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Si può Lavorare come Copywriter nell’Era di ChatGPT?

Trovare lavoro come copywriter con ChatGPT - Riccardo Esposito

La live, organizzata e condotta da Ilario Gobbi, ha ospitato Riccardo Esposito, un rinomato copywriter, blogger e autore di libri sul blogging e sulla comunicazione online. L’obiettivo principale della discussione era esplorare l’impatto delle intelligenze artificiali generative, come ChatGPT, sul lavoro del copywriter e come queste tecnologie potrebbero ridefinire il futuro della scrittura professionale.

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Laureato in Scienze della Comunicazione e Sociologia alla Sapienza di Roma, Esposito ha raccontato di come la sua carriera abbia preso una direzione inaspettata verso il mondo del web e del copywriting, dopo un inizio orientato verso la ricerca sociologica. Oggi, si occupa di scrittura per il web, gestendo blog e creando contenuti testuali per diverse piattaforme online.

L’importanza del Copywriting nel contesto digitale:

Esposito ha sottolineato l’importanza persistente del copywriting, anche in un’epoca dominata da comunicazioni visive e video. Ha citato un proverbio che recita “chi sa scrivere non muore mai di fame”, per evidenziare come la capacità di creare testi rimanga cruciale. Tuttavia, ha anche menzionato un problema comune nel settore: la percezione diffusa che chiunque sappia scrivere, svalutando così il lavoro del copywriter. Con l’introduzione delle IA, questa dinamica si è intensificata, con molti che preferiscono delegare il lavoro di scrittura direttamente a strumenti come ChatGPT.

ChatGPT e la Rivoluzione nel Copywriting

Ilario Gobbi ha introdotto l’argomento principale della discussione: l’impatto delle IA generative come ChatGPT sul lavoro del copywriter. Ha condiviso la sua visione, secondo cui i compiti più meccanici e meno creativi del copywriting potrebbero essere automatizzati, portando a una riduzione delle opportunità per chi si occupa di questi lavori. Tuttavia, Gobbi ha anche proposto che, dopo un periodo di adattamento, i copywriter potrebbero trarre vantaggio dall’uso delle IA, diventando esperti nell’interfacciarsi con queste tecnologie per produrre contenuti di qualità superiore.

Esposito ha risposto in modo approfondito, offrendo un’analisi che tocca diversi punti chiave:

  • Il Paragone con le Rivoluzioni Tecnologiche del Passato: Esposito ha paragonato l’introduzione delle IA alla rivoluzione industriale e all’avvento della fotografia, notando però che, a differenza delle rivoluzioni passate, l’adozione di nuove tecnologie come ChatGPT è avvenuta in un arco di tempo molto breve, creando un impatto immediato e potenzialmente destabilizzante per molti professionisti.
  • La Realtà della Diffusione di ChatGPT: Ha evidenziato che, sebbene ChatGPT sia molto discusso all’interno di nicchie specifiche come il web marketing, la sua adozione su larga scala è ancora limitata. Fuori da queste cerchie, molte persone non conoscono ancora l’esistenza di questi strumenti o li usano in modo limitato, ad esempio per compiti scolastici.
  • Il Ruolo del Copywriter nell’Era delle IA: Esposito ha spiegato che i copywriter non dovrebbero sentirsi minacciati da ChatGPT. Prima dell’avvento delle IA, il mercato era già saturo di servizi a basso costo offerti da copywriter meno qualificati o da team che offrivano testi a prezzi stracciati. Tuttavia, i professionisti che puntano sulla qualità e sulla personalizzazione continueranno a essere indispensabili per chi desidera una comunicazione efficace.
  • L’Utilizzo di ChatGPT come Strumento: Esposito ha condiviso alcuni esempi pratici di come utilizza ChatGPT nel suo lavoro. Lo usa per generare idee, definizioni sintetiche e tabelle, riconoscendo che, sebbene queste funzioni possano velocizzare il processo, la qualità finale del contenuto dipende ancora dalla revisione e dal contributo umano. Inoltre, ha sottolineato che migliorare o riscrivere i contenuti generati da ChatGPT spesso richiede più tempo e sforzo rispetto alla creazione di un testo da zero.

La live ha continuato con la riflessione che, mentre le IA come ChatGPT stanno indubbiamente cambiando il panorama del copywriting, il ruolo del copywriter non è destinato a scomparire. Al contrario, i copywriter dovranno adattarsi, acquisendo nuove competenze e trovando modi creativi per integrare le IA nei loro processi di lavoro. In definitiva, la chiave per rimanere rilevanti nel settore sarà la capacità di utilizzare queste nuove tecnologie per migliorare la qualità e l’efficacia della comunicazione scritta, mantenendo sempre il tocco umano che le IA, per quanto avanzate, non possono replicare.

Per un copywriter moderno, l’accento sulla costruzione di un’identità di marca forte e riconoscibile è essenziale per rimanere competitivo, soprattutto in un panorama in cui strumenti come ChatGPT stanno prendendo piede per la produzione di contenuti di base. Ecco una riflessione sui pro e i contro della situazione:

Pro dell’uso di AI come ChatGPT:

  1. Velocità e Efficienza: L’AI può accelerare notevolmente alcuni processi come il brainstorming, la creazione di strutture di contenuto e la revisione iniziale di testi. Questo permette ai copywriter di liberare tempo per concentrarsi su compiti più strategici e creativi.
  2. Supporto nella Ricerca: Strumenti AI possono essere utili per ottenere idee su come affrontare un determinato target, identificare punti di forza e di debolezza nei contenuti, o fare keyword research in modo più creativo.
  3. Integrazione Creativa: Se utilizzata in modo sapiente, l’AI può diventare un assistente nel processo creativo, fornendo spunti e alternative che il copywriter può poi raffinare e adattare al suo stile e alle necessità del cliente.

Contro dell’uso di AI come ChatGPT:

  1. Perdita di Originalità: Se usata in modo massivo e senza supervisione, l’AI tende a produrre contenuti standardizzati che possono risultare ripetitivi e poco distintivi. Questo è particolarmente critico in settori competitivi, dove l’originalità e l’autenticità sono fondamentali per emergere.
  2. Mancanza di Profondità: L’AI può mancare di capacità analitiche profonde e di comprensione contestuale, essenziali per la creazione di contenuti di alta qualità, soprattutto in campi specialistici come il copywriting medico.
  3. Falsa Economia: Affidarsi esclusivamente all’AI per risparmiare sui costi potrebbe risultare controproducente. Il risultato finale potrebbe non raggiungere gli standard desiderati, portando a un impatto negativo sulle conversioni e sul brand del cliente.

Costruzione di un’identità di marca superiore:

Per un copywriter, costruire un’identità di marca forte è un passo cruciale per differenziarsi dalla massa e affrontare la sfida dell’AI. Questo processo include:

  1. Specializzazione: Concentrarsi su una nicchia specifica, come il copywriting medico o legale, dove la conoscenza approfondita e la capacità di ricerca sono vitali. Questo crea una barriera naturale contro l’automatizzazione.
  2. Personal Branding: Sviluppare una presenza online che esprima chiaramente il proprio stile, valori, e punti di forza. Utilizzare blog, social media, e casi studio per mostrare il proprio lavoro e i risultati ottenuti.
  3. Clientela di Qualità: Puntare su clienti che apprezzano la qualità e la profondità del lavoro, piuttosto che chi cerca solo il prezzo più basso. Questo implica anche educare i clienti sui benefici di un lavoro di copywriting ben fatto rispetto a soluzioni rapide e superficiali.
  4. Formazione Continua: Mantenersi aggiornati sugli sviluppi dell’AI e delle tecniche di copywriting, ma anche acquisire nuove competenze che possano integrarsi con l’uso dell’AI, come la capacità di analizzare e migliorare i risultati prodotti dall’AI stessa.

Il futuro del copywriting non sarà probabilmente dominato dall’AI, ma dall’integrazione intelligente di queste tecnologie con le competenze umane. Un copywriter che costruisce un’identità di marca forte, specializzata, e riconoscibile, sarà in grado di navigare questa transizione, continuando a fornire valore in un mercato sempre più competitivo.

Nel video, Riccardo Esposito e il suo interlocutore esplorano il tema del branding personale e professionale, con un focus specifico su LinkedIn e sull’evoluzione del panorama digitale, influenzato sempre più dall’intelligenza artificiale.

1. L’Importanza di un Branding a Lungo Termine

Riccardo sottolinea che il branding efficace non è una strategia da attuare solo quando se ne sente la necessità immediata, ma è un lavoro che va iniziato anni prima. Lui stesso si sente al sicuro oggi perché ha investito nel proprio branding per un decennio, costruendo gradualmente una reputazione solida. Questo processo richiede costanza, pazienza e una visione a lungo termine. Iniziare a costruire il proprio brand solo quando si è in difficoltà, o quando le esigenze professionali diventano pressanti, significa affrontare una strada molto più ardua.

Riccardo esprime una certa frustrazione verso LinkedIn, che descrive come una piattaforma dove molti professionisti adottano un approccio aggressivo e superficiale al branding. Si parla di un proliferare di post autocelebrativi in cui le persone tendono a esaltare i propri successi e competenze, spesso in modo esagerato o forzato. Questo tipo di comportamento, secondo Riccardo, può risultare fastidioso e poco autentico, trasformando LinkedIn in una sorta di vetrina dove ci si “canta e suona” da soli. Egli preferisce un approccio più sobrio e genuino, pubblicando contenuti che ritiene utili e interessanti piuttosto che auto-promuoversi in maniera eccessiva.

Riccardo osserva che l‘utilizzo di LinkedIn varia notevolmente da paese a paese. Mentre in Italia il focus sembra essere su una sorta di “mostrare i muscoli” delle proprie competenze e successi, in altri paesi, come negli Stati Uniti, LinkedIn viene usato in maniera più professionale e sostanziale. In contesti internazionali, LinkedIn è visto come uno strumento per costruire relazioni autentiche e significative, piuttosto che una piattaforma di auto-promozione sfrenata.

2. Diversificazione del Branding

Riccardo enfatizza l’importanza di costruire il proprio brand su più fronti. Non basta concentrarsi su una singola piattaforma o strategia; è necessario essere presenti su vari canali come social media, YouTube, blog e siti web, e lavorare su diversi aspetti del proprio brand. Tuttavia, sottolinea anche l’importanza di specializzarsi, diventando un punto di riferimento in un’area specifica piuttosto che cercare di coprire troppo terreno. Per esempio, Riccardo stesso sta gradualmente eliminando contenuti che considera troppo generici dal suo sito, per focalizzarsi invece su tematiche in cui può davvero eccellere e distinguersi.

3. Prepararsi agli Imprevisti

C’è una consapevolezza diffusa che l’ambiente digitale è in continua evoluzione e che le piattaforme o le strategie che funzionano oggi potrebbero non essere efficaci domani. Riccardo riflette su come eventi imprevisti, come un aggiornamento di Google o un cambiamento radicale nell’algoritmo, possano improvvisamente compromettere il traffico di un sito o la visibilità online. È fondamentale avere un “cuscino di sicurezza” o un piano B, per poter adattarsi rapidamente a questi cambiamenti senza subire danni significativi.

4. Ottimizzazione per l’Intelligenza Artificiale

Guardando al futuro, si discute di come il lavoro di copywriting e SEO dovrà adattarsi alla crescente importanza delle intelligenze artificiali. Con il tempo, non si tratterà solo di ottimizzare i contenuti per Google, ma anche per le AI che diventeranno sempre più rilevanti nelle ricerche e nelle interazioni online. L’esempio portato è quello di tool come Perplexity, che offrono risposte basate su una serie di fonti attendibili, e come il posizionamento nei risultati di queste AI diventerà cruciale per la visibilità.

5. Prepararsi all’evoluzione del lavoro di copywriter

Infine, Riccardo conclude con una riflessione più ampia sulla necessità di essere realistici e pronti a gestire l’imprevisto. Citando Mike Tyson, osserva che tutti hanno un piano fino a quando non ricevono un colpo in faccia: in altre parole, è importante avere strategie e piani, ma anche essere pronti a reagire a situazioni impreviste che potrebbero stravolgere tutto. Il mondo digitale è complesso e imprevedibile, quindi oltre a lavorare su un branding forte e diversificato, è fondamentale mantenere la flessibilità e la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti.

In conclusione, il discorso ha esplorato la complessità del branding in un’epoca dominata da un’attenzione superficiale e dall’emergere delle intelligenze artificiali, suggerendo un approccio che unisce la costanza, la specializzazione, e la capacità di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione.

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