Ben ritrovati su questi lidi!
Google, in un continuo sforzo per ottimizzare l’esperienza utente sulla propria piattaforma, ha introdotto una nuova funzionalità denominata “Preferred Sources”. Questa innovazione rappresenta un significativo passo avanti nella personalizzazione dei risultati di ricerca, con particolare enfasi sulla sezione “Top Stories“. L’obiettivo primario di “Preferred Sources” è permettere agli utenti di curare attivamente il proprio flusso di notizie e di privilegiare le fonti di informazione di loro fiducia.
Cosa Sono le Preferred Sources e come nascono
Le Preferred Sources sono, in essenza, un meccanismo attraverso il quale gli utenti di Google Search possono segnalare specifici siti web, come testate giornalistiche, blog o portali di settore, come loro fonti privilegiate. Una volta selezionate, Google utilizzerà tali preferenze per mostrare più spesso i contenuti provenienti da queste fonti nella sezione “Top Stories”. Questo strumento si configura come una caratteristica di personalizzazione destinata a rendere la ricerca più pertinente alle inclinazioni individuali dell’utente.
La genesi di questa funzionalità si colloca nel più ampio contesto degli sforzi di Google per una ricerca più personalizzata e pertinente. Inizialmente lanciata come una caratteristica di “Search Labs” che richiedeva l’attivazione da parte dell’utente, la fase di test ha avuto inizio a giugno. La distribuzione ufficiale è poi cominciata intorno al 12 agosto 2025, o nei giorni immediatamente successivi, per gli utenti di lingua inglese negli Stati Uniti e in India. Questa implementazione risponde alla crescente necessità di filtrare e dare priorità alle informazioni online, data la loro abbondanza, e garantisce un vantaggio concreto agli utenti nella gestione del proprio accesso alle notizie.
Come funzionano le Preferred Sources?
L’interazione con le Preferred Sources è concepita per essere intuitiva. Gli utenti possono attivare la funzionalità optando per “Search Labs” nella fase iniziale. Successivamente, all’interno dei risultati di ricerca, si procede cliccando sull’icona a forma di stella posizionata alla destra dell’intestazione “Top Stories”. In alternativa, dopo una ricerca, l’utente seleziona l’opzione “Preferred Sources”, digita il nome della testata o del sito desiderato e aggiorna i risultati.
I contenuti delle fonti scelte appariranno in sezioni dedicate, quali “Top Stories” o “From your sources”, e ciò facilita un accesso più rapido ai materiali preferiti. Non esiste un limite imposto al numero di fonti che possono essere selezionate; tuttavia, un numero eccessivo di scelte potrebbe ridurre l’efficacia della personalizzazione, rendendo la selezione meno mirata. Le preferenze impostate vengono salvate direttamente sull’account Google dell’utente, e questo elimina la necessità di reinserirle in futuro. Per coloro che hanno partecipato alla fase di test in Google Labs, le impostazioni precedentemente configurate verranno automaticamente mantenute. È importante sottolineare che Google visualizzerà i contenuti delle fonti preferite quando queste pubblicano nuovi articoli o post che risultano pertinenti alla ricerca dell’utente. La funzionalità mantiene inoltre la visibilità di contenuti da altre fonti, in quanto offre agli utenti la possibilità di gestire le proprie selezioni in qualsiasi momento.
Quali impatti le Preferred Sources possono avere sulla SEO?
Attualmente, l’impatto diretto sulla SEO globale è limitato, considerando che la funzionalità è nuova e la sua disponibilità è circoscritta agli utenti di lingua inglese negli Stati Uniti e in India. Tuttavia, il potenziale di questa funzione per modificare le strategie SEO è considerevole.
La sezione “Top Stories” è notoriamente una fonte significativa di traffico per gli editori. L’opportunità di apparire come “fonte preferita” può tradursi in un notevole incremento di questo traffico. Di conseguenza, una strategia emergente per gli editori e i proprietari di siti web è l’incoraggiamento attivo del proprio pubblico fedele a selezionare la propria risorsa come fonte preferita su Google. Questa azione diretta da parte degli utenti, se promossa efficacemente, può aumentare la visibilità del sito all’interno dei risultati di ricerca personalizzati.
Se le Preferred Sources dovessero essere adottate su larga scala, potrebbero radicalmente influenzare il modo in cui gli utenti si informano, rendendo i risultati di ricerca più allineati alle preferenze individuali e favorendo un flusso di notizie altamente personalizzato. Questo implicherà per i professionisti SEO la necessità di concentrarsi non solo sull’ottimizzazione tecnica e contenutistica tradizionale, ma anche su strategie di engagement che spingano gli utenti a interagire direttamente con la funzionalità di selezione delle fonti. La fidelizzazione dell’audience e la costruzione di una reputazione solida diventeranno ancor più cruciali, poiché la preferenza esplicita degli utenti potrà bypassare, in parte, i meccanismi algoritmici generali per la visibilità in determinate sezioni di ricerca.
Google Preferred Sources: un nuova personalizzazione dei risultati in serp?
Google Preferred Sources segna un’evoluzione nella personalizzazione della ricerca, in quanto offrirà agli utenti un controllo senza precedenti sulla loro esperienza informativa. Per i professionisti del marketing e gli editori, questa funzionalità non è solo una novità da osservare, ma una potenziale leva strategica per aumentare la visibilità e il traffico qualificato. La sua estensione futura ad altri mercati, se avverrà, richiederà un adattamento delle tattiche SEO, spostando una parte dell’attenzione verso la coltivazione diretta della preferenza dell’utente e l’interazione proattiva con la propria base di lettori.
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