Come scrivere un romanzo di fantascienza – Intervista ad Alessandro Manini

Come scrivere un romanzo di fantascienza – Intervista ad Alessandro Manini

Ben ritrovati su questi lidi!

Dopo aver parlato dei consigli su come scrivere una ucronia fantasy e di alcuni spunti per creare una storia di fantascienza distopica restiamo in tema di scenari fantastici e fantascientifici con un’intervista ad Alessandro Manini, autore del recentemente pubblicato “Cronache di Yvron I – Bracconieri Genetici” che ci racconterà qualcosa sulla sua esperienza di autore e ci offrirà alcuni consigli su come scrivere un romanzo di fantascienza.

Come scrivere un libro di fantascienza - Alessandro Manini
CRONACHE DI YVRON I – BRACCONIERI GENETICI (edito da Book Evolution)

Grazie per avere accettato questa intervista, Alessandro!
Vuoi raccontarci qualcosa su di te e sulle tue passioni?

Grazie a te. Dunque, mi riconosco come una persona abbastanza eclettica, mi piace fare un po’ di tutto. Oltre al lavoro mi diletto di musica suonando principalmente il basso elettrico in contesti poco tranquilli, chitarre e qualche bizzarro tipo di fiato come la cornamusa.
Mi piace inoltre inventare storie e raccontarle per iscritto, di quando in quando metto a dura prova le mie capacità grafiche (e la mia autostima) sfornando qualche scarabocchio che qualcuno molto generosamente si ostina ancora chiamare disegno e da ultimo, in effetti, se faccio quello che faccio, cioè il programmatore, un motivo dovrà anche esserci: mi piace programmare.

La genesi di un’opera: come nasce il romanzo fantascientifico “Cronache di Yvron I – Bracconieri Genetici”?

L’idea di “Bracconieri Genetici” nasce durante l’estate 2009: vidi un film di fantascienza allora che mi fornì alcuni ultimi dettagli che portarono a completamento un’idea che in realtà covavo da molto più tempo, almeno dai primi anni di liceo. Diciamo che tra il 2000 e il 2009 ho messo insieme in maniera più o meno spontanea una gran quantità di elementi, idee e spunti tratti da una altrettanto grande quantità di film, videogiochi, libri, fumetti e via dicendo.

Ho tentato più volte e in più occasioni di buttare giù trame, abbozzare racconti, qualcosa di coerente, ma alla fine non usciva mai niente di soddisfacente.

In sostanza in quell’estate tra la stesura della tesi, il relatore irreperibile, il rifacimento del tetto di casa con pioggia e muffa all’interno e un drastico cambio di fidanzata (che fu ancora peggio di come può sembrare!), l’idea è esplosa e da allora ogni volta che metto mano al romanzo ho sempre qualcosa da scrivere e le pagine si riempiono. Direi che alla luce di ciò è comprensibile come una fuga dalla realtà fosse necessaria per la mia stessa sopravvivenza e la mia storia fu un ottimo escamotage.

Vuoi raccontarci di cosa parla questo romanzo e perché piacerà agli appassionati di fantascienza?

Parto con il dire che ho deciso di chiamarlo Cronache di Yvron, oltre che Bracconieri Genetici, perché questo primo libro che ho scritto altro non doveva essere inizialmente che una breve introduzione. La quantità di elementi che devo aver raccolto in questi anni di elucubrazioni sul tema, mi ha portato a creare un’ambientazione sorprendentemente vasta (sorprendentemente primo fra tutti per me stesso), che non si esaurisce in Bracconieri Genetici.

Alcuni elementi non direttamente, né esaurientemente trattati da questo romanzo vengono comunque citati dando l’impressione che ci sia dell’altro (almeno spero che sortiscano questo effetto).

Per chi come me è appassionato di fantascienza e di vaste ambientazioni da gioco di ruolo penso che potrà trovare la mia storia interessante, anche perché mette insieme elementi fantasy e più strettamente fantascientifici senza passare per la scorciatoia della “magia”, con cui talvolta si semplificano spiegazioni di fenomeni sconosciuti, rischiando tuttavia al tempo stesso di banalizzarle.

Quale è stata la maggiore difficoltà incontrata nella sua stesura?

Sicuramente il mettere insieme i pezzi nel caos dei miei pensieri e farne uscire qualcosa di coerente: la trama si costruisce un po’ per volta, i temi, le motivazioni che spingono i personaggi a compiere determinate azioni vanno a mescolarsi alle idee che nascono proprio mentre scrivi e spesso non è facile mantenere tutto sotto controllo.

Poi sicuramente occorre raccogliere un minimo di documentazione per evitare l’uso di termini e concetti fuori luogo, specie nelle pseudo-spiegazioni scientifiche di alcuni fenomeni o tecnologie futuristiche.

Consigli su come creare un efficace protagonista di una storia di fantascienza?

Secondo me la storia e i personaggi devono piacere principalmente all’autore, credo sia l’unico modo, almeno dal mio punto di vista di dilettante, di avere una speranza di renderli interessanti. Le persone si assomigliano in superficie, più si scava in profondità e meglio si riesce a comprendere il motivo per cui ognuno in realtà è unico. Se un personaggio nasce dall’istinto, per così dire, del proprio autore, cioè dalla propria univoca traccia genetica, per quanto potrà assomigliare a tanti altri personaggi del genere, porterà sempre con sé qualcosa di unico.

Il titolo del libro lascia presagire la pubblicazione di futuri episodi di una saga. Quali archi narrativi svilupperai nei prossimi episodi?

Sì, come accennavo la storia e l’ambientazione non si esauriscono in questo libro e sto già da tempo procedendo alla stesura del seguito. Alcuni personaggi li rincontreremo ancora e vedremo i loro ruoli cambiare nel corso della storia con l’aggiungersi di nuovi personaggi che li affiancheranno o li ostacoleranno.

Nel seguito si svilupperà inoltre il tema religioso, affrontato tra fede e scetticismo, in maniera progressivamente più centrale nella storia, fino a scoprire alcune misteriose verità, che in maniera spero originale e interessante costituiscono il motore di tutto.

Scrivere di fantascienza: che cosa significa secondo te?

Immaginare un’esistenza in tempi e luoghi differenti, non importa se e quanto futuristici o evoluti.

È mettere alla prova la propria fantasia per accompagnare qualcun altro a scoprire cosa secondo l’autore può succedere in prossimità di un evento come se dovesse accadere domani, ma che nella realtà probabilmente non si arriverebbe mai ad assistervi.

Il mio romanzo parla ad esempio di una specie in via di estinzione, non perché decimata da guerre o epidemie, ma semplicemente perché, assimilata ad un individuo, è giunta al termine del proprio ciclo di esistenza ed i suoi membri non sono più in grado di riprodursi in quantità e qualità adeguate e di come dunque tenteranno di sfuggire al proprio destino.

Ad oggi vedo l’umanità ancora ben lungi dall’estinguersi nonostante … sé stessa. Nel mio caso non è l’umanità che si sta estinguendo, ma ho comunque provato ad immaginare come potrebbe essere se la minaccia fosse incombente.

Quanto è importante avere delle persone con cui confrontarsi durante la stesura di un’opera per ricevere opinioni e “stroncature”, quando serve?

Molto importante. Non ho fatto altro che cercare e tampinare gente che leggesse il mio romanzo e mi desse dei ritorni. Un ruolo fondamentale è stato ricoperto dalla mia fidanzata, ma anche altre persone mi hanno aiutato, compreso il mio intervistatore.

Quali consigli daresti a uno scrittore intenzionato a realizzare una vera e propria saga fantascientifica?

“Smetti!” cit.

Fantasy e fantascienza sono generi abbastanza saturi, per cui gli direi di non preoccuparsi di ricadere in qualcosa di già letto, visto o sentito: è sin troppo facile che accada anche solo accidentalmente e al tempo stesso non si può sapere, conoscere e ricordare tutto.

Certo, copiare spudoratamente qualcun altro non è comunque una buona idea, ma tolti i casi estremi, come accennavo in qualche risposta precedente, poi è l’unicità di ognuno di noi a rendere le cose interessanti, se non per tutti, almeno per qualcuno lo saranno. Se si riesce a far conoscere i propri scritti ad un numero sufficiente di persone, per la legge dei grandi numeri piacerà comunque ad un sacco di gente.

Quali sono le fonti – cinematografiche, fumettistiche e letterarie – che un aspirante scrittore di fantascienza non dovrebbe mai trascurare?

Io non sono uno di quelli che ti fulmina su due piedi se gli confessi di non aver mai visto Star Wars, anche perché chissà quante carenze ho io stesso, però, certo, se vuoi scrivere di fantascienza almeno per sentito dire uno si aspetterebbe che tu ne sappia qualcosa.

Similmente direi che valga altrettanto per Star Trek, Dune e Blade Runner e dal punto di vista letterario, altrettanto ancora e forse anche di più per Isaac Asimov.

Grazie mille per questa intervista Alessandro, a presto!

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