie possono influenzare le opportunità lavorative e i diritti contrattuali. La crescente presenza dell’intelligenza artificiale nel settore dello spettacolo richiede attenzione e protezione per i diritti dei lavoratori, poiché il panorama professionale continua a evolversi.
L’intervista tra Ilario Gobbi e Giuseppe Orsillo si approfondisce sulla questione dei doppiatori e sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore. Orsillo menziona le recenti proteste dei doppiatori italiani, evidenziando che la loro professione è a rischio poiché l’IA è in grado di ricreare voci umane. Questo porta a interrogativi etici riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale, in quanto essa si basa su modelli che sono stati creati da attori e doppiatori reali. Si discute se sia giusto sostituire i doppiatori con la tecnologia e se, nel caso in cui l’IA venisse utilizzata per il doppiaggio, i professionisti dovrebbero ricevere un risarcimento per l’uso delle loro voci.
La conversazione tocca anche il tema della qualità nei contenuti realizzati per i social media. Orsillo sottolinea che spesso la velocità e la quantità prevalgono sulla qualità, specialmente quando si tratta di produrre contenuti per piattaforme come Instagram. Anche se ci sono preoccupazioni per la qualità del lavoro che potrebbe derivarne, è necessario mantenere una mentalità aperta riguardo alle opportunità che l’IA offre, piuttosto che avere un atteggiamento di chiusura.
Quando si parla di avvicinarsi al mondo della recitazione, Orsillo consiglia di riflettere sulla motivazione personale. È fondamentale avere una vera passione per l’arte e un desiderio di creare qualcosa di unico, piuttosto che cercare fama o guadagni. Consiglia di iniziare a studiare, suggerendo risorse come corsi online e canali educativi. La frequenza a un’accademia di recitazione è vista come un passaggio importante, che richiede provini e un impegno di almeno due o tre anni di studio.
Orsillo evidenzia che il lavoro nel settore artistico è spesso a progetto, il che significa che non si ha uno stipendio fisso e le opportunità possono variare. In periodi di inattività, è essenziale continuare a studiare e cercare nuove occasioni. La chiacchierata si chiude con l’invito a rimanere aperti alle possibilità e a lavorare con determinazione per costruire una carriera nel mondo della recitazione.
L’incontro ha offerto una panoramica su come l’IA stia cambiando il settore dello spettacolo, senza però sostituire il talento e l’esperienza dei professionisti. Orsillo ha ribadito l’importanza di vedere queste tecnologie come strumenti di supporto e non come sostituti dell’ingegno creativo, aprendo a nuove possibilità di collaborazione tra uomo e macchina nel mondo dell’arte e del cinema.
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