Chi è il Joker? Storia e Analisi Psicologica
Storytelling Fumetti, TVOggi ci immergeremo nell’analisi di uno dei più celebri antagonisti delle storie a fumetti di tutti i tempi: il principe pagliaccio del crimine, il flagello di Gotham City, la nemesi del cavaliere oscuro. O semplicemente, il Joker.
Il Joker – personaggio creato nel 1940 da Bob Kane, Bill Finger e Jerry Robinson – non deve essere preso soltanto come il nemico per eccellenza di Batman, ma anche come la quintessenza del cattivo dell’universo DC e uno dei più grandi villain immaginari di sempre. Assieme a Lex Luthor è uno dei pochissimi umani senza super poteri in grado di mettere in seria difficoltà persino la Justice League e in più di un’occasione le sue trame mettono in pericolo la vita sull’intera Terra: pensiamo alla saga “Joker Imperatore” dove mette le mani sui poteri divini di Mr. Mxyzptlk e crea un universo da incubo.
Egli rappresenta il male in forma umana per antonomasia, al punto tale che anche la sua morte è in grado di avviare tremendi eventi a catena, vedasi l’universo di “Kingdom Come”, dove il suo omicidio è il catalizzatore del declino dei supereroi, e il videogioco “Injustice: Gods Among Us” dove spinge Superman a eliminarlo avviando la sua degenerazione in un tiranno.
Per comprendere questo personaggio per quanto possibile, dobbiamo analizzare le sue diverse incarnazioni e le rispettive origini.
Condizione unica del Joker è che, anche all’interno della stessa linea temporale, vengono fornite più origini e più caratterizzazioni della medesima persona, rendendolo caratterialmente quasi un personaggio diverso in molte delle storie in cui compare.
In Justice League #50, addirittura, Batman chiede a l’onnisciente trono di Metron quale sia il vero nome di Joker e questi gli risponde che esistono tre Joker: questa svolta epocale potrebbe essere vista come un modo per ricondurre le diversissime caratterizzazioni a tre veri e propri personaggi distinti nell’Universo DC con lo stesso nome.
Chi è il Joker?
Il Joker, in gran parte delle sue versioni, viene caratterizzato come un uomo dalla pelle bianca, i capelli verdi e con un sorriso rosso stampato sul viso (a volte costituito da veri e propri sfregi), dalla risata maniacale e dal caratteristico vestito elegante viola.
Non è noto in via ufficiale il suo nome, nel corso della sua storia editoriale gli sono stati affibbiati vari alias come “Jack White”, “Jack Napier” o “Jospeh Kerr”.
Ritenuto comunemente il più pericoloso flagello criminale di Gotham City se non del mondo intero, è un criminale sociopatico che mette in piedi piani spesso complessi e addirittura incomprensibili per acquisire denaro o potere personale, ma il più delle volte per il solo gusto di sfidare Batman o per uccidere quante più persone possibile.
Viene caratterizzato come un assassino di massa privo di morale che uccide senza difficoltà uomini, donne e bambini, un criminale sadico dal contorto senso dello humour sempre costretto a ridere anche se mai felice.
Nella comunità dei criminali DC viene ritenuto un elemento pericolosissimo e incontrollabile, molte volte integrato in gruppi come l’Injustice Society ma ad alto rischio di tradimento, che soltanto soggetti pericolosi quanto lui come Lex Luthor sono in grado in qualche modo di arginare.
In varie versioni rappresenta il vero e proprio spartiacque tra il crimine convenzionale delle tradizionali famiglie mafiose e il super-crimine perpetrato da individui pittoreschi con risorse e ambizioni sopra la media, di cui rappresenta l’apice e l’elemento più estremo.
Molte volte prende il controllo del gruppo di criminali nemici di Batman, finendo anche con il nuocere a essi stessi per via delle sue tendenze psicotiche e auto distruttive.
Possiede una mente incredibilmente rapida e acuta, che gli consente di manipolare sottilmente chiunque con cui abbia a che fare; nel corso del suo primo incontro in manicomio con la dottoressa Harleen Quinzel gli bastano pochi minuti per traviarla e trasformarla in una sua devota innamorata.
A seconda degli autori viene descritto come un lottatore più o meno versatile, un abile trasformista. un pistolero esperto, dai talenti molto approfonditi in chimica.
Non possiede veri e propri super poteri, se non una eventuale immunità a molti tipi di tossine grazie alle sperimentazioni compiute su se stesso. Nel nuovo 52 è lasciato intendere che la sua proverbiale capacità di sopravvivere a danni estremi possa essere legata al possesso di un pozzo di Lazzaro.
La sua intelligenza è altissima, a livelli non quantificabili, al punto che un detective superbo come Batman innumerevoli volte non riesce a comprendere fino in fondo i suoi piani.
Fa uso di gadget clowneschi come pistole giocattolo, fiori da taschino che emettono acido, spille elettriche portatili. La sua arma caratteristica è il veleno di Joker, una tossina che costringe la vittima a ridere forsennatamente fino a morire per soffocamento, lasciandole un sorriso sardonico stampato sul viso.
Il principe pagliaccio del crimine è una figura leggendaria tra i malviventi di Gotham City, responsabile di migliaia di uccisioni e di un altissimo numero di piani andati a segno. Per quanto spesso e volentieri sacrifichi i suoi uomini anche solo per divertimento, innumerevoli squilibrati si sentono ispirati dalle sue gesta e lo venerano al pari di un messia, servendolo anche con la propria vita.
Questo fa sì che la gang di Joker sia sempre una delle più pericolose a causa dell’insana crudeltà dei suoi membri e della folle genialità del loro capo.
La psicologia del Joker
Le interpretazioni dei disturbi mentali di Joker tradizionalmente comprendono schizofrenia, personalità antisociale narcisista, disturbo di personalità borderline, violenti e repentini sbalzi di umore, ma non sembra soffrire di allucinazioni o di disturbo dissociativo di identità.
Le motivazioni che spingono il Joker a uccidere con così tanta efferatezza non possono essere ricondotte alla semplice brama di soldi e potere, né a un semplice piacere sadico nella sofferenza inflitta al prossimo.
Tendenzialmente, Joker vede l’ordine come sbagliato e il caos come ordine, perciò ritiene di assolvere a un dovere naturale distruggendo la società a partire dalle sue stesse fondamenta.
Non a caso i suoi obiettivi molte volte sono cariche pubbliche, polizia, ospedali, bacini idrici, tutte le risorse necessarie a mantenere un corretto funzionamento della società civile.
Oltre a ciò, egli vede le persone comuni come marionette tristi e devitalizzate e agisce con lo scopo di spargere divertimento, molto spesso facendole morire letteralmente dal ridere con il suo veleno.
In una città grigia e soffocante come Gotham City, lui si considera l’antidoto ideale alla tristezza e alla depressione, e decide di condividere la sua risata con gli altri, che lo vogliano oppure no.
Viene descritto come un individuo che non ha letteralmente paura di nulla (il gas del terrore dello Spaventapasseri non ha effetto su di lui), che vive per seminare il caos: nulla lo smuove se non la sofferenza altrui. Non teme di sacrificare la propria vita, innumerevoli volte Batman cade sotto i suoi tranelli per salvarlo da una caduta fatale in cui si è gettato di proposito o da una pistola che si è puntato lui stesso alla tempia.
I suoi piani mietono sempre innumerevoli vite e spesso hanno proprio lo scopo di uccidere un gran numero di persone: in genere ammazza per il solo fatto di trovarlo divertente, anche se ciò rischia addirittura di complicare i suoi stessi piani.
Il Joker è davvero pazzo oppure no?
Nella storia a fumetti “Arkham Asylum” di Morrison e McKean, il Joker viene definito come afflitto da un disordine neurologico simile alla Sindrome di Tourette: egli è un “super sano di mente” in uno stato mentale in cui le informazioni non vengono controllate, perciò ogni giorno ricostruisce la sua psiche in modo diverso. Crede di essere il signore del caos e che il mondo sia il teatro dell’assurdo, che il mondo intero sia una barzelletta.
Svariate volte viene definito come qualcosa di diverso dall’essere umano, una “grotesquerie d’orrore assolutamente incompatibile con la natura umana”.
Altre volte però viene fatto intendere da personaggi come Jason Todd o L’Enigmista che finga di essere matto per evitare la sedia elettrica o soltanto le conseguenze delle sue azioni, o perlomeno che in fondo capisca la portata delle sue atrocità.
Quando il Joker, dopo essere stato ucciso da Ra’s Al Ghul, viene resuscitato con un pozzo di Lazzaro, bagno chimico che in genere lascia momentaneamente pazzi coloro che riporta in vita, per un breve periodo rimane sano di mente ed esprime sconcerto per le proprie azioni. In un’altra occasione Martian Manhunter momentaneamente riordina i suoi pensieri e anche lì si dice pentito delle azioni che ha compiuto.
Il più delle volte però la sua follia appare come un fatto incontrovertibile.
In “Tornare in sé”, dopo che si sparge la voce erronea della morte di Batman, la sua mente collassa e torna sano di mente, abbandonando le sue tendenze psicotiche, solo per riabbracciarle quando la notizia viene smentita.
Nelle storie del ciclo de “Il Guanto Nero” Joker viene colpito alla testa da un proiettile sparato da un impostore di Batman. I danni cerebrali che subisce lo rendono ancora più pazzo del solito, spingendolo a un ulteriore livello di sadismo ancora più inquietante. Viene assoldato dai degenerati membri del Guanto Nero per un piano volto a fare impazzire e distruggere Batman, ma deluso dai loro standard li tradisce uccidendoli quasi tutti.
In “Batman: Cavaliere Bianco” il Joker viene costretto da un violentissimo Batman a ingerire delle pillole che lo fanno regredire alla sua identità civile Jack Napier. In questa forma si dimostra un abile manipolatore e un astuto politicante volgendo l’opinione pubblica contro Batman visto come una mina vagante peggiore di lui.
In “Joker” di Bermejo e Azzarello, dal tono realistico, ha un’indole nevrotica e un enorme desiderio di violenza latente, sia verso il suo sottoposto che verso se stesso.
Dal punto di vista della sessualità, viene descritto in maniera piuttosto diversa a seconda degli autori.
Nella storia “Arkham Asylum” sempre di Morrison ha degli atteggiamenti sessualmente provocanti verso Batman allo scopo di intimorirlo e di metterlo sulla difensiva.
La sua relazione con Harley Quinn viene interpretata quasi sempre come un rapporto di dominanza psicologica e di continui abusi su quest’ultima basta niente affatto sull’amore (come il film Suicide Squad vorrebbe invece ridicolmente farci credere).
Nel corso degli anni Joker comanda, umilia, tortura e violenta psicologicamente Harley nei modi più disparati, con lei che saltuariamente riesce a uscire da quella morbosa sudditanza solo per ricaderci subito dopo. Più che amarla, il clown la considera una sua proprietà, se ne avvale come braccio destro fanaticamente a lui devota, ma è sempre pronto ad abusare fisicamente o mentalmente di lei non appena ne sente il bisogno.
In alcuni casi comunque la loro relazione è anche di natura sessuale, nel corso dell’universo New 52 ad esempio Harley si allontana per dare alla luce la loro figlia lontana da lui, ma quando lo riavvicina dopo un anno si accorge che non si era nemmeno reso conto che se ne fosse andata.
Quale è il rapporto tra Joker e Batman?
Nelle storie tradizionali Joker è un ricorrente nemico di Batman del quale si vuole liberare per avere campo libero nei propri piani criminali.
Negli anni successivi sono state date interpretazioni più variegate del loro legame: a seconda dei casi Joker vuole strappare una risata a Batman, farlo diventare pazzo, diventare lui stesso Batman, farsi uccidere da lui per fargli violare il suo precetto di non uccidere.
In generale spera di continuare per sempre a combattere insieme in una indissolubile relazione di caos e distruzione.
In tutte le versioni che tengono conto del background di “The Kiling Joke”, traspare che Batman abbia una responsabilità diretta nelle sue origini, il che lo rende per un certo verso corresponsabile delle migliaia di morti che si sono abbattute su Gotham City e sul resto del mondo.
Ciò nonostante il cavaliere oscuro si impone sia di non ucciderlo che di non lasciare che si uccida con le sue stesse mani, alimentando un circolo infinito di morti che riprenderà ogni volta non appena evaderà dal manicomio di Arkham.
In genere Joker non conosce l’identità di Batman/ Bruce Wayne, o per meglio dire non vuole assolutamente conoscerla – in quanto “sminuirebbe” la sua concezione dell’avversario. Non tollera assolutamente che altri fuorché lui possano uccidere Batman, quando ciò apparentemente avviene colto da un raptus omicida verso coloro che lo hanno privato di questo diritto.
Nella storia “La morte della famiglia” il Joker – che in questa fase si è fatto strappare la faccia che ora porta attaccata al viso – si convince della necessità di uccidere tutti i membri della bat-famiglia che a suo dire indeboliscono Batman.
Egli vede se stesso come giullare e Batman come il re, e si intuisce che provi per lui una sorta di vero e proprio amore.
In questa storia si intuisce che il pagliaccio non sia letteralmente in grado di capire che Bruce Wayne sia il cavaliere oscuro, siccome il suo cervello non registra questa informazione neanche trovandosela davanti, per preservare la sua concezione dell’avversario.
In “Il testimone di nozze” tenta di uccidere Selina Kyle prima che si sposi con Bruce Wayne, ribadendo il concetto che un Batman felice non sarebbe più Batman, e in tal caso non ci sarebbe più nessuno per le strade in grado di impedirgli di uccidere chiunque.
Le origini del Joker
Le sue origini vengono narrate in modo pesantemente diverso ogni volta che gli autori ne hanno l’occasione. L’impressione che se ne ha in generale è che il suo cervello produca un gran numero di storie differenti al fine di proteggerlo da qualche evento passato che lo ha sconvolto pesantemente.
In una storia degli anni Cinquanta “L’uomo sotto il cappuccio rosso”, viene rivelato che prima di vestire il look da clown era un altro criminale noto come Cappuccio Rosso, indossante uno smoking e un copricapo a forma di vaso rosso: questo background come vedremo viene integrato in molte versioni successive.
Nella prima storia del 1940 in cui compare, Joker è un ladro che uccide le sue vittime con il suo micidiale veleno che uccide lasciando una smorfia a forma di sorriso sul volto. Batman e Robin riescono infine a catturarlo dopo un furioso combattimento e a spedirlo dietro le sbarre.
Il plot di questa trama viene ribadito con qualche differenza anche in “L’uomo che ride”.
“The Killing Joke” di Alan Moore e Brian Bollard sancisce quelle che sono comunemente riconosciute come le origini del clown principe del crimine da prendere in considerazione.
Comico di scarsissimo talento, con moglie incinta da portare via da un quartiere malfamato, accetta la proposta di due criminali di condurli verso il luogo di una rapina attraverso un passaggio nella Ace Chemicals, una ditta di prodotti chimici nella quale aveva lavorato.
Per garantirgli l’anonimato i due gli forniscono un costume composto da smoking e copricapo a forma di vaso rosso, già usato da precedenti malviventi chiamati Cappuccio Rosso. Poco prima dell’esecuzione del colpo, la polizia lo informa che la moglie con il figlio in grembo è morta a causa dell’esplosione di uno scaldabiberon difettoso.
Alienato dal mondo, viene costretto a eseguire ugualmente il colpo, ma in quel mentre interviene la polizia e un vigilante da poco apparso sulle scene: Batman.
Per sfuggirgli l’uomo cade in mezzo a dei liquami chimici e ne esce con il vestito tinto di viola, la pelle sbiancata, i capelli verdi e le labbra rosso intenso.
Queste origini vengono esposte dal suo punto di vista e nella stessa storia il clown conferma di volersi tenere più opzioni possibili in merito alle proprie origini, rendendo la veridicità di questa storia tutta da chiarire.
Nel corso della stessa storia spara a Barbara Gordon lasciandola paralizzata e rapisce suo padre, il Commissario Gordon. Il suo scopo è quello di farlo impazzire attraverso un tour degli orrori in un luna park da incubo e facendogli vedere foto di sua figlia nuda che si dissangua, per dimostrare che anche l’uomo più integerrimo di questo mondo può diventare folle come lui se attraversa una giornata andata storta.
Il Commissario però resiste dimostrando che è possibile restare saldi anche davanti al mondo che sembra una crudele, sadica barzelletta.
In “Amanti e pazzi” si tratta di un criminale apatico di nome Jack con tendenze depressive e suicide che viene arruolato nel crimine grazie al proprio talento con la pistola: in uno scontro con Batman viene ferito al volto dai batrang ottenendo il caratteristico sfregio sulle guance. Per vendicarsi delle ferite che ha inflitto a una sua amica, Bruce Wayne dice a dei malviventi dove catturarlo per farlo uccidere, ma poi si pente e interviene a salvarlo. Nel corso dello scontro Jack cade in una vasca piena di antidepressivi e ne esce con la pelle sbiancata e una goiosa voglia di uccidere.
Esistono poi altre versioni delle sue origini, in “Amore pazzo” menziona un padre violento e ubriacone che lo avrebbe traviato, oppure in altre occasioni sostiene di essere stato lanciato intenzionalmente da Batman nel vascone dei liquami.
Cartoni, film e videogiochi
Passiamo ora ad esaminare le principali versioni animate e cinematografiche.
La versione della serie animata “Le avventure di Batman” del ’92 è doppiata da Mark Hamill, che riprenderà il suo ruolo innumerevoli volte fino a oggi.
Le sue origini rispecchiano quelle del primo film di Tim Burton, anche qui è un sicario degenerato dallo humour macabro che diventa uno dei principali nemici di Batman. Viene caratterizzato come un criminale oltremodo sadico in cerca di denaro e potere, che odia Batman ma che comunque si sente legato a lui in una serie infinita di battaglie. Questa versione viene uccisa nel film “Il ritorno del Joker” da un jokerizzato Tim Drake, ma si scopre che ha trasferito la sua coscienza in un chip collocato in quest’ultimo che lo costringe a trasformarsi fisicamente in Joker. Viene infine eliminato da Terry McGillis, il Batman of the Future.
Nella serie animata “The Batman” viene dipinto come un pazzo dalle proporzioni scimmiesche e super agile, sempre con “una giornata andata storta” sul groppone, che si diverte a seminare morte a Gotham City e a sfidare Batman per divertirsi.
In “Batman: The Brave and the Bold”, che riadatta le storie classiche, è un mix tra la versione dello show con Adam West e le caratteristiche più moderne. Tendenzialmente è un criminale burlone e spietato che ama confrontarsi con Batman e che fa uso del joker smilex. In una realtà parallela compare la sua versione Cappuccio Rosso che però è un eroe nobile e coraggioso.
In “Gotham” sono presenti due figure simili a Joker. Jerome Valeska incarna l’innato sadismo e un distorto horror macabro; suo fratello gemello Jeremiah, torturato e avvelenato da questi, inizialmente è un criminale crudele dall’indole più ordinata, per poi diventare caotico e distruttivo dopo l’incidente all’Ace Chemicals.
Nella serie live action Batman del 1966 è interpretato dall’attore Cesar Romero, famoso per non essersi voluto radere i baffi, che rimasero ben visibili sotto il cerone del trucco.
In questa versione, in linea con l’atmosfera dello show, è un buffone sopra le righe che architetta piani macchinosi con cui arricchirsi e che tenta di battere Batman e di eliminarlo con stramberie di vario genere.
Nel film Batman del 1989 è un criminale sadico con tendenze psicotiche di nome Jack Napier che cade in un vascone di sostanze chimiche nella Ace Chemicals. Uscito con la pelle sbiancata e i nervi della faccia digrignati a forza, si mette a scalare i vertici della malavita di Gotham e a seminare morti con il suo veleno esilarante Smilex. Si scopre che è anche il responsabile della morte dei genitori di Bruce Wayne.
Alla fine del film Batman Begins il commissario Gordon consegna a Batman una carta jolly che lascia intuire l’esistenza del criminale. Nel sequel Il cavaliere oscuro Joker è un delinquente geniale di origini ignote, ha una sorta di pittura di pelle bianca e ogni volta che ne ha la possibilità giustifica le proprie cicatrici in maniera differente, in accordo con il suo desiderio di avere quante più origini possibili come espresso in The Killing Joke.
Viene assunto dai boss della mala per uccidere Batman ma rapidamente diventa una mina vagante incontrollabile. Con il passare del tempo si capisce che intende se stesso come un meccanismo del caos e un ingranaggio del crollo della società civile.
Vede infatti l’ordine sociale come un’impalcatura ipocrita pronta a crollare al primo segnale di crisi. Per dimostrare questo teorema contribuisce a far degenerare l’inossidabile procuratore distrettuale Harvey Dent nella follia, e tenta di costringere gli occupanti di ognuno due battelli a far esplodere l’altro per avere salva la vita. In questa versione si considera legato indissolubilmente a Batman e destinato a combattere contro di lui per sempre.
Nella versione del film Suicide Squad viene più accentuata la sua funzione di boss criminale spietato, in relazione al desiderio morboso verso Harley Quinn.
Nel film Joker il personaggio di nome Arthur Fleck è un comico di scarso talento che vive con sua madre Penny in un sobborgo malfamato di Gotham City, città afflitta da violente tensioni sociali.
Privo quasi di ogni relazione sociale, Fleck lavora come clown da intrattenimento ma vorrebbe fare il comico come il suo idolo televisivo Murray Franklin.
Fleck viene mostrato come un soggetto introverso e di scarsa autostima, immerso frequentemente in sogni allucinatori (non deliri, siccome si può capire che lui è conscio che non siano reali) che rendono molto arduo per lo spettatore capire quali dei fatti che avvengono dal suo punto di vista stanno realmente accadendo e quali invece no.
Prendendo per buone le informazioni narrate, potrebbe essere il frutto di una relazione adulterina tra Thomas Wayne e una sua domestica, sulla quale però gravano forti sospetti di squilibri mentali e che potrebbe essersi inventata tutto. Arthur soffre, come conseguenza di abusi subiti da piccolo, di un disturbo nervoso che lo spinge a ridere in maniera incontrollata quando prova un disagio, alienandogli ogni possibile simpatia da parte del prossimo.
Anche se Joaquin Phoenix ha dichiarato di ritenere Fleck il vero Joker, costui ha delle differenze caratteriali con il modello originale: non uccide per divertimento ma soltanto coloro che odia; non ha un’intelligenza inarrivabile ma viene catturato facilmente dalla polizia; non provoca intenzionalmente caos e morte ma questa si sprigiona come conseguenza delle sue azioni. Similmente al modello classico, tuttavia, è una incarnazione dell’anarchia che spinge la società all’autodistruzione, e vede l’intero mondo come uno scherzo.
Nei videogiochi TellTale è uno smemorato chiamato John Doe inizialmente alleato di Bruce Wayne e che lo aiuta nelle sue indagini.
A seconda delle scelte del gioco il suo percorso evolutivo cambia radicalmente: può diventare il principe pagliaccio del crimine che conosciamo, restare amico di Bruce Wayne, ergersi come vigilante a sua volta, spaziando tra molti scenari what if possibili.
Passiamo alla versione di Joker che appare nei videogiochi della serie Arkham.
La versione dei giochi copre sostanzialmente tutti gli aspetti classici: è un criminale pluriomicida estremamente temuto per la sua follia, che uccide per divertimento o per sete di potere, si considera legato indissolubilmente a Batman e intende spingerlo a uccidere per violare i propri principi.
Anche in questo caso fornisce nel corso della serie informazioni discordanti sulle sue origini.
Nei flashback nella sua mente in Arkham Origins, la cui veridicità è opinabile, appare nello stesso ruolo di The Killing Joke di comico fallito trasformato per un colpo in Cappuccio Rosso, poi caduto in una vasca di liquami tossici, ma stavolta gettatovi da Batman.
In Arkham Origins, primo episodio in ordine cronologico, è un criminale deciso a scalare i vertici della mala di Gotham. Nei panni del boss Maschera Nera mette una taglia su Batman che attira le attenzioni di otto assassini.
In Arkham Asylum, ambientato anni dopo, organizza con Harley Quinn una maxi evasione dal manicomio di tutti gli internati che gli permette di prendere il possesso dell’istituto. Il suo scopo è quello di mettere le mani sul siero Titan che conferisce una forza sovrumana.
In Arkham City si scopre che sta morendo a causa del siero Titan assunto durante la battaglia finale sull’isola di Arkham. Infetta Batman con il suo stesso sangue avvelenato per costringerlo a trovare una cura, ma il piano non riesce ed effettivamente muore, divertito dall’idea che Batman lo avrebbe effettivamente voluto salvare.
In Arkham Knight il suo sangue, che in qualche modo conserva la sua coscienza, comincia a traviare la mente di Batman e di altri personaggi per prenderne il controllo del loro corpo. Batman infine, approfittando dello stato alterato nel quale è vittima delle proprie stesse paure, riesce a confinarlo nell’oblio.