Ben ritrovati!
Allacciate le cinture e preparatevi a un emozionante viaggio verso il luogo più esotico che questo mondo ha da offrire: la misteriosa, incontaminata e leggermente pericolosa Isola del Teschio! Quest’isola vi risulterà familiare se avete visto almeno uno della nutrita schiera di film dedicati a Kong, l’ottava meraviglia del mondo. Le sue origini cinematografiche risalgono al lontano 1933, e in 90 anni le sue caratteristiche sono ampiamente cambiate, lasciando intatta una caratteristica: il fatto che sia abitata dal titanico Kong e da insetti e animali preistorici tanto grandi da fare sembrare quelli di Jurassic Park degli imberbi cuccioli.
King Kong è sicuramente il cittadino più illustre di questa non proprio bucolica landa, e da quando la sua esistenza è stata resa nota al mondo odierno, l’Isola del teschio è divenuta un’autentica calamita per spedizioni scientifiche e industriali, desiderose di studiare o di appropriarsi delle incredibili risorse e creature ospitate al suo interno.
La specie di Kong è generalmente rappresentata ai vertici del proprio ecosistema grazie a un prodigioso mix di stazza, forza fisica, agilità e intelligenza: tuttavia non mancano i predatori che costituiscono delle pericolose minacce: a seconda delle versioni Kong si scontra frequentemente con T-Rex, Vastatosauri, Skullcrawler, che spesso finisce con la celebre mossa della spaccamascella.
Prepariamoci a conoscere i più illustri abitanti dell’isola dal richiamo cranide più famosa della storia del cinema.
L’isola del teschio: storia e fauna
L’Isola del Teschio originale è un’isola collocata a ovest di Sumatra, che deve il nome a una roccia a forma di teschio umano collocata al suo interno. Secondo alcune teorie essa apparteneva all’antico continente di Godwana, che si distaccò dall’entroterra e che divenen la meta d’arrivo di numerose creature, che in questo modo scamparono all’estinzione che toccò ai loro simili. Con il passare del tempo la superficie dell’isola si erose costantemente, riducendo lo spazio a disposizione degli animali e spingendoli a una competizione per le risorse sempre più aggressiva. L’evoluzione subì un’accelerazione sconosciuta nel resto del mondo, che rese l’isola un vero e proprio coacervo di mostri. Grazie alla presenza di numerose cascate, fiumi e paludi, l’ecosistema ha sostenuto la crescita di una grande varietà di specie animali, che hanno affinato le proprie capacità nell’arte del mimetismo e della caccia, per sopravvivere ai grandi predatori che infestano quei territori.
La superficie dell’isola presenta una vegetazione estremamente fitta e alberi alti quanto grattacieli, popolati da pericolosi animali come ragni, serpenti e granchi, rigorosamente giganti.
Presenta ripidi pendii, una conformazione in larga parte montuosa e coperta da fitta vegetazione e una popolazione umana generalmente di stampo asiatico chhe vive lungo la costa sabbiosa.
Contrariamente a quanto si pensa, Skull Island non viene chiamata in questo modo nel film originale, ma solamente nel materiale pubblicitario, e nella pellicola ci si riferisce a essa come “isola di Kong” o “Isola della montagna del teschio”.
Nel film del 1933, il regista Carl Denham ottiene una mappa che riporta la presenza di un’isola misteriosa a ovest dell’Indonesia, e decide di recarvisi per girare lì il suo prossimo film.
Una volta giunti a destinazione, i nativi rapiscono la bella Ann Darrow con l’intenzione di sacrificarla a Kong, che essi adorano come un dio. Il gigantesco primate infatti se ne innvaghisce e la difende da molteplici mostri che popolano l’isola, e che costano la vita a svariati membri dell’equipaggio.
Jack Driscoll riesce a liberare la giovane e scatena la rabbia di Kong, che si abbatte come un uragano sul villaggio dei nativi. Denham riesce a stordire Kong e a portarlo via nave a New York dove lo esibisce come un animale da circo. La vista di Ann però scatena la furia della creatura, che si libera e la porta con sé in una disperata fuga in cima all’Empire State Building, fuga che può finire soltanto “con la morte della bestia, per mano della bella”.

Nel film “Son of Kong”, Denham torna sull’Isola del teschio in cerca di un tesoro e incontra il frugoletto di Kong, una versione piccina e bianca del titolare della saga molto più affettuosa del paparino, che da quel punto in avanti dedica la propria vita a difendere gli imberbi umani dalle bestie aggressive. Serivizevole al livello di uno schiavo, il piccolo affoga nel corso dello sprofondamento dell’isola pur di fare vivere il suo nuovo amico.
Nel film del 1976 invece è assente la caratteristica roccia, ed è il contorno stesso dell’isola a giustificarne l’iconica nomenclatura. Viene ipotizzato che essa sorga sopra un’enorme massa di petrolio. Nel suo sequel King Kong 2 viene ipotizzato che essa un tempo facesse parte del Borneo, siccome qui viene rinvenuto un esemplare femmina della specie di Kong.
La versione della serie animata del 2000 invece è collocata non nell’Oceano Pacifico ma presso il Triangolo delle Bermuda ed è nientemeno che il luogo in cui è imprigionato un demone, Chiros. Certo, mi sembra ovvio.
Dal film del 2005 apprendiamo che il territorio altera il funzionamento delle bussole e che è frequentemente avvolta dalle nebbie. Il nome, stavolta, è dovuto al fatto che dietro ogni angolo si cela un pericolo mortale. Un nomignolo molto calzante!
Come di certo sapete, Skull Island non è esattamente un angolo di paradiso indicato per passarvi le vacanze, a meno che non vogliate osservare lo stomaco di un V-Rex direttamente dal suo interno. Il suo ecosistema è composto prevalentemente di animali carnivori predatori di dimensioni colossali che si sono evoluti dai loro antenati preistorici. Un tempo esisteva una progredita civiltà umana probabilmente di stampo asiatico che via via è andata estinguendosi, limitandosi a vivere lungo la costa e difesa dai poderosi mostri da una serie di palizzate.
L’isola del teschio della prima versione è contraddistinta dalla presenza di dinosauri classici, come brontosauri, stegosauri, tirannosauri (a volte definiti allosauri), pteranodonti, triceratopi, elasmosauri e nothosauri. In alcune sceen tagliate si vedono animali come ragni e granchi giganteschi.
Nel primo sequel appaiono styrachosaurus e orsi delle caverne, tutti con il pallino di misurarsi in forza con il figlio di Kong.
Nel film giapponese del 1962 “Il trionfo di King Kong” l’isola, ribattezzata Farou Isalnd, ospita animali di taglia gigante, come il diversamente bello polpo Oodako, una lucertola gigante, e un uomo in costume peloso che dovrebbe essere Kong.
Nel film nipponico del 1967 “King Kong il gigante della foresta” l’isola (che stavolta si chiama Mondo, don’t ask) ospita oltre a Kong il dinosauro Gorosaurus, ospite del video dedicato a tutti i mostri di Godzilla, al quale vi rimandiamo.
Nel remake del 1976 l’unica creatura vista nell’isola oltre a Kong è un serpente gigante, che finisce con la mascella leggermente divaricata dal titolare della saga.
In “Kong: The Animated Series” si punta l’attenzione sulla popolazione di sauri che risiede nell’isola. Tra essi abbiamo plesiosauri, styracosauri, velociraptor, mammuth e tigri dai denti a sciabola.
Nel remake del 2005 di Peter Jackson Kong è l’ultimo esemplare della specie dei megaprimatus kong, una razza di scimmie bipedi probabilmente giunta dall’Asia migliaia di anni prima, forse discendenti dai Chororapithecus. La fauna è pericolosissima e include Brontosauri, Venatosauri, Vastatosauri (un’evoluzione del Tyrannosaurus Rex), vermi, insetti e granchi giganti e spaventosi pipistrelli Terapusmordax.

Il V-Rex appare come il principale predatore dell’isola, ben più terribile dei già agguerriti Venatosaurus e Lycaesaurus. Oltre che temibili aggressori grazie agli affilatissimi denti, sono astuti predatori capaci di attendere pazientemente la preda in trappola. Inoltre presentano una forza fisica ragguardevole che consente di loro di compiere accelerazioni prodigiose per raggiungere in corsa i loro obiettivi e hanno una resistenza tale da permettere loro di sopravvivere alle cadute da grandi altezze. Grazie alla loro dura pelle sono praticamente invulnerabili al fuoco di pistole e mitragliatrici, ma non agli sganassoni di Kong, per foruna di Ann Darrow.
Numerose altre creature sono state presentate nell’edizione estesa del DVD del film e nel libro “The World of Kong: A Natural History of Skull Island”. Nel falso documentario “Skull Island: A Natural History” presente nel DVD si ipotizza che la crescita spropositata di tali creature sia dovuta ai gas sprigionati dall’isola. Un tempo esisteva una vasta civiltà umana posta al centro dell’isola e difesa da mura. Con il progressivo sprofondamento dell’isola gli animali si ritrovarono sempre con meno spazio a disposizione e divennero più aggressivi. In seguito giunse un’ulteriore popolazione umana che si adattò a vivere nelle tombe poste lungo i la costa dell’isola in condizioni avvilenti, sempre protetti dalla muraglia, che iniziarono ad adorare Kong offrendogli dei sacrifici.
Negli anni che intercorrono tra la morte di Kong e la fine dell’isola, Carl Denham guida 7 spedizioni per studiare il più possibile di Skull Island.
Nel 1948 l’isola soprofonda in seguito a un terremoto. Andando a fare compagnia a un’altra celebre isola abitata da un altro altrettanto famoso mostro gigante.
La versione del Monsterverse introdotta in “Kong: Skull Island” del 2017 presenta sia semplici animali di taglia enorme, sia resti che attestano la presenza un tempo di dinosauri, e soprattutto veri e propri mostri giganti (M.U.T.O, Titani o Kaiju che dir si voglia).
L’isola dei teschi Monsterverse è un’isola circondata da un sistema auto-sostenuto di tempeste (what?) che ne rende estremamente difficile lo sbarco, stavolta posta nell’Oceano Pacifico del Sud o a ovest del Sud America, a seconda dei media.
Ma cosa rende questa isola tanto fuori dalla norma? In base a quanto scopriamo con l’espansione del Monsterverse, sotto al superficie della Terra esiste una vasta rete di cunicoli sotterranei abitati da creature innaturali per i nostri standard che fuoriescono da alcune zone geologiche, una delle quali è Skull Island. In particolare, l’isola probabilmente un tempo era un territorio stesso della Terra Cava, da cui la specie di Kong proviene, e che si è separata dal resto del mondo sotterraneo giungendo in superficie.
Un tempo sull’isola esisteva la razza dei giganteschi primati a cui appartiene Kong, nemica giurata degli Strisciateschi, che venivano da questi tenuti a bada impedendo loro di proliferare.
Gli Skullcrawler, o Halakrah (“nemico persistente”), nome scientifico Titanus Cranium o Cranium Reptant, sono delle enormi creature rettili sotterranee ritenute dagli Iwa la più grande minaccia dell’isola, e che la specie di Kong si occupa di mantenere sotto controllo e confinati sull’isola. Nella novelizzazione di “Godzilla 2” alcuni Skullcrawler cercano di abbandonare l’isola per adempiere al richiamo di King Ghidorah, ma Kong li trattiene sull’isola, e a sua volta rifiuta di seguire il mostro.

Gli strisciateschi sono una vera e propria piaga nell’isola, particolarmente intelligenti e praticamente inarrestabili quando si tratta di aggredire le prede. Gli esemplari giovani sono tanto coraggiosi da affrontare un nemico come Kong nonostante sia più grande di loro.
L’esemplare più temibile di questa specie è la madre degli esemplari più giovani fatti fuori da Kong, soprannominato “Skull Devil” o semplicemente “quello grande”:
Molto tempo fa, questi mostri invasero Skull Island spazzando via quasi tutta la razza di Kong, a eccezione dei suoi genitori. Questi riuscirono a mettere in salvo l’infante in una grotta prima di venire elminati dai feroci predatori.
Nel 1973 la loro popolazione è molto diminuita grazie alla politica del figlio unico fatta rigorosamente rispettare dal re delle scimmie.
Tra gli attri mostri ci sono i Mother Longlegs, ragni giganti fratelli poveri di Kumonga, e i calamari giganti d’acqua dolce (what?) chiamati Leafwing, oltre a docili bufali d’acqua. Nel fumetto “Skull Island: Birth of Kong” vengono introdotti ulteriori mostri come gli psychovulture, una sorta di pipistrelli che lanciano scariche elettriche, i Death Jackals, le tartarughe Magma Turtle e le Swamp Locust.
Inoltre l’isola è abitata da una popolazione umana, gli Iwi, di possibile ceppo sud-est asiatico, che adorano la specie di Kong e questi in particolare come dei e guardiani dell’isola.
Kong, in particolare, ha un atteggiamento relativamente tollerante verso gli ospiti umani e non è aggressivo finché non è provocato: o finché gli Skullcrawler non decidono di prendersi una vacanza e di viaggiare per il mondo, almeno.
Essa viene rilevata nel 1973 dal Monarch tramite riprese satellitari: lo scienziato William Randa convinse il senatore Willias a fornire supporto militare per un’esplorazione dell’isola, che si rivelò letale per gran parte dei membri della spedizione.
Nel 1995, una nuova spedizione viene condotta sull’isola: Aaron Brooks, unico sopravvissuto del gruppo, rimase con gli Iwi per ricostruire il loro villaggio.
Nel 2019, dopo la sconfitta di Ghidorah in “Godzilla 2”, molti titani iniziano a convergere verso Skull Island, accentuando lì’instabilità sismica. Il violento titano Camazotz giunge con l’intenzione di mettere su casa ai danni di Kong. Con l’aiuto del pilota Audrey Burns, il nostro eroe riesce a cacciare l’invasore, ma con la conseguenza che le tempeste che affliggono l’isola si aggravano mettendo ulteriormente in pericolo le specie residenti, Kong incluso.
Nel 2024 l’Avamposto 33 installato da Monarch è stato espanso fino a costituire una vera e propria riserva naturale atta a ospitare Kong, il quale però lo percepisce come un ambiente artificiale e cerca frequentemente di fuggire da esso. Gli Iwi si sono praticamente estinti a eccezione di una piccola sopravvisuta, Jia, che il nostro eroe prende a benvolere.
Kong infine ha trovato un nuovo regno sotterraneo da difendere con la forza e il coraggio che lo contraddistinguono.. ma quali altri pericoli emergeranno?
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