Chi è Randolph Carter? L’alter ego di Lovecraft nelle Terre dei Sogni
Storytelling LovecraftOggi parleremo dei racconti del ciclo dei sogni dello scrittore Howard Phillips Lovecraft e in particolare di uno dei personaggi principali della saga, Randolph Carter.
Randolph Carter è uno dei pochi personaggi di Lovecraft ad apparire in più di un racconto. Si tratta di un personaggio semi autobiografico in quanto rispecchia la natura mite e le aspirazioni fantastiche dello scrittore.
Chi è Randolph Carter
Randolph Carter è a tutti gli effetti un alter ego fantastico di Lovecraft stesso, anche se potrebbe essersi ispirato a un certo Randolph Carter, studioso di orientalistica ed egittologia. Molte delle caratteristiche dello scrittore sono infuse in questa versione, si pensi in primis al grande amore per i gatti e per il fascino per l’immaginazione libera dagli avvilenti legami materiali.
I suoi antenati discendono da Salem e da Arkham. Discende da Sir Edmund Carter, noto stregone del XVII secolo. Un altro antenato venne catturato dai musulmani ai tempi delle crociate e apprese i loro segreti magici.
Proviene plausibilmente da una famiglia abbiente, siccome viveva in una magione di famiglia del prozio Phillips, dove viveva con gli zii Christopher e Marta.
Vive a Boston in una casa colma di oggetti bizzarri ed esotici. Le stanze della sua abitazione sono arredate per rispecchiare i suoi stati d’animo, poi riarredate con mobili vittoriani come quando era giovane.
Si è laureato alla Miskatonic University. Sappiamo che ha servito nella Legione Straniera e che nel 1916 venne ferito quasi mortalmente.
Sebbene in “La deposizione di Randolph Carter” venga rappresentato come un fascio di nervi (probabilmente soffre di disturbo post traumatico da stress dopo la Prima Guerra Mondiale) e in “Innominabile” appare più che altro come un appassionato di materie occulte, nelle opere successive è un esperto viaggiatore di sogni che affronta prove pericolosissime nelle sue esplorazioni.
Nella “forma” di Swami Chandaputra è un occultista estremamente ferrato, in seguito ai suoi viaggi cosmici nel reame dell’ignoto.
Nel corso dei racconti viene presentato in diverse età, dalla ventina alla cinquantina tornando a quando a ha nove anni. Probabilmente è nato attorno al 1874 e svolge la professione di antiquario. E’ una figura malinconica e introversa, capace tuttavia di grande coraggio.
Psicologicamente, gli unici che gli erano vicini per inclinazioni erano il prozio Chris e il nonno.
Per tutta la vita Carter ha cercato di evadere dalla banalità e monotonia del mondo della veglia.
Presenta un rifiuto del mondo reale e un desiderio di regredire all’infanzia per accedere al mondo dei sogni assaporato nella sua fanciullezza.
Ma non è una regressione infantile bensì una regressione consapevole, dettata da una conoscenza del mondo reale che non lo soddisfa pienamente.
Verso i 30 anni ha perso la chiave d’argento che da accesso ai sogni.
Simbolicamente, significa che sulla soglia dei 30 anni Lovecraft si ritrova incapace di accedere alla propria appagante dimensione onirica.
Viene conosciuto come un bizzarro scrittore dalle peculiari esperienze, anche per via della sua stessa biografia. Carter è noto per frequentare rinomati occultisti, come Hayley Warren de “La deposizione di Randolph Carter”. Inoltre sappiamo da “Attraverso le porte della chiave d’argento” che ha letto il Necronomicon e i Manoscritti Pnakotici e che ha una certa conoscenza dei fenomeni dei Miti di Cthulhu.
La chiave d’argento – ereditata dai suoi antenati – gli permette di recuperare la sua fanciullezza perduta e di accedere a mondi onirici che visitava un tempo fugacemente in sogno.
La chiave è conservata nella soffitta della sua abitazione in una scatola dagli orrendi intagli e assieme a una pergamena incomprensibile. La chiave deve essere mossa in modo particolare e pronunciando determinate parole.
Nel mondo dei sogni presenta una volontà ferrea – se non maniacale – di trovare la città meravigliosa nella quale risiedono i Signori, e intraprende un viaggio pericolosissimo, arrivando anche a compiere azioni moralmente scorrette – come ubriacare un saggio per estorcergli delle informazioni.
La dichiarazione di Randolph Carter (1919)
La storia nasce da uno dei sogni in prima persona di Lovecraft.
Carter viene interrogato da delle persone sulla sorte del suo amico Harley Warren, che per 5 anni ha assistito nelle sue ricerche dell’occulto. Sembra avere una parziale amnesia, ribadisce di non sapere nulla a parte quanto ha già riferito, e non può confermare ciò che i testimoni affermano sui loro movimenti.
Warren possiede molti libri rari oltre a un antico testo in lingua indecifrabile. Egli ha una teoria sul perché certi cadaveri rimangono gonfi anche dopo la morte.
Esplorando un cimitero sul picco di Gainesville con alcune apparecchiature trovano una lastra di granito, sotto la quale si dipana una gradinata.
Carter non sa cosa ci fanno lì alle undici e mezzo di notte, ma sicuramente ha a che fare con il libro antico del suo amico.
Warren scende al suo interno e lascia un nervoso Carter all’esterno con un telefono con cui comunicare.
Successivamente Warren riferisce al telefono con tono terrorizzato di stare assistendo a qualcosa di tremendo, indescrivibile, inconcepibile, impossibile da spiegare se si vuole continuare a vivere, ben oltre a ciò che avrebbe mai potuto immaginare.
Warren lo esorta a rimettere a posto la lastra di granito e a scappare, e gli proibisce di raggiungerlo.
In tono concitato spiega che è stata colpa sua, e preoccupato dalla sua sorte esorta Carter a fuggire perché lui comunque non può salvarlo.
Rivela che ci sono “legioni di cose infernali là sotto” e lo implora di squagliarsela.
Carter però resta ad ascoltare al ricevitore.
Quando sente dei suoni e chiede al telefono a Warren se è ancora là, una voce rauca, tremolante e inumana, gli risponde <<IDIOTA, WARREN È MORTO!>>
A quel punto Carter perde i sensi, e si sveglia in ospedale.
Innominabile (1923)
Ad Arkham, Carter e il suo amico Joe Manton si trovano nei pressi di una tomba a discutere di fatti ed entità troppo incomprensibili per essere descritte e nominate.
Carter è uno scrittore che spesso fa uso nei suoi scritti di visioni che lasciano i personaggi interdetti, cosa che infastidisce il suo compagno.
Il suo amico Manton invece non crede possa esistere qualcosa di innominabile da non ascrivere a determinati canoni umani, anche se accetta la presenza del soprannaturale.
Per esempio, crede che nelle finestre possono rimanere delle impronte delle presenze delle persone morte in precedenza.
Carter porta delle prove a sostentamento delle proprie tesi.
Carter ha scritto nel 1922 un racconto, “La finestra della soffitta”, che ha suscitato un certo scandalo, che narra misteriose apparizioni alle finestre suffragate da Cotton Mather nel suo Magnalia Christi Americana. In un diario del XVIII secolo di famiglia si riscontra che un suo antenato aveva subito misteriose ferite al petto.
Si parla di una cosa con la cataratta sull’occhio che appariva ai margini del bosco, e che aveva lasciato impronte di artigli. Possiede zoccoli fessi al posto dei piedi e corna lunghe dieci centimetri.
Un ragazzo si era recato nella casa sfuggita per verificare i racconti sulla creatura che vi appariva, e ne era uscito urlando.
La cosa innominabile permarrebbe nella soffitta di una vecchia casa, dove viene vista ancora dopo secoli. Di notte apparirebbe dietro le finestre o al margine dei boschi. Si parla di attacchi a uomini che lasciano orme di artigli scimmieschi e si avvicendano testimonianze di una creatura indescrivibile.
Un solitario vecchio eccentrico venne sepolto nei pressi della lapida senza nome. Si odono strani rumori dalla soffitta sbarrata della sua abitazione.
Cocciutamente Manton sostiene che il mostro, comunque, non può essere qualcosa di indescrivibile.
In seguito l’essere sparisce, come se il fatto che nessuno parlasse più di lui ne avesse decretato la scomparsa.
Manton chiede di vedere la casa in questione. Da oltre 100 anni i vetri della casa della leggenda non ci sono.
Nei pressi della vecchia abitazione percepiscono una presenza gigantesca che li aggredisce e odono un urlo dalla lapide.
Carter e Manton vengono ritrovati in un campo isolato a un km e mezzo dal vecchio cimitero e vengono portati in ospedale. Carter ha una ferita di zoccolo e Manton sul petto ha ferite di artigli.
Era un fango, una gelatina, aveva mille forme, aveva un occhio con una cataratta. Era l’Innominabile!
L’episodio viene menzionato anche in La chiave d’argento, perciò sappiamo che il generico Carter della storia è proprio Randolph.
La chiave d’argento (1926)
A trent’anni Randolph Carter perde la chiave d’argento dei sogni. Lui ha sempre preferito l’immaginazione alla sfera delle cose spiegabili dalla scienza. Per un periodo, cerca di adattarsi alla vita convenzionale e di allontanare i rimasugli dei sogni fantastici che gli sono rimasti.
Si cimenta nella carriera di scrittore, i suoi libri ricevono un buon apprezzamento, anche se ne è del tutto insoddisfatto. Entra a conoscenza di soggetti e fenomeni occulti, che non appartengono comunque al ciclo dei sogni.
Verso la cinquantina i sogni sono ormai svaniti del tutto.
Si fa mandare da un conoscente un liquido, allo scopo di darsi la morte, ma senza concretizzare il suo proposito.
Un giorno durante un sogno il nonno, morto da anni, gli parla della chiave d’argento e dei suoi antenati.
In soffitta trova uno scrigno di 35 cm quadrati: un domestico forza la serratura e trovano la chiave con un’antica pergamena.
Una volta ritrovata i sogni tornano a rendersi visibili.
Parte per le colline fuori Arkham, si mette in tasca la chiave (dimenticando però la pergamena) e si avventura nel bosco.
Mentre esplora i territori della sua infanzia, si rende conto che non sembrano essere mutati come dovrebbero essere.
Sente a un tratto la voce di un vecchio servitore, che lo invita a tornare a casa dai parenti.
Carter è tornato alla sua giovinezza, il 7 ottobre 1883. Si è reincarnato nel mondo della propria infanzia, dove torna a essere un ragazzino immerso nelle meraviglie che tanto lo affascinavano.
Nel nostro tempo, il 7 ottobre 1928, Carter è scomparso all’età di 54 anni. I parenti iniziano la suddivisione dell’eredità, ma forse Carter è diventato re di una città e un giorno tornerà dai sogni.
La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath (1927, pubblicato nel 1943)
Randolph Carter sogna tre volte la città meravigliosa del tramonto nella quale risiedono gli dei della Terra, sul monte Kadath, e intraprende un lungo e pericolosissimo viaggio per visitarla.
Dopo avere disceso i 700 gradini e parlato con i sacerdoti barbuti raggiunge il bosco fatato, incontra gli amichevoli zoog e prosegue fino a raggiungere il saggio Atal, che in “Gli altri dei” scalò la vetta con Barzai.
Atal ora ha 300 anni e gli spiega che, anche se gli dei della terra possono essere disponibili, bisogna stare attenti agli Altri Dei dello spazio.
Per trovare il deserto gelato dal Kadath, deve individuare qualcuno che abbia i lineamenti dei Signori, essendone quindi un discendente, perché potrebbe avere utili ricordi. Parte per il monte Ngranek perché lì si trova un’effige dei Signori.
Gli esseri rospo della Luna che commerciano con la Terra però lo rapiscono, sicuramente su mandato del messaggero degli Altri Dei, Nyarlathotep. Una volta giunti sulla Luna, i gatti amici di Carter eliminano i rapitori liberandolo.
Tornato libero parte per nave per l’isola di Oriab per trovare il monte Ngranek. Lì trova un’immagine che rappresenta i Signori, e capisce di avere visto quei volti a Celephais. Sul monte viene catturato dai Magri Notturni e viene portato sulla valle di Pnath, dove vivono i Bhole e i ghoul. Questi ultimi lo recuperano e lo portano da Richard Pickman, un umano che a forza di vivere con i ghoul è diventato come loro. Questi, già amico di Carter, gli affida una scorta di ghoul per attraversare le cripte di Zinn e superare i Gug e i Ghast.
Superati gli zoog grazie ai gatti, raggiunge Celephais dove Kuranes lo riceve, molto interessato a conoscere un altro viaggiatore onirico.
Giunto a Leng viene catturato dagli sgherri del Sacerdote che non deve essere descritto. Riesce a fuggire e nel tragitto si ricongiunge ai ghoul guidati da Pickman, con i quali riesce a liberare altri ghoul prigionieri degli esseri rospo lunari.
Con i Magri Notturni alleati dei ghoul raggiunge il Kadath, ma al posto dei Signori trova Nyarlathotep nella forma del Faraone Nero.
I Signori si sono spostati dal castello sul Kadath nella città del tramonto immaginata da Randolph.
Nyarlatohotep gli rivela che la città del tramonto altro non è che la somma dei suoi ricordi di infanzia che rivestono ancora un’aura di meraviglia nella sua memoria.
Il Caos Strisciante lo fa salire su una bestia che lo porterà dai Signori, allo scopo di convoncerli a tornare sul Kadath. In realtà il Faraone Nero mira a condurlo al centro dell’universo, dove gorgoglia l’orrendo Azathoth.
Disperato, Randolph si getta dalla bestia mentre è in volo, e aiutato dal dio Nodes e dal gas violetto, riesce a tornare nella sua casa di Boston.
Attraverso le porte della chiave d’argento (1933)
Nel 1932, a new Orleans i cugini di Carter si riuniscono nel salotto dell’esecutore testamentario per porre fine alla disputa legale sui beni di Randolph, scomparso 4 anni prima. Vi sono anche un mistico di nome Etienne Laurent de Marigny e un occultista indiano chiamato Swami Chandaputra, un indu con turbante, folta barba, la faccia inespressiva e assurdi mezzi guanti.
Il 7 ottobre 1928, Randolph Carter è sparito all’età di 54 anni, dopo esser partito in auto con la chiave d’argento. L’auto è stata ritrovata fuori Arkham, ma Carter aveva scordato la pergamena associata alla chiave d’argento.
Nel 1691 era scomparso da Arkham un altro Carter, Edmund Carter, in odore di stregoneria.
Nell’ottobre 1883 Randolph era rimasto solo nella caverna del serpente, che si diceva Edmund avesse utilizzato per i propri riti.
Dopo una giornata all’età di nove anni trascorsa in quella grotta, sviluppò la tendenza a
profetizzare eventi futuri.
Si dice che allora avesse viaggiato nel tempo nel 1928, siccome da quel momento aveva prodotto previsioni degli eventi futuri, ma non oltre il 1928.
Stando alla ricostruzione di Swami, Carter entra nella grotta del serpente nella quale il suo antenato compiva riti stregoneschi. Apre una soglia tra la Terra e l’immensità dell’universo ed entra in contatto con Umr At Tawil, il Guardiano della soglia, ovvero Yog-Sothoth, un essere umanoide con una sfera di metallo scuro e iridescente.
Questi gli conferma che ha varcato il primo cancello, e può decidere se procedere verso i successivi oppure tornare da dove è venuto. Egli gli spiega che esistono innumerevoli versioni di Carter che sono tutte parti di un essere più grande.
Entra nelle estensioni transdimensionali della Terra. Assiste a diverse versioni, o frammenti, di se stesso, in diversi continuum temporali. In quelle condizioni può visitare ogni piano di esistenza al quale appartiene in una delle sue diverse sfaccettature.
Si ritrova reincarnato nel suo equivalente di una specie simile a tapiri, il mago Zkauba del mondo alieno di Yaddith, che continua a coesistere in lui.
Cerca di calcolare il modo per tornare al suo mondo e al suo presente e si procura delle droghe per sopprimere il suo alter ego.
Parte con un involucro metallico in un viaggio galattico per millenni con l’idea di riapparire poco prima della sua scomparsa sulla Terra.
Tornato nella sua terra natia nel 1930, giunge a Boston sotto falsa identità ancora con l’esigenza delle droghe. Viene a sapere che i parenti stanno lottando per accaparrarsi l’eredità. Il mago intanto lotta per tornare a dominare il corpo condiviso con Carter e ritrovare l’involucro per tornare su Yaddith.
Carter chiede quindi a Swami Chandaputra di intercedere per lui per non far dividere la proprietà, fino a quando non riotterrà le sue sembianze umane.
I parenti non accettano le lettere firmate Carter come prova. Capiscono che lo Swami indossa un travestimento, e quando provano a toglierlo notano appendici non umane. Un parente muore di terrore dopo averlo guardato e lo Swami sparisce nel nulla dietro un orologio a muro dagli strani geroglifici.
Ulteriori ricerche non portano a ritrovare l’indù, o chiunque lo stesse interpretando.
Dagli aeoni (1935)
In “Dagli eoni” Swami Chandaputra si presenta a un museo di Boston dove è custodita una antichissima mumma e una pergamena altrettanto vetusta, e rimane colpito da certi simboli in essa riportata.
Il caso di Charles Dexter Ward (1927, pubblicato nel 1941)
In “Il caso di Charles Dexter Ward”, il dottor Willet menziona il suo amico Randolph Carter relativamente ai segni magici.
Nella cultura popolare
Carter è un personaggio di Lovecraftian: The Shipwright Circle di Steven Philip Jones, di The Uncertainty di Thomas Lapperre, in diverse storie di Los Espectros Conjurados di Alberto López Aroca. Carter e Harley Warren appaiono in Cosa Nosferatu di E.J.Priz, in una vicenda che coinvolge Eliott Ness, Al Capone e i non morti.
Il suo antenato Sir Randolph Carter compare in Tales of Lovecraftian Cats.
Nel romanzo “The Dream-Quest of Vellitt Boe” compare Randolph Carter, prigioniero del mondo che la sua stessa fantasia ha creato. La storia è una rivisitazione della ricerca onirica dello sconosciuto Kadath dal punto di vista di una donna.
E’ il protagonista del romanzo The Chronicles of Randolph Carter.
In The Dream-Quest of Vellitt Boe di Kij Johnson, Carter è il re di Ilek-Vad e il precedente amante della protagonista.
Carter appare in tutte le riduzioni a fumetti delle sue storie. In The Miskatonic Project: Bride of Dagon è il narratore anonimo di The Festival.
Nel 1981 è stato girato un film in tre puntate tratto da La chiave d’argento: Carter è interpretato da Jobst Grapow. Nel film del 1988 The Unnamable Carter è interpretato da Mark Kinsey Stephenson e nel suo sequel The Unnamable II: The Statement of Randolph Carter. Qui Carter è rappresentato come un intellettuale in cerca di avventure.
Nell’adattamento del 1999 di “Cool Air” Carter, interpretato da Bryan Moore , sostituisce il narratore originale. E’ il protagonista del film indipendente del 2013 HP Lovecraft: Two Left Arms.
Nel fumetto “Neonomicon” di Alan Moore compare una cantante chiamata Randolph Carter.
Nel suo prequel “Providence” il protagonista Richard Black si confronta con un viaggiatore onirico chiamato Randall Carver che compie le stesse imprese nelle Terre dei sogni del suo corrispettivo lovecraftiano.
Nella storia “Allan and the Sundered Veil” de “La lega degli straordinari gentlemen” i Mi-Go (qui intesi come i Morlock de “La macchina del tempo” di Wells) rapiscono diversi tipi di viaggiatori, fra i quali anche Randolph Carter (di “La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath”) che appare anche nell’episodio “The New Traveller’s Almanac”. Qui è il nipote di John Carter di Marte-
Nel fumetto “Lovecraft” di Rodionoff e Breccia i mostri dei Miti di Cthulhu si rivolgono a Lovecraft chiamandolo Carter.
Nella riduzione a fumetti “The Festival” d Roy Thomas c’è un fuoriuscito del culto chiamato Carter.
Nel fumetto “I tre uomini che ridestarono Cthulhu” i quattro protagonisti sono aiutati dal giovane viaggiatore dei sogni Randolph Carter.
Nel film di animazione “Howard Lovecraft and the kingdom of madness” compare lo zio di Howard, Randolph Lovecraft.
Nel videogioco “The Vanishing of Ethan Carter” appare Ethan Carter.
Carter è un personaggio giocabile nel videogioco “Code Name: S.T.E.A.M.” Appare in Fate/Grand Order. Swami Chandraputra appare nel romanzo The Weird Company di Peter Rawlik.
Chandaputra appare come personaggio nel videogioco Persona 2: Eternal Punishment.
E con questo credo di avere riepilogato tutto quello che c’è da sapere su questo mondo. Lasciami un commento, noi ci vediamo al prossimo blasfemo video.