Oggi torniamo a parlare delle località fittizie create dalla fantasia dello scrittore Howard Phillips Lovecraft, e più precisamente di Dunwich, scenario del racconto lungo del 1929 “L’orrore di Dunwich” e presente nel racconto “The Ancient Track” (1929).
Il villaggio di Dunwich
Dunwich è un paese che si si trova nella valle del fiume Miskatonic nel Massachusetts centro settentrionale, superato Dean’s Corner salendo per il picco di Aylesbury.
Una possibile fonte di ispirazione potrebbe essere la città di Dunwich nella contea di Suffolk in Inghilterra, che era presente nel poema “By the North Sea” di Algernon Charles Swinburne ed era stata menzionata da Arthur Machen in “Il Terrore” e che quindi Lovecraft aveva sicuramente letto. Nel New England vi sono molte cittadine che terminano in -inch, come Ipswich.
Stando a Lovecraft, avrebbe basato la città su Athol e altre città nel Massachussets.
Secondo S.T.Joshi potrebbe essere stata ispirata da East Haddam, nel Connecticut. Inoltre nel Massachussets c’è una città chiamata Whately.
Nel suo libro “H.P.Lovecraft: Il culto segreto” che trovi spiegato nel mio canale, Angelo Cerchi ricorda che Dunwich ha delle sensibili analogie con i paesi rurali della Contea di Ozark, descritti dal folklorista Vance Randolph, che negli stessi anni descrisse tali zone agricole da un punto di vista saggistico e non letterario.
Si tratta di un piccolo villaggio stretto tra un corso d’acqua in posizione sopraelevata. Le case dal tetto a mansarda hanno un aspetto condiviso di degrado e sfacelo, vi è un po’ ovunque un odore spiacevole simile a muffa che dona un’aria corrotta al tutto.
Sulle colline circostanti vi sono circoli di pietra reputati antichissimi anche dagli indiani che vivevano nella zona, afflitta da leggende di antichi riti sacrileghi. I circoli emanano cattivi odori e si dice che i nativi se ne servissero per evocare ombre proibite dalla terra.
Le colline dai fianchi boscosi hanno una pessima fama e si odono provenire da esse dei rumori inspiegabili anno dopo anno. L’erba su per le colline cresce spessa. Vi sono circoli di pietre da cui si avvertono pessimi odori, attribuiti agli indiani, dove sono stati rinvenuti resti di teschi, che taluni giudicano essere caucasici, per quanto ciò possa ritenersi assurdo.
Dunwich viene considerata praticamente repellente dalle altre comunità al punto che a un certo punto le insegne stradali che vi indirizzano sono state rimosse.
Si tratta di un insediamento enormemente vecchio, risalente a inizio XVII secolo. Nei dintorni vi sono ruderi come l’antica casa vescovile e le rovine di un mulino sulla cascata risalenti a secoli or sono. Le fabbriche del XIX secolo si sono esaurite ben presto e la città presenta pochissime attività commerciali, come lo spaccio di Osborn.
Gli abitanti sono giudicati regrediti fisicamente e mentalmente a causa di incesti ripetuti. Sono considerati una popolazione arretrata, rozza, superstiziosa, viziosa, immorale, anche fisicamente difforme dalle altre popolazioni, dedita ad atti perversi e non nuova agli omicidi. Gli abitanti sono soliti ad esempio festeggiare la Candelora con un altro nome e non amano che la polizia si intrometta nei loro affari.
Le famiglie principali sono i Whateley e i Bishop, gli originali fondatori del villaggio, che si dividono in decaduti e non decaduti in base a quanto siano imbarbariti.
Si dice che i caprimulgi della zona siano uccelli psicopompi sempre in agguato per carpire l’anima dei moribondi, che quando riescono ad afferrare ridacchiano soddisfatti.
Dunwich compare anche nel racconto “The Shuttered Room” di August Derleth. Le storie di altri scrittori ambientate a Dunwich sono raccolte nel Dunwich Cycle.
L’orrore di Dunwich: la trama
Il 2 febbraio 1913 alle cinque del mattino nasce Wilbur Whateley, da Lavinia Whateley e padre ignoto. Lavinia è una donna albina di 35 anni, leggermente ritardata e deforme che vive in una fattoria isolata fuori Dunwich con il vecchio padre, che tutti ritengono essere stato un terribile stregone. La madre è morta anni or sono in circostanze che ben pochi giudicherebbero naturali.
I tre abitano in una fattoria fatiscente dove il vecchio conserva molti antichi libri e paga sempre con monete d’oro antichissime.
Il bambino inizia a maturare a una velocità innaturale e allarmante, fatto che tutti in qualche modo associano alla fama di stregone del nonno. Egli ha affermato infatti che un giorno il figlio di Lavinia avrebbe pronunciato il nome di suo padre dalla collina di Sentinel Hill.
Il vecchio inizia presto a compiere lavori di carpenteria per ampliare la fattoria: il piano superiore viene restaurato e vengono acquistati innumerevoli capi di bestiame che spariscono in gran parte; quelli rimanenti sono anemici e afflitti da strane piaghe, che sembravo avere anche gli occupanti della casa.
Una finestra del piano superiore viene trasformata in una porta e qualcuno avverte un fetore tremendo, come quello dei circoli di pietra delle colline, e rumori come quelli di un cavallo. Con il passare del tempo i cani iniziano a odiare pesantemente l’intero apprezzamento di terra, e si incrementano i rumori dalle colline.
Nel 1917 il governo, allertato dal clima di decadenza della regione, invia degli esperti dai cui resoconti i cronisti si mossero per indagare sulla strana famiglia, portando alla luce le strane caratteristiche di Wilbur e i misteri delle loro attività.
Nel 1923 si attivano ulteriori lavori di carpenteria apparentemente allo scopo di rimuovere il pavimento della soffitta, da cui proviene un rumore simile a uno sciabordio.
In seguito il nonno muore per un attacco cardiaco, non prima di avere esortato il nipote “a fare più spazio per quell’altro” e “a spalancare le porte a Yog-Sothoth” attraverso una certa litania che può trovare nell’edizione completa di un dato libro. Il vecchio si raccomanda che Wilbur “lo nutra” per agevolare il ritorno degli Antichi.
Dopo la morte del nonno Wilbur tratta la madre sempre con maggiore disprezzo, fino a quando questa non scompare nel nulla. Vengono uditi fuochi dalle colline e visti i caprimulghi addensarsi, perciò tutti sospettano che il figlio l’abbia faccia sparire.
L’ultimo dei Whateley viene visto in seguito fare nuovi lavori sulle baracche della fattoria con aria preoccupata.
Nel 1927 Wilbur si reca alla Miskatonic University di Arkham per consultare la loro copia del Necronomicon, siccome essa aveva delle differenze rispetto a quella in suo possesso.
Il bibliotecario Dottor Armitage legge nel libro oscure profezie sul ritorno degli Antichi e, conoscendo la tremenda fama del giovane, gli proibisce di portare via la copia del Necronomicon e allerta altre università per fare altrettanto.
Una notta Wilbur entra nella biblioteca per rubare il libro ma il cane di guardia lo dilania.
A degli sbigottiti Armitage, Morgan e Rice si mostra uno spettacolo tremendo: la parte inferiore del corpo di Whateley ha la pelle di un coccodrillo e peloso, dall’addome si liberano dei tentacoli con bocche, vi è un occhio e è una sorta di antenna o bocca. Al posto del sangue ha una sorta di liquido giallastro che gli scorre anche in quelle protuberanze.
WIlbur pronuncia delle incomprensibile litanie rivolte a Yog-Sothoth e muore, con il cadavere che si decompone rapidamente in una pozza.
Dall’analisi dei suoi effetti personali risulta un diario cifrato che il Dottor Armitage riesce a tradurre dopo lunghi sforzi: vi legge terrificanti previsioni sulla scomparsa della vita terrena sulla Terra a seguito del ritorno degli Antichi.
Nel 1928 inizia l’orrore di Dunwich.
L’essere rinchiuso nella fattoria dei Whateley, rimasto senza nessuno a nutrirlo, sfonda il suo recinto e se ne va in giro in cerca di vittime da dissanguare, distruggendo tutto ciò che incontra sulla sua strada.
Armitage mette a punto una polvere speciale e si dirige sulle tracce del mostro con i suoi colleghi Rice e Morgan e alcuni abitanti di Dunwich.
La polvere riesce a rendere il mostro visibile, e a quel punto recita un incantesimo del Necronomicon per scacciarlo. Prima di sparire, il mostro lancia una richiesta di aiuto a Yog-Sothoth, chiamandolo “Padre”.
Si trattava infatti del fratello gemello di Wilbur Whateley, ma che assomigliava al padre più di questi.
Wilbur Whateley spiegato
Il modello letterario di Wilbur Whateley si può ritrovare negli ibridi innaturali presenti nei racconti “Il Grande Dio Pan” e “Il romanzo del sigillo nero” di Arthur Machen.
La nascita di Wilbur è circondata da cupe leggende. Si dice quella notte il vecchio Whateley fu sentito urlare il nome di Yog-Sothoth sulla collina di Sentinel Hill tenendo un libro in braccio.
La madre alla sua nascita ne è molto orgogliosa. Da piccolo lo accompagna ai sabba sulla collina ma negli anni successivi ne diventa spaventata non capendo nemmeno lei cosa intenda fare precisamente.
Viene fatto capire che i popolani sono convinti che Wilbur sia il frutto di un incesto tra padre e figlia, cosa che in relazione alle tremende abitudini vocifierate del villaggio non è nemmeno un fatto inaudito per quegli standard. I cani lo trovano enormemente odioso e tentano di aggredirlo non appena è nei paraggi.
Wilbur nasce come un bambino bruno dagli occhi scuri, mostruosamente – è la parola giusta – precoce per la sua età – con labbre spesse, capelli ruvidi e arricciati, occhi scuri, pelle giallognola e orecchie allungate. Il mento sfuggente è quello tipico dei Whateley e il volto ricorda quello di una capra.
Sotto la cintura deve essere completamente coperto, siccome la pelle è simile a quella di un rettile, pelosa, dall’addome scaturiscono una ventina di tentacoli con delle bocche aspiranti, è presente un occhio e una sorta di antenna o proboscide, gli arti sembrano di sauro e terminano come con degli artigli.
Nonostante l’aspetto intelligente è notevolmente brutto. Il suo volto ha un qualcosa di caprino che lo rende inviso un po’ a tutti. Tutti i cani lo odiano e deve girare armato per difendersi da essi.
A dodici mesi inizia già a parlare e tutti sono spaventati dal suo cupo modo allusivo di comunicare e dalla voce con qualcosa di innaturale connesso agli organi interni. Nel 1914 a quattro anni e mezzo ne dimostra quindici e una lanuggine scura gli cresce sulle guance.
A quattro anni ha l’aspetto di uno di dodici e mostra uno sguardo maligno.
A dieci anni sembra un adulto in tutto e per tutto. Nella tarda adolescenza è alto almeno due metri e quaranta, sporco e barbuto, e tutti sono intimoriti dalla sua presenza.
Wilbur è un individuo intelligente la cui formazione è orientata soltanto sulle conoscenze proibite, a partire dall’indottrinamento eseguito dal nonno e poi dalla sua formazione per corrispondenza, perciò è nettamente carente in tutti i campi non connessi alla sua missione.
Si dimostra un occultista esperto in grado di evocare e conversare con gli Antichi dall’aria nel corso degli abominevoli riti sulle colline circostanti.
Un po’ per il suo aspetto un po’ per le sue inclinazioni viene ritenuto un individuo malvagio, e sospettato della sparizione di alcuni giovani e dell’omicidio della sua stessa madre. Servendosi di denaro e delle minacce comunque mette a tacere i sospetti sulla sua persona, ma ciò nonostante è ritenuto un individuo addirittura più famigerato del nonno.
Lo scopo della sua vita – alla quale è destinato dalle sue origini e dalla volontà del nonno – consiste nell’utilizzare il fratello mostruoso e i suoi arcani riti per riportare sulla Terra gli Antichi che un tempo vi dominavano, evento che porterebbe a una ridefinizione del nostro mondo e alla scomparsa della razza umana.
Wilbur crede che ciò porterà a una autentica trasfigurazione – essendo lui in parte non umano conta di cambiare aspetto nel processo – al termine della quale si recherà presso una misteriosa città tra i poli magnetici che sostiene di avere visto.

L’Orrore di Dunwich spiegato
Nel corso di una cerimonia sacrilega sulla cima di Sentinel Hill, il vecchio Whateley evoca Yog-Sothoth e gli permette di ingravidare sua figlia Lavinia, la quale partorisce Wilbur e il suo fratello gemello senza nome, la cui esistenza viene resa palese solo nell’ultima parte del racconto.
L’orrore di Dunwich è un enorme mostro semidivino che a differenza del suo fratello gemello WIlbur assomiglia molti di più al padre, ovvero Yog-Sothoth. A differenza del fratello non mostra un’intelligenza umana anche se, come apprendiamo, è in grado di parlare.
Viene descritto come un essere a amo’ di ragno più grande di una stalla, fatto come di fune attorcigliate, con dozzine di gambe a barilotto. Sembra fatto di gelatina, con occhi e bocche dappertutto. In cima vi è una mezza faccia ampia metri con gli occhi rossi, i capelli albini, il mento tipico dei Whateley e un volto che somiglia a quello di WIlbur.
Armitage lo indica come una forza che non appartiene alla nostra parte dello spazio, evocabile con riti particolari e che non risponde alle nostre leggi fisiche, una forza in parte presente anche nel fratello.
Cresce a un ritmo addirittura superiore a quello già pazzesco di Wilbur e deve essere nutrito con del sangue regolarmente, da cui l’esigenza di sacrificargli continuamente delle vacche.
Normalmente questo essere è invisibile ma può essere avvertito dal tremendo odore che emana e dalle grandi orme rotonde che lascia sul terreno a mo’ di elefante.
Nemmeno il fratello è in grado di vederlo se non quando applica certi segni magici oppure una particolare antica polvere.

Dietro di sé l’essere lascia della materia catramosa che puzza terribilmente e produce un rumore simile a uno sciabordio. Nei primi anni di vita viene tenuto segregato nel piano rialzato della casa colonica e nutrito con i capi di bestiame acquistati con regolarità.
La sua forza è enorme, siccome può distruggere un’intera casa semplicemente muovendosi, e può risalire anche un terreno quasi verticale
La versione che appare nel racconto comunque non è neanche terribile quanto avrebbe dovuto essere, siccome Wilbur muore prima di farlo crescere e riprodurre correttamente.
Dalle parole del vecchio apprendiamo che è necessario che Wilbur prima apra la porta a Yog Sothoth e poi il gemello venga liberato. Gli Antichi sono gli unici in grado di farlo riprodurre ed è evidentemente inattaccabile al fuoco, siccome Wilbur dovrebbe dare fuoco al capanno per liberarlo.
Nella cultura popolare
Dunwich appare in innumerevoli giochi da tavolo e di ruolo, adattamenti audio e teatrali, in tutte le riduzioni a fumetti de “L’orrore di Dunwich” come quelle di John Coulthart, di Joe R. Lansdale, di Ben Granoff e quella di Alberto Breccia.
La H. P. Lovecraft Historical Society e altre compagnie ne hnnoa prodotto un adattamento audio drama.
Alberto López Aroca ha realizzato la storia “Al otro lado de Dunwich” che è un prequel delle storie di Lovecraft e Derleth.
In Whisper in the Dark di Joseph Bruchac c’è un serial killer albino chiamato Wilbur Whatley che decapita i suoi genitori e ha paura dei cani. In “I, Cthulhu” di Neil Gaiman c’è uno schiavo umano chiamato Whateley. In “Boojum” di Bear e Monette c’è una nave spaziale senziente chiamata “Lavina Whateley”.
Nella miniserie a fumetti “Providence” il protagonista si reca nella città di Athol, che è il modello di Dunwich, dove trova informazioni per raggiungere la fattoria dei Whateley.
Il vecchio Whateley, ex membro della Stella Sapiente, evoca un essere – presumibilmente Yog-Sothoth- durante una cerimonia nel corso della quale violenta sua figlia per ingravidarla.
Laetitia ne esce mentalmente sconvolta e da alla luce due figli, Willard e lo spaventoso ma invisibile “John Divine”, i quali seguono la stessa sorte dei quasi omonimi della storia di Lovecraft.
Nel Ciclo della Lavanderia di Charles Stross, la Lavanderia ha un Villaggio in precedenza noto come Dunwich. Nel film “Paura nella città dei morti viventi” di Lucio Fulci la città si chiama Dunwich. Nel videogioco A Bard’s Tale vi è una città con tale nome. Vi è un edificio con questo nome nel videogioco “Fallout 3” e in “Fallout “ vi è Dunwich Bores. Viene menzionata in “The Sun Dog” di Stephen King.
Nel fumetto “I tre uomini che ridestarono Cthulhu” compare in alcuni flashback una giovane Lavinia Whateley. Wilbur è uno degli avversari principali del fumetto “Lovecraft” di Rodionoff e Breccia. Qui appare come un uomo gigantesco e barbuto che vuole mettere le mani sul Necronomicon di Randolph Carter, ovvero Lovecraft stesso.
Nel film “Aquaman” per pochi istanti è visibile una copia de “L’orrore di Dunwich”.
Nella terza stagione di Seven Days è presente la città marittima di Dunwych la cui popolazione è impazzita a causa di un’arma biologica proveniente dal mare. In “Il seme della follia” di John Carpenter c’è un libro intitolato “The Hobbes End Horror”.
Nell’episodio 10 della stagione 2 di Fringe è presente il Dunwich Mental Hospital.
Nel gioco di ruolo online The Secret World è presente la Dunwich e Lovecraft Street.
WIlbur Whateley appare nel film “Le vergini di Dunwich” del 1970 come un ipnotista e stregone ultimo esponente di una famiglia decadente. In questa versione Wilbur è fisicamente un uomo del tutto normale, anzi addirittura affascinante, ma anche in questo caso ha un mostruoso gemello nato come lui da Lavinia e dallo sconosciuto padre.
Rapisce l’assistente del dottor Armitage per mettere le mani sul Necronomicon. Nel corso del rito per evocare gli Antichi, Armitage riesce a produrre un contro incantesimo che interrompe la cerimonia: Wilbur viene colpito da un fulmine e cade in acqua avvolto in una palla di fuoco.
La giovane Nancy è salva, ma si scopre essere incinta, presumibilmente del bambino di Wilbur.
Nel 2009 è uscito un altro adattamento TV del racconto, “The Darkest evil”. Dean Stockwell, che in Le vergini di Dunwich interpretava Wilbur, qui interpreta Henry Armitage.
La Toei Animation ha prodotto un adattamento cinematografico con la plastilina animata.
Il regista Richard Griffin ha prodotto un adattamento moderno intitolato Beyond the Dunwich Horror.
“The Dunwich Horror” sarà oggetto di un futuro adattamento cinematografico prodotto dalla SpectreVision e sarà ambientato nello stesso universo di “Colour Out of Space”.
E con questo è tutto. Noi ci vediamo alla prossima.