Ben ritrovati, miei blasfemi amici, a un nuovo episodio dei Miti di Cthulhu spiegati.
Parleremo di Yig, Set e degli Uomini Serpente. Se sei un loro fedele, non esitare a cliccare sulla campanellina per ricevere notifiche di nuovi video, e a lasciarmi un commento, sarò lieto di rispondere.
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Yig, il padre dei serpenti
Yig è un grande antico dall’aspetto di un enorme uomo-rettile oppure, in certe versioni, di un dragone orientale. Nel canone viene menzionato nei racconti “La maledizione di Yig” (1928) e in “Il tumulo” di Lovecraft e Zealia Bishop: come Shub-Niggurath appartiene a quella schiera di creature prodotte dal Solitario per collaborazioni con altri autori o revisioni.
In La maledizione di Yig i due coniugi Davies giungono in Oklahoma dove la donna uccide un serpente: l’uomo, temendo l’ira del dio Yig, ossessivamente la spinge a proteggersi nei modi più variegati. Una notte, convinta che il coniuge sia stato ucciso dai serpenti mandati da Yig e convinta di trovarsi il mostro davanti, fa a pezzi colui che si rivela essere invece proprio il marito.
Ma la cosa più spaventosa è che la donna, prima di morire nel manicomio dove è rinchiusa, da alla luce una serie di creature metà umane e metà serpenti.
Yig il padre dei serpenti un tempo era adorato dai Maya dello Yucatan con il nome di Kukulcan o Quetzalcoatl, il serpente alato. Ai giorni nostri il culto si limita a riti propiziatori diffusi tra le tribù indiane delle grandi pianure del Nord America. Potrebbe essere vivo nella setta dei Maneggiatori di serpenti del Tennessee e nelle sette vodoo degli adoratori di Damballah dei Caraibi e di Haiti.
Yig oggi risiede nell pozzo di Ngoth nelle caverne di Yoth, nella terra sotterranea di K’n-yan (pron. xinayan). SI dice sia il padre di Ayi’ig e il compagno della dea esterna Yidhra.
K’n-yan è un regno sotterraneo in Oklahoma abitato dai discendenti di una razza apparentemente umana giunta sulla Terra dalla nebulosa nera di Yl’glhuh, che si auto-esiliò nel sottosuolo ai tempi della scomparsa dei Grandi Antichi.
La popolazione di questo antico regno adora Tulu (ovvero il Grande Cthulhu) e appunto Yig, conserva resti di uno strano metallo lucido provvisto di proprietà magnetiche e cela gelosamente la propria presenza, presidiando gli accessi che ancora oggi uniscono i due mondi.
Gli abitanti di K’n-yan (grazie anche agli scambi con gli Uomini Serpente dei livelli inferiori) padroneggiano una scienza immensamente avanzata rispetto agli standard umani della superficie, che offre loro potenzialità praticamente illimitate in fatto di manipolazione della materia: essi possono smaterializzarsi a piacimento, comunicare con la mente, resuscitare i morti, vivere in eterno e modificare il corpo di altri soggetti in qualsiasi modo. Questa popolazione – che mostra cranio allungato e alcuni tratti somatici in comune con i pellerossa – costituisce una civiltà avanzata e decadente dove i valori umani si sono ormai deteriorati e i pochi divertimenti che ancora li mantengono in vita sono macabri e offensivi per la cultura umana. Altre divinità da essi adorate comprendono Shub-Niggurath, Nug, Yeb e Ghatanothoa, oltre a Tsathoggua (che venne però poi rifiutato).
Secondo certe fonti Yig venne sulla Terra eoni fa dal mondo Zandanua, dove risiede ancora oggi suo fratello Rokon. Sulla Terra questa creatura stimolò la nascita dei rettili (alcuni, sostengono, persino dell’umanità stessa), ed egli stesso ha l’aspetto di un grosso drago.
Yig, più che apertamente malvagio, viene descritto come un essere volubile e facilmente incline sia all’odio che alla benevolenza verso chi lo omaggia.
Quello di Yig, il padre dei serpenti presentato ne “La maledizione di Yig” è un “anti-culto”, ovvero una religione volta non ad adorare e a evocare l’antico dio serpente, quanto a tenerlo sotto controllo con appositi rituali, e soprattutto a insegnare a non nuocere ai suoi figli, per non scatenare la sua furia.
In autunno, in particolare, occorre placarne l’indole bellicosa con suoni di tamburi, offerte e altri rituali, così orrendi che i pellerossa non osano raccontare ai bianchi.
Nel caso venga offeso, egli scatena i suoi figli, nidiate di serpenti con una voglia bianca in testa a uccidere con il loro portentoso veleno il bersaglio del suo odio: le vittime, si dice, possono addirittura esplodere tanto il loro corpo diventa gonfio.
Coloro che particolarmente fanno adirare il dio, addirittura, subiscono il tremendo fato di essere trasformati in serpenti umanoidi.
Si dice che tra gli indiani vivano sui discendenti, ibridi uomo-rettile, e che essi manifestano doti di preveggenza e altri poteri.
Il grande Padre Set
Passiamo ora a trattare un’altra entità molto simile al summenzionato padre dei serpenti: il dio Set creato da Robert E. Howard per i suoi racconti del ciclo di Conan il Barbaro.
Si tratta di due entità distinte tra di loro sebbene, con tutta probabilità, Set sia basato sull’archetitpo rappresentato da Yig: sappiamo infatti che Lovecraft e Howard si tenevano informati sulle rispettive opere e che ciascuno dei due impiegava nelle proprie storie elementi di quelle dell’altro.
Set e Yig sono formalmente divinità differenti, sebbene abbiano parecchie analogie ed entrambi siano ricondotti al popolo serpente.
Set viene descritto come una personificazione del male dalla forma di un enorme serpente adorato nell’antica Stigia, mentre Yig è una divinità degli amerindi mezzo uomo e mezzo serpente.
Set è un enorme serpente nero con occhi gialli, descritto come dominatore di città affondate tra le acque e degli spazi tra le stelle. Benché Set abbia il nome del dio del caos e del deserto egiziano fratello di Osiride la sua figura ricorda più il gigantesco serpente Apophis che lotta contro Ra per poter divorare il sole.
Si crede dimori nelle caverne stigiane (l’odierno Egitto) e che il suo culto risalga alla remota era Hyboriana pre-cataclisma; esso divenne poi popolare presso gli Hyksos, anche se gli egiziani finirono poi per demonizzarlo.
Gli stigiani compivano sacrifici umani a suo favore e, proprio come con Yig, uccidere uno dei serpenti era considerato una tremenda offesa al dio.
I suoi cultisti più elevati costituivano l’Anello Nero, ed erano dotati di grandi poteri magici: possedevano anche un artefatto detto lo Specchio Nero che sarebbe dovuto servire a richiamare Set in questo mondo.
Il più grande sacerdote di Padre Set è lo stregone della Stigia Thoth-Amon: egli viene menzionato nel racconto “Il dio nell’urna” (1952) dove invia un’urna con all’interno un figlio di Set (un serpente con testa umana) per assassinare il suo nemico Caranthes . L’urna viene trafugata però dal disonesto collezionista Publio Kalliano, che viene ucciso dal suo contenuto. Conan viene erroneamente accusato del delitto e si trova da un lato tra le spire della Legge e dall’altro tra quelle del serpente.
Ne “La fenice sulla spada” (1932) Thoth-Amon, schiavo di Astalante, nemico di re Conan di Aquilonia, recupera l’anello del serpente al quale deve i suoi poteri.
Nota: nelle storie di Howard Thoth-Amon e Conan non si incontrano mai direttamente, ma scrittori successivi li intendono come indissolubili arci nemici.
Il Popolo Serpente

Il Popolo Serpente è una razza di rettili bipedi che apparvero nel periodo Permiano, forse giunti da Venere oppure evolutisi sulla Terra. Essi vennero inventati separatamente, ma quasi contemporaneamente, da Robert E. Howard e Clark Ashton Smith.
Hanno l’aspetto di serpenti eretti , con testa e coda di serpente, muniti di arti e indossano vesti molto elaborate. Erano valenti alchimisti, maghi e scienziati, capaci di evocare tremendi demoni e di realizzare portentosi veleni. In origine dimoravano nel continente di Shuggon ma poi si trasferirono nel continente Thuriano, l’antica Valusia.
La loro prima apparizione è nel racconto di Howard “Il regno fantasma” (1929): Re Kull di Valusia, un Atlantideo le cui storie sono ambientate 8.000 anni prima di quelle di Conan il Barbaro, scopre che il suo regno è infestato dagli Uomini Serpente, che grazie alla magia hanno preso l’aspetto e sostituito anche molti dei suoi fedeli.
I fedeli del Grande Serpente mirano a prendere il possesso delle istituzioni per attuare delle riforme favorevoli al culto del Grande Serpente, che sta prendendo piede anche tra gli umani.
Gli Uomini Serpente non appaiono nelle storie di Howard dei ciclo di Conan: lo fanno invece nella sua serie animata, nella storia “Shadows in the Skull” di L. Sprague de Camp e Lin Carter, vengono citati in “Vermi della terra” di Howard e in “Il tempio dell’abominio” di Howard e Tierney (dove si spiega che hanno anche degli shoggoth ai loro comandi).
Nei racconti di Lovecraft, il Popolo Serpente viene menzionato ne “La città senza nome” (dove hanno costruito una città pre-umana), “L’ombra venuta dal tempo” e “L’abitatore del buio” (si dice che un tempo erano i possessori del Trapezoedro billante). Nel racconto “La doppia ombra” di Clark Ashton Smith si menziona una antica civiltà degli Uomini Serpente, esperti in magia nera.
Possono esistere diverse versioni di uomini serpenti, regali e austeri come quelli dell’antichità, degeneri e deformi a malapena in grado di camminare, come la variante dei “serpenti umani” che sono invece grossi serpenti dalla testa umana e i capelli di gorgone.
Durante l’Era Permiana, prima dell’avvento dei dinosauri, costruirono città di basalto, condussero le proprie guerre, appresero i segreti della chimica e dell’ipergeometria. Si dice che conoscessero anche i segreti dell’immortalità, siccome alcuni saggi permanevano nel corso delle varie ere per dare supporto alla propria razza.
Durante il Triassico questa specie visse una fase di declino, che recuperò nel Pliocene tornando ad aumentare di numero. Essi conquistarono l’impero di Valusia (grosso modo il bacino del Mediterraneo) grazie ai propri notevoli poteri magici ed eressero nelle loro città di basalto templi a Yig, Byatis, Han, Shub-Niggurath e Tsathoggua.
Con l’emergere delle civiltà umane si assistette al declino di quella dei serpenti: il loro ultimo regno di Thuria venne distrutto dagli uomini preistorici, finirono così per ritirarsi nelle colline del Galles o nelle caverne di Yoth, mentre altri assunsero con la magia l’aspetto degli umani per mescolarsi tra loro. Oggi gli sparuti membri rimasti, in genere ibridati con umani e di indole individualistica, cercano di mantenere nascosta la propria identità ma non cessano di credere che la loro rivincita sia imminente.
Gli Uomni Serpente sono sparsi in tutto il mondo, specialmente nei climi caldi e nei regni sotterranei. Da eoni accumulano conoscenza, che riportano su piastre triangolari frutto delle loro conoscenze ipergeometriche. Sembra siano in grado anche di trasformare i fantasmi delle loro vittime in schiavi.
Essi adorano il Grande Serpente, che altri autori identificano in Yig o Set.
Gli Uomini Serpente padroneggiano una magia che dona loro l’aspetto di esseri umani e che permette loro di agire tra gli uomini senza essere notati: ciò nonostante non sono in grado di pronunciare la frase “Ka Nama Kaa Lajerama”, che è impossibile data la conformazione della loro mandibola.
Dopo la distruzione di Valusia gli Uomini Serpente si rifugiarono a Yoth e si dedicarono all’adorazione di Tsatthogua, così incorsero nell’ira di Yig, che li fece sterminare: i sopravvissuti si rifugiarono sotto Monte Voormithadreth.
Nella cultura popolare
Esistono creature simili a Yig nei giochi D&D, Pathfinder, Mutants & Masterminds, Yig appare in Arkham Horror, Elder Sign e in Eldritch Horror. Yig è il soggetto del poema “Fiesta of Our Lady” by Ann K. Schwader.
La Marvel Comics ha ampiamente utilizzato Set nelle proprie storie a fumetti, a partire dal ciclo di Conan e di Red Sonya degli anni ‘70. Benché lo stato delle storie di Canon come canoniche in quelle della Marvel sia oggetto di dibattito, bisogna dire che Set era stato menzionato addirittura prima, in una storia di Namor il Sub-Mariner del ‘69, dove egli viene controllato dalla corona del serpente ricondotta a Set.
Nelle storie della Marvel Set è una presenza costante e consolidata fin dall’antichità, dove viene detto avere ispirato le leggende del Seth egizio e dell’idra, anche se in genere agisce attraverso l’influenza della corona del serpente.
Egli venne creato dal Demiurgo come uno degli Dei Antichi. Sulla Terra originò molti dei demoni serpente, e lui stesso finì per diventarlo a forza di divorare l’essenza magica di altri dei.
Quando Gea guidò l’evoluzione sulla Terra in direzione dei mammiferi egli guidò i dinosauri alla lotta, solo per essere bandito in un’altra dimensione, avendo a questo punto acquisito 7 teste.
I suoi interessi sulla Terra vennero comunque proseguiti dagli Uomini Serpenti da lui generati, ed egli saltuariamente riappare nel nostro mondo in genere grazie all’influenza dei suoi artefatti.
Nella serie animata Conan the adventurer Set è un gigantesco cobra mistico con soltanto una testa (mentre la versione Marvel ne ha diverse stile idra). Egli comanda i suoi devoti Uomini Serpente che devono procurargli il metallo delle stelle per costruire 7 piramidi con le quali liberarlo dalla sua prigionia. Compare nel finale nella serie dove viene ricacciato da Conan e dai suoi amici con i poteri dati dallo star metal.
Nel videogioco Conan Exiles c’è un altare associato a “il dio nell’urna”.
Nel film “Conan il barbaro” del 1982 Thulsa Doom (che in pratica è Thoth-Amon) è il sacerdote del Culto del Dio Serpente Set.
Il popolo serpente è una creazione di Robert Howard per il ciclo di Kull di Valusia, ma a causa del suo grande successo venne utilizzata in molti altri media. Gli uomini serpenti compaiono nei fumetti Marvel nelle storie di Conan, Spider-Man e degli Avengers. Compaiono nel videogioco Marvel Heroes.
Compaiono creature simili in He-Man, nel film TV The Archer: Fugitive from the Empire, nel videogioco Dark Souls.
Nel romanzo L’era del serpente di Andrea Gualcherotti, che ricalca da vicino lo stile narrativo delle riviste pulp, viene presentata una simil era Hyboriana dove a dominare è il Popolo Serpente.
La storia è narrata dal punto di vista di diversi esponenti della Razza Serpente, che in questa versione è stata creata da Set stesso per essere poi da lui rinnegati e si assiste ai loro scontri con la razza degli uomini, facendo anche ampio uso della dote del mimetismo propria dei racconti di Howard.
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Noi ci vediamo al prossimo blasfemo video.
Credits
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