La Psicologia di Goku
Storytelling Film e TV, FumettiBen ritrovati, miei mitici amici, a una nuova puntata dedicata all’analisi psicologica delle opere narrative.
Dragon Ball è un prodotto che nell’arco di quasi quarant’anni ha subito inevitabili variazioni, sia per via del desiderio dell’autore di introdurre nuovi elementi nella storia che per il passaggio dal media di carta a quello televisivo, che ha portato all’aggiunta di caratterizzazioni non presenti nell’opera originale, e talvolta conflittuali.
Leggi tutto: La Psicologia di GokuPartiamo dall’inizio. Cosa sappiamo sul nostro protagonista?
La personalità di Goku
Goku è un membro della razza dei Saiyan, un popolo alieno particolarmente incline al combattimento. Ai tempi della sua nascita i Saiyan sono assoggettati all’esercito di Freezer, un tiranno crudele, narcisista e sadico che da un lato li sfrutta per conquistare pianeti da rivendere, dall’altro li teme per via dell’eventualità che tra loro possa nascere il temibile Super Saiyan.
I genitori di Kakaroth, il nome originale del nostro eroe, sono Bardack e Gine: il padre è un guerriero di basso livello ma di grande talento, mentre la madre è una donna gentile e premurosa. Essi, temendo per la sorte del proprio pianeta, spediscono Kal-El… no, scusate, volevo dire Karakaroth, sulla Terra a bordo di una navicella.
A partire da “Dragon Ball Minus” e dall’arco di Granolah di Dragon Ball Super, si lascia intendere che Goku abbia ereditato una bontà d’animo dai suoi genitori, insolitamente teneri rispetto alla media della loro razza. Dopo essere diventato padre, Bardack mostra una certa pietà verso i nuclei familiari e matura il desiderio di salvare vite altrui, anziché distruggerle come fatto fino ad allora. Durante la missione di sterminio del pianeta Cereal decide, contro gli ordini, di rischiare la propria vita per salvare una coppia di madre e figlio di abitanti del pianeta.
Nell’OAV “Bardock – The father of Goku” però questi elementi sono del tutto assenti: Bardack appare come un classico, cinico Saiyan adulto disinteressato alla sorte della propria prole, se non fosse per la convinzione che suo figlio un giorno avrebbe sconfitto il tirannico Freezer. Questa personalità tiene anche in “Episode of Bardock” dove comunque mostra un atteggiamento più eroico nel difendere dalle vessazioni gli antichi abitanti di Plant.
I giovani Saiyan passano i primi anni di vita all’interno di capsule rinforzanti, veri e propri surrogati dell’affetto materno una volta usciti dal ventre della madre, il che potrebbe incidere sulla mancanza di amore ed empatia che mostrano i membri di tale popolo. All’età di tre anni, dicevamo, il piccolo giunge sulla Terra, dove viene raccolto dall’anziano esperto di arti marziali Gohan che diviene suo nonno adottivo.
Goku mostra un atteggiamento violento e ingestibile, come possibile reazione nervosa per la separazione forzata dai genitori biologici. Dopo avere subito un violento trauma cranico perde ogni ricordo della sua infanzia e infatti inizia a mostrare una natura tranquilla e ben disposta.
Generalmente il pubblico crede che in questa occasione il protagonista abbia cambiato personalità oppure che abbia subito danni cerebrali, ma non ci sono prove che sia così.
A conti fatti ciò che viene detto che l’unica cosa che abbia perso è la memoria, portando a pensare che le sue inclinazioni violente fossero il frutto del condizionamento sociale acquisito fin dalla nascita e di un eventuale stress nervoso dall’adattamento a un nuovo ambiente.
Dopo la morte del nonno provocata inconsapevolmente da Goku stesso, trasformatosi in Oozaru durante una notte di luna piena, il giovane protagonista vive da solo fino all’età di 12 anni, fino a quando incontra Bulma, una ragazza geniale che intende radunare le sette sfere del drago, le quali possono garantire ogni desiderio. Con ella inizia un viaggio che lo porterà a diventare l’eroe che conosciamo.
Goku è stupido?
E qui sfatiamo un altro mito. Goku viene spesso additato come stupido, siccome da questo punto in poi compie una gag dopo l’altra fraintendendo ogni concetto legato alle convenzioni sociali, alla tecnologia modena e alle differenze fra i due sessi, non avendo mai visto una donna fino ad allora.
Ciò che invece appuriamo durante tutta la saga è che Goku ha un’intelligenza prodigiosa nel campo delle arti marziali. Impara dopo averla vista una sola volta l’onda Kamehameha – che aveva richiesto all’esperto maestro Muten 50 anni per essere messa a punto- e supera progressivamente i suoi maestri non solo a livello di forza fisica, ma di traguardi in termini di comprensione delle arti marziali.
Più che stupido, Goku ha un grosso ritardo in fase della crescita nell’apprendimento delle relazioni umani, ma si può vedere come recupera velocemente imparando a stringere legami di amicizia sani e duraturi, pur restando ingenuo in relazione non alel facoltà intellettive, ma della scarsa esperienza in determinati ambiti.
Goku è un buon padre?
Goku viene spesso additato di essere un cattivo padre per Gohan e un marito assente per Chichi, siccome dedica la gran parte del suo tempo agli allenamenti e, per una ragione o per un altra, è fisicamente assente nel nucleo familiare, facendo ricadere sulla moglie l’intero onere di provvedere ai bisogni della famiglia.
Chichi avverte particolarmente la tensione derivante dal suo ruolo di madre che la porta a frequenti sbalzi collerici nei confronti del marito e a un atteggiamento oppressivo verso il figlio, facendolo studiare per la maggior parte del tempo. La donna è indubbiamente l’elemento dominante in quella famiglia, tant’è che pochi personaggi mostrano di poterla tenere a bada quando è arrabbiata.
Chichi avverte tutta la responsabilità di dover crescere i figli e badare a tutte le incombenze domestiche, mentre il marito, per tutta la serie Z, non da mai segno di contribuire né economicamente né in altro modo all’andamento della casa, se non allenando Gohan.
Questo porta la famiglia a dipendere economicamente dal padre di Chichi che per anni e anni fornisce loro sostentamento, tranciando quindi ogni possibilità per la donna di formare una famiglia del tutto autosufficiente. La situazione peggiora ulteriormente quando Goku muore e Chichi si ritrova da vedova a crescere non uno ma due figli, con il patrimonio economico del padre che sta via via esaurendosi e quindi senza possibilità di mantenersi economicamente.
Quando Gohan diventa un giovane uomo mostra atteggiamenti castranti nei suoi confronti, presumibilmente temendo che un suo interesse per le ragazze possa distrarlo dagli studi, da cui deriva la possibilità di un buon lavoro e quindi letteralmente di evitare di fare la fame: difatti, quando apprende che Videl è di famiglia ricca, in maniera piuttosto comica da la sua benedizione alla loro unione, benedizione che nessuno tra l’altro aveva richiesto.
Quello che si evince dalla serie, filler e OAV compresi, è che Goku prova affetto per i suoi familiari, dimostrandosi sempre preoccupato e arrabbiato quando questi vengono minacciati o feriti, oltre che affettuoso verso i suoi figli da piccoli. Inoltre, se non quando è realmente necessario dalle minacce incombenti, non costringe mai Gohan ad allenarsi, accettando il fatto che suo figlio è una persona diversa da lui con obiettivi che non coincidono con i suoi.
Considerando che Goku appare ossessionato dallo sfidare personaggi all’altezza della sua forza, e considerata la potenza che Gohan mostra sempre di non avere espresso al massimo, è quindi lodevole che nella sua veste di padre abbia dato priorità alla piena realizzazione del figlio piuttosto che al soddisfacimento dei suoi desideri egoistici.
Al di là di ciò, Chichi ama profondamente suo marito e riesce, nonostante la propria resistenza interna, a venire a patti con la sua natura, capendo che i suoi desideri sono parte fondamentale del suo benessere.
Goku ha mai baciato Chichi?
Una curiosità che interessa i fan da decenni è l’apparente ingenuità del protagonista in fatto di argomenti sessuali nonostante sia padre di due figli, siccome viene rappresentato come praticamente distaccato, se non all’oscuro, di questi aspetti. Nell’anime, soltanto in un episodio filler, si fa intuire che dia un bacio a sua moglie (senza nemmeno confermarlo) e in una gag di Dragon Ball Super da l’impressione – errata – di sapere a malapena cosa siano i baci.
Comunque, principalmente, ciò è da ricondursi al fatto che Toriyama ha riconosciuto di non essere affatto bravo con le storie romantiche, mostrando soltanto pochi elementi di tale genere nelle sue opere, lasciando allo spettatore quindi la sensazione che Goku sia asessuale o comunque che il sesso non sia affatto una parte importante della propria vita.
E ora passiamo alle contraddizioni che interessano la psicologia del personaggio.
Goku è buono o cattivo?
Gran parte di noi è cresciuta con gli adattamenti televisivi del manga che hanno fornito un’interpretazione del personaggio molto vicina al modello dell’eroe tradizionale.
Il Goku animato è un eroe che si preoccupa anzitutto del benessere della Terra e dell’universo, un vero e proprio supereroe che interviene quando la vita viene minacciata, e che oltre a ciò ama combattere con avversari molto forti.
Rispetto alla media dei Saiyan, Goku è tutt’altro che sanguinario. Nel manga originario elimina solamente i cattivi oltre ogni possibilità di redenzione, e mostra un talento quasi empatico nel risparmiare coloro che, successivamente, perderanno in effetti le proprie inclinazioni omicide. Negli OAV invece elimina praticamente ogni cattivo che gli si pone davanti, cosa che stride con la caratterizzazione canonica, visto che fino all’ultimo si era rifiutato persino di eliminare Freezer, che aveva le mani sporche anche del sangue del suo migliore amico.
Nel’arco di Moro, quando l’antagonista titolare viene inizialmente sconfitto, Goku propone a oltranza di salvargli la vita, nonostante lo sterminato numero di crimini da lui commesso e il fatto che gravasse su di lui una condanna a morte. Questo però contraddice quello che nell’anime è l’obiettivo principale di salvaguardare la vita umana.
Moro infatti non ha dato alcun segno di pentimento e subito dopo mette in moto una serie di circostanze che portano sull’orlo dell’annichilimento totale, e che soltanto una serie di collaborazioni riesce a sventare.
Similmente, nell’arco del Torneo del Potere, per soddisfare la propria brama di sfide richiede a gran voce di attivare un torneo tra i migliori combattenti di tutti gli universi, che si scopre prevedere un solo mondo vincitore a scapito della distruzione degli altri.
Questo perché Goku, oltre alla sua indole pacifica ed eroica, ha un lato tremendamente egoista. Prima che ci saltiate alla gola per questa affermazione, lasciamo parlare qualcuno che è leggermente più autorevole di noi in questo ambito: Akira Toriyama.
Egli si è espresso in merito alla caratterizzazione del suo personaggio in varie occasioni, specie nel 1996 e in occasione dell’uscita di “Battle of Gods”.
“In pratica, Son Goku di Dragon Ball non combatte per il bene degli altri, ma perché vuole combattere contro i più forti. Quindi, una volta che Dragon Ball è stato animato, in ogni caso, sono sempre stato insoddisfatto della rappresentazione del tipo “eroe giusto” che gli hanno dato. Credo di non essere riuscito a fargli cogliere gli elementi di “veleno” che entrano ed escono allo scoperto tra le ombre.”
L’idea del Maestro quindi era quella di creare un personaggio davvero puro, non purezza nel senso di bontà che intendiamo noi, ma di piena determinazione nella propria auto-realizzazione, che quindi lo porta sempre e comunque a combattere, mettendo in secondo piano la salvaguardia altrui. Afferma infatti:
“E anche se finisce per salvare tutti, lui stesso ha almeno una sincerità molto pura nel “voler diventare più forte”. Quello che volevo rappresentare maggiormente era la sensazione che potesse non essere affatto un bravo ragazzo, anche se poi fa cose buone.”
L’esempio più classico è quando Goku chiede a Crilin di risparmiare un moribondo Vegeta, dopo che tutti i loro amici sono stati eliminati, principalmente perché vuole continuare a combattere contro di lui. Ovviamente, sappiamo che poi in seguito le cose prenderanno una piega positiva; tuttavia, ricordiamo che poco dopo questi fatti Vegeta giunge su Namecc e stermina senza remore un gran numero di nativi.
Questo quindi mette in risalto l’enorme avventatezza con cui Goku prende, senza consultare nessuno, decisioni che impattano sulla sopravvivenza dell’intero universo, e che fortunatamente non hanno poi conseguenze tragiche, ma anche positive.
Se siete convinti che Goku risponda in tutto e per tutto allo stereotipo dell’eroe puro e altruista, prendiamo un altro esempio che ci sembra calzante: Superman.
Ambedue sono alieni tremendamente forti e con poteri straordinari che difendono la Terra da innumerevoli minacce.
Ecco, riuscite a immaginarvi Superman che lascia volontariamente in circolazione Doomsday o Brainiac, allo scopo di combatterli successivamente per diventare più forte?
Arriviamo quindi a un tratto caratteriale di Kakaroth decisamente preponderante nella sua personalità.
Goku ha una smania senza confini di misurarsi con avversari sempre più forti, non per raggiungere la vetta, ma per migliorarsi continuamente ed essere spinto verso traguardi sempre più elevati.
Ovviamente, non vogliamo dire che il nostro eroe farebbe del male a qualcuno per soddisfare questa brama incontenibile, ma che è disposto a correre il rischio che ciò accada, attingendo alla fiducia nelle proprie doti, in quelle dei suoi compagni e nelle circostanze che tutto andrà per il meglio, cosa che alla fine avviene.
Questa inclinazione egoistica, ma coltivata in modo sano senza l’intento dichiarato di nuocere agli altri, ha un inaspettato effetto positivo anche su altre persone.
Vegetta per gran parte della serie Z è l’avversario giurato di Goku: il fatto che un guerriero di basso livello si dimostri superiore al principe della loro razza distrugge l’ego di Vegeta, il quale diventa ossessionato dal desiderio di prendersi la rivalsa.
Nel tentativo di elaborare questa ossessione Vegeta fa quello che non aveva mai fatto fino ad allora: inizia a studiare le ragioni di un’altra persona e inizia piano piano a comprendere il punto di vista altrui, sviluppando sentimenti come amore ed empatia assolutamente impensabili nella sua versione iniziale, al punto da riconoscere che questo mix di nobilità d’animo e di aspirazioni egoistiche sono ciò che rendono il suo rivale il più eccezionale di tutti.
Per concludere quindi, questa caratterizzazione rende Goku un eroe immaginario più sfaccettato e realistico di altri totalmente devoti al bene comune, senza ambizioni personali alla base di un conflitto interiore tra obiettivi personali e morali in antitesi, che li porti a crescere interiormente.
E con questo è tutto. Lasciaci un commento. Noi ci vediamo alla prossima.